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Roviglia Morr e la Bottega dei racconti
Roviglia Morr e la Bottega dei racconti
Roviglia Morr e la Bottega dei racconti
E-book79 pagine1 ora

Roviglia Morr e la Bottega dei racconti

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Info su questo ebook

Alice nel Paese delle Meraviglie incontra Esopo in questa agile ma intensa raccolta di fiabe filosofiche; in esse si affrontano questioni attuali senza rinunciare all’ineffabile, aerea leggerezza del genere fantastico. Il lettore viene accompagnato con Roviglia Morr in un viaggio dalla disperazione alla speranza alla scoperta della Bottega e i suoi portenti: cosa si cela dietro al potere delle storie? Perché nessuno può sfuggirvi? Consigliatissimo agli insegnanti e a chiunque cerchi una lettura diversa e originale.
LinguaItaliano
Data di uscita15 ago 2018
ISBN9788828375005
Roviglia Morr e la Bottega dei racconti

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    Anteprima del libro

    Roviglia Morr e la Bottega dei racconti - Gioia Colli

    Gioia Colli

    ROVIGLIA MORR

    E LA BOTTEGA DEI RACCONTI

    A Roviglia Morr era sempre piaciuto visitare nuove città. Saper osservare con curiosità e attenzione ogni singolo dettaglio era essenziale nel suo lavoro di fotoreporter. Lo adorava.

    Qualche anno più tardi, con una gamba in meno, viaggiare divenne un problema. Roviglia Morr tuttavia aveva un'alternativa che gli avrebbe permesso comunque di scoprire posti nuovi e, non senza esitazione, la scelse.

    In fin dei conti si trattava pur sempre di viaggiare di luogo in luogo e documentarne gli aspetti più insoliti. Considerata la crisi, poteva solo ringraziare la buona sorte per aver trovato un’occupazione tanto presto.

    Nondimeno, quando si accinse a partire si sentiva il morale a terra come non mai. Quel giorno doveva visitare un’altra città, ma sapeva che non sarebbe più stato come un tempo.

    I primi passi compiuti nell’incubo lo confermarono. C’era qualcosa di intimamente sbagliato in ciò che vedeva e sentiva. Si udivano sì schiamazzi di bambini, brusii di chiacchiere e persino i cinguettii degli uccelli, ma la musica che accompagnava tutto ciò era straziante: partiva lenta per diventare ben presto una strage di note intrappolate in una ripetizione infinita e dolente. Stringendo i denti, Roviglia Morr passò oltre. Trovò, in un giardino comunale, dei bambini dalle proporzioni innaturali che sorridevano immobili, l’uno davanti all’altro. Sembravano sette gemelli, distinti solo dai colori dei vestiti. Reprimendo i brividi senza troppo successo, andò oltre. La planimetria si fece sempre più bizzarra; a piazze prive di monumenti si alternavano vie senza nome né negozi. Non c’erano nemmeno automobili, biciclette o la benché minima traccia di segnaletica stradale. E la musica continuava a tormentare Roviglia Morr come un nugolo di tafani un cervo morente. Si sforzò di tenere duro, ma quando si accorse che gli unici abitanti del luogo erano dei manichini semoventi che era possibile trapassare come fantasmi, si arrese.

    Roviglia Morr spense il computer senza salvare e tentò di calmarsi. Testare i videogiochi prima che venissero risolti i problemi di programmazione significava visitare mondi imperfetti, certo, ma quel gioco in particolare era un abominio per i sensi. Per qualcuno abituato da anni a documentare le bellezze della realtà, fare altrettanto con le bruttezze del mondo virtuale suonava come un contrappasso. Prese un respiro profondo e poi un altro, ma presto si rese conto che non poteva continuare il lavoro. O almeno non quella mattina. Si sistemò la protesi in metallo e uscì senza incontrare nessuno.

    Camminare per le vie di una città autentica gli risollevò lo spirito. Suoni, odori, traffico e nessuna traccia di cloni o altre stranezze. O almeno così parve a Roviglia Morr, finché non vide un’insegna che non aveva mai notato prima. Bottega dei racconti. Qualcuno aveva aperto una libreria in una via piena di negozi dedicati all’elettronica? Un simile coraggio suicida meritava un apprezzamento. Roviglia Morr decise così di entrare, ma il luogo tradì ogni sua aspettativa.

    La Bottega dei racconti non era affatto una libreria, anzi. Roviglia Morr rimase immobile per diversi secondi, tentando di capire che tipo di negozio fosse. C’erano scatole di cartone sparpagliate sul pavimento e su tavoli addossati alle pareti, ma il loro contenuto non assomigliava per niente a libri o fumetti. Avvistò palloni da calcio, mazzi di fiori, corone reali, spade e medaglioni scintillanti… Incuriosito, prese in mano la prima cosa che trovò, ossia una corona. Era una corona da imperatore, carica di oro e di gemme, ma allo stesso tempo era traslucida, come vetro opaco. Continuò a esaminarla, ma gli cadde dalle mani. Roviglia Morr si chinò per riprenderla, ma la mezza corona continuava a sfuggirgli dalle dita come fosse stata fatta di sabbia.

    -È inutile che provi a maneggiarla – disse una voce femminile – è la corona di un re che non è re e gli manca metà della sostanza.-

    -Cosa accidenti vende questo negozio?-

    A parlargli era stata una donna, che alzò le spalle:

    -Non è evidente? Racconti.-

    La donna si chinò, afferrò la corona e la rimise dov’era prima senza alcuna difficoltà. In più, Roviglia Morr notò come quell’oggetto, visto in posizioni e punti di vista diversi, mutava aspetto, e continuò a fissarlo...

    IL RE NON RE E IL CONSIGLIO SCONSIGLIATO

    C’era una volta un regno. Beh, non che fosse proprio un regno, era più un reame, anzi, un luogo dove non vi era un vero e proprio Re ma solo una persona che si occupava di governo senza essere un Monarca, giacché si sa, le monarchie sono sempre fonte di problemi: quando crollano è un disastro e quando stanno in piedi portano sfortuna e sciagure d’ogni genere.

    Ad affiancare nel governo il Re, che come vi ho già spiegato non era un vero e proprio Re, stava il Consiglio dei Ministri: non che poi le loro risoluzioni fossero dei consigli, essendo più simili a ordini, dal momento che il potere era equamente diviso in tre parti: una al Re Non Re, le altre due a quello che la malignità popolare chiamava il Consiglio Sconsigliato; ciò a causa non solo dei consigli-ordini, ma piuttosto per la sconsideratezza degli stessi.

    Il Consiglio Sconsigliato era infatti formato da persone con gli interessi più diversi, sempre pronti ad attaccare briga gli uni con gli altri, o a sollevare polveroni anche quando di polvere non ce n’era, disuniti in tutto meno che nell’unire le forze quando si trattava di evitare il taglio dei loro altissimi compensi e privilegi.

    Un altro dettaglio, l’unico che accomunava tutti i membri del Consiglio Sconsigliato,

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