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Il disturbo narcisistico. Viaggio nei luoghi dell'infanzia ferita
Il disturbo narcisistico. Viaggio nei luoghi dell'infanzia ferita
Il disturbo narcisistico. Viaggio nei luoghi dell'infanzia ferita
E-book113 pagine1 ora

Il disturbo narcisistico. Viaggio nei luoghi dell'infanzia ferita

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"Ci sono baci, abbracci, sguardi, carezze, che restano nel tempo, nella mente, indelebili. Il figlio che si sente amato dalla madre, lo avvertirà come una dolce carezza e un calore costante. E si sentirà per sempre unico." SB

Per comprendere il disturbo narcisistico è necessario entrare nel mondo del bambino facendosi raccontare se ha ricevuto quei baci, quelle carezze, quegli abbracci, le adeguate attenzioni.

Quel bambino ormai è un uomo.

Ma dai suoi racconti si avvertirà il dolore, il pianto, di quel figlio trascurato, non amato. La responsabilità del prendersi cura del bambino è un dato allarmante e deficitario oggi. In psicopatologia si parla di Disturbo Narcisistico in pazienti che sono stati feriti più o meno gravemente nel loro sano narcisismo, chiusi in uno stato denominato “ritiro narcisistico”.

Si tratta di manifestazioni quali: l’onnipotenza dei pensieri, l’ipervalutazione di Sé. E’ Freud che parla dell’importanza delle cure materne, perché è grazie alle cure materne, che il bambino può investire il proprio Sé.

Da queste premesse cliniche ed empiriche nasce il presente lavoro di ricerca. Saranno analizzate le diverse funzioni che i genitori svolgono nella relazione genitore-figlio. Il legame di attaccamento che si instaura sin dai primi mesi di vita influenzerà l’intero sviluppo del bambino, con conseguenze che si manifesteranno in seguito, in età adulta e con ripercussioni inevitabili nel corso della sua vita.

La possibilità di comprendere gli aspetti legati ai modelli operativi interni che si sono costituiti nella relazione duale madre-figlio, nei primi anni di vita, è fondamentale, nel tentativo di individuare e diagnosticare il disturbo per tempo.
LinguaItaliano
Data di uscita18 lug 2018
ISBN9788827837689
Il disturbo narcisistico. Viaggio nei luoghi dell'infanzia ferita

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    Il disturbo narcisistico. Viaggio nei luoghi dell'infanzia ferita - Susanna Battipede

    I

    IL DISTURBO NARCISISTICO

    Susanna Battipede

    "L’amore parentale, così commovente

    e in fondo così infantile, non è altro

    che il narcisismo dei genitori tornato a nuova vita;

    tramutato in amore oggettuale,

    esso rivela senza infingimenti

    la sua antica natura."

    Sigmunt Freud

    Narciso, viene raccontato da Henseler, in maniera fiabesca così come si evince dalle parole che seguono, dell'amore per un oggetto costituito da un'immagine speculare che viene scambiato, tragicamente, per un oggetto reale. Inoltre, nel mito, la relazione di Narciso con la propria immagine riflessa ha poco a che vedere con uno sfrenato egoismo; è presentata piuttosto come una fatalità crudele, come la punizione di un dio, punizione che consiste nell'incapacità di amare oggetti reali. Narciso desidera ardentemente la ninfa Eco, ma non il corpo di questa Narciso è contento di sentirla e di vederla, ma quando lei vuole abbracciarlo si ritrae inorridito. Stando al mito, la paura della prossimità fisica è chiaramente collegata alla vita precedente di Narciso. Egli è un figlio unico di rara bellezza, frutto della violenza subita da Liriope da parte del dio del fiume Cefiso (Henseler 1990).

    L’obiettivo fondamentale di questo lavoro è stato quello di dare un contributo significativo alle ricerche effettuate da autori di eccellenza nei disturbi psicopatologici, nel tentativo di approfondire le tematiche riguardanti il disturbo narcisistico, che ancora ad oggi, merita di essere studiato e approfondito, per riuscire ad ottenere sempre più efficacia rispetto alle strategie d’intervento per la prevenzione e la cura dei pazienti che ne sono affetti.

    Narciso è l’emblema dell’amore di sé, distruttivo, ma anche amore per la propria immagine. In psicopatologia si parla di Disturbo Narcisistico in pazienti che sono stati feriti più o meno gravemente nel loro sano narcisismo, che si sono chiusi in uno stato denominato ritiro narcisistico, in cui vengono riattivati alcuni aspetti regressivi.

    Si tratta di manifestazioni quali: l’onnipotenza dei pensieri, l’ipervalutazione di Sé, basata principalmente sull’idealizzazione di sé e sulla svalutazione successiva. Idealizzazione prima e svalutazione poi come difese, tra loro complementari e cioè, quando il Sé è idealizzato gli altri sono svalutati e viceversa.

    Sul piano psicoanalitico il disturbo narcisistico viene studiato da Freud che in seguito nel 1914 pubblica Introduzione al Narcisismo, focalizzando la sua attenzione su due concetti principali: Narcisismo primario e Narcisismo secondario. Il primo concetto si realizza in uno stato precoce dello sviluppo del bambino che investe tutta l’energia lipidica su se stesso. E’ Freud che parla di Sé, denominandolo nello specifico Sé corporeo, sottolineando l’importanza del ruolo e delle cure materne perché attraverso lei, e grazie alle cure materne, che il bambino può investire il proprio sé.

    Periodo in cui il piccolo crede all’onnipotenza dei suoi pensieri.

    Un narcisismo che funziona fino al momento in cui l’Io incomincia a investire la sua libido nelle rappresentazioni oggettuali. Ed è in questa fase che può trasformare la libido narcisistica in libido oggettuale in quanto il Narcisismo primario può e deve essere superato. Tutto avviene attraverso la funzione delle pulsioni sessuali che esigono un oggetto e anche dai bisogni dell’Io, che svolgono una funzione disturbante questo stato.

    Vi è una manifestazione in cui la libido narcisistica si trasforma continuamente in libido oggettuale e viceversa, ed è per questi aspetti che Freud dichiara l’esistenza di un primario e normale narcisismo in ogni essere umano, indispensabile anche per le relazioni oggettuali successive. (Mangini 2001). Il termine oggetto-sé, è stato studiato e coniato dagli psicologi del sé, per spiegare quel fenomeno in cui il bambino ricerca costanti relazioni di sostegno necessarie per vivere e soprattutto risposte empatiche ai propri bisogni che dovrebbero essere accolte e soddisfatte. Esperienze che da adulti potranno condurre ad un Sé maturo, se l’esperienza è stata positiva, viceversa se vi sono state ripetute ferite narcisistiche, questo tipo di personalità, può fare un uso delle persone oggetti-sé, per sentirsi rassicurata del proprio valore, attraverso l’ammirazione e l’approvazione.

    Il Narcisismo secondario si realizza attraverso un ritorno e un ripiegamento della libido sull’Io, che viene meno ai suoi investimenti oggettuali, che possono essere sia stati di grave regressione al Narcisismo primario, o eventi osservabili in alcune condizioni di vita, come una malattia organica. Possiamo affermare che la personalità narcisistica è considerata una manifestazione grandiosa che si realizza attraverso l’esibizionismo, il distacco, le fantasie di onnipotenza, la sopravvalutazione della propria creatività. In altre parole, un disturbo del sé.

    La psicoanalisi richiama l’attenzione ad altre importanti manifestazioni legate a difficoltà di base quali: l’identità e l’autostima, ma anche al fenomeno dell’invidia oltre ad altri fattori legati ai sentimenti di vergogna e al timore di essere svergognati, per essere considerati cattivi.

    Il narcisista è una persona debole, impotente di fronte a queste accuse.

    Da queste premesse cliniche ed empiriche nasce il presente lavoro di ricerca attraverso un’analisi clinica e un attenta evoluzione scientifica.

    Saranno analizzate le diverse funzioni che i genitori svolgono nella relazione genitore-figlio, ricordando che la prima esperienza di relazione da tener presente, riguardo ai bambini, ha luogo generalmente all’interno di un nucleo familiare composto dalla coppia genitoriale.

    Ricerche sull’infanzia del paziente affetto da disturbo narcisistico, e sulle posizioni seppur discordanti tra Kohut e Kernberg rispetto alle tematiche sulle relazioni precoci, utili ad uno sviluppo sano della personalità del bambino e in particolare alla relazione duale madre-bambino, come punto di riferimento affettivo ed emozionale per un equilibrio interno nella vita di un bambino che cresce. Il legame di attaccamento che si instaura sin dai primi mesi di vita influenzerà l’intero sviluppo del bambino, con conseguenze che si manifesteranno in seguito, e che da adulto influenzeranno il suo sviluppo fisico, emotivo, sociale e cognitivo, con ripercussioni inevitabili nelle relazioni che instaurerà nel corso della sua vita.

    La responsabilità del prendersi cura del bambino è un dato allarmante e deficitario e che mette in guardia sulle conseguenze le ripercussioni e i danni del bambino deprivato dalle carenze materne. La possibilità di cura della persona che soffre di disturbo narcisistico e le strategie d’intervento possiamo riscontrarle nelle tecniche psicoterapeutiche, con particolare attenzione alla psicoterapia psicoanalitica che pare sia ad oggi il mezzo di cura più efficace.

    La possibilità di comprendere gli aspetti legati ai modelli operativi interni che si sono costituiti nella relazione duale madre-figlio, nei primi anni di vita, è fondamentale, nel tentativo di individuare e diagnosticare il disturbo per tempo utilizzando uno strumento particolarmente e risalire ad un’eventuale carenza materna.

    Si tratta dell’Adult Attachment Interview, che valuta il tipo di attaccamento in età adulta come risultato di una relazione difficile e conflittuale, dal punto di vista relazionale e affettivo, in età infantile riferito al rapporto con la madre. Eventuali conseguenze si manifesteranno in seguito, da adulto come compromissioni nello sviluppo fisico, emotivo, sociale e cognitivo e ripercussioni inevitabili nelle relazioni che instaurerà nel corso della sua vita.

    I

    IL MITO DI NARCISO

    "Il narcisista ha un fascino naturale,

    come il gatto,

    che lo preserva a lungo

    da un giudizio negativo".

    Freud

    ¹"Un giorno il dio delle acque, rapì la bellissima ninfa Liriope di cui si era innamorato. Tra i due nacque un sentimento tenero e reciproco che portò alla nascita del loro

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