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Non rompere le scatole… riciclale!
Non rompere le scatole… riciclale!
Non rompere le scatole… riciclale!
E-book106 pagine1 ora

Non rompere le scatole… riciclale!

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Info su questo ebook

Saggi - saggio (59 pagine) - Un manuale dedicato al riciclo creativo del packaging industriale. Scoprite cosa potete fare con delle semplici scatole che di solito buttate via...


Non rompere le scatole… riciclale! è un manuale dedicato al riciclo creativo del packaging industriale. L’autore, anche grazie a una serie di esperienze personali, invita i lettori a scoprire la vocazione profonda – e più vera – insita nella forma e nella capienza delle scatole di cartone o di latta dei più comuni prodotti alimentari o per la casa, per realizzare oggetti di uso comune davvero insospettabili.


Gianluca Vivacqua ha già pubblicato per Delos digital Scrittura creativa e produzione per lo spettacolo (2017), Lo storico come coach della formazione (2018) e I grandi protagonisti della storia (2018). Questo è il suo primo manuale di ambito hobbistico.

LinguaItaliano
Data di uscita27 nov 2018
ISBN9788825407556
Non rompere le scatole… riciclale!

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    Anteprima del libro

    Non rompere le scatole… riciclale! - Gianluca Vivacqua

    Gianluca Vivacqua

    Non rompere le scatole… riciclale!

    SAGGIO

    ISBN 9788825407556

    © 2018 Gianluca Vivacqua

    Edizione ebook © 2018 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

    Versione: 1.0

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

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    Pensiamo che chi acquista un ebook ne diventi il proprietario. E debba essere libero di gestirlo, copiarselo, convertirlo e conservarlo come meglio crede.

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    Se vuoi aiutarci in questa battaglia, rispetta il nostro lavoro: scarica i nostri ebook in modo legale, e non distribuirli ad altri in modo non autorizzato.

    Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.

    Indice

    Copertina

    Il libro

    L'autore

    Piccola introduzione

    Non rompere le scatole… riciclale!

    Maledetto Duchamp

    Il miracolo Milka Slurp

    Cornetti Algida, corrispondenze d’amore

    Care, vecchie scatole per scarpe

    Volè e Libelle

    Fiammiferi

    Navi e astronavi

    Cereali (ma anche Plasmon)

    Riso tutt’altro che amaro

    Camicie e lenzuola

    Eridania e sale fino

    Merendine

    Mentos e dintorni

    Orzobimbo e altri cilindri

    Caramelle e cioccolatini

    Tè e camomilla

    Nesquik

    Spedizioni… o no?

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Il libro

    Un manuale dedicato al riciclo creativo del packaging industriale. Scoprite cosa potete fare con delle semplici scatole che di solito buttate via...

    Non rompere le scatole… riciclale! è un manuale dedicato al riciclo creativo del packaging industriale. L’autore, anche grazie a una serie di esperienze personali, invita i lettori a scoprire la vocazione profonda – e più vera – insita nella forma e nella capienza delle scatole di cartone o di latta dei più comuni prodotti alimentari o per la casa, per realizzare oggetti di uso comune davvero insospettabili.

    L'autore

    Gianluca Vivacqua ha già pubblicato per Delos digital Scrittura creativa e produzione per lo spettacolo (2017), Lo storico come coach della formazione (2018) e I grandi protagonisti della storia (2018). Questo è il suo primo manuale di ambito hobbistico.

    Dallo stesso autore

    Gianluca Vivacqua, Scrittura creativa e produzione per lo spettacolo Scuola di scrittura Scrivere bene ISBN: 9788825400663 Gianluca Vivacqua, Lo storico come coach della formazione I coriandoli ISBN: 9788825404623 Gianluca Vivacqua, I grandi protagonisti della Storia I coriandoli ISBN: 9788825406443

    Piccola introduzione

    Se esistesse una scienza dei contenitori, penso che il suo concetto di partenza sarebbe il seguente: e cioè che i contenitori si dividono in due grandi categorie: quella dei vasi e quella dei depositi.

    Nei vasi il contenuto assume la forma del contenitore. Quindi sono vasi le bottiglie, le anfore, le pinte, le fioriere (che sono i vasi per antonomasia), le giare, gli orci, i bicchieri, le coppe, le tazze, ma anche i catini, i mastelli, le conche, le vasche. Nei depositi, al contrario, il contenuto mantiene una propria forma indipendente dal contenitore. Dunque tra i depositi possiamo annoverare gli astucci, le teche, le custodie, le scatole, le borse, le valigie, ma anche i raccoglitori ad anelli, le cartelle, le cartelline e i faldoni e, sul versante degli arredamenti, anche i cassetti, gli armadi, le librerie, i ripostigli, le credenze eccetera. Su grandissima scala, anche le case in cui abitiamo o i locali in cui sostiamo sono dei depositi, che custodiscono noi e i nostri effetti.

    Ora, è più che evidente che, nell’uso reale, un vaso può diventare un deposito e un deposito può diventare un vaso. Se ho un barattolo di marmellata (che è chiaramente un vaso) e lo riutilizzo come portapenne, il vaso diventa deposito. Ma se ho un portagioie d’argento e lo riempio di cognac, allora è il deposito a diventare vaso. Ne consegue che è la qualità del contenuto, più che la tipologia del contenitore, a fare la differenza. È il contenuto liquido (o comunque umido) a fare il vaso, così come a fare il deposito è il contenuto solido (rigorosamente secco). Nell’antichità, data la sostanziale povertà di materiali e soprattutto delle loro tecniche di fabbricazione, non era certo inusuale che i vasi fossero, nello stesso tempo, anche depositi. L’esempio più classico è quello delle giare che, oltre all’olio e all’acqua, potevano anche servire per raccogliere i papiri di un archivio.

    Fortunatamente, anche dal punto di vista igienico, il progresso industriale ha accentuato il confine tra vasi e depositi. Questo non esclude che anche oggi, con un po’ di fantasia, un vaso non possa essere riutilizzato anche per finalità di archivio. Ma la norma è che oggi un vaso, pieno o meno, se proprio lo si vuole conservare, finisca in un deposito (magari in una credenza o in una vetrina).

    Altra conseguenza dello sviluppo industriale è l’incremento quasi smisurato dei contenitori-deposito. Ci sono quelli di primo livello, che sono lanciati sul mercato espressamente come raccoglitori. E poi c’è l’universo dei depositi di secondo livello: cioè tutto il packaging industriale che è possibile riciclare come deposito. In questo libro mi occuperò di alcuni casi notevoli di questo secondo livello. Ma prima di augurarvi buona lettura, vorrei accennare brevemente almeno alle principali tipologie di depositi. Abbiamo gli scrigni, che sono tutte le scatole con coperchio rialzabile ma non completamente estraibile: il che significa che uno dei suoi due lati lunghi è saldato al contenitore. Diciamo almeno uno, perché di fatto rientrano nella categoria degli scrigni anche i grandi scatoloni per imballaggio e le tante scatole di gelati, cereali, pasta e riso di cui parleremo. Se la condizione perché uno scrigno sia definito come tale, infatti, è che almeno un lato del coperchio sia attaccato alla scatola, sembra proprio che

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