Il Volo Dell’oca Sognante

Di Benilde Ghezzi

La raccolta di poesie di Benilde Ghezzi, Il volo dell’oca sognante, ha il dono raro di essere delicata e toccante nell’essenzialità del suo esprimersi in versi liberi e musicalmente eleganti. Appassionata della vita, l’autrice coltiva da sempre la passione per la poesia e la narrativa poetica: i suoi versi nascono da un’irrefrenabile passione del cuore e sembrano dare voce all’anima che racconta ed emoziona l’autrice come se non conoscesse la sua stessa opera, una vera e propria “trasfigurazione poetica” nella quale si trova immersa all’improvviso. Tutto ciò permette di realizzare il suo desiderio più grande: prendere per mano il lettore e portarlo nel mondo delle emozioni. Il risultato è una partecipazione emotiva straordinaria, che rivela un temperamento poetico coinvolgente pur nella discrezione di un’intimità custodita gelosamente.

Benilde Ghezzi giurista, scrittrice e poetessa – vive e lavora a Roma. Da sempre impegnata sui temi della Giustizia e della Pubblica Amministrazione, ha diretto e coordinato un importante ufficio giudiziario romano. Ha pubblicato numerosi saggi e articoli su quotidiani nazionali riguardanti i settori giuridico-amministrativo, sociale, economico e delle pari opportunità. Collabora a livello Comunitario con l’Associazione Giuristi Italiani per l’Unione Europea. Ha fondato “Oca Selvatica”, Laboratorio di Poesia e Meditazione Poetica Trascendente, presentato a Roma nel 2013 presso il Ministero dei Beni Culturali.

• Lingua: Italiano
• Editore: Gruppo Albatros Il Filo
• Data di uscita: 12 mag 2018
• ISBN: 9788856789928

Anteprima del libro

Albatros

Nuove Voci

Ebook

© 2018 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l. | Roma

www.gruppoalbatrosilfilo.it

ISBN 978-88-567-8992-8

I edizione elettronica marzo 2018

Prefazione

L’essere umano è una creatura straordinaria: è capace di provare una così vasta gamma di emozioni che egli stesso, per primo, spesso ne rimane stupito, sconcertato, perplesso, impaurito, meravigliato... non esistono, probabilmente, abbastanza aggettivi per esprimere tutte le sfumature che molte volte emergono in contemporanea nell’animo umano, provocando profondi stravolgimenti interiori.

Eppure, se ci fermiamo un attimo a riflettere, ci accorgiamo che la maggior parte del tempo la spendiamo nel tentativo (per lo più vano) di reprimere la parte migliore di questa emotività e soprattutto – ohimè – a cercare di erigere muri tra i sentimenti che potremo invece vivere a pieno e in complementarità: giusto o sbagliato, buono o cattivo, reale o irreale, razionale od emotivo... perché scindere ciò che è meravigliosamente nato in un abbraccio infinito?

Accade, allora, all’improvviso, che qualcosa in noi si rompa, per un vuoto, una mancanza, e si avverta impellente la necessità di altro, il bisogno primordiale, quasi famelico, di scoprire che in noi può esserci molto di più, che c’è molto di più...

Non è semplice trovare una chiave per tutto questo, per dare voce a un grido che soffocato muore in noi e che avrebbe solo bisogno di uno spiraglio, per trovare la luce – quel dolore sa che esiste un’alba ed è bellissima – e nascere a nuova vita.

È in