Soprannomia (Fiaba Galattica)
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Anteprima del libro
Soprannomia (Fiaba Galattica) - Fabio Snichelotto
fallito
PROLOGO
Guardatevi allo specchio del bagno. Siete voi.
Allargate l’orizzonte e, dall’alto, guardate la vostra casa.
Andate un po’ più su e vi apparirà il vostro paese.
Salite salite salite in alto nel cielo e ammirate la vostra nazione.
Ora prendete una lunga rincorsa, meglio se avete un’astronave, e sususususu hop osservate dallo spazio quel puntino piccolo piccolo che è la Terra.
Non ha importanza. In questa storia la Terra non ha importanza.
In questa storia dovete cambiare Galassia, e precisamente giungere alla Galassia 2356B.
Dal nuovo spazio infinito, oltre la stella Puntalista e poco prima della cometa Zarzigan, li dove s’incrociano le Isole Meteriche e gli Anelli della Piccola Vietta Lattea, al di là della costellazione del Sagittario e della stella rommering della coda del drago noterete un altro puntino piccolo piccolo: Soprannomia.
Ha importanza. In questa storia Soprannomia ha importanza.
Anche perché è il titolo del libro.
Ora, con la vostra astronave scendete scendete scendete in questo mondo nuovo e atterrate nel giardino di una piccola casetta di color verde smeraldino, entrate dalla porta principale, girate subito a destra in bagno e guardate nello specchio. Qui non siete più voi ma vi apparirà la persona più bella mai vista.
Bella.
Bella si chiama Bella dall’età di cinque anni, l’età alla quale per legge, qui a Soprannomia, ti viene dato il tuo nome. La scelta si basa su un attento monitoraggio dei primi cinque anni di vita da parte della Grande Assemblea dei Nominanti (GAN). Sulla base dei comportamenti fisici psichici neurolettici matematici e grammatici di questi primi anni la GAN affida al bimbo il nome corrispondente, nome che dovrà rispecchiare la caratteristica principale evidenziata dal nascituro, il quale si dovrà impegnare a rendergli onore fino alla fine dei suoi giorni, poiché a Soprannomia nessun nome potrà mai essere cambiato, pena la pena di morte – che pena - (art. 4 della Costituzione Soprannomica).
Ad esempio
- il Sig Onesto non potrà mai rubare né mentire
- la Sig.ra Kattiva non potrà mai avere un gesto gentile per qualcuno
- Misero non potrà mai guadagnare
- Noctambul non potrà mai dormire
- Garzanti non potrà mai fare errori di grammatica
- Muto non potrà mai parlare
- Sordon non potrà mai ascoltare o almeno dovrà fare finta di non sentire
- Tanfo non potrà mai lavarsi e neanche pulirsi i denti
- Fedele non potrà mai tradire
Bella si chiama Bella dall’età di cinque anni, appena nata non aveva nome ma un codice ESN (Esercito dei Senza Nomi) come tutti i bambini sotto i cinque anni e suo era il codice ESN8754.
Ci volle poco a capire quale sarebbe stato il suo nome. Quando la vide, l’ostetrico se ne innamorò e la rapì. Per fortuna l’ostetrico si chiamava Pietro e tornò indietro, la bimba venne recuperata e, come tutti i neonati, presentata alla GAN.
Il Grande Capo, Sua Eccellenza SenzaNome (il capo non era stupido, era l’unico a non essersi dato un nome per non avere obblighi di nessuna sorte), alla vista di Bella subito sentenziò, con pacata delicatezza: ma che fica questa biondona!
. Venne però in parte contraddetto dal Generale dell’esercito Kommand, il quale disse: è veramente un gran pezzo di gnocca questa brunetta!
. Seguì un po’ di confusione quando il vecchio Saggio Contabile Ricchiòn aggiunse, con occhi sognanti : ma va là è un bellissimo ragazzo miei cari
. Ma fu solo quando Sua Eminenza Don Lapo de Elkan mormorò un piccolo adorabile trans, ma che meraviglia
, che tutti finalmente capirono.
Bella era la più bella. Agli occhi di tutti. Misteriosa era la sua reale forma fisica, Bella appariva come il desiderio proibito della persona che la guardava. Una spettacolare top model per il playboy, un innocente bambina per il pedofilo, una esperta MILF per l’adolescente, una deliziosa torta alle mele per il goloso, un potente negroni per l’alcolista, una triste insalatina scondita per il vegano, Bella assumeva la forma desiderata dagli occhi dell’altro.
In quanto tale tutti se la volevano scopare, la poveretta.
Il problema, per questi tutti, era che Bella, sin dalla nascita, si era innamorata, e certo non di loro. Bella aveva avuto un immediato colpo di fulmine, ovviamente ricambiato, col bambino vicino di culla. Difatti, durante i primi cinque anni i bambini ESN8754 e ESN8755 furono inseparabili, crebbero felici ed eccitati nell’attesa di poter celebrare il loro Amore appena possibile. Purtroppo avevano fatto i conti senza ancora conoscere la cattiveria del mondo degli adulti. Per motivi di rivalsa, la GAN prese infatti una decisione terribile: al compimento del quinto anno di età il bambino ESN8755 fu chiamato Verginio, con l’ovvia scusa che il bimbo fino ad allora non avesse avuto rapporti sessuali, e fu così destinato a rimanere illibato per sempre.
Per sicurezza (non si sa mai) gli tagliarono pure il pisello.
Fu la salvezza della coppia.
Verginio, diventato ormai eunuco a tutti gli effetti, trovava comunque il modo di intrattenere la sua Bella senza mai rischiare, per un eventuale eccesso di foga, la pena di morte. Dal canto suo, Bella, rinvigorita dall’Amore sicuro e sincero del suo amato, mantenne la sua Bellezza per tutta la vita, scampando anch’essa alla pena capitale.
E fu così che vissero felici e contenti (a dir la verità Verginio un po’ meno dato la sua impossibilità a godere ma insomma stava comunque con una bella figa ed era invidiato da tutti).
PARTE PRIMA
I nostri eroi
1.
Costituzione Soprannomica
Art. 1
Soprannomia è una Repubblica Oligarchica Dittatoriale, fondata sui Nomi.
La sovranità appartiene alla GAN, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i Nomi inviolabili, incancellabili e immutabili dei Soprannomici
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari indignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
A parte i negri, gli ebrei e i frocioni – checche e gay sono ammessi -, gli avvocati, i cornuti e i barboni – solo quelli senza barba -, gli anarchici, gli allergici al polline, i tatuati – solo quelli con vomitevoli citazioni -, i nani, gli zombie e le rompicoglioni –solo le donne -, gli aracnofobi, i vùcumpra, i lupi mannari e i testimoni di geova.
Questi possono pure morire.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il proprio Nome e promuove le condizioni che rendano effettivo questo Nome determinandolo e ufficializzandolo al compimento del quinto anno di età.
Ogni cittadino ha il dovere di comportarsi e di vivere la propria vita nel pieno rispetto del proprio Nome assegnato, pena condanna a morte.
Art. 5
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Libere di essere vietate.
Le confessioni religiose diverse dal Triangolo del Libero Arbitrio hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, pur sapendo che i loro fautori verranno messi al rogo.
Art. 6
Uff che palle io Dovere Pubblico proprio non lo digerisco
pensò Ciccionio chino sui libri di università. Gli venne da ridere. In realtà lui digeriva tutto, dagli hamburger alla peperonata, dalle larve di mosca alle megablatte della Foresta Scura.
Ciccionio era grosso ovviamente. Ma grossogrosso. Era più largo che alto e la sua pancia era tale da aver ormai preso il ruolo di annunciatrice. Appariva all’angolo della strada o all’ingresso di una stanza e annunciava Signori e Signore a breve arriva il resto… e che resto!
e pian pianino arrivavano le braccia unte, la punta del naso porcino, le spalle larghe, la testa rotonda e le gambe sovracosciose, infine il culone chiudeva l’ingresso di Ciccionio circa quarantacinque secondi terrestri più tardi.
- Ehi Palla di lardo sbrigati che siamo in ritardo! disse Brillo dandogli una pacca sulla spallona sudata.
Brillo invece era normale. Fisicamente. L’unica caratteristica un po’ strana erano i suoi occhi, o per lo meno la loro anima. Erano occhi piccoli e semiaddormentati, con la pupilla un po’ dilatata, ma sempre sorridenti, perennemente felici, vivi. Ciò era dovuto allo stato di continua leggera ubriachezza di Brillo. Un ebbrezza mai esagerata, appena accennata e dovuta a varie cause, sempre diverse a seconda delle giornate. Se infatti qualche giorno era alticcio di alcool ve ne erano invece altri in cui era sbronzo di sonno o inebriato di cibo o ciucco di vita o ubriaco di amore o stordito di latte (la sua prima – modesta – sbornia di lattosio a soli quattro mesi, attaccato al seno della madre, motivo per il quale scaturì il suo nome).
Oggi Brillo era mattinariamente ebbro di caffè e quindi un po’ più eccitato del solito.
- Arrivo, bofonchiò Ciccionio alzandosi faticosamente dal banco. Che corso abbiamo ora? Non ricordo mica.
- CoScienza Politica in Aula Magna, dai sbrigati sbrigati sbrigati rispose Brillo muovendo la testa spasmodicamente a destra e a sinistra e in basso e in alto.
- Ecco ecco arrivo ma calmati quanti litri di caffè hai bevuto? Calmati Brillo e gli assestò un delicato sganassone sul collo con obiettivo di farlo un po’ riprendere ma come risultato di proiettarlo gambe all’aria (Ciccionio era molto forte).