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Città immaginarie: Gli uomini dal Milione di bugie, o come immaginiamo il mondo
Città immaginarie: Gli uomini dal Milione di bugie, o come immaginiamo il mondo
Città immaginarie: Gli uomini dal Milione di bugie, o come immaginiamo il mondo
E-book139 pagine41 minuti

Città immaginarie: Gli uomini dal Milione di bugie, o come immaginiamo il mondo

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Info su questo ebook

In “Città immaginarie” si tracciano percorsi nelle metropoli e nell’immaginazione, sulle orme di Marco Polo, “l’uomo dal Milione di bugie”. Quest'opera di saggistica creativa si muove nello spazio, nel tempo e nelle possibilità, mappando città del suono, delle nuvole, della malinconia e dell’aldilà, dove il tempo scorre all’indietro. Darran Anderson supera i cliché della psicogeografia, senza rivisitare semplicemente il passato urbano, ma invadendolo e reinventandolo. Raccogliendo l’eredità di Borges e Calvino, il libro esamina la città dal macrocosmo globale al microcosmo delle prospettive dei suoi abitanti. Attraversa i sogni da oppiacei, i viaggi per mare, le allucinazioni dei prigionieri, la decadenza notturna, gli impossibili grattacieli sovietici, i golem predatori, le civiltà sotterranee, le profezie apocalittiche e l’opera di visionari dell’architettura come Antonio Sant’Elia, Archigram e Buckminster Fuller. “Città immaginarie” dimostra che ogni città sognata da artisti, scrittori, architetti e pazzi ha un equivalente reale e che Marco Polo non era un bugiardo. Le città immaginarie non hanno bisogno di esistere semplicemente nella finzione o nella mente. Le abitiamo già.
LinguaItaliano
Data di uscita28 gen 2020
ISBN9788899958121
Città immaginarie: Gli uomini dal Milione di bugie, o come immaginiamo il mondo

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    Anteprima del libro

    Città immaginarie - Darran Anderson

    Darran Anderson

    Città immaginarie

    Gli uomini dal Milione di bugie, o come immaginiamo il mondo

    ISBN: 9788899958121

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Il cinema di Platone

    Gli inganni della memoria

    Cartografie e canovacci degli spazi bianchi

    Faust, architetto imperiale

    La dialettica dell’ispirazione

    In Morphia Veritas

    Hic sunt dracones

    Dentata

    Robinsoniade

    Nel paese dei mostri selvaggi

    Nessun Nord, nessun Sud, nessun Est, nessun Ovest

    Note

    Gli uomini dal Milione di bugie, o come immaginiamo il mondo

    Città immaginarie I

    Darran Anderson

    Titolo originale: Imaginary Cities – The Men of a Million Lies, or How We Imagine the World

    Traduzione dall’inglese di Michela Guardigli

    Illustrazioni © Karina Puente

    www.cittaimmaginarie.it

    www.edizioniwordbridge.com

    © Darran Anderson 2015

    © Edizioni Wordbridge 2020

    ISBN: 978-88-99958-12-1

    A Christiana, Caspian e al futuro.

    Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra.

    Italo Calvino, Le città invisibili

    Il cinema di Platone

    Prima che esistessero i film, esisteva il cinema: il gioco tra le ombre tremolanti del fuoco e il movimento sulle pareti calcaree delle caverne. Potremmo supporre che i dipinti realizzati dai trogloditi bohémien con carbone e ocra fossero puramente rappresentativi, un’esagerazione del numero di uri uccisi durante la caccia. E cosa dire del simbolo più antico mai rinvenuto dagli archeologi? Un semplice disco rosso, datato al carbonio a 40.800 anni fa, nelle profondità della Cueva de El Castillo, in Cantabria. Era l’infernale crogiolo del nostro sole? Era logico adorare questa palla di campi magnetici e plasma portatrice di vita, prima che l’umanità commettesse l’atto folle e vanitoso di creare gli dèi a propria immagine e somiglianza scimmiesca. Nelle migliaia di anni che seguirono, i discendenti degli artisti delle caverne dipinsero su pietra, osso, bambù, legno, papiro, cera, tessuto, ardesia, carta e pixel, qualsiasi cosa esistesse sotto quel sole: dipinsero tutto ciò che è e, ancora più importante per i nostri scopi qui, ciò che potrebbe essere.

    Considerate, invece, quel disco rosso come qualcosa di totalmente diverso. Noi vediamo tutto ciò che esiste sotto la lente della relatività. Non possiamo fuggire dal contesto. L’occhio, e la sua posizione, è il fulcro su cui ruota l’intero universo visibile. Quell’artista, lui o lei, che si è avventurato dentro le caverne per lasciare un segno circolare sull’eternità potrebbe aver dipinto la singolarità della pupilla umana. L’interpretazione è tutto. Dato che siamo mammiferi in perenne ricerca di uno schema, forse, nella luce tenue, gli artisti non dipinsero solo ciò che vedevano, ma le proprie allucinazioni e sogni, in una disperata profezia o magia cerimoniale. L’umanità ha sempre cercato l’incerta rassicurazione della divinazione, attraverso l’illusione e la pareidolia, e ha sempre trovato minacce di pericolo e promesse di tesori. E se, a quell’epoca, avessimo avuto una visione di ciò che sarebbe venuto dopo? Una città sospesa su un orizzonte tremolante. Minareti nel ghiaccio. Un pittore del Neolitico che sogna i grattacieli.

    L’oscurità è erroneamente concepita come il nulla, ma in realtà è uno stato di luce intrinseca, in cui possiamo distinguere tante informazioni visive, un catalizzatore del processo creativo involontario noto come cinema del prigioniero [¹] . Se vuoi sapere quanto buio hai intorno, devi aguzzare lo sguardo sulle fioche luci lontane. [²] Se le allucinazioni nel buio siano una fonte di tormento

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