Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Quelli che si mettono in gioco
Quelli che si mettono in gioco
Quelli che si mettono in gioco
E-book305 pagine3 ore

Quelli che si mettono in gioco

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Si è mai trovvo vecchi per un avventura? Gunvor Ström ha più di 60 anni quando la sua carriera prende una svolta improvvisa: dopo una vita trascorsa come chirurgo, è costretta a lasciare a casua di un tremolio alle mani e si lancia in un mondo ricco di sfide, quello del detective privato. Chi avrebbe potuto crederlo? E' una prova in linea con la sua curiosità, con la sua capacità di analisi e la sua pazienza.

Gunvor ottiene un caso apparentemente semplice, un sospetto tradimento di un marito. Quando l'uomo viene aggredito brutalmente, le indagini vengono sconvolte e Gunvor non molla. Grazie all'aiuto di una ragazza di 19 anni, che ha trascorso la maggior parte della vita in una stanza per sfuggire ai litigi dei genitori, e il teppistello David, che passa il proprio tempo bighellonando nel quartiere periferico di Fruängen, cercherà di risolverle.

I tre si gettano nella notte di Stoccolma per scovare indizi e lasciare da parte le delusioni della vita per qualche attimo. Due giovani e una donna anziana fanno ciò che possono per passare inosservati nei pub di Stoccolma, ma qualcuno li nota e riesce a rimanere nell'ombra mentre li tiene d'occhio.

E' una storia di violenza, pazzia, passione e pazienza. Un gioco "fra il gatto e il topo" fra vita e morte. Quando la trappola scatta, è già troppo tardi. Per quelli che si mettono in gioco...

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita15 ago 2018
ISBN9781547540761
Quelli che si mettono in gioco
Autore

Luna Miller

Luna Miller (pseudonym) was born in Sundsvall, Sweden, had always dreamed of becoming a writer. But with a restless personality and a bit of a complicated life it took some time before she got there. It wasn´t until a few years after she turned 50 that she finished my first book. She writes crime stories in Nordic noir genre about Gunvor Ström, a woman in her sixties with some impressive aikido skills who has just changed careers to become a private detective.

Correlato a Quelli che si mettono in gioco

Ebook correlati

Thriller per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Quelli che si mettono in gioco

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Quelli che si mettono in gioco - Luna Miller

    Io ti odio

    Ti ho odiato sin da quando ho memoria

    Le tue labbra gonfie e i tuoi grossi seni

    Mi disgustano

    Le rughe sopra le tue sopracciglia disegnate quando credi di essere adorabile mi fanno vomitare.

    Credi di poter ottenere quello che vuoi grazie alla tua femminilitá. Di avere tutti sul palmo della mano.

    Ma, credimi, non hai nessuno.

    Anzi, se ne approfittano, dai loro il dito e si prendono il braccio e non si accontentano solo del braccio.

    Ti stai trascinando verso la morte e quando arriverá, sará troppo tardi per te.

    Non saró dalla tua parte.

    Io scelgo la morte.

    1.

    Come sempre, quando si arrabbia sul serio, ha come un coltello piantato nella testa. Se solo avesse potuto prendere a calci quello stronzo fino a fargli implorare pietá, forse anche oltre. Ma una donna di 65 anni, che avrebbe pure bisogno di un deambulatore, non puó che abbandonare l’idea, trovandola del tutto deprimente tanto da non trovare nulla da opporre.

    D’altronde non l’avrebbe visto nessuno, eppure lei porta il suo braccio verso la giovane ragazza e guarda con rabbia quell’idiota provocatore.

    Perché fai cosí? Non vedi che é triste?

    Gunvor é incredibilmente stanca di sentire la sua voce dire le solite cose, da sempre. E’ anche tremendamente stancante sapere che lui finirá per rispondere come suo solito, cosa che puntualmente fa.

    Vecchia maledetta, quante volte devo dirti di andare all’inferno e smetterla di mettere il naso in ció che non ti riguarda?

    Gunvor toglie lo sguardo da lui, che si aspettava lei dicesse ció che aveva continuato a dire negli ultimi giorni. Lascia stare la ragazza, prenditela con qualcuno della tua stazza, invece. Si sorprende quando lei gli risposta con rabbia.

    Un’altra volta, e avrai a che fare con me sul serio

    Lui fa in tempo a sorprendersi, prima di scoppiare a ridere.

    E cosa mi faresti? Prendermi per un’orecchio? Dai, vieni e provaci.

    Per quanto sia degradante, é l’unico modo di farla finita con le prese in giro, gli insulti e quelle risate minacciose che le seguono fino alla fine delle scale della metropolitana.

    Gunvor lascia la presa sulla ragazza, ma cammina al suo fianco quando camminano fuori, su Fruängstorget, verso sinistra fra il supermercato e la palestra. Avanzano piano, in silenzio e Gunvor sente crescere l’istinto di averne abbastanza.

    Era cominciato lunedí, forse anche un po’ prima, ma era lunedí che Gunvor era arrivata con la stessa metropolitana della ragazza, che si era poi presentata come Elin.

    Gunvor si era seduta nei sedili in fondo al vagone, cosí quando arrivó alla fermata di Fruängen, la maggior parte dei passeggeri se n’era giá andata. Rimanevano Elin e il giovane, che le impediva di camminare oltre la porta d’uscita.

    Senza dire nulla, lui stava di fronte alla ragazza con fare minaccioso e quando lei cercava di superarlo da un lato, lui si spostava. Gunvor vide questo ancora prima alzarsi per uscire e notó che lui aveva due amici che sedevano sui sedili e ridevano tutto il tempo.

    Che problemi avete? Questo tipo di prese in giro sono proprio da bambini delle elementari, no?. Gunvor si tolse uno stivale e lo tiró ai ragazzi seduti, prima di raggiungere la ragazza e risparmiarle il supplizio.

    Elin mostró la sua gratitudine e raccontó che non era la prima volta che questo capitava, ma non specificó da quanto tempo andava avanti. Cercò di minimizzare, spiegando che non era così pericoloso, tanto che protestò quando Gunvor le suggerì che sarebbe dovuta scendere a Vàstertorp, non tanto perchè avrebbe dovuto camminare di più, ma perchè non voleva lasciarle decidere questi piccoli particolari del suo tragitto.

    Nonostante l’orgoglio, alla fine decise di messaggiare Gunvor ogni giorno dicendole quale treno avrebbe preso per andare da casa a scuola. Da quel momento, Gunvor iniziò a prendere lo stesso treno di Elin e condividerne il dramma al martedì, mercoledì e giovedì. Adesso era venerdì e all’orizzonte non si vedeva nessun cambiamento.

    Non posso parlare con tua madre? Questa storia deve finire.

    No, non voglio spaventarla. E poi ho 19 anni, non è che mi metto a correre a casa a piangere finchè non risolve qualcosa. Elin era irremovibile su questo punto.

    Gunvor pensa abbia torto, ma non vuole andare contro la volontà di Elin.

    E’ solamente un bullo che vuole fare il duro

    Ok, decidi tu. E sì, è un bullo, ma non è giusto che se la prenda con te. Ascoltami, se non vuoi andare dalla polizia devi imparare a difendersi. Se gli dai un calcio nelle palle, lo farai piegare dal dolore e finirà per rendersi ridicolo di fronte ai suoi stupidi amici

    Elin guarda Gunvor e strabuzza gli occhi

    Questa non me l’aspettavo da te

    Se non vuoi che qualcuno ti aiuti, devi farlo tu stessa

    Ma per favore. Non voglio abbassarmi al suo livello, è lui che è un cretino, mica io

    No, chiaro, ma il dolore si spazza via con il dolore e pensa che se questa volta tu non fai nulla, alla prossima magari se la prenderà con qualcuno ancora più debole, magari qualcuno che non ha alcuna chance di difendersi.

    Ma questa non è la mia responsabilità

    Gunvor deve combattere con sè stessa per rimanere in silenzio e non dire nient’altro sulla cosa. Grazie al cielo si stanno avvicinando a Fruängsgatan dove si separeranno a breve.

    Prenditi cura di te

    Elin risponde con un A presto prima di scomparire a sinistra, verso Fredrika Bremers gata.

    Invece di andare verso casa, Gunvor passeggia verso il centro e poichè quel maledetto ginocchio le fa male, è costretta a sedersi per un attimo su una panchina a riposare. Come al suo solito, è andata contro le raccomandazioni del suo medico di rilassarsi invece di portare la sua resistenza al limite in palestra. Siccome Gunvor è stata in buona forma per tutta la sua vita, adesso fatica a credere che riposare possa portare alcun giovamento, anzi, rinforzare i muscoli ed elasticizzare i tendini dovrebbe andare bene anche alla sua età. E così va a sudare in palestra, ogni volta sempre oltre il limite che le consente di sopportare il dolore il giorno dopo, ma ne vale la pena se significa dover posticipare l’incontro con il deambulatore.

    La chiacchierata con Elin continua a dipingerle i pensieri. In tutta onestà, Gunvor pensa che Elin abbia una sua responsabilità, perchè bisogno sapersi difendere e prendere le distanze. Ha protetto Elin per una settimana e adesso sta perdendo la speranza che qualcosa possa accadere, anzi le molestie continueranno fino a che David non troverà qualche altro poveretto con cui prendersela.

    Di ritorno al centro di Fruàngens, Gunvor si infila in una biblioteca per vedere se hanno messo in catalogo qualche nuovo giallo. Ne prende un paio che ancora non ha letto e poi si dirige verso i libri per bambini, per poterne prestare qualcuno alla figlia malata della vicina, ma appena supera la porta sente una voce ben conosciuta alle proprie spalle.

    Non posso andare a casa prima, allora?. Improvvisamente, il ragazzo della metropolitana non sembra così tanto un bullo. Gunvor aguzza le orecchie, ma non si gira.

    Per favore David, non puoi proprio fare nulla di ciò che ti chiedo? Siediti al computer, non ci vuole tanto tempo. Gunvor immagina che si tratti di sua mamma.

    David sospira oltre quanto sarebbe consentito, ma Gunvor pensa sia sufficiente, perchè sente il rumore di una sedia trascinata fino all’angolo verso il computer. Quando si gira, vede la schiena di David, seduto, mentre la madre scompare dietro gli scaffali. Gunvor non resiste alla tentazione e cammina in silenzio dietro lo scaffale, pensato per creare una piccola area privata per chi si siede vicino al computer. Ma non ìe abbastanza, Gunvor si affaccia a sufficienza per vedere che lui in realtà è su Facebook. Quando si connette, lei sorride per un attimo quando lo vede digitare, solo con gli indici, il nome utente e la password, e lei stessa non puìo credere quando scopre quanto stupida sia la password che David ha scelto.

    Gangsta! Da quando è diventato gansta molestare le reagazze? Quale sarà la sua prossima impresa gangsta? Lasciare una banconota da cento corone per strada legata ad un filo, che poi lui tirerà via quando qualcuno si chinerà per raccoglierla. Gangsta my ass!

    Un secondo dopo le viene in mente un’idea così malsana che si affretta a prendere in prestito i libri e finge di cercarne un altro fino a che non vede che la mamma di David non ha finito con la sua ricerca.

    Con la borsetta sopra la spalla e la mano sinistra a reggerla, tiene il libro con l’altra mano, come se fosse completamente immersa nella lettura e, quando si dirige verso David e sua madre, pronti ad uscire dalla biblioteca, si appoggia alla spalla di lei quasi fino a farle perdere l’equilibrio.

    Oh, mi scusi!

    Guarda verso la mamma di David, piuttosto sorpresa

    Non volevo colpirla

    Nessun problema, cose che capitano

    La mamma di David si ricompone e sorride a Gunvor. Dev’essere un libro divertente, dice indicando la copia fra le mani di Gunvor, prima di girarsi e camminare fuori dalla biblioteca. David nel frattempo guarda fuori dalla porta perchè ha capito con chi sua mamma sta parlando, probabilmente con un filo di vergogna.

    Adesso bisogna fare in fretta. Siccome David e sua mamma camminano verso il centro, la strada da fare è un’altra. Dopo la chiesa, Gunvor gira a destra verso la passeggiata che porta al sottopassaggio. Quando ha quasi raggiunto la sua destinazione, fruga nella tasca per cercare il suo bottino: il cellulare di David. Si era accorta già da prima che lo teneva nella tasca posteriore dei jeans a vita bassa e prenderglielo era stato un gioco da ragazzi mentre fingeva di scontrarsi con loro in biblioteca.

    Era stata sufficiente una piccola rotazione di una mano, mentre con l’altra aveva fatto finta di perdere il libro.

    Tira un sospiro di sollievo quando vede che il telefono non ha una password, così può impostare la modalità aereo. Fatto questo, continua verso la scuola ed il campo da calcio, per poi attraversare la strada ed entrare nel cortile. Nonostante sia già settembre, fa ancora caldo come in estate, così i ragazzi del parco girano in lungo e in largo con le loro biciclette attorno alla lavanderia in mezzo al piazzale. Guarda con tenerezza le bambine che corrono attorno al piccolo parco giochi del condominio e arriva alla sua porta.

    Non c’è molto tempo, ma bussa comunque alla porta di Ciwan. Sua figlia è malata, così immagina siano davanti alla tv per la maggior parte del giorno, tanto da averne abbastanza. Quando la porta si apre, sono in piedi sia la bambina Tara, con un volto che non nasconde la sofferenza, e accanto a lei sua mamma, a cui passa i libri. Con un sorriso sulle labbra, la madre li prende e si accomoda sul tappeto rosso orientaleggiante nella sala.

    Grazie. C’è del cibo

    Bene, però oggi non ho proprio tempo

    Aspetta

    Ciwan scompare in cucina e ricompare con un piatto di Baba Ganousch.

    Ah, il mio preferito. Gunvor era felice e grata per avere una vicina così in gamba.

    Hai del pane arabo a casa?. Ciwan deve solo lanciare un’occhiata verso di lei per capire che non lo ha. Torna in cucina, nonostante Gunvor spiccichi un ma non devi.... Di ritorno nella sala, ha in mano due grosse pagnotte arabe.

    Tu ti prendi cura di me e io mi prendo cura di te

    La vicina indica la figlia malata che si è già tuffata nella lettura del primo libro, pronunciando ad alta voce le prime righe.

    Quando Gunvor chiude la porta di casa dietro di sè, tira un sospiro di stanchezza. Raggiunge la sua ultima conquista da shopping compulsivo, un paio di scarpe modello Espadrillas comprate da Ecco, con una carinissima suola verde.

    Tira fuori la carta riempitiva dalle scarpe, così prenderanno aria per la prima volta che deciderà di utilizzarle, poi indossa un paio di Birkenstock casalinghe decisamente consunte.

    Il suo bilocale è arredato con parsimonia. Quando ha divorziato e si è trasferita dalla grande villa, aveva portato con sè solo i suoi vestiti poichè aveva deciso di iniziare da capo senza essere circondata dagli anni trascorsi assieme a Rune, ma siccome l’arredamento non era uno dei suoi maggiori interessi, aveva deciso di non spendere troppi soldi ed energie.

    La camera da letto consiste in un letto ed una sedia dove riporre i vestiti. Poichè Gunvor legge molto, ma raramente a letto, pensa di non avere bisogno di un comodino o una lampada.

    Siccome la casa è dotata di persiane, è completamente inutile comprare delle tende. Il risparmio con cui aveva arredato la casa fa sì che ogni respiro lasciasse un eco, tanto che aveva pensato di comprare qualche mobile in più, o almeno piazzare un tappeto al centro della stanza, ma erano pensieri ancora allo stadio iniziale.

    Nel salotto, invece, ci sono elle lunghe tende lilla nella finestra che dà sul balcone, altrimenti anche in questo caso l’arredamento è spartano, con un divano viola scuro ed un piccolo tavolino al centro della stanza. Una grossa palma in un angolo riempe in qualche modo il vuoto, così come la grossa specchiera con cornice in legno appesa al muro

    La cucina è la stanza più ospitale della casa ed è lì, oltre che sul balcone, che spende la maggior parte del suo tempo. Lungo una parete ha piazzato una libreria che contiene sia i libri che legge più volentieri, sia i documenti di lavoro. Sulla panchina vicino alla finestra ci sono alcuni vasetti con piante di pomodoro, peperoni, erbe e un piccolo alberto di limoni.

    Il grosso tavolo rustico in legno occupa la maggior parte della cucina, con quattro sedie ed un piccolo angolo di lavoro con il computer ed una pila di fogli e libri. Il tavolo può ospitare fino ad otto persone, ma siccome Gunvor raramente ha così tanti ospiti allo stesso tempo, lo utilizza per lo più come ufficio.

    E’ lì che siede adesso, dopo aver avviato il computer. Si collega a Facebook con il profilo di David e cambia la sua password per impedirgli l’accesso per un po’, dato che probabilmente lui cercherà di recuperarla quando se ne sarà reso conto. Con un po’ di fortuna, Gunvor riuscirà a prenderne possesso per qualche ora, in particolare pensando al fatto che lui non avrà accesso al suo cellulare. Dopo qualche riflessione, Gunvor scrive un post su Facebook.

    Oggi mi sento piuttosto sensibile.

    Non ci vuole molto tempo prima che qualche amico commenti con punti di domanda, o con un hahaha. Qualcuno chiede anche se si tratta di uno scherzo.

    Gunvor ci pensa un attimo, poi prende il telefono e chiama Elin. Spiega rapidamente che è successo qualcosa di cui è meglio discutere e le chiede di raggiungerla. Elin sembra sorpresa, ma accetta l’invito, così, per renderla più malleabile, Gunvor taglia a fette il pane arabo e lo mescola con il Baba Ganousch e olive greche, e prende una bottiglia di vino dal frigo. La ragazza dovrebbe avere 18 anni, giusto?

    Dopo pochi minuti, dal balcone, vede Elin entrare nel cortile. Nonostante il mel tempo, Gunvor si è rintanata in casa. Vive al primo piano e sotto il suo balcone si radunano sempre alcuni ragazzi a fumare, così, prima di aprire ad Elin, chiude le imposte sul balcone per evitare che qualcuno possa sentire quello che si diranno.

    Elin, che non si è rivelata particolarmente chiacchierona nella settimana in cui si sono conosciuti, parla senza interrompersi dopo aver ascoltato Gunvor.

    Hai davvero rubato il suo telefono? Ma tu sei come una zia gentile. Oddio, scusa, forse non era così che volevo metterla. Elin è decisamente sconvolta, ma ha un sorriso sulle labbra.

    Intendevo dire che sei sempre così gentile ed educata, mi hai aiutato tanto, ma non mi aspettavo che rubassi il suo telefono.

    E il suo profilo di Facebook, ad essere più precisi, puntualizza Gunvor soddisfatta.

    Non pensavo che sapessi cosa fosse Facebook

    Non sono mica così vecchia

    No, scusa, e Facebook alla fine non è così complicato. Ma tutto il resto invece, come ti è venuto in mente?"

    Nonostante sia chiaro che Elin sia contenta della sua opera, Gunvor non è così soddisfatta della reazione. Si aspettava che un’azione del genere potesse far aumentare l’ammirazione verso una signora di una certa età così poco interessante, ma non voleva comunque sentirselo dire, in particolare quando sta comprendendo quanto sia faticoso invecchiare.

    Io sono un detective privato

    Elin trattiene il fiato. Gunvor sorride e riempie il bicchiere con del Rioja.

    "Hai 18 anni, giusto?

    19, dice Elin portandosi il bicchiere alla bocca e bevendo qualche sorso.

    Vacci piano, è vino, non succo di frutta, scherza Gunvor commentando l’approccio di Elin con il vino.

    Lo so, ma non sono mica così innocente come sembro. Elin prende qualche oliva e un altro sorso di vino.

    Però questa è sicuramente la cosa più inattesa che mi sia capitata

    Anche Gunvor prende un sorso di vino prima di mettersi davanti al computer, lasciando spazio anche ad Elin in modo che possa vedere lo schermo.

    Ho appena iniziato, ma voglio che tu decida se devo scrivere qualcosa, e che cosa in particolare.

    Elin si porta più vicina allo schermo e legge i commenti che compaiono sul profilo di David

    Non mi viene in mente nulla, magari qualcosa di umiliante, ma cosa?

    Allora a Gunvor viene un idea

    Lo so io, dice sghignazzando mentre cerca una foto dal suo archivio prima di tornare alla pagina di Facebook, caricando la foto e scrivendo fra i commenti:

    Adoro la sensazione del nylon sulle mie gambe e di come i miei piedi calzini così bene nelle mie scarpette rosse

    Elin scoppia a ridere fragorosamente.

    Dio mio, sei matta!

    Ride così tanto fino a far scendere le lacrime e non smette di guardare la foto che Gunvor ha scattato per lavoro qualche mese fa. Si vede una schiena e un paio di gambe di un uomo vestito in paillettes, calze di nylon e pumps rosse. Il volto non si vede, ma è chiaro che si tratta di un corpo maschile.

    Che foto è?

    E’ una foto di lavoro, una signora era convinta che il suo uomo la tradisse quando ha trovato questi vestiti nascosti nel suo armadio

    E?

    Erano i suoi vestiti, avrebbe risparmiato qualche migliaio di corone per chiederglielo direttamente, ma pensava che lui fosse disinteressato a lei ed era convinta si trattasse di infedeltà.

    Quindi lui non la tradiva?

    No, si vestiva così e si sedeva in qualche bar raffinato, beveva caffelatte e leggeva giornali femminili.

    All’improvviso la foto scompare, evidentemente David si è collegato e, dopo che lui ha precisato si trattasse di uno scherzo, Elin e Gunvor caricano nuovamente la foto con le calze di nylon, e così via per un’altra ora mentre bevono vino a ridono ai commenti che arrivano dagli amici di David.

    Elin decide che è abbastanza, almeno con gli scherzi su Facebook. Gunvor ha avuto un’altra idea durante la serata, ma per adesso preferisce tenerla per sè.

    2.

    La sera trascorre lentamente ed è quando Gunvor trascorre il suo tempo sul balcone, leggendo alcuni casi irrisolti.

    Sabato, ad ogni modo, è il giorno della palestra. Siccome non le piacciono le palestre di Fruängen, economiche, ma spesso sovrappopolate, ha la tessera del Flex Sport Club di Vàstertorp. Cammina lì attraverso i nuovi quartieri costruiti fra il Lidl e l’autostrada. Quando, qualche anno prima, avevano iniziato a costruire in quella boscaglia, era piuttosto scettica. Non le piace che il centro città si espanda fino ad Hägersten. Perchè non rimarranno le feste nel bosco dove i bambini giocheranno a nascondino, o dove gli adolescenti si imboscheranno per provare a baciarsi o fumare le prime sigarette?

    Ora, che il quartiere è stato costruito, sembra

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1