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Hex in the City Episodio 1: Lo squartatore di San Francisco: Hex in the City
Hex in the City Episodio 1: Lo squartatore di San Francisco: Hex in the City
Hex in the City Episodio 1: Lo squartatore di San Francisco: Hex in the City
E-book139 pagine1 ora

Hex in the City Episodio 1: Lo squartatore di San Francisco: Hex in the City

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Info su questo ebook

Riassunto : Un serial killer colpisce a San Francisco. Niente lo ferma : né la legge, né i rimorsi. Sfortunatamente per lui, Taylor, una strega dal passato burrascoso e con un bel caratterino, decide si intromettersi… 

All’incrocio tra generi, tra fantasy urbano, con i suoi vampiri, mostri e streghe, e detective, scoprirai un racconto senza tempi morti, in linea con le migliori serie americane. 

LinguaItaliano
Data di uscita3 nov 2018
ISBN9781547549955
Hex in the City Episodio 1: Lo squartatore di San Francisco: Hex in the City

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    Anteprima del libro

    Hex in the City Episodio 1 - Dorian Lake

    Dorian Lake

    ––––––––

    Hex in the City

    Episodio 1: Lo squartatore di San Francisco

    Per Melanie,

    Capitolo 1

    ––––––––

    Taylor, ventidue anni, porta i capelli lunghi biondi, leggermente ondulati, che gli scendono un po' oltre le scapole. Con del trucco smoky eye, del rossetto back cherry, un vestito nero con po' di pizzo, esibisce un look decisamente rock, senza dubbio un ricordo degli anni di uni, quando saliva sui palchi studenteschi con il suo gruppo di garage. New York, la città che l'aveva vista diventare grande e fiorire, aveva qualcosa di buono nonostante i problemi e una partenza quantomeno frettolosa. Ma quell'epoca è finita: adesso, vive a San Francisco, nel bene e nel   male.

    Il bar è animato, stasera. Sul palco, un gruppo suona qualche cover di grandi classici con più o meno successo, il che basta a motivare qualche giovane cliente che poga sulla pista da ballo. 

    Due ragazzini ordinano dei cocktail a Taylor, ma se la svignano non appena gli chiede le loro carte d'identità. Quando un bar si chiama il Witch Hour, le chances di attirare dei clienti minorenni sono lontano dall'essere trascurabili. Il posto merita il suo nome: domina un tema viola, ricordato sia dai muri che dalle sedie in finto velluto o ancora da qualche tenda pesante che separa la sala principale da quella piccola. Vari quadri e poster rappresentano delle streghe New Age dalla pelle color porcellana e dal corpo incantevole, ben lontane da quelle dei racconti per bambini. Vicino al bar, dei quadri elencano i principali ingredienti usati in stregoneria, così come i loro effetti ed utilizzi frequenti.

    Menzione speciale per la mandragola, che attira sia i fan di Harry Potter che gli amanti di esoterismo. 

    Taylor non si è unita allo staff grazie ai suoi poteri, che tiene ben segreti. La parola « strega » le sembra a volte eccessiva, poiché non è seguace di nessun culto che veneri la Dea madre o il diavolo. D’altronde ignora se si tratti veramente di magia e se questa esista davvero, o se abbia giusto sviluppato dei nuovi sensi. Si possono trovare molte informazioni online, ma queste tendono spiacevolmente a contraddirsi, al punto che non sa se è la sola o una fra molti. Sa solamente che può proiettarsi fuori dal suo corpo e che questo può costargli caro. Sufficiente caro da spingerla  a lasciare New York. In fin dei conti, la parola  « strega » si rivela forse pertinente.

    Alla fine avrebbe potuto anche lavorare all’ Hard Rock Café, ma il destino ha voluto che trovasse un posto qui, come barista. Se la sua datrice di lavoro sapesse fino a che punto la scelta della sua insegna  abbia acquisito maggiore rilevanza...

    Tra due canzoni, Andrea arriva, togliendola dai suoi pensieri cupi. La Latino, anche se non gli assomiglia, è veramente la cugina di Taylor. In effetti, suo padre e la madre d’Andrea sono fratelli, benché tutto gli opponga.

    Non indossa l’uniforme, stasera, prova del fatto che non è in servizio. In borghese, è difficile immaginare che faccia parte delle forze dell’ordine. Non possiede quest’aura che hanno alcuni sbirri, il che non è male, alla fine.

    Si mette al bar, al suo solito posto.

    — Sono io, dice Taylor, o bevi di più da quando lavoro qui?

    — Diresti addio a dei bicchieri gratuiti, tu?

    — Capisco. Non vieni qui allora perché  l’affascinante ed adorabile cugina ci lavora e prepara i migliori cocktail della baia, ma unicamente perché te li faccio gratis.

    — Affascinante ed adorabile cugina che vive da me da due mesi senza dover pagare nulla. Tra l’altro, la prossima volta che finirai il burro di noccioline, ti prego di ricomprarne.

    — Mi prendi in giro? È stato probabilmente il tuo uomo del momento. Quello che fa rumore quando...

    — Tut tut tut... Gli infastiditi se ne vanno,  regole della casa! Della mia casa.

    Taylor le prepara un Voodoo Spell : rum, liquore all’albicocca, lime, sciroppo di canna e capello di neonato. O per lo meno è così che lo presenta la lista. 

    — É una cosa seria tra di voi? chiede Taylor.

    — Non so bene. Ci frequentiamo da soli due mesi. È divertente, ma da qui a parlare di relazione...In sostanza, non preoccuparti, non mi trasferirò con lui e non ti caccerò.

    —Mi rassicuri... Non è ovviamente perché mi interesso a te che ti chiedo questo.

    — Ovviamente. E tu? Quando trovi un tizio da cui  stare? Promesso non gli rivelerò niente sulla tua igiene personale.

    — Però, hai un bel coraggio! Le risponde la barista. Tra i resti di pizza e le lattine di birra, non sei messa bene per prendermi in giro.

    — Ah, non attaccarmi sulla gola. Poi, le tue insalate e frullati , sei la sola che possa trangugiarli. No, parlavo dei capelli nella doccia, per esempio. E poi, da quanto tempo non cambi le lenzuola?

    — È un colpo basso, questo. Ma, almeno, non faccio schifezze nel mio letto.

    — Mi sforzo di crederti, ma ammetto di far fatica.

    Un cliente li interrompe nel pieno della discussione, mentre il gruppo rock parte con uno lento. Il ragazzo, di una ventina d’anni (ventuno per la precisione, secondo la sua patente) ordina qualche bicchierino per lui e degli amici. Mentre paga, lascia scivolare in mezzo alle banconote il suo numero di telefono, prima di gratificare Taylor con un strizzatina d’occhio piena di sottointesi.

    — La signorina ha avuto successo, sembra, commenta Andrea quando si allontana.

    — Per carità... ammazzatemi.

    — È carino. Manca un po’ di muscoli, ma ha un bel culo. Bisogna vedere se gli altri punti si mostrano convincenti.

    Taylor risponde facendo scivolare il numero in mano a sua cugina,  che alza le spalle, delusa. Non lo getta comunque.

    — Ok, forse non questo, ma ti ci vuole un uomo, cugi. Capisco che nessuno resti a lungo una volta che ti conosce, ma hai  le risorse almeno per cominciare una relazione.

    — Devo prenderlo come un complimento?

    — Assolutamente. Devo organizzare una serata. Questa volta, me ne occuperò in modalità organizzatrice di incontri. Metterò un evento su Facebook: « Fine del nubilato per la splendida Taylor Velázquez. Venite numerosi. »

    — Ah ah. Il tuo umorismo fa morire dal ridere.

    — Grazie, tutti me lo dicono.

    Andrea finisce il suo bicchiere e Taylor le propone di riempirlo di nuovo, quando sua cugina risponde:

    — Ahimè, basta per stasera. Sono in piedi dall’alba ed ho solo voglia di tornare a casa.

    — Sii prudente per strada. Se avessi un incidente, diventerei una barbona. 

    — La tua preoccupazione è commuovente... E poi, ti ricordi che abitiamo a cinque minuti a piedi da qui?

    — Sì, ma i californiani e le loro macchine, è una storia d’amore esagerato. 

    — Oh, ecco! La Signora viene da  New York e la Signora se ne vanta. Ho già preso la vostra metro: puzza e non si sa mai se ci lascerà scendere dove vogliamo. No, grazie!

    Taylor fa fatica a contraddirla in questo caso.

    Andrea ha la delicatezza di lasciare una mancia, nonostante i loro patti, prima di augurarle buonanotte. Si possono dire varie cose su questa poliziotta: casinista, collerica, fastidiosa o ancora irrazionale e alcolizzata, ma si può contare su di lei in tutte le situazioni. Quando Taylor le ha chiesto se poteva dormire da lei, il tempo di rifarsi, Andrea non ha esitato un istante, e anche se la convivenza ha i suoi alti e bassi, si sente sempre la benvenuta. Vivere con una poliziotta dopo ciò che ha fatto,  non è una scelta da geni, ma se Andrea si è informata sul suo conto, non l’ ha mai lasciato intuire e non ha mai posto le domande che fanno arrabbiare. Aspetta forse semplicemente che  Taylor si consegni a lei quando si sentirà pronta.

    Non sarà stasera né sicuramente domani. Per quanto la sua coscienza la perseguiti, si lascia facilmente corrompere, soprattutto durante il periodo dei saldi.

    Taylor termina il servizio qualche ora più tardi e si incarica di chiudere il bar, scacciando gentilmente, ma con decisione, gli ultimi clienti. Questa sera, nessuno ha avuto la pessima idea di vomitare in bagno, ma della birra è stata rovesciata nella sala e deve pulire tutto. Fa parte del lavoro, anche se è pagata fino all’ora teorica di chiusura, e pazienza se la oltrepassa un po’.

    Quando la giovane lascia finalmente l’edificio, una sagoma si dirige verso di lei. Ci mette un attimo a riconoscere Jake, il padre di Andrea. Questo sta rientrando certamente da un lavoro sul posto, o poco importa ciò che i detective privati facciano davvero. Abita in effetti nello stesso edificio del Witch Hour, ed è d’altronde stato lui ad aiutarla a trovare un lavoro, quando è arrivata a San Francisco. Come fanno quelli che non hanno famigliari qui ad arrangiarsi?

    — Ehi, Taylor.

    Ha

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