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Sotto il segno di Ecate
Sotto il segno di Ecate
Sotto il segno di Ecate
E-book41 pagine30 minuti

Sotto il segno di Ecate

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Info su questo ebook

La dea Ecate è una guida dell’anima nell’aldilà, signora dei confini tra civiltà e terre selvagge, tra luce e buio, tra mondo dei vivi e mondo dei morti. Ecate si sposta, la sua dimora è il ponte sottile di luce bianca della Luna che sta per scomparire. Come la Luna, Ecate cambia volto e a volte scompare. Depositaria del sapere erboristico, dea delle pozioni magiche, dei farmaci e dei veleni è l’unica dea, oltre a Zeus, il cui potere si estende sui tre regni – terra, mare e cielo – e a poter realizzare i desideri degli uomini o a negarne la realizzazione. Una dea immensa, oscura e misteriosa. Protettrice delle strade, degli incroci e dei cani.
Mina, aspirante giornalista, potrebbe scrivere su di lei un articolo interessante magari in occasione della notte di san Giovanni tradizionalmente dedicata alle Streghe. Se fosse riuscita a farsi assumere da qualche testata. Invece Mina non ce l’ha fatta. Così si è arresa facendosi risucchiare da una spirale di autodistruzione. Una sera qualsiasi, mentre esce dal solito bar in cui annega la sua solitudine nell’alcool, assiste al pestaggio di un cucciolo di cane da parte di tre ragazzi esaltati. Qualcosa la spinge a non fare finta di non vedere, a reagire, almeno questa volta. A qualsiasi prezzo.
Il suo gesto non sfugge allo sguardo di Ecate che, rivelandosi ai suoi occhi increduli, le affida una missione e due improbabili colleghi: il cucciolo e un detective privato stile Humphrey Bogart.
Se è vero che non si può sfuggire alla vendetta degli dei, talvolta l’essere umano, anche il più apparentemente bieco, mostra fragilità e sentimenti che pesano sulla misura della sua punizione. Perché ognuno di noi ha o dovrebbe avere il diritto a una seconda occasione. A Ecate, l’ardua decisione…
Romanzo breve appassionante, calibratissimo, capace di leggere nelle sfumature dell’anima.
LinguaItaliano
Data di uscita1 giu 2019
ISBN9788832924718
Sotto il segno di Ecate

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    Anteprima del libro

    Sotto il segno di Ecate - Delia Giovannini

    caduta.

    1

    Per l’ennesima volta riusciva a vedere l’arpa disegnata sul cartoncino che il pub usava come sottobicchiere, questo significava soltanto che aveva finito il suo drink, di nuovo.

    Non ricordava neanche più quando Jack era diventato il suo migliore amico, beh in realtà non c’era solo lui, c’erano anche Gin, Jim, J&B e tutti gli altri.

    Le persone che frequentavano il pub assiduamente erano diventati quasi la sua famiglia, non si parlavano mai fra loro ma ognuno, quando attaccava il primo drink, guardava gli altri con uno sguardo carico di rassegnazione certo di trovare comprensione nell’interlocutore.

    Mina aveva anche smesso di fare al barista la sua ordinazione, si sedeva sullo stesso sgabello tutte le sere e l’uomo si avvicinava al suo lato del bancone con il bicchiere già pronto.

    Ormai non provava neanche più a dissuaderla verso il quarto bicchiere, si limitava a fissarla e scuotere la testa, lei, di contro, non lo guardava neanche più, non sopportava quel suo cenno di testa, era quella mossa che la portava sempre a raggiungere e superare il sesto.

    Finita la serata scivolava dallo sgabello per avviarsi verso l’uscita e vagare un po’ prima di raggiungere il suo appartamento.

    Aveva lasciato la casa paterna, dopo che suo padre era stato incarcerato per aver ucciso sua madre di botte; carica di sogni e speranze, era convinta che la grande città avrebbe steso un tappeto rosso al destino, che l’avrebbe portata al coronamento della sua carriera di giornalista e, come nei film, svoltato l’angolo, avrebbe trovato l’uomo della sua vita e anche lei, finalmente, avrebbe avuto una vita felice e normale.

    Beh, svoltato l’angolo, appena scesa dal pullman, aveva trovato un uomo, ma quel bastardo non le aveva rubato il cuore, bensì la borsa con i soldi non prima però di averla pestata fino a farle perdere i sensi, maledetto! Tuttavia, ancora ottimista, si era detta fortunata poiché la sua commozione cerebrale venne classificata lieve al pronto soccorso dove l’avevano portata.

    Dopo quel giorno aveva iniziato la ricerca ma piano piano non aveva fatto altro che perdere se stessa oltre che la speranza.

    Ogni sera, davanti a quel bicchiere, ogni volta che vedeva la stramaledetta arpa della nota marca di birra su quel sottobicchiere, perdeva un po’ di sé... aveva smarrito il suo sorriso e alla fine anche la voglia di lottare e stava diventando una maledetta alcolizzata come suo padre.

    Anche quella sera uscì dal locale fumoso con le spalle un po’ più ricurve, l’alcool ottenebrava la sua mente ed era il

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