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Lo specchio
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E-book55 pagine38 minuti

Lo specchio

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"Lo specchio", barriera frapposta tra Io e realtà, proietta i riflessi del quotidiano e li restituisce deformati. Venti racconti brevi si mantengono in bilico tra normalità e assurdo: le esperienze di tutti i giorni si riflettono allo specchio e rimandano immagini sconosciute, talora ostili, talora intrise di sarcasmo. La vita si anima di personaggi anonimi, che vivono in funzione della storia: il signor Modini, capostazione costretto in un "luogo di passaggio, dove si va per far ritorno a casa", una donna derubata della sua identità dall'Alzheimer ma che riesce ad impartire forse l'ultima lezione ad un figlio che non riconosce. I racconti si snodano tra inquietudini di un disoccupato, inganni, un processo a Dio e infine la morte, riflesso ultimo eppure connaturato nella vita stessa.
LinguaItaliano
Data di uscita13 gen 2018
ISBN9788833430317
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    Lo specchio - Laura Bellucci

    Laura Bellucci

    Lo specchio

    Laura Bellucci

    Lo specchio

    Prima Edizione Febbraio 2017

    Isbn 978-88-3343-031-7

    Lello Lucignano Editore

    Tutti i diritti sono riservati. © Copyright LFA Publisher

    Via A. Diaz n°17 80023 Caivano - Napoli – Italy

    Tel. e Fax 08119244562

    www.lfaeditorenapoli.it - www.lfapublisher.com - info@lfapublisher.com

    Partita IVA 06298711216

    Facebook, Twitter, Instagram & Youtube: LFA Publisher

    (13,72 ± 0,12) × 10⁹

    Secondo il calendario gregoriano oggi è il 17 marzo 2007. Ho perso millenovecentosettantadue anni dalla nascita di Gesù Cristo. Per soli millenovantacinque giorni ho mancato lo sbarco sulla Luna, Woodstock, la strage di Piazza Fontana. Sarei comunque nato da troppo poco tempo per potermene ricordare.

    Ieri i meteorologi hanno annunciato un calo delle temperature. Ho perso trenta minuti a scegliere la giacca in cui sto sudando.

    Le persone camminano, ridono, parlano al telefono. Sui sei miliardi e ottocentosettantadue milioni di individui che respirano su questo pianeta, due miliardi e settecentocinque milioni abitano questa città. Due miliardi e settecentocinque milioni di vite in un raggio di milleduecentottantasette virgola trentasei chilometri quadrati. Ognuno con la sua storia, le sue ambizioni, i suoi demoni. Il mio è un calcolo matematico: (13,72 ± 0,12) × .

    L’ufficio di collocamento è in una traversa sulla sinistra. Sono disoccupato da tre anni, ma questo non mi sorprende. Tra questi milioni di persone deve esserci senz’altro qualcuno più capace, più diligente, più operoso di me.

    Salgo trentasette gradini, apro una porta, dico: «Buongiorno».

    «Buongiorno, si accomodi», una mano mi fa cenno di entrare.

    «Compili il modulo».

    Nome, cognome, data di nascita.

    Trentacinque anni contro (13,72 ± 0,12) × 109 anni. L’Universo ha tredici virgola settantadue miliardi di anni, con un’incertezza pari a circa centoventi milioni di anni.

    «Bene, adesso firmi qui per favore».

    Non posso sopportare tutto questo, esserne parte e allo stesso tempo essere talmente insignificante.

    «Vedo che ha lasciato vuoti i campi relativi alle preferenze».

    Annuisco, la testa sballottola su e giù.

    Non riesco a tollerare tutto questo: avere un solo ombelico, cinque dita per mano, una media di centomila capelli. Dover guardare con soli due occhi e in una sola direzione.

    «Dunque, che tipo di lavoro le piacerebbe svolgere?»

    «Fa lo stesso, non c'è differenza».

    Dover essere in un unico posto per volta, dover vivere una sola vita.

    «È in cerca di un lavoro a tempo pieno?»

    Non riesco ad accettare che ogni secondo trascorso mi avvicini al momento in cui esalerò il mio ultimo respiro.

    «O forse un lavoro a tempo parziale si adatta meglio alle sue esigenze?»

    Non riesco ad accettare di dover morire una sola volta, in un solo modo.

    «Non importa, non c'è differenza».

    Devo irritarla molto, mi fissa spazientita.

    «Insomma, lei non ha alcuna aspirazione lavorativa. È mai possibile che non ci sia nulla di particolare che le interessi, che lei voglia?»

    «Se c'è qualcosa che voglio, dice?»

    «È quello che ho appena chiesto».

    «In questo momento non c'è cosa che vorrei più al mondo di poter liberare la mia vescica».

    È imbarazzata, mi indica la toilette con la mano.

    «Non crede sarebbe bello potersi liberamente urinare nei pantaloni senza compiere il minimo sforzo?»

    Probabilmente questo succederà ancora fra una cinquantina di anni, ma a

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