Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

L’oro del folle
L’oro del folle
L’oro del folle
E-book104 pagine1 ora

L’oro del folle

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

L’oro del folle, dall’ottima penna di Daniel Lunardi, è un ritratto singolare quanto affascinante del “conquistador” spagnolo Hernán Cortés, il quale preda della sua stessa ambizione, soffocata dal suo esasperato egoismo, si getta, con la disperazione propria di chi vuole eccellere sopra ogni cosa, alla conquista del Messico, abbattendo l’impero Azteco e sottomettendolo al regno di Spagna. La sua impresa sanguinosa segnò la storia, in quanto con la collaborazione di migliaia di alleati indigeni che vedevano negli spagnoli un potente mezzo per liberarsi del dominio azteco, destrutturò le comunità autoctone e vide soprattutto la fine di una florida e viva civiltà che viveva lontana dalle concezioni materialistiche di un mondo di uomini sempre più avidi di potere.  
L’Autore ci tiene a precisare che la sua è una personale interpretazione delle vicende storiche ma, romanzata o meno che sia, il fascino delle parole con cui è narrata conquista il lettore e lo avvince, facendogli immaginare i luoghi e le situazioni di quel tempo.


Daniel Lunardi è nato a Monselice in provincia di Padova nel 1988. Nutre una profonda passione per la letteratura, ama i racconti di fantasia e la natura umana lo affascina. L’oro del folle è la sua prima pubblicazione.
LinguaItaliano
Data di uscita31 dic 2022
ISBN9788830675919
L’oro del folle

Correlato a L’oro del folle

Ebook correlati

Narrativa generale per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su L’oro del folle

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    L’oro del folle - Daniel Lunardi

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Nota dell’Autore

    Prima che la lettura cominci, l’autore ci tiene a precisare che le storie ivi narrate sono opere di fantasia che si ispirano a fatti e luoghi reali.

    Indi per cui non vanno presi alla lettera ma goduti per quello che è il pensiero dello scrittore, o meglio come si immagina gli eventi legati al protagonista dell’opera.

    Prefazione dell’Autore

    Queste narrate sono le vicende di un uomo. Forse una bestia. Forse un pazzo. Uno dei peggiori esseri umani che siano mai esistiti sulla faccia del pianeta. Una persona che non si fermò davanti a nulla pur di raggiungere i suoi obiettivi; la cui cieca ambizione segnò le sorti di un intero popolo. La sua fu una volontà incrollabile a prescindere dalle schiaccianti avversità, perché abbastanza forte da piegare la vita stessa nella sua stretta. Egli fu uno spietato condottiero, o forse solo un cieco ignorante di fronte alla gravità di ciò che portò a compimento. La storia narra versioni diverse della stessa pila di atti imperdonabili, dove la civiltà annienta la storia delle persone e la rende malleabile. Una sola anima spietata fece l’impensabile, si spinse oltre i limiti del consentito ed ebbe successo dove altri avrebbero fallito:

    Hernán Cortés.

    Abbastanza intelligente da calcolare ogni mossa, ma non sufficientemente consapevole della distruzione che stava seminando. Avrebbe schiacciato ogni insetto sotto il suo stivale, non importa chi o quanti fossero i suoi avversari.

    L’ennesimo megalomane che si faceva scudo con qualsiasi cosa pur di giustificare Ci sarebbero così tanti quesiti volti ad esaminare un uomo del genere, forse allo scopo di giustificarlo? Di giudicarlo ed emettere la sua sentenza nonostante la sua dipartita? O applaudire alle sue imprese, che si potrebbero definire colossali?

    L’acqua può essere diluvio, ma terminare una siccità che affligge i campi e i cuori. Una cosa non esclude necessariamente l’altra.

    Quando ci si può fermare prima che sia troppo tardi? Quando si raggiunge il punto di rottura? Quando il mondo diventa troppo pesante perché la schiena possa reggerlo? Quando la pelle ci cade di dosso per rivelare quale razza di mostro si nasconde nelle profondità delle nostre tenebre?

    Dietro la mostruosità insaziabile c’era un pover’uomo: un nobile spagnolo caduto in disgrazia. Egli cercò un modo per rimettersi in sesto dopo una brusca caduta dalla sella della propria vita. Quando vide la possibilità di un nuovo mondo di fronte ai propri occhi, colse al volo l’opportunità e strappò via il primo lembo di carne. Era un animale selvaggio sulla preda ignara: la sensazione della carne che viene strappata dall’osso, il piacevole aroma che si fa strada nelle narici. Una volta che il sapore incredibile gli toccò il palato non seppe più controllarsi. Le conclusioni a cui giunse? Che poteva prendere, e prendere, ancora e ancora. Finché non fosse rimasta una sola briciola sul piatto. E lui avrebbe mangiato fino all’ultimo boccone.

    Cortés raggiunse traguardi che nessuno si sarebbe mai aspettato. Cominciò dalla base della piramide e salì sempre più in alto, gradino dopo gradino ottenne una vittoria più incredibile della precedente. Chiunque avrebbe scommesso contro di lui, visti i numeri contro i quali si confrontava. Eppure trionfò su Nessuna coscienza che lo tenesse a freno, avrebbe fatto l’impensabile e compiuto atti che si potrebbero definire quelli di un pazzo furioso.

    Le sue stesse navi furono affondate perché non ci fossero ripensamenti fra i suoi uomini. Il messaggio era chiaro e inequivocabile: non si torna indietro.

    Città intere date alle fiamme e persone ridotte alla fame, all’umiliazione e infine alla morte. Gente costretta a morire per le strade senza cibo né acqua, perché niente fermava il progresso. Una civiltà imperfetta strappata alle sue stesse radici, obbligata a scambiare un tiranno con uno ancora peggiore. Successi e piccoli

    incidenti di percorso, fra cui una notte indimenticabile che quasi segnò la sua sconfitta, ma la sua storia

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1