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Storie (Historiae)
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E-book551 pagine8 ore

Storie (Historiae)

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Info su questo ebook

Sulla base della lezione narrativa degli storici classici, il racconto di un triennio (2009-11) in cui lo scenario globale si incrocia con quello nazionale.
LinguaItaliano
Data di uscita11 feb 2017
ISBN9788826020198
Storie (Historiae)

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    Anteprima del libro

    Storie (Historiae) - Gianluca Vivacqua

    429

    Avvio

    LIBRO I: 2009

    1.Dal 26 febbraio era diventata legale nello stato di Washington la pratica del suicidio assistito: erano stati i cittadini stessi a pronunciarsi in un apposito referendum convocato a novembre. Washington

    diventava così, dopo l’Oregon, il secondo stato della Confederazione ad approvare ufficialmente l’eutanasia clinica.

    2.Il 28 febbraio la Cina adottò una legge sulla sicurezza alimentare che prevedeva norme di controllo sulla qualità degli alimenti più severe che in passato. L’esigenza di un riferimento legislativo forte in tale materia si era fatto sentire sin dall’ottobre dell’anno precedente, quando scoppiò lo scandalo del latte alla melanina. Proprio in quel periodo era approdata in Parlamento la proposta alla base del

    dispositivo approvato.

    3.Intanto in Colombia la Quinta Brigata dell’Esercito arrestò a Sumimpaz uno dei guerriglieri delle FARC con la fama di maggior ferocia, Bernardo Mosquera Machado, responsabile di quasi tutti i sequestri firmati dai paramilitari nella loro storia. Alcuni giorni dopo, in una battaglia combattuta a Cundinamarca, cadde sul campo un altro leader del movimento marxista, José de Jesus Guzman.

    4.Il 2 marzo il governo di Pyongyang e il comando ONU a guida

    statunitense tornarono a parlarsi, per la prima volta da oltre sei anni, per discutere della preoccupante escalation nucleare che vedeva come protagonista proprio lo stato deanita. Come sede degli incontri fu scelto un villaggio nella zona demilitarizzata tra le due Coree, Panmunjom.

    5.Quasi nelle stesse ore un colpo di Stato contro il quartier generale dell’Esercito portava alla morte del capo di Stato maggiore, Tagme Na Waiè. In Russia, frattanto, il partito di Putin, Russia Unita, vinse ampiamente nei nove consigli locali dove si votava per le Regionali.

    6.In Pakistan il 3 marzo il pullman della nazionale di cricket, che doveva incontrare quella locale, subì un attentato terroristico sulla strada di Lahore: otto giocatori feriti, mentre tra i poliziotti della scorta del team si contarono cinque perdite. La gara prevista tra le due rappresentative nazionali fu quindi cancellata.

    7.Frattanto negli Stati Uniti il governo di Washington fece sapere, in una lettera indirizzata al giudice di New York in risposta ad un’azione legale dell’American Civil Liberties Union, che la CIA aveva ammesso la distruzione di novantadue video di interrogatori a terroristi, per cancellare le prove che un grandissimo numero di essi erano stati svolti illegalmente.

    L’ex sindaco di New York, Ron Kirk, diveniva l’ennesimo uomo di Obama costretto a fare i conti con irregolarità fiscali: il candidato al Congresso come rappresentante del Commercio, infatti, come

    risultava alla polizia tributaria, non aveva pagato al fisco, per una dimenticanza, circa 37.000 dollari per compensi ricevuti tra il 2005 e il 2007. Intanto il presidente, in una lettera indirizzata a Medvedev, si diceva pronto ad abbandonare il progetto dello scudo antimissile, se Mosca lo fosse stata ad aiutare gli Stati Uniti sulla questione del nucleare coreano e iraniano.

    8.Il 6 marzo il presidente Obama annunciò alle associazioni di medici e avvocati, ai deputati e ai rappresentanti delle case farmaceutiche convenuti alla Casa Bianca, che la riforma del sistema sanitario da lui lanciata sarebbe stata pronta entro un anno, e il suo costo sarebbe stato di364 mld di dollari per 10 anni. Fino a quel momento quasi la metà degli americani era coperta da un’assicurazione sanitaria a carico dei datori di lavoro, ma per l’altra metà non esisteva l’ombra di una protezione: la riforma si proponeva di estendere il diritto all’assicurazione medica alla maggioranza della popolazione.

    9.All’inizio di marzo a Cuba il presidente Raul Castro attuò un rimpasto nei settori più importanti del suo governo: oltre al titolare del dicastero dell’Economia, José Luis Rodriguez, venivano estromessi il ministro degli Esteri Perez Roque e il vicepresidente del Consiglio Lage, sostituiti rispettivamente dal viceministro Bruno Rodriguez e dal generale Guerra.

    10.Il 4 marzo arrivò in Thailandia dalla Germania, lanciato dalla Bhv Bausparkasse, il mutuo agevolato per persone e coppie omosessuali, che avrebbe tagliato lo spread (cioè a dire il margine percentuale rispetto al tasso di interesse) dello 0,15% e permesso di calcolare i redditi cumulati.

    10.Il 10 marzo nello Zimbabwe il premier Morgan Tsvangirai dichiarò di escludere che l’incidente in cui, il 6 marzo, perse la vita sua moglie, fosse stato pianificato. Intanto l’autista del camion contro cui la sua auto si era schiantato era stato incriminato per omicidio colposo.

    L’11 marzo il Congresso Usa, col via libera del Senato (62 voti favorevoli contro 32 voti negativi) approvò la manovra finanziaria per il 2009, con 410 miliardi di dollari in più rispetto al budget dello scorso anno. Tra le novità figurava l’ammorbidimento delle sanzioni contro Cuba, per quanto riguardava visti e acquisto di cibi e medicine.

    Il 13 marzo il Perù pianse la sua poetessa Blanca Varela, amica di Octavio Paz.

    Il 15 marzo il governo di Islamabad pose agli arresti domiciliari a Lahore il leader dell’opposizione Nawaz Sharif, per impedirgli di prendere parte ad una manifestazione per la legalità che avrebbe avuto luogo l’indomani nella capitale. Assieme a lui furono posti in stato di arresto suo fratello a Rawalpindi Shabaz Sharif e il capo del movimento Tehreek-e-Insaf, Irman Khan. Nawaz, però, per non

    sottostare al regime di fermo domestico che gli era imposto, fuggì di casa. Il 16 il presidente Zardari, proprio per dare un segnale di distensione nei confronti dell’opposizione, reintegrò nel ruolo di presidente della Corte Suprema Chaudry, rimosso da Musharraf nel 2007. Intanto in Algeria il nuovo capo della cellula alqaidana della Cabilia, l’emiro Mesrour, anche noto col nome di battaglia Laaouar, venne ucciso in un’imboscata dell’esercito tra Talla Toughraste e Alma Boumane.

    In El Salvador le presidenziali furono vinte dal candidato del partito di sinistra Fronte Farabundo Marti per la Liberazione Nazionale,

    Maurizio Funes.

    Il 20 marzo, per la prima volta nella storia, il presidente Obama parlò in videocollegamento al popolo iranianoe al suo governo, dichiarando l’intenzione sue e della sua amministrazione di cercare un dialogo onesto e fondato sul mutuo rispetto con Teheran.

    Il 24 marzo il premier incaricato israeliano Netanyau, del Likud, e il leader del partito laburista Ehud Barak, già premier all’inizio del millennio, raggiunsero un acordo di base per un governo di unità nazionale, dopo il naufragio del costituendo gabinetto con la

    partecipazione del partito di destra radicale Israel Beitenu. Frattanto le versioni online dei principali quotidiani israeliani rivelarono che, già al’inizio degli anni ’90, nel Paese era stato testato e sviluppato un vaccino anti-antrace. La campagna di vaccinazione, promossa con l’appoggio segreto degli Stati Uniti, vide come volontari 716 militari, all’oscuro degli effetti sulla salute comportati dall’inoculazione del vaccino.

    Il 27 marzo la SEC, l’autorità che controlla le attività borsistiche negli Usa, sventò una truffa finanziaria da 68 milioni di dollari, perpetrata attraverso una società svizzera. Essa avvenne così: veniva fatto credere agli investitori che i loro soldi si tramutassero in certificati di deposito con ritorni del +321%, mentre invece i malcapitati, circa 375

    allocchi, riportavano le cronache, si facevano estorcere senza saperlo i loro risparmi che poi venivano utilizzati per scopi personali dai proponenti l’investimento.

    Il 28 marzo la polizia di Bogotà mise i sigilli al più grande laboratorio per la cristallizzazione, e quindi la trasformazione in crack, della cocaina: il laboratorio era stato localizzato quasi per caso in una zona della provincia di Santa Cruz nei cui paraggi era già stata segnalata una serie di scarichi aerei sospetti. Intanto negli Stati Uniti falliva la ventunesima banca dall’inizio dell’anno: si trattava della Omni International Bank, che passava sotto il controllo della Fdic. Ad essa seguirono l‘11 aprile una banca del North Carolina, la Caper Fear Bank, una del Colorado, la New Fronter Bank, e l’AmericanSterling Bank, la cui sede-madre era nel Missouri. A inizio maggio, poi, il 2, capitolarono anche la Silverston Bank di Atlanta, la Citizens

    Community Bank di Ridgewood, nel New Jersey, e l’American West

    Bank di Layton, nello Utah.

    Il 30 marzo la task force creata da Obama per fronteggiare la crisi nel settore automobilistico fissò al 30 aprile il termine ultimo per la Chrysler per siglare l’accordo-salvataggio con FIAT, l’unco modo di sopravvivere per l’azienda americana.

    Il 31marzo la Comunità degli Stati dell’Africa australe (SADC) escluse il Madagascar dal novero dei suoi membri, dopo che il suo presidente, Rajoelina, aveva preso il potere incostituzionalmente con un colpo di Stato. Il presidente Obama intanto istituiva ottocentomila nuovi ettari di aree protette in Sierra Nevada (montagne), California e Virginia (foreste).

    In Argentina l’1 aprile morì a 82 anni Raul Alfonsin, presidente del Paese dal 1983 al 1989, e, in quanto tale, protagonista della fase di transizione dalla dittatura militare alla democrazia. Malato di cancro al polmone con metastasi ossea, Alfonsin si era aggravato negli ultimi tempi per una broncopolmonite, che gli fu fatale.

    In Grecia il 2 aprile i due principali sindacati rispettivamente per il settore pubblico e per quello privato, indissero uno sciopero che metteva in piazza la protesta contro la politica economica di Atene con un occhio anche alle possibili decisioni a livello mondiale che sarebbero arrivate dal G20 di Londra. In segno di solidarietà ai manifestanti, i deputati dell’opposizione decisero di autotassarsi del 3% e di congelarsi lo stipendio per tutto l’anno corrente. Intanto il governo chosonita dava il via libera all’operazione di riempimento del sebatoio del missile-satellite per telecomunicazioni che sarebbe stato messo in orbita di lì a quattro giorni, in spregio alla risoluzione 1718

    dell’ONU: il timore di Usa, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti, infatti, era che in realtà fosse in realtà un missile balistico con gittata tale da poter colpire Alaska e California. Comunque il lancio avvenne effettivamente il 5 aprile, e fu un successo, come commentarono portavoce di Pyongyang.

    Il 3 aprile negli Usa l’ex governatore dell’Illinois, Rod Blagojevic, già arrestato e poi rimesso in libertà su cauzione per il tentativo di assegnare il seggio lasciato libero al Senato da Obama con una vera e propria asta, venne raggiunto da diciannove capi di imputazione contestatigli dalle autorità giudiziarie: tra essi figuravano associazione a delinquere a scopo di estorsione, frode e falsa testimonianza.

    Il 4 aprile in Slovacchia Ivan Gasparovic veniva rieletto presidente nel ballottaggio contro Iveta Radicova, ottenendo il 46% delle preferenze.

    In Italia nella notte del 6 aprile due scosse telluriche tra il VI e il VII grado Richter si susseguirono nello spazio di poche ore in Abruzzo.

    Ad essere colpite soprattutto L’Aquila e le sue frazioni, Onna, Massa Paganica, Roio Poggio e Fossa, ma vi furono conseguenze pesanti anche nel Pescarese. La violenza della prima scossa fu tale da

    scuotere il Lazio, raggiungendo Roma, più precisamente la zona delle Terme di Caracalla, che riportarono delle crepe. Fu comunque nel capoluogo abruzzese che si registrarono i danni maggiori, al

    patrimonio artistico in primis: tutte le chiese della città infatti subirono lesioni o in parte crollarono del tutto, compresa la splendida basilica di Santa Maria di Colemaggio, situata un po’ fuori del centro abitato.

    Neppure la cupola miracolata della chiesa delle Anime Sante, che in precedenza aveva resistito a tutti gli altri terremoti, stavolta resse. Non furono risparmiati i monumenti-simbolo, come la fontana delle 99

    Cannelle, e anche molti tesori immobiliari del centro storico, i palazzi di via XX Settembre, furono abbattuti al suolo senza pietà. Di ora in ora aumentava il numero dei morti: ventisette alle nove del mattino, cinquanta nell’aggiornamento di mezzodì del bollettino dei caduti sotto le macerie, e ormai centocinquanta a sera. Centosettantanove all’alba del 7, duecentouno nel pomeriggio, poi duecentocinquanta, poi

    ancora duecentosettantotto, per arrivare a 283. Un bilancio definitivo delle vittime, però, poté farsi non prima del giorno dei funerali di Stato, il 13. Gli sfollati, invece, quelli che erano rimasti senza un tetto, erano non meno di 50.000, un numero pari alla popolazione di una città leggermente più piccola della stessa Aquila.

    L’8 aprile in Thailandia iniziò una protesta di 40.000 dei sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatra, conosciuti come camicie rosse, volta a contestare, con pacifico fragore, e, soprattutto, in modo da smuovere la sensibilità internazionale, la legittimità del governo in carica di Vajjajva, salito al potere nel 2006 con un colpo di stato che aveva, appunto, rovesciato Thaksin. Le camicie rosse presero

    d’assalto l’hotel di Bangkok dove proprio in quei giorni si svolgeva un summit economico asiatico, con l’intento di bloccare i lavori fino alle dimissioni di Vajjajva. Ma la reazione del governo, prevedibilmente, fu incurante delle reazioni che potevano provenire dall’estero: e così da un lato represse con la violenza i cordoni di manifestanti nella capitale, dall’altro diede mandato all’Interpol, tramite la sua polizia, di arrestare Thaksin, che aveva trovato rifugio negli Emirati Arabi.

    Il 15 aprile la compagnia petrolifera pubblica brasiliana, Petrobras, annunciò la scoperta di un giacimento di petrolio sottomarino, a 340

    km al largo della costa di San Paolo, e a 5 km di profondità. Intanto negli Usa la corte di appello di Cincinnati vietò l’estradizione in Germania dell’ottantanovenne John Demjanjuk, l’ex boia nazista

    correo nella strage di 29.000 ebrei nel campo di concentramento di Sobibor. Demjanjuk era stato arrestato da agenti della squadra

    immigrazione nella sua casa di Cleveland.

    Il 17 aprile le forze di sicurezza boliviane sventarono un attentato contro la vita del presidente Evo Morales e del suo vicepresidente.

    Per attuarlo probabili mandanti del narcotraffico avevano ingaggiato un commando multinazionale di mercenari che aveva preso alloggio a Santa Cruz. Prima che il gruppo di fuoco potesse agire, dunque, la polizia, sulla scorta delle informazioni che specifiche indagini avevano permesso di ottenere, attaccò il loro covo. Nella battaglia che ne seguì tre mercenari, un ungherese e un boliviano, persero la vita, altri due, fra cui un irlandese,furono arrestati.

    Il 19 aprile venne arrestato nella regione di Perpignan, nel sud della Francia, nel corso di un’operazione congiunta delle polizie francese e spagnola, quello che era considerato il capo militare dell’Eta, Jurdan Martitegi, che era subentrato ad Aitzol Iriondo dopo che questi era stato arrestato all’inizio di dicembre 2008.

    Il 20 aprile venne arrestato a Dubai il siriano Mohamed Zuhair Siddiq, all’origine testimone nell’inchiesta sull’assassinio del primo ministro libanese Hariri, ma che in seguito finì per essere coinvolto nelle indagini proprio in relazione al suo ruolo testimoniale, che aveva destato dei sospetti. Con l’accusa di falsa testimonianza Siddiq era stato infatti già fermato dalla polizia in Francia nell’ottobre 2005.

    Il 22 aprile Stati Uniti e Tagikistan raggiunsero un accordo che permetteva il rifornimento delle forze internazionali in Afghanistan attraverso il territorio tagiko: esso riguardava i carichi non militari che fino ad allora arrivavano passando dal Pakistan.

    Il 23 aprile Turchia e Armenia, sotto l’egida della Svizzera,

    concordarono un percorso comune per la normalizzazione bilaterale dei loro rapporti politici. Sedici anni prima, nel 1993, Ankara aveva chiuso le frontiere con l’Armenia in appoggio all’Azerbaigian, che allora era in guerra con gli armeni.Intanto in Sudafrica le presidenziali premiarono, come sempre era successo dalla fine dell’apartheid, l’African National Congress, il partito fondato da Mandela. Il terzo capo dello Stato dal 1994 diventava Jacob Zuma.

    Negli Usa, poi, un documento riservato dell’intelligence sulla cattura del presunto terrorista arabo Abu Zubayad rivelò che, nel luglio 2002, fu Condoleeza Rice il primo membro dell’amministrazione della Casa Bianca ad approvare l’iuso dell’annegamento simulato, il cosiddetto waterboarding, negli interrogatori della CIA ai prigionieri terroristi.

    Alla condanna plenaria per il lancio del missile satellite da parte della Corea del Nord, il 26 aprile l’assemblea dell’ONU fece seguire il sanzionamento per tre imprese del Paese, Korea Mining Development Trading Corporation, Korea Ryonbong General Corporation e

    Tanchon Bank: esse avevano dato un contributo tecnico-finanziario al buon esito delle operazioni nel pentagono di Musudan-ri.

    Il 24 aprile la California fu il primo stato Usa a stabilire per legge un listino delle emissioni di CO2 per i carburanti di automobili: lo scopo, dichiarò il governatore Schwarzenegger, era quello di ottenere una riduzione del 10% di tali emissioni entro il 2020.

    Il 27 aprile in Ecuador il presidente uscente Rafael Correa si

    autoproclamava vincitore delle elezioni presidenziali in base ai dati degli exit poll e delle prime proiezioni delle percentuali di voto che gli attribuivano un margine tale rispetto agli avversari da garantirgli la sicurezza di evitare il ballottaggio. Ma l’opposizione lo accusava di brogli.

    Il 28 aprile i presidenti di Bolivia e Paraguay, Morales e Lugo, firmarono a Buenos Aires uno storico accordo che metteva fine ad un pluridecennale contenzioso sui confini dei due Stati. Negli anni ’30 del Novecento scoppiò anzi una vera e propria guerra dei confini tra Bogotà e Asunción, che causò oltre 100.000 morti.

    Il 30 aprile negli Usa, mentre il Senato approvava il piano di bilancio federale da 3400 miliardi di dollari presentato dalla Casa Bianca, e nelle ore in cui, come era stato preannunciato, Chrysler e Fiat chiudevano il loro cruciale accordo di partenariato, gli azionisti della Bank of America sfiduciarono il presidente, Kenneth Lewis, reo di aver acquistato la Merril Lynch, banca in perdita per quindici miliardi di dollari, e lo sostituirono con Walter E. Massey.Intanto in Italia su mozione del deputato Barbareschi, un noto attore, la commissione Affari costituzionali dichiarò il 5maggio giornata nazionale contro la pedofilia.

    A Panama il 4 maggio le presidenziali furono vinte dal candidato che correva per il centrodestra, Ricardo Martinelli, di origine italiana.

    Proprietario di una catena di supermercati, Martinelli superò al primo turno la socialdemocratica Balbina Herrera, candidata della

    maggioranza di governo uscente.

    Il 5 maggio a L’Avana il ministro degli Esteri cubano, Bruno

    Rodriguez, e quello nordcoreano, Pak Sei-Chun, firmarono un

    accordo di cooperazione economica anti-imperialista. Sembrava osì concretarsi nella forma di un vero e proprio asse la vicinanza già dimostrata ai chosonoti, dal líder maximo in persona, Fidel Castro, dopo la condanna ONU per l’ennesima sfida del 5 aprile.

    L’8 maggio in Malaysia i giornali e le tv riportarono che da circa un mese era tornato in carcere, dopo essere stato arrestato sul suolo malese, il presunto leader della Jemaah Islamiyah di Singapore, Mas Selamat Kastari, considerato il responsabile degli attentati di Bali del 2002. Kastari era evaso dal carcere di Singapore nel 2008.

    Il 9 maggio il presidente Obama e quello dello Yemen, al Abdullah Saleh, raggiunsero telefonicamente un accordo per il trasferimento di 100 detenuti yemeniti a Guantanamo nel loro Paese. Era i primo

    colloquio in assoluto tra i due capi di Stato.

    Il 10 maggio venne sventato a Caracas un attentato contro Chavez: secondo gli inquirenti, allo scopo di uccidere il presidente, armi ed esplosivo erano stati accumulati in un appartamento vicino al centro da quattro presunti terroristi, tre dominicani e un francese, che furono poi arrestati.

    L’11 maggio in Algeria furono condannati all’ergastolo i due militanti islamici che nel 2006 avevano assassinato il presidente

    dell’assemblea dipartimentale di Tizi Ouzou, Rabah Aissat, esponente dell’opposizione.

    Il 15 maggio Obama annunciò la sua riforma dei tribunali speciali competenti per il giudizio sui presunti teroristi voluti da Bush. In base ad essa, le corti militari sarebbero state conservate, ma sarebbero anche state offerte maggiori garanzie legali ai detenuti, Fino a fine maggio, poi, restavano i sigilli a Guantanamo.

    Il 16 maggio in India il risultato delle elezioni legislative riportò alla guida del Paese la dinastia dei Gandhi con il loro partito, a capo dell’Alleanza Progressista Unita (UPA), capace di conquistare 198

    seggi sui 420 totali, mentre l’opposizione si fermava a 125. Intanto nello Sri Lanka l’esercito l’esercito annunciava la conquista dell’ultima regione rimasta in mano alle Tigri Tamil, e la cattura del comandante in capo dei ribelli, Velupilai Prabhakaran. Il giorno dopo le Tigri Tamil, o ciò che resava delle loro milizie, dichiararono ufficialmente chiusa ls lunga guerra civile che era iniziata venticinque anni prima.

    Il 18 maggio in Lituania Dalia Grybauskaité, commissario europeo al Bilancio, divenne il primo capo di Stato donna della Repubblica baltica. Soltanto un giorno dopo si ebbero le prime quattro donne deputato in Kuwait: si trattava di due liberali, Rula Dashti e Assel al-Ahwadi, e di colei che era già stata il primo ministro donna della storia del Paese, Massuma al Mubarak, ex responsabile del dicastero della Salute. Nel Kuwait, in realtà, il voto alle donne era stato concesso solo nel 2005, ma nessun candidato di sesso femminile, fino a quel giorno, era riuscito ad imporsi nel voto.

    1.Il 29 giugno 2009, nel giorno in cui l'Honduras era chiamato alle urne per il referendum che avrebbe deciso la rielezione, oltre la naturale scadenza del suo mandato, del capo dello Stato, l'esercito, con l'avallo della Corte Suprema, sequestrò il presidente Zelaya e lo fece imbarcare su un aereo in direzione della Costa Rica. Nel corso della stessa azione, furono arrestati anche otto ministri del governo di Zelaya, tra cui quello degli Esteri Patricia Rodas, e, parallelamente, gli ambasciatori di Venezuela, Cuba e Nicaragua. Subito dopo si

    procedette alla proclamazione del nuovo presidente, Micheletti. Per i militari, il cui atto di forza aveva dato voce ad una larga parte del Paese, Zelaya era responsabile dello spostamento a sinistra

    dell'Honduras, con i suoi rapporti di amicizia sempre più stretti con Chavez, Morales e Castro, e, sull'esempio del presidente

    venezuelano, covava la tentazione di cambiare la costituzione col consenso popolare. Nel corso dell’azione militare, come avrebbe più tardi avrebbe denunciato il Nobel per la pace Rigoberta Menchù, morirono sei persone. Dopo il golpe, il Congresso rafforzò le misure per frenare le eventuali reazioni delle forze dell’opposizione. Il 1°

    luglio il ministro degli Esteri di Micheletti, Enrique Ortez, accusò dagli schermi della CNN il deposto presidente di aver favorito le attività del narcotraffico nel Paese. Con il beneplacito segreto di quello,

    raccontava Ortez, ogni sera atterravano a Tegucigalpa tre o quattro aerei immatricolati in Venezuela, senza l’autorizzazione delle autorità competenti, che trasportavano ingenti quantità di denaro, frutto del mercato della cocaina. Pochi giorni dopo Ortez sarebbe stato

    costretto a dimettersi per aver dato del negretto ad Obama.

    2.Il 2 luglio in India si giunse ad una storica sentenza da parte dell’Alta Corte di New Delhi. Con essa, infatti, veniva finalmente cancellata la legge coloniale del 1861 che equiparava l’omosessualità al sesso contro natura, e la rendeva passibile della condanna fino a 10 anni di carcere. Frattanto in Honduras venne approvato un decreto che

    consentiva a militari e polizia di fermare le persone in casa senza mandato di arresto e di trattenerle per più di ventiquattro ore; esso inoltre proibiva l’esercizio dei diritti di circolazione, di associazione e di informazione.

    3.Il 3 luglio, dalla collaborazione tra la NASA e il ministero

    dell’Economia giapponese, nacque una nuova mappa topografica

    digitale della Terra, la più completa mai realizzata fino a quel momento: essa risultò composta da 1,3 milioni di foto satellitari, tecnologicamente di gran lunga superiori a quelle scattate dallo shuttle Endeavour nel 2000, in grado di offrire una visione reale del pianeta pari al 99% e oltre della totalità della sua superficie.

    3.Il 4 luglio la giunta militare del Myanmar vietò al segretario ONU

    Ban-Ki-Moon, impegnato in una visita di due giorni a Yangon, di incontrare la leader dell’opposizione Aung San Suu Kiy. La

    motivazione ufficiale era che la donna si trovava sotto processo, e dunque un eventuale contatto con lei, specie da parte di una

    personalità politica di rilievo mondiale, avrebbe potuto costituire un’interferenza nel procedimento giudiziario. Frattanto la Corea del Nord continuava i suoi test balistici collaudando tre nuovi Scud, della gittata massima di 500 km, lanciati all’alba ancora una volta dalla costa orientale.

    4.Il 5 luglio l’OSA deliberò l’espulsione dell’Honduras dal novero dei suoi membri, alla scadenza dell’ultimatum, lanciato dai vertici dell’organizzazione al governo di Tegucigalpa, che subordinava la permanenza del Paese in seno ad essa al reintegro di Zelaya nelle sue funzioni politiche.

    4.Il 6 luglio in Bulgaria le elezioni legislative videro la vittoria del giovane partito di centrodestra fondato nel 2006 dal sindaco di Sofia Boiko Borissov, il GERB. A Tegucigalpa scontri fecero da cornice a un tentativo a sorpresa di rientro in patria in aereo di Zelaya, che poi però fu costretto a ripiegare a Managua, dal momento che il governo, non appena avvertito della sortita di Zelaya, aveva dato disposizioni precise all’esercito di negargli l’atterraggio.

    3.Il 7 luglio in Cina, dopo gli scontri di due giorni prima tra l’esercito e i manifestanti uiguri che avevano le strade di Urumqui nello Xinjiang, regione a maggioranza musulmana, altre duecento persone furono

    uccise in piazza per una protesta contro la violenza dei soldati di Pechino. La rivolta era stata innescata dall’uccisione di due operai uiguri in una fabbrica di giocattoli nel Guangdong.

    4.l’8 luglio il presidente costaricano Oscar Arias offrì la propria mediazione per risolvere la crisi politica honduregna, ricevendo un consenso bipartisan e la benedizione a distanza degli Usa, che già minacciava di ritirare i 180 milioni di dollari di aiuti all’Honduras se non si fosse trovato uno sbocco alla situazione interna.

    3.Il 9 luglio l’esercito arrestò nel dipartimento di Putumayo, a 300

    metri dal confine con l’Ecuador, un ufficiale, un sottufficiale e nove soldati ecuadoregni. Dall’1 marzo 2008 le relazioni diplomatiche tra Quito e Bogotà erano interrotte, da quando cioè le truppe colombiane uccisero un capo delle FARC sul suolo ecuadoregno.

    4.In Messico nel secondo fine settimana di luglio gli uomini del narco-cartello messicano denominato La famiglia sferrarono una violenta offensiva contro otto posti di polizia contemporaneamente nello stato di Michoacan, come rappresaglia per l’arresto di uno de suoi capi, Arnoldo Rueda.

    5.L’11 luglio in Iran il sociologo irano-americano Yian Tajlakhsh fu prelevato di forza dalla sua casa <>, come accusò l’organizzazione International Campaign for Iran. Tajlakhsh si univa così agli altri duecentonovanta attivisti e professionisti iraniani desaparecidos del fronte moussavista, che rappresentavano il versante della repressione bianca

    dell’opposizione all’esito del voto presidenziale del giugno scorso, condotta parallelamente a quella violenta di piazza.

    5.Il 12 luglio in Argentina il numero totale dei morti di influenza aviaria salì a novantaquattro, con altri sei nuovi decessi accertati.

    6.Il 13 luglio la televisione sudcoreana YTH annunziò che le

    condizioni di salute del leader chosonita Kim Jong Il si erano

    ulteriormente aggravate. Colpito da ictus nell’agosto del 2008, il presidente era apparso per l’ultima volta in televisione ad aprile, stanco e sofferente, e le sue più recenti immagini ne davano un ritratto ancora peggiore. Il 17, poi, l’ONU ampliò la lista delle aziende e degli enti sanzionabili in relazione al programma nucleare di Pyongyang, e vietò nel contempo il commercio di materiali utili per la sua realizzazione.

    7.Il consenso condiviso che aveva salutato in Arias la figura più adeguata per mediare nella delicata contrapposizione tra parti in Nicaragua vacillò non appena questi presentò sul tavolo qualcosa di concreto: il piano di riconciliazione da lui presentato il 19 luglio, che prevedeva il rientro in patria di Zelaya a patto che questi rinunciasse al suo progetto referendario, fu infatti accolto dal deposto presidente, ma respinto da Micheletti, che chiedeva che Zelaya si presentasse davanti ad un tribunale a Tegucigalpa.

    4.Il 20 luglio in Mauritania il generale Aziz, autore del golpe militare del 6 agosto 2008, vinse al primo turno col 52,5% dei consensi le elezioni presidenziali. Da aprile Aziz non era però a capo della giunta militare, si era dimesso appunto per favorire la propria candidatura democratica a regolari elezioni. Gli altri quattro candidati

    denunciarono brogli.

    3.Il 9 agosto, tre giorni dopo l’effettiva entrata in carica di Aziz come presidente eletto, un kamikaze, a scopo dimostrativo, si fece

    esplodere al passaggio di due agenti di sicurezza francesi davanti alla sede dell’ambasciata transalpina a Nouakchott.

    6.Il 21 luglio la Casa Bianca, sulla base delle richieste dei gruppi di lavoro costituiti da Obama, rinviò l’entrata in funzione delle nuove regole sul trattamento, gli interrogatori e l’estradizione di detenuti accusati o sospettati di terrorismo; in particolare, le norme sugli interrogatori avrebbero subito uno slittamento di due mesi, quelle relative al regime di detenzione uno di sei mesi. Tali ritardi, comunque, non avrebbero influito sulla scadenza stabilita per la chiusura del carcere speciale di Guantanamo, e cioè gennaio 2010.

    Il 23 luglio la radio pubblica americana NPR annunciò che all’inizio dell’anno, in Pakistan, un figlio di bin Laden, il terzo, sarebbe rimasto ucciso in un raid aereo. All’uomo, di circa 20 anni, erano stati congelati proprio da gennaio i beni da parte del Tesoro USA.

    8.Frattanto Arias non desisteva dai suoi tentativi di trovare una soluzione diplomatica alla crisi honduregna. Il 23 luglio formulò una nuova proposta di mediazione, in base alla quale Zelaya sarebbe tornato nel suo Paese, dopodiché si sarebbe costruito un governo di unità nazionale che avrebbe avuto l’autorità di concedere l’amnistia ai golpisti.

    Soltanto ventiquattro ore dopo però, incassata la solidarietà di Chavez, Zelaya fece un altro tentativo non autorizzato di tornare in Honduras. Ma stavolta lo sostenevano nella rivendicazione del suo diritto il presidente del Nicaragua, Ortega, e il ministro degli Esteri venezuelano, Maduro, dai quali si fece accompagnare; egli aveva inoltre con sé la bandiera bianca della riconciliazione. Anche così, comunque, non poté ottenere niente di più che sistemarsi nella

    striscia di confine tra Honduras e Nicaragua: sorpassata quella anche soloper pochi minuti, gli ordini rimanevano di spararlo a vista. Il 25

    luglio il capo dell’esercito dell’Honduras, Romeo Vazquez, autore del golpe del 28 giugno, propose alla moglie di Zelaya, Ximara Castro, di ricongiungersi col marito in Nicaragua.

    7.Il 25 luglio re Juan Carlos inaugurò nelle Canarie, nell’isola di Palma, il più grande telescopio ottico a infrarossi del mondo: posto in una base di osservazione a 2400 metri sul livello del mare, sarebbe stato in grado di intercettare la luce cosmica fino a ben 13800 milioni di anni fa.

    7.Il 28 luglio anche l’Unione Europea si allineò alle sanzioni contro Pyongyang decise in sede ONU con la risoluzione 1874 del 12

    giugno, approvata in aperta condanna al test missilistico chosonita del 25 maggio.

    7.Il 29 luglio in Venezuela il presidente Hugo Chavez decise il rimpatrio dell’ambasciatore a Bogotà e il congelamento delle relazioni diplomatiche e commerciali con la Colombia, in risposta alle accuse di Uribe che si era spinto ad affermare che le armi rinvenute in un covo dei guerriglieri delle FARC provenivano dal Venezuela.

    8.il 31 luglio nello Zimbabwe il ministro della Salute Medzorev dichiarò che l‘epidemia di colera scoppiata nel Paese nell’agosto scorso, e che fino ad allora aveva contagiato novantottomila persone arrivando a mietere quattromila vittime, poteva considerarsi ufficialmente finita.

    9.Il 3 agosto l’ayatollah Khamenei confermò ufficialmente Mahmud Ahmadinejad, contestato vincitore delle elezioni del 12 giugno, alla presidenza della Repubblica iraniana.

    9.Il 4 agosto in Kenya il presidente Kibaki, allineandosi a una prassi istituzionale consolidata da 22 anni, convertì in ergastoli le 4000

    condanne a morte che avrebbero dovuto essere eseguite in quel

    giorno. Nella costituzione kenyana la pena capitale, pur essendo in vigore, di fatto è stata congelata dal 1987: da allora infatti è scattata una moratoria a oltranza che ha sottratto oltre 3000 detenuti alla mano del boia.

    In Messico, frattanto, la polizia arrestava i quattro membri della famigerata banda Los Barbas, tre uomini e una donna: la loro ultima impresa fu il sequestro e la successiva uccisione, per conto del narco-cartello degli Zetas, dell’imprenditore veronese Claudio Conti, dal 1982 trapiantato a Puerto Escondido, dove era diventato il re della ristorazione e dell’albergazione. Il suo ricordo sarebbe rimasto legato a quello di un film, a cui il suo Eldorado fa da titolo e da sfondo: Conti vi partecipò come comparsa, ma c’è chi pensa che la sua vicenda di emigrato-fuoriuscito non fu estranea alla sua stessa concezione.

    10.Il 5 agosto, nel corso dell’ennesimo raid condotto per mezzo di droni nella regione pakistana del Waziristan, caddero il leader talebano del Paese, Beitullah Mehsud, mente dell’attentato a Benazir Bhutto, e sua moglie. La notizia, subito smentita da ambienti vicini al capo guerrigliero, trovò invece conferma alla Casa Bianca. Tra le file del suo movimento, la Milizia Talebana Pakistana, in realtà non si negava che Mehsud fosse stato colpito a morte, ma si era certi che non era ancora spirato: già circolava, comunque, il nome del suo erede, Maulvi Faqir Mohammad.

    10.Non contento di aver già minacciato in abbondanza fuoco e

    fiamme ai danni della Colombia, Chavez, com’era nel suo stile,

    rincarò la dose il 6 agosto promettendo l’adozione di misure

    commerciali a svantaggio dello stato vicino: in particolare anticipò che sarebbe stata bloccata l’importazione di 10.000 automobili di

    produzione colombiana, e bandita un’azienda energetica di quel

    Paese operante in Venezuela.

    11.Il 9 agosto in Iraq l’ex numero 2 di Saddam Hussein, Tareq Aziz, fu condannato a sette anni di carcere da un tribunale speciale per responsabilità dirette nella deportazione in masa dei curdi dalle regioni petrolifere settentrionali. Tale condanna si assommava a quella a 15 anni di carcere inflittigli dal medesimo tribunale in relazione alla strage di 92 commercianti e uomini d’affari del 1992.

    12.Il processo all’attivista democratica San Suu Kiy si concluse effettivamente l’11 agosto: la donna venne giudicata colpevole dalla Corte Birmana di aver violato il regime di sorveglianza domestica a cui era sottoposta consentendo che un americano, il pacifista John

    Yettaw, si introducesse clandestinamente nella sua residenza, e condannata a tre anni di carcere, poi commutati a diciotto mesi di arresti domiciliari.

    11.In un clima di violenze e di attentati quasi a ritmo quotidiano, in agosto si svolsero le lezioni presidenziali in Afghanistan, le seconde dalla guerra di liberazione dei talebani. Il presidente uscente Karzai, che sette anni prima era riuscito a salire al potere col consistente appoggio degli americani, sicuro di vincere al primo turno, si trovò invece sin dallo scrutinio dei primi voti in una situazione di sostanziale parità con lo sfidante Abdullah Abdullah.

    12.Intanto il presidente Obama confermò alla guida della Banca

    centrale americana Ben Bernanke, l'uomo che l'aveva guidata nei mesi più bui della recessione economica, portando l'indice nei primi mesi dell'anno da 7800 a 9500; a proposito di questo, però, i detrattori non mancavano di osservare come la miracolosa ripresa avesse

    preso avvio a partire dall'insediamento alla Casa Bianca del nuovo presidente, che sin dall'inizio avrebbe voluto sostituire Bernanke con uno tra Larry Summers ed Alan Blinder, consiglieri economici uno di Obama l'altro di Clinton, ai tempi della presidenza di quest'ultimo.

    13.Il giorno di ferragosto i governi di Washington e di Bogotà siglarono un’intesa che consentiva agli USA di utilizzare le basi militari colombiane per la lotta contro il narcotraffico. Proprio in quelle ore in Medioriente un funzionario di Hamas annunziò la morte a Rafah, in uno scontro con le forze di sicurezza palestinesi, di Abdel Latif Moussa, capo carismatico di Jund Ansar Allah, gruppo estremista ispirato ad al Qaeda.

    14.Il 16 agosto a Teheran il leader dell’opposizione ad Ahmadinejad, Moussavi, varò il movimento La via verde della speranza, per

    proseguire la protesta contro i brogli elettorali.

    Il governo replicò con la chiusura del quotidiano Etemed-e-Melli, il foglio ufficiale del Partito della fiducia nazionale, guidato da Mehdi Karroubi, altro competitore di Ahmadinejad nella corsa alle ultime presidenziali.

    13.Intanto in Corea del Sud il 18 agosto morì improvvisamente per infarto, a 83 anni, il presidente che era stato definito il Mandela d’Asia, Kim-Dae-Jung. Proprio come Mandela in Sudafrica, infatti, questi aveva formato e rafforzato la sua coscienza politica negli anni di dura prigionia sotto i comunisti invasori di Kim Il Sung prima, e durante le dittature di Park Chung-hee e Chun Doo-hwan dopo. E per gli sforzi volti, nel corso della sua presidenza, al riavvicinamento tra le due Coree, nel 2000 aveva ricevuto il Nobel per la Pace, il giusto premio per una vita spesa a lottare per il progresso democratico.

    6.Il 22 agosto il vicepresidente della Corte suprema cinese, Huang Sangyou, accusato di corruzione, venne espulso dal Partito

    comunista. In Cina il reato di corruzione comporta la pena capitale: all’inizio di quel mese, infatti, l’ultimo ad essersene reso colpevole, l’ex presidente della società amministrativa dell’aeroporto di Pechino, il Li Peiying, era stato messo a morte. Sempre il 22 agosto con il tracollo della texana Guaranty Bank salì a 81 il numero delle banche fallite dall’inizio dell’anno.

    4.Alla fine di agosto in Giappone la cinquantaquattrennale egemonia del partito di destra dei Liberlademocratici, lo Jiminto, fu spezzato dalla storica vittoria elettorale del Minchuto, il partito dei Democratici, affermazione storica soprattutto perché, in un Paese da sempre

    considerato una democrazia dall'alternanza inesistente, il dato numerico di essa testimoniava invece un'applicazione di tale

    meccanismo fin troppo rigorosamente precisa: dalle urne infatti uscì che il divario tra maggioranza e opposizione nel numero dei seggi alla Camera Bassa era rimasto praticamente invariato se non che

    l'opposizione si trovava ora nella parte della maggioranza e viceversa.

    Col suo consueto spirito di precisione, il popolo nipponico aveva trasformato l'alternanza in un sistema di trasferimento reciproco di quantità tra due parti. E così il leader democratico Yukio Hatoyama diventò il primo leadere riformista dall'inizio dell'era costituzionale.

    5.Agli inizi di settembre in Gabon il figlio dell'ex capo di Stato Omar Bongo, Ali Ben Bongo, diventò presidente vincendo le elezioni con una soglia percentuale di voti scritta quasi nel destino, 41%:

    curiosamente, infatti, quarantuno erano stati anche gli anni in cui il padre era stato al potere. L'opposizione, però, che denunciava brogli, levò subito la sua protesta: Libreville divenne così teatro di scontri tra opposte fazioni, nel corso dei quali venne ferito anche uno dei competitori del vincitore.

    6.Frattanto in Iran nel nuovo governo Ahmadinejad, il secondo,

    giurava anche il primo ministro donna dal 1979: Marzieh Vahid

    Dastejerdi, un falco in gonnella del regime ayatollesco nominato responsabile della Sanità. Nella stessa compagine governativa

    figurava anche un ricercato dall'Interpol per terrorismo, Ahmad Vahidi, alle cui cure andò il ministero della Difesa.In Iran le ultime due donne ministro furono nomiate dallo scià Reza Pahlavi, e furono poi vittime della rivoluzione islamica khomeinista.

    7.Quasi alla vigilia del suo discorso del 9 settembre per l'approvazione del piano sanitario, il presidente Obama accettò senza riserve le dimissioni del proprio consigliere per le questioni ambientali, Van Jones, colui che aveva definito gli attacchi dell'11 settembre un complotto del governo. Il varo della riforma, poi, ebbe come

    conseguenza la prima protesta di piazza degli elettori republicani dall'inizio della sua presidenza.

    Il progetto di riforma della Salute del presidente prevedeva, com’era ormai noto, l’estensione della copertura sanitaria per il 96% dei cittadini, agevolandone l’accesso alle assicurazioni mediche. Dai benefici di essa rimanevano esclusi gli immigrati clandestini.

    8.In Libano Saad Hariri, il figlio di Rafiq Hariri, che in giugno col suo partito Movimento per il Futuro aveva vinto le elezioni con poco più di dieci seggi di vantaggio sul partito degli Hezbollah, da quando era stato nominato premier dal presidente Suleiman si era febbrilmente dedicato a trovare un'intesa con i partiti dell'opposizione, per creare un governo di unità nazionale: quando l'accordo col braccio

    parlamentare dei fondamentalisti sciiti e con i siriani filocristiani di Michel Aoun sembrava chiuso, i due schieramenti tornarono invece ad alzare la voce, perché gli uni, gli Hezbollah, volevano un loro uomo alla guida degli Interni, gli altri, i cristiani, volevano per sé il ministero delle Telecomunicazioni, per le quali Aoun aveva già pensato al genero Barril; e congiuntamente si opponevano al nome del druso Jubil, messo sul tavolo dallo stesso Hariri per entrambe le poltrone.

    Fu così che questi dovette dimettersi.

    9. Sei anni dopo Nassirya, che aveva lasciato una profonda ferita militare tra le truppe italiane acquartierate in Iraq, il 17 settembre 2009

    avvenne il più sanguinoso attentato mai compiuto contro il contingente tricolore di stanza in Afghanistan. Passato da poco il mezzogiorno, na misteriosa Toyota bianca si infilò, in mezzo al traffico di Kabul, all'altezza dell'ambasciata americana, tra due mezzi blindati Lince, con a bordo cinque paracadutisti della Folgore per parte, che stavano effettuando un servizio di scorta. Alla guida di quella macchina giapponese c'era un talebano kamikaze della capitale, Hediatullah, pronto a farsi saltare in aria col tritolo, di cui la sua vettura era imbottita, non appena si fosse trovato in linea con gli altri due veicoli.

    L'esplosione, terribile, non tardò a verificarsi: dalle carcasse dei furgoni consumate dalla combustione poterono essere tratti in salvo solo quattro ufficiali, gli altri perirono sul colpo. Si trattava di Matteo Mureddu, Davide Ricchiuto, Antonio Fortunato, Roberto Valente,

    Giandomenico Pistonami e Massimiliano Randino. Il maggiore di essi era Valente, di 37 anni.

    10.Frattanto negli Stati Uniti il presidente continuava a muoversi, con immutata apertura di credito internazionale, nella direzione di realizzare la svolta promessa rispetto allòa politica di Bush: uno dei nodi più spinosi lasciati dal suo predecessore era certamente quello della tensione nei rapporti con la Russia. Il 18 settembre Obama, in un discorso nella sala di rappresentanza diplomatica della Casa Bianca, ribadì convintamente una volta ancora l'intenzione di

    abbandonare il progetto dello scudo antimissile nordeuropeo portato avanti dall'amministrazione repubblicana, dal momento che per

    contrastare la minaccia dei razzi iraniani riteneva più opportuno costituire una barriera navale nel Mediterraneo orientale. A rinnovare vecchi contrasti con Mosca era stata, proprio alla fine della sua seconda presidenza, la proposta di Bush di installare basi missilistiche in Polonia e Repubblica Ceca.

    11.In Honduras, intanto, alla fine di settembre, dopo una serie di tentativi andati a vuoto, il deposto presidente Manuel Zelaya riuscì finalmente a rimettere piede sul suolo patrio, per guadagnare però immediatamente la direzione dell'ambasciata brasiliana di

    Tegucigalpa, dove sarebbe stato al sicuro dal pericolo di essere arrestato. Ma la notizia dell'arrivo di Zelaya nella capitale aveva già infiammato la piazza: subito frotte di suoi sostenitori si riversarono sotto la sede dell'ambasciata, alzando nuovamente la protesta contro il golpe. Mentre il presidente usurpatore Micheletti tornava a

    dichiarare il coprifuoco e a dichiarare la chiusura d'emergenza dell'aeroporto.

    12. Un altro successo Obama lo ottenne come presidente

    straordinario del Consiglio di Sicurezza dll'ONU il 24 settembre. Nel corso di quella seduta, infatti, egli riuscì a far approvare col voto di 15

    stati membri, cinque permanenti, Russia, Cina, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, e dieci provvisori, Uganda, Messico, Burkina Faso Austria, Croazia, Turchia, Giappone, Libia, Costarica e Vietnam, una risoluzione, registrata col numero 1887, in cui veniva fissato come obiettivo condiviso, da parte della comunità internazionale,

    l'eliminazione delle armi atomiche dalla faccia della Terra. Tuttavia il documento non formulava un obbligo vero e proprio di smantellare i propri programmi nucleari per i paesi che li stessero conducendo, ma in compenso esortava quanti non lo avessero ancora fatto, come

    India, Pakista ed Israele, ad allinearsi al Trattato di non Proliferazione Nucleare del 1970. Non si faceva neppure menzione diretta di Iran e Corea del Nord, come volevano Russia e Cina per concedere il loro appoggio.

    13.Ma il vertice G-20 di Pittsburgh immediatamente successivo si aprì per Obama con la convocazione d'urgenza di una conferenza-stampa straordinaria per condannare l'atteggiamento di pervicace ambiguità di Ahmadinejad sul programma nucleare del suo paese. Il presidente iraniano, infatti, solo il 21 settembre aveva ammesso al direttore dell'Agenzia Atonmica

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