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Vendetta privata: Harmony Collezione
Vendetta privata: Harmony Collezione
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E-book167 pagine3 ore

Vendetta privata: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Lui è il milionario che lei deve odiare a morte...
Il playboy italiano Daniele Cardinali vive un'esistenza libera da sentimenti, vincoli e responsabilità. Ma quando Stella Montefiore lo affronta con l'intento di mettere in atto la propria vendetta, Daniele è incuriosito dal suo coraggio e dalla sua determinazione, oltre che sedotto dall'evidenza di una fatale attrazione reciproca.

... ma a cui ora sta per dare un erede!
Quello che doveva essere un freddo regolamento di conti si trasforma così in un torrido vortice di passione che sconvolge la vita dell'innocente Stella. Per sempre.
LinguaItaliano
Data di uscita19 giu 2020
ISBN9788830516120
Vendetta privata: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Vendetta privata - Jackie Ashenden

    successivo.

    1

    Nel suo ruolo di più famoso playboy d'Europa, Daniele Cardinali era avvezzo a svegliarsi in letti sconosciuti. Era abituato ad avere belle donne, in piedi accanto al letto, che lo guardavano dall'alto.

    Un paio di volte gli era anche capitato di svegliarsi con le caviglie e i polsi ammanettati al letto, proprio come in quel momento.

    Ciò a cui era un po' meno avvezzo era la canna di una pistola puntata alla sua testa.

    Non erano molte le cose che preoccupavano Daniele, a parte se stesso e la sua vita. E, ora, il fatto che la bella donna che lo sovrastava impugnasse l'arma in modo impeccabile.

    La stessa bella donna che aveva adocchiato nell'area VIP del suo club preferito, a Monte Carlo. Aveva trascorso un po' di tempo con lei, chiacchierando, perché non era in vena di seduzione, cosa che gli stava accadendo sempre più spesso. A pensarci bene era un fatto preoccupante e proprio per questo Daniele aveva evitato di pensarci.

    Comunque... Non ricordava quanto tempo avesse passato a parlare con lei. A dire il vero non ricordava molto della serata ma, data la sua situazione attuale, probabilmente a un certo punto doveva aver perso conoscenza.

    Quello che ricordava erano gli splendidi occhi della donna, di un azzurro luminoso, screziato da minuscole schegge d'argento.

    Ora, quegli occhi lo fissavano con una strana intensità, come se lei stesse cercando di decidere se sparargli o meno.

    Bene, considerando che i suoi polsi e le sue caviglie erano ammanettati al letto, significava che lei qualche dubbio l'aveva. E se aveva qualche dubbio, poteva convincerla a lasciar perdere.

    Daniele poteva convincere chiunque a fare qualunque cosa, se ci si metteva d'impegno.

    «Tesoro» biascicò con la bocca asciutta. «La pistola mi sembra un po' esagerata, non credi? Se vuoi dormire con me, togliti i vestiti e vieni qui. Non c'è bisogno di legarmi al letto...» La sua mente cominciava a schiarirsi. «... o mettere qualcosa nel mio drink, per convincermi.»

    Lo sguardo gelido di... gli aveva detto il suo nome, ma non lo ricordava... rimase immutato. «Non voglio dormire con te, Daniele Cardinali» disse con un tono glaciale che gli arrivò sulla pelle calda come una secchiata d'acqua. «Quello che voglio è ucciderti.»

    Ah, bene! Nessuno scambio di persona allora... Voleva uccidere proprio lui e sembrava molto seria.

    Forse a quel punto avrebbe dovuto preoccuparsi un pochino della pistola e della determinazione in quegli occhi seducenti. Ma, stranamente, non era la paura a prevalere. Era l'eccitazione.

    Era passato molto tempo da quando aveva provato un'eccitazione simile.

    Era passato molto tempo da quando aveva provato qualcosa, in generale.

    La fissò, avvertendo una certa tensione nei muscoli e il battito accelerato del suo cuore. «Mi sembra un gesto un po' estremo.»

    «Lo è. Ma la punizione è adatta al crimine.»

    La canna della pistola non si era mossa di un millimetro, però lei non aveva premuto il grilletto. Interessante...

    Perché no?

    La osservò incuriosito.

    Era molto piccola, esile e delicata, come una bambolina di porcellana cinese, con i capelli d'oro che ricadevano oltre le spalle, in una cascata scintillante. Il viso non era da meno. Mento minuto e determinato, zigomi cesellati e una bocca perfetta, come un bocciolo di rosa.

    Indossava un abito da cocktail in raso dello stesso blu argenteo dei suoi occhi, che l'avvolgeva delineando le curve di seni e fianchi, come un fluido setoso versato direttamente sulla pelle.

    Un'adorabile bambolina di porcellana. Proprio il suo tipo.

    A parte la pistola puntata sulla sua faccia, ovviamente.

    «Quale crimine?» chiese Daniele, interessato. «Si tratta di una vendetta? Dimmi da dove vieni.» Ma lo sapeva già. Il suo italiano aveva una cadenza che lui conosceva bene.

    La cadenza della piccola nazione insulare, dov'era nato e da cui era stato esiliato, insieme al resto della famiglia reale, anni prima.

    Il regno di cui un tempo era stato principe. Monte Santa Maria.

    «No.» Il tono era deciso. «Tanto lo sai già. No?»

    Daniele incontrò il suo sguardo. Era bravo a leggere le persone. Era uno dei motivi per cui aveva tanto successo, nella multinazionale ai vertici del mercato immobiliare, che possedeva insieme al fratello. E anche se la facciata gelida di quella donna sembrava impenetrabile, Daniele scorse qualcosa nel profondo dei suoi occhi. Non aveva ancora premuto quel grilletto e probabilmente non l'avrebbe fatto.

    Nella sua vita aveva già incontrato degli assassini e quella donna non lo era. Ci avrebbe scommesso l'intera Cardinali Developments.

    «Sì» disse, testando discretamente la tenuta delle manette. Toste! Non ne sarebbe uscito da solo. «Ottima presa! Mi piace una donna intelligente.»

    Lei fece un passo verso il letto, tenendo la pistola saldamente puntata alla sua testa. «Sai cosa piace a me? Un uomo stupido.»

    Venne avvolto dalla fragranza sensuale del suo profumo e gli tornò qualche scheggia di memoria.

    Ah, sì, sì... Era seduto nel suo club di Monte Carlo e quella bambolina graziosa, che sorrideva timidamente, aveva attirato il suo sguardo. Nonostante il profumo sensuale, che attirava gli uomini come mosche, quando gli aveva detto che era la prima volta che metteva piede in un locale, le aveva creduto.

    Quella sera non era in vena di chiacchiere o di avventure mordi e fuggi, eppure il suo evidente nervosismo l'aveva intrigato. Così si era seduto accanto a lei e avevano cominciato a parlare. Ricordava di non essersi annoiato, come si aspettava. Come accadeva sempre più spesso.

    Be', ora non si annoiava nemmeno un po'.

    Lei lo guardava con freddezza, come uno scienziato pronto a dissezionare un insetto. Nessuna traccia di quella ragazza timida e nervosa con cui aveva parlato al club. La sua era stata una commedia e lui non se n'era nemmeno accorto.

    Oh, era stata brava. Era stata molto brava.

    La sua frequenza cardiaca cresceva di pari passo con il suo interesse e la sua eccitazione.

    Sei pazzo? Vuole ucciderti e tu te la vuoi portare a letto?

    Non era certo una sorpresa. Era passato troppo tempo da quando aveva dovuto raccogliere una sfida. Ultimamente, la cosa più vicina a una sfida era stata assicurarsi che il figlio di suo fratello, Simon, si comportasse bene durante il matrimonio di suo padre con una bella donna inglese. Un compito decisamente difficile, visto che il bambino aveva già deciso che lui non era uno zio, ma un complice.

    Gli ci erano voluti diversi giorni, per riprendersi. Matrimonio e figli non erano proprio l'ambito in cui cercare sfide al suo livello. La vita domestica lo atterriva.

    Ma se a una donna bastava puntargli una pistola, per eccitarlo, forse era andato un po' oltre...

    Comunque non avrebbe potuto scamparla, se non avesse usato il suo notevole fascino per manipolare la situazione. E quella era una situazione che richiedeva sicuramente un certo grado di manipolazione.

    «Stupido, eh? Forse lo sono.» Si rilassò, spiandola da sotto le ciglia. «O forse sapevo chi eri fin dall'inizio e intendevo capire cosa volessi da me.»

    La bella bocca rosa accennò un sorriso. «Capisco. Allora, illuminami sul perché sei qui.»

    Daniele sollevò le sopracciglia. «Non è compito tuo? Sto ancora aspettando l'arringa dell'accusa.»

    «Oh, no! Visto che sai tutto di me, non vorrei interromperti. Va' avanti, per favore.»

    L'adrenalina gli esplose dentro. Ah, quindi voleva giocare al suo stesso gioco? Piccola strega!

    Nessun problema, visto che Daniele aveva capito.

    Se, come ormai sembrava certo, era di Monte Santa Maria, la spiegazione più ovvia era legata alle loro famiglie. I Cardinali avevano sempre regnato su Monte Santa Maria, fino a quando il padre di Daniele non aveva rischiato di mandare in rovina il Paese con le sue manie di onnipotenza, al punto che il governo lo aveva destituito, esiliando tutta la sua famiglia.

    Luca Cardinali non aveva goduto di grandi amicizie, durante il suo travagliato regno.

    Quindi, ciò significava che lei proveniva da una famiglia a cui era stato fatto un torto. Sembrava più giovane di lui e, visto che Daniele aveva solo undici anni quando erano stati esiliati, doveva trattarsi di un torto subito dal padre o da uno zio...

    Non ricordava molto di Monte Santa Maria, anzi aveva fatto di tutto per dimenticare, ma ricordava vagamente una famiglia aristocratica, famosa per i capelli color oro di tutti i suoi componenti.

    «Be', se insisti» disse. «Il tuo accento è quello di Monte Santa Maria, se non mi sbaglio. E vista la tua avversione per me e la tua giovane età, penso che tu sia figlia di qualcuno che ha subito un grave torto da mio padre. Forse...» Il suo cervello aveva ricominciato a funzionare. «Montefiore!»

    Lei spalancò gli occhi, scioccata.

    Bene, osservò Daniele. Ci aveva colto in pieno!

    «È solo una congettura» disse lei, sollevando il mento. «Non sai niente!»

    «E tu non sei molto brava a fingere.» Le sorrise. «Se vuoi sparare fallo adesso. O vuoi che sia la suspense a uccidermi?»

    «Pensi che sia uno scherzo?»

    «Con quella pistola puntata in faccia? Ovviamente no. Ma, se pensi che questa sia la prima volta che mi sono svegliato legato a un letto, ti sbagli.»

    «Questo non è un gioco erotico, Cardinali!»

    «Mi sembrava di averlo capito. Se fosse un gioco erotico, saremmo nudi entrambi e tu mi chiameresti Daniele... Anzi, probabilmente lo urleresti.»

    Una pennellata di colore le accese le guance e lui la osservò mentre gli passava addosso uno sguardo che sarebbe stato indecifrabile a occhi meno esperti dei suoi.

    Fantastico! Non era immune da lui! Forse quella faccenda sarebbe stata più divertente del previsto.

    Lei strinse la mascella. «Sembri molto rilassato, per essere un uomo che sta per morire» gli fece notare.

    A quanto pareva non le piaceva il suo atteggiamento. Be', mettiti in coda, ragazza...

    «Se fossi davvero sul punto di morire, sarei già morto. Ma, no... Hai messo qualcosa nel mio drink, ti sei sbarazzata delle mie guardie del corpo, sei riuscita a trasportarmi qui al...» Si guardò intorno in quella che sembrava la camera di un hotel a cinque stelle, in cerca di un indizio sul nome. «... qualunque posto sia. Mi hai ammanettato al letto. Hai aspettato che mi svegliassi e, invece di premere il grilletto, ti sei messa a parlare con me.»

    Lei non si mosse.

    «Sai, cara, lo sguardo che mi hai appena lanciato mi dice che non è uccidermi, quello che vorresti fare.» Le offrì il caldo sorriso con cui aveva affascinato donne in mezzo mondo. «In questo caso, accomodati. Mi hai già legato. Sono tutto tuo.»

    Infatti era andato tutto liscio e ora lui era lì, alla sua mercé. Allora perché non si decideva a premere quel dannato grilletto?

    Era sdraiato sul letto nella stanza d'albergo in cui lei era riuscita a farlo entrare, con l'aiuto del personale dell'hotel, a cui aveva detto che era ubriaco. Lo aveva ammanettato mani e piedi. Lo aveva reso del tutto inoffensivo.

    Eppure...

    C'era qualcosa nel modo in cui occupava lo spazio sul letto... Alto, muscoloso, i costosi pantaloni neri tesi sulle cosce possenti, la semplice camicia bianca che esaltava le spalle larghe e il torace degno di una scultura dell'antica Grecia. Per non parlare di quel modo indolente di guardare, da sotto le lunghe e folte ciglia nere. Completamente imperturbabile. Come se avesse a che fare con pistole puntante in faccia ogni giorno e la cosa non lo infastidisse più di tanto.

    E il fatto che fosse di una bellezza mozzafiato non aiutava. Gli zigomi aristocratici, il taglio virile della mascella, il naso dritto e la più bella bocca che lei avesse mai visto. Il viso di un angelo caduto sul corpo di un guerriero e un magnetismo letale.

    Non lo aveva previsto. Anzi, nonostante tutte le sue ricerche, c'erano molte cose di Daniele Cardinali che non aveva previsto, a partire dalla folle attrazione che pareva esercitare su di lei.

    Il suo battito cardiaco era

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