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Alberi
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E-book42 pagine26 minuti

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Info su questo ebook

“Il suono armonioso poteva penetrare anche il cuore più chiuso, come gli schizzi di una sorgente aprono i varchi tra le rocce, e faceva sprigionare l’intensa fragranza in esso contenuta. Per ogni persona una fragranza diversa, un profumo unico e meraviglioso che si libera nell’aria portando con sé le note della sua stessa musica. Un popolo di cuori risuonanti, ecco cos’era il popolo della Terra.”

Otto alberi. Otto racconti. Otto storie di rara umanità.
LinguaItaliano
Data di uscita26 feb 2016
ISBN9788893327473
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    Alberi - Rosanna Praturlon

    ABETE

    Il suo ufficio era al settimo piano di un palazzo moderno. L’atrio in marmo e vetro, l’ascensore di metallo rapido e silenzioso. L’intero piano era occupato dalla sua società. Era il suo regno incontrastato. L’ufficio era in fondo al corridoio ed era preceduto da un piccolo salottino d’attesa, dove generalmente l’attendeva la sua segretaria. Lo seguiva passo passo per appuntarsi gli incarichi che lui dettava mentre appendeva il cappotto e sistemava le carte sulla scrivania.

    Poi si chiudeva dentro per ore, a meno che non ci fossero riunioni o incontri, che comunque preferiva svolgere nella sala riunioni dall’altra parte del piano.

    Ruggero sembrava semplicemente e costantemente disinteressato al contatto umano.

    Ogni tanto sulla sua agenda comparivano nomi femminili, per poi sparire dopo due o tre settimane. La sua segretaria aveva al massimo il compito di prenotare ogni tanto qualche ristorante o lasciare a disposizione la macchina aziendale. Ma poi più nulla.

    Del resto Ruggero stava in ufficio tutti i giorni. compreso il sabato, dalle 8 alle 8. Consultando, approvando, visionando, gestendo ogni più piccolo dettaglio con maniacale ossessione. E pretendendo lo stesso dai suoi dipendenti. Non è che avesse molto tempo libero.

    Leo era stato promosso da poco. Aveva fatto il poliziotto di pattuglia per dieci pesantissimi anni. Anni di turni notturni, di cibo schifoso mandato giù in qualche modo, e con una stanchezza sulle spalle che bastava per il resto della sua vita.

    Aveva passato tutto il tempo che gli rimaneva dal lavoro per studiare, e ora finalmente era stato promosso. Avrebbe continuato a fare turni di pattuglia ancora per un po’ ma poi si sarebbe potuto sistemare per bene.

    Oggi era contento, cazzo, anche se stava finendo uno dei turni che aveva sempre odiato di più, quelli nel quartiere degli affari. Puttane sempre più giovani e uomini intoccabili. Uno schifo.

    Il suo compagno si era addormentato sul sedile posteriore. Facevano a turno. Stavano parcheggiati a un angolo a luci spente.

    La macchina si era fermata poco più avanti. Una bella ragazza era uscita dal palazzo sulla destra, un po’ barcollante, e si era infilata dentro la

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