L isola della seduzione: Harmony Collezione
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Info su questo ebook
Quando Nola Mason cede a un'avventura esplosiva con Ramsay Walker, è convinta di non rivederlo mai più. Ma si sbaglia di grosso...
Nola è determinata a vivere la sua vita facendo a meno di Ramsay, ma lui ha ben altri piani. C'è solo un modo per convincere la madre di suo figlio a dare una chance alla loro nuova famiglia: portarla nel suo personalissimo rifugio su un'isola tropicale. E lì, con il calore sensuale del sole e la natura rigogliosa ad accendere la loro passione, dovrà convincerla una volta per tutte a diventare sua moglie.
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Anteprima del libro
L isola della seduzione - Louise Fuller
successivo.
1
«Sono spiacente, signorina Mason. Ma, non si preoccupi, arriveremo in tempo come sempre.»
Accorgendosi che l'auto stava rallentando, Nola Mason sollevò lo sguardo dal suo laptop e si accigliò, i suoi profondi occhi blu sembravano quasi neri nell'abitacolo buio della lucida berlina.
Lanciò un'occhiata fuori dal finestrino e vide un camion carico di pesanti coni stradali procedere piano tra le luci del traffico. A Sydney si era tenuta una sorta di parata durante il fine settimana, e la polizia e gli spazzini erano ancora alle prese con i postumi.
Fortunatamente, alle cinque del lunedì mattino il traffico si limitava a pochi autobus e a una manciata di automobili.
«Lo so, John» disse lei, sporgendosi verso l'autista. «E, per piacere, non preoccuparti. Sono sollevata di avere te.»
Sollevata e grata, non solo perché John era puntuale ed educato, ma anche perché aveva un'eccellente memoria fotografica delle intricate strade della città.
Quando l'auto riprese a muoversi, cambiò posizione sul sedile. Dopo due mesi di lavoro per la RWI, colosso mondiale nel campo della tecnologia, continuava a sembrarle strano, se non addirittura disonesto, avere un autista a sua disposizione. Era un cyber-architect, non una celebrità! Ma Ramsay Walker, l'esigente ed esasperante amministratore delegato della compagnia, aveva insistito su quel punto.
Fece una smorfia. Era stata la prima volta che obiettava per qualcosa, ma in cambio aveva ottenuto solo un rifiuto da parte di Ramsay. E non era stato l'ultimo. Il suo comportamento dittatoriale e la testarda determinazione di lei avevano fatto sì che si scontrassero a ogni successiva riunione.
Ma ora era ancora finita. Domani sarebbe stato il suo ultimo giorno a Sydney e, a ogni modo, lei e la sua socia Anna sarebbero sempre state operative da Edimburgo per risolvere qualsiasi problema relativo alla sicurezza della rete informatica della RWI.
Sospirò. Che sollievo sarebbe stato liberarsi finalmente da quell'intenso sguardo grigio! Eppure, perché provava più dispiacere che sollievo?
Posando lo sguardo sull'imponente palazzo della RWI, il cuore prese a batterle forte nel petto. Ma non era quello il momento di indulgere sulla psicologia spiccia. Era lì per lavorare e, se fosse stata fortunata, a quell'ora del mattino avrebbe avuto due o tre ore buone di accesso illimitato al sistema di sicurezza.
Ma quando superò il parcheggio vuoto riservato ai visitatori, un po' del suo ottimismo svanì nello scorgere la familiare Bentley che indugiava davanti all'ingresso principale.
Dannazione! Non era dell'umore per le chiacchiere, specialmente con il proprietario dell'automobile in questione, così, a testa alta, accelerò il passo. Ma non fu veloce abbastanza. Proprio quando fu all'altezza della macchina, la portiera si aprì e ne uscì un uomo. La voce di una donna lo seguiva dall'interno della vettura nella luce del primo mattino insieme al più leggero profumo della sua acqua di colonia.
«Ma, tesoro, perché non può attendere?» lo adulò lei. «Forza, possiamo tornare da me. Farò in modo che ne valga la pena...»
Incapace di fermarsi, Nola lanciò uno sguardo all'uomo. Com'era prevedibile, le si mozzò il fiato in gola e, stringendo i denti, prese a camminare ancora più in fretta. Non riusciva a guardarlo in faccia, ma non ne aveva bisogno. Avrebbe riconosciuto quel profilo ovunque. Era il suo capo, Ramsay Walker.
In quell'auto, a quell'ora del mattino, era sempre il suo capo.
Lavorando quattordici ore al giorno, non conosceva nessuno a Sydney a parte i colleghi, e per nessuna ragione avrebbe avuto, di nuovo, una relazione con un collega. Non dopo Connor.
Ricordando i sorrisi maliziosi e il modo in cui le persone smettevano di parlare quando entrava in una stanza, trasalì. Era già stato abbastanza umiliante che tutti avessero creduto a quel pettegolezzo, ma la cosa più dolorosa, che non aveva mai detto a nessuno, nemmeno ad Anna, era che a tradirla era stato Connor. L'aveva tradita e abbandonata, proprio come aveva fatto suo padre.
Alla fine, però, aveva imparato la lezione e non se ne sarebbe dimenticata per una semplice cotta.
Si voltò per guardare la donna che stava ancora implorando Ramsay. Notando le ampie spalle sotto la camicia spiegazzata di lui e i capelli arruffati, Nola sentì il proprio cuore battere così forte da temere di poter mandare in frantumi una delle grandi finestre.
Le storielle in ufficio erano pericolose, ma con un uomo del genere lo sarebbero state molto di più.
E, in ogni caso, la sua vita era troppo complicata al momento per l'amore. Quello era il lavoro più grosso che Cyber Angels avevano mai avuto, e con Anna in luna di miele, doveva cavarsela da sola.
Cercando di ignorare il senso di panico che cresceva dentro di lei, sorrise meccanicamente alla guardia di sicurezza che stava controllando il suo tesserino. Trovò il pass nella borsa e si sentì lo stomaco in gola quando questo le scivolò tra le dita, finendo sul pavimento, accanto a un paio di mocassini italiani fatti a mano.
«Mi permetta.»
La profonda voce maschile le fece rizzare i capelli sulla nuca. Voltandosi, si costrinse a sorridere mentre prendeva il pass che lui le stava porgendo.
«Grazie.»
«Non c'è di che.»
Si girò nuovamente e, rigida, si diresse in fretta verso l'ascensore, mentre Ramsay la raggiungeva senza sforzo, facilitato dalle lunghe gambe.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono, provò il desiderio di dirgli che avrebbe preso le scale. Ma, dato che il suo ufficio era al ventunesimo piano, sarebbe sembrato alquanto sciocco, o peggio, Ramsay avrebbe pensato che aveva paura di condividere quello spazio con lui.
«Iniziamo presto!»
La pelle di Nola reagì involontariamente a quel languido accento della East Coast. E, all'istante, se ne pentì. Lo sguardo grigio dell'uomo la stava osservando con noncuranza... un sorriso pigro gli incurvava la bella bocca. Una bocca che l'aveva baciata ovunque ogni notte sin dal giorno in cui lo aveva incontrato, ma solo nei suoi sogni.
Sperando che quei pensieri non le si leggessero in faccia, Nola scrollò le spalle. «Sono mattiniera.»
«Ah, sì?» rispose piano lui. «Io preferisco la notte.»
La notte. A quell'immagine il suo corpo reagì istintivamente all'oscurità e al pericolo che implicava. Come poteva riuscire a evocare così tanto con così poche sillabe?
«Davvero?» Facendo del proprio meglio per ignorare la strana tensione che si era creata tra loro, Nola si sforzò di assumere un'espressione annoiata e, distogliendo lo sguardo, fissò un punto qualunque davanti a sé: «Eppure, eccola qui».
Sentì gli occhi di lui su di sé.
«Sa, sono stato a una festa...»
Ripensando alla rossa nell'auto con lui, provò una fitta di gelosia, mentre Ram si stiracchiava le braccia al di sopra della testa.
«Mi è sembrato più semplice venire direttamente in ufficio. Devo presumere che lei non sia stata in giro a divertirsi, invece?»
«No. Io ho bisogno di riposare» gli rispose secca Nola.
Sapeva che in quel modo avrebbe fatto la figura della moralista, ma era meglio così. Non intendeva dargli il minimo incoraggiamento. Non che ne avesse bisogno in ogni caso, era evidente che si sentisse irresistibile. E, a giudicare dal ricambio di donne, doveva essere vero.
Ramsay rise piano. «Ha bisogno di rilassarsi. Clio dà una festa quasi tutti i weekend. Dovrebbe venire anche lei la prossima volta.»
«Non dovrebbe essere Clio a proporlo?» domandò Nola rigida.
Gli occhi di lui brillarono. «Se io sono felice, lo è anche lei.»
A giudicare dalle fotografie delle supermodelle che uscivano dal suo appartamento con il viso rigato di lacrime, non doveva essere vero. Non che fossero affari suoi, pensò Nola quando l'ascensore si fermò.
Ci fu un breve sibilo non appena le porte si aprirono, poi Nola si voltò verso di lui. «Grazie, ma no. Non socializzo mai con i colleghi. Ritengo che crei più svantaggi che benefici.»
Gli occhi di Ramsay la studiarono con indolenza. «Allora, forse, dovrebbe darmi la possibilità di farle cambiare idea. So essere molto persuasivo.»
Lo stomaco di lei si contrasse, e una sensazione traditrice le scivolò sulla pelle, mentre lo sguardo di lui si posava sul suo viso.
Fece un respiro profondo. «Non ne dubito, ma, sfortunatamente, metto sempre la professionalità al primo posto.»
E, anticipando la risposta di lui, uscì dall'ascensore un momento prima che le porte si richiudessero.
Il battito del suo cuore era impazzito e si sentiva le gambe deboli. Qualsiasi donna si sarebbe lasciata tentare da un simile invito, ma dopo la disastrosa relazione con Connor, aveva deciso di separare definitivamente la vita privata da quella lavorativa.
Soprattutto se si trattava di Ramsay Walker.
D'accordo, sapeva con assoluta certezza che il sesso con lui doveva essere decisamente sensazionale. Come avrebbe potuto non esserlo? Quell'uomo era una forza della natura, ma proprio per questo era tanto pericoloso.
Anche se non credeva a tutte le storie che gli attribuivano i media, lo aveva visto lei stessa. Ramsay evidentemente apprezzava le novità e la varietà sopra ogni cosa e in pubblico aveva sempre affermato che non aveva alcuna intenzione di sposarsi e avere figli.
Non che Nola stesse pianificando qualcosa del genere tanto presto. Lei e sua madre se l'erano sempre cavata da sole, ma lasciarsi coinvolgere da un uomo che sembrava tanto determinato a evitare i più elementari contatti umani, non era nemmeno pensabile. C'era voluto molto tempo per resuscitare il proprio orgoglio e ricostruire la sua reputazione per poter gettare tutto al vento davanti a un bel sorriso.
Tre ore dopo, tuttavia, si trovò a dover combattere per difendere entrambi.
Nella sala riunioni della RWI, calò il silenzio mentre l'uomo a capotavola si appoggiava allo schienale della poltrona, l'atteggiamento informale in contrasto con la cupa intensità del suo sguardo. Uno sguardo che, al momento, era inchiodato sul viso di Nola.
«Quindi, mi lasci capire» osservò piano lui. «Sta cercando di dirmi che sono un ingenuo?»
Un fremito di rabbia lo percorse.
Quella donna credeva davvero di poterlo insultare nella sua sala riunioni?, pensò Ram, riconoscendo la rabbia, la confusione e la frustrazione negli occhi blu di lei.
Occhi che avrebbero destato la sete di qualsiasi uomo. Gli stessi occhi blu che avrebbero dovuto metterlo in guardia di fronte a quel curriculum, impedendogli di preferirla a uno di quegli uomini in abito grigio che parlavano di algoritmi e critto-qualcosa. Ma Nola Mason non era il tipo di donna facile da ignorare.
Rifiutando il suo invito a incontrarsi in ufficio, aveva insistito perché si vedessero in un bar a Sydney.
Lì, circondata da adolescenti scorbutici, gli aveva dimostrato quanto fosse semplice violare i sistemi di sicurezza della RWI. Era stata una dimostrazione poco ortodossa, ma incredibilmente allettante.
Solo, non tanto allettante quanto le gambe snelle di lei e il suo sedere rotondo fasciati da quei jeans neri attillati, o la pelle scoperta della pancia quando si era allungata a prendere un tovagliolo sul tavolo accanto.
Non era stato amore a prima vista.
Tanto per cominciare, lui non credeva nell'amore.
Studiandola, era rimasto colpito dal desiderio, dalla curiosità e dalla sfida contenuta in quegli occhi. Quell'attrazione era andata al di là del suo autocontrollo, e si era dovuto sforzare per non tirarla verso di sé, prendendola per i capelli che le ricadevano lungo le spalle e si posavano sulla giacca di pelle.
Ma era stato il nastro di velluto blu che portava legato alla gola che aveva sconvolto i suoi sensi al punto da fargli temere di poter svenire.
In altre parole,