#alcairopiove
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Anteprima del libro
#alcairopiove - Fulvio Lacagnina
Indice
NOTA
Alexandria - Cecile Hotel suite 107
Cairo - Heliopolis
Cairo - Piazza Tahir
Cairo - bab al louk e altro
Kasr el Nile
Cairo el Ganzouri hospital
El Alamein
Cairo - Masakeen Sheraton
Viaggiare ( inciso )
Estern desert
Cairo - Corniche el Nil Ambasciata Italiana
Cairo - Zamalek
Heliopolis, - casa
Basata - mar rosso
Cairo - downtown
Cairo – Piramidi
Alexandria - corniche
Cairo - casa
al-Ittiḥādiyya
Cairo - Concord Salam
al-Ittiḥādiyya
Maǧazarat Rābiʿa (Rabaa)
Al cairo piove
RINGRAZIAMENTI
APPENDICE – FOTOGRAFIE
note biografiche sull’autore
grazie a tutti quei compagni di viaggio che mi hanno dato e cui sono riuscito a dare qualcosa
Il mio destino è vivere
balenando in burrasca
(cardarelli)
NOTA
ho ritenuto ripubblicare questo libro aggiungendo nuove parti ed una appendice di immagini riguardo i terribili fatti accaduti a:
Maǧazarat Rābiʿa (Rabaa)
Ho tratto dal web, le immagini perchè quando sono andato sul posto a vedere quanto era successo non sono riuscito ad essere emotivamente distante per scattare fotografie ero troppo stravolto da quello che vedevo. Alcune immagini sono forti ma necessarie a far comprendere la gravità di quanto accaduto.
il primo capitolo di questo libro è di fantasia. Tutto il resto è reale e racconta la mia testimonianza vissuta, senza alcuna pretesa di ricostruzione storica.
Alexandria - Cecile Hotel suite 107
Sono arrivato ad alexandria da poche ore dopo un lungo viaggio che da cape town mi ha riportato via terra in egitto attraversando da sud a nord tutta l’africa, un viaggio di circa diciottomilacinquecento kilometri, è stato volutamente un lento lungo viaggio via terra che mi è servito per prepararmi ad affrontare quello che potrebbe essere un altro passaggio da una vita a una nuova.
Sono le due del mattino e dalla finestra della suite che è di angolo sulla corniche, guardo la densa umanità che ancora affolla la strada e senza apparente meta in una cacofonia di rumori sfila a pochi metri sotto di me, taxi gialli e neri, auto di tutte le fogge, carrozzelle con cavalli smunti che scartano gli ostacoli su una strada troppo affollata, sull’altro lato del marciapiede che costeggia il mediterraneo una folla variopinta di uomini donne e bambini cammina in una lenta e gioiosa passeggiata, l’aria è fresca e un vento malizioso dal mediterraneo sgombra l’aria dai fumi delle auto e rinfresca i pensieri.
Manco dall’egitto da mesi e a parte una tappa di sosta a el gouna splendida quanto fasulla cittadina di vacanza progettata su un pezzo di deserto affacciato sul mar rosso e dopo tanto tempo torno a respirare l’aria, gli odori, gli umori veri di questo paese.
La mail che ho ricevuto mentre ero appena da un giorno a luderitz richiedeva un incontro per riprendere i contatti dopo un affannoso e tribolato addio con la mia vecchia company, avevo deciso di cambiare vita di dedicare il mio tempo a me stesso di tornare a gestire la mia vita di avere spazi umani fuori dagli schemi dei business plan dei terms sheet delle fredde magie dei numeri che affossano l’estro la fantasia la passione per realizzare in impresa che coinvolge uomini, emozioni, passioni, amore per la sfida, fantasia, insomma il cuore e non solo il cervello; situazioni che ti rubano l’anima e la vita e in cambio monetizzano pure male quello che niente ti può restituire, la vita la dignità la tua anima di uomo che vuole avere un’esistenza a trecentosessantagradi, che chiede a se stesso e a chi collabora con lui di appassionarsi a un’idea e non a un salario.
Domani mattina l’incontro con il mio ex capo, di sicuro qualcosa di quello che ho lasciato, nel tempo non ha avuto il ritorno che la company si attendeva, non m’interessa di come chi mi ha sostituito ha condotto le cose, sono dettagli che non mi riguardano, dopo il burrascoso addio questa richiamata non ha nemmeno il sapore di una rivincita, questi lunghi mesi di vita libera mi hanno restituito molto di quanto avevo perso, ma il sapore di una sfida è un gusto che amo ancora sentire, per cui con i tempi di un lento viaggio di rientro che mi consentisse di decantare quei vizi che una vita libera offre, voglio vedere cosa domani mattina la company mi proporrà.
Il mio animo malandrino la voglia di sfidare il mondo arde sempre nel mio cuore, quello che ho incontrato in questo lungo viaggio, la quiete ritrovata e le prospettive che mi possono offrire un ritorno mi aprono a uno spiraglio di vita nuova che sento di poter osare e affrontare con nuovi equilibri.
A siwa ho ritrovato ritmi ed equilibri insospettabili imparati sdraiato a terra con gli occhi piantati al cielo, un cielo che sembra di poter toccare con mano con lo stupore di un denso disegno di stelle in cui perdersi.
E così, carico d’immagini suoni e colori ripercorro frammenti del viaggio che mi ha portato a fare il giro dell’africa sulle due sponde per riportarmi infine sulla riva del mediterraneo, là in fondo guardando sempre diritto immagino san fruttuoso e le acque blu di punta chiappa, immagini di una serie di vite fa che lasciano nel cuore quel punto di nostalgia per emozioni passate, vissute senza rimpianti ma con la consapevole certezza che sono una sfaccettatura di quel diamante che mi piace pensare sia la mia vita.
A colazione l’incontro, non cerco alcun calore personale, si tratta solo di lavoro chiariti il ruolo, la mission, il salario è tutto, bonus e mbo mi trovano già distratto, non c’è bonus o mbo che mi spinge a dare quello che so dare, il massimo, la firma di un accordo avviene in un attimo. Mentre il capo si richiude nella sua camera in attesa di andare in aeroporto e rientrare nel più sicuro monferrato, scendo per strada, inizio la mia nuova vita con una camminata sulla corniche ed arrivato davanti alla biblioteca faccio una lunga telefonata a osvald, è contento sia tornato mi attende al cairo, ci vedremo stasera per cena.
Il treno mi riporta attraverso campagne verdi, assolate e immobili anche nel tempo, solo qualche gruppo di ragazzini anima il paesaggio con tuffi nei canali o rincorrendo scalzi un pallone in spiazzi terrosi. Avvicinandomi al cairo mi sporgo dal finestrino a veder sfilare la città che si fa sempre più densa, un’umanità trasudante fatica si affanna tutto intorno, il tratto prima dell’arrivo a ramses attraversa un terreno con ruderi industriali e binari inutilizzati mangiati da rifiuti e secche erbacce, la stazione ha lavori in corso che rendono l’aria ancor più densa e polverosa, pacioso e sorridente osvald mi attende all’inizio della piattaforma.
Scambiamo una stretta di mano una pacca sulle spalle, uno sguardo l’un l’altro per cercare i cambiamenti, evidenti i miei, e poi via in auto per entrare scivolando nel traffico come acqua in un tombino otturato.
Osvald è un metodico. Lo conosco bene, abitudinario non va oltre le sicurezze dei posti che frequenta, quindi fuori a cena da ristorante cinese pekin vicino a triumph, birra di giovedì notte al marriot, piscina al concord il week end, raramente giornata al mare a ein sockna, semplicemente ripetitivo e soddisfatto della sua routine, quindi cena da pekin che fortunatamente serve vino e mentre lui sorseggia birra e seven up gli racconto brevemente i mesi che sono stato via e il motivo del mio rientro, lui non ha novità di rilievo, lui ha le solite difficoltà di relazione in ufficio ma chi non le ha?
Mi ospita a casa sua a dormire, dopo le chiacchiere mi attende una lunghissima notte passata per lo più alla finestra, il cielo è blu come solo può esserlo qui e stampata in cielo una luna piena che sembra persino finta.
Cairo - Heliopolis
Il traffico come sempre intasato mi permette un lungo sguardo sul baron palace, costruito nello stile di un tempio di angkor, viene illuminato di notte da fari gialli che gli danno un’aria tra il misterioso e il fantastico.
Decido che dovrò entrarci e scoprire tutto quello che si nasconde all’interno, per passare la recinzione immagino ci sia lo stesso varco violato il mio primo periodo vissuto qui, entrato una mattina all’alba sono rimasto rapito dalle linee ardite dell’intreccio delle scale quasi una spirale barocca a sorreggere un’estrosa costruzione piantata in un prato sorprendentemente verde.
Circondata da un traffico impazzito ventiquattro ore al giorno. Voglio percorrere i vari piani e immaginare lo splendore di quei locali, affacciarmi a un balcone e guardare diritto nel tempo in cui è stato costruito il millenovecentocinque, cairo, un visionario barone belga costruisce heliopolis città satellite del cairo e