Il dado è tratto: Colpi nel buio ep. #7

Di Quelli di ZEd

Episodio #7 di 8

Bianca non deve dire addio solo a suo padre che è stato appena sepolto, deve lasciare andare anche suo fratello, che senza dare spiegazioni e chiudendosi in un silenzio siderale, parte per Berlino lasciandola sola, con una madre troppo fragile che avvizzisce rapidamente a causa del forte dolore. Il tempo scorre e Bianca cerca conforto nell'amica Mari e in Nicolas, conosciuto pochi mesi prima, ma al quale sente di essere legata nonostante percepisca attorno a lui la presenza di ombre oscure. Il freddo invernale si quieta, il male persiste. Bianca viene travolta dal suicidio di sua madre e mentre brancola alla ricerca di un appiglio per non scivolare nella palude della depressione, un gioco perverso e crudele inizia a sua insaputa.
Lei è la preda, i segugi sono sulle sue tracce. Gettata in pasto ad una realtà sotterranea che paga per sfamare i propri capricci morbosi, scoprirà che le sue fragilità hanno ossa forti e che l'istinto di sopravvivenza vive anche dentro di lei.
Dovrà imparare in fretta, proprio come un'animale braccato, a fuggire, nascondersi e sopratutto a capire di chi può ancora fidarsi.

L'episodio #8 (conclusivo) è già disponibile.

• Lingua: Italiano
• Editore: Quelli di ZEd
• Data di uscita: 3 feb 2014

Quelli di ZEd

Quelli di ZEd è il Gruppo composto dallo Staff, dagli Autori, dai Collaboratori e dai Lettori delle edizioni Zerounoundici. Quelli di ZEd comprende numerose iniziative, fra le quali: ZEd Lab: un laboratorio creativo mondiale per la collaborazione a progetti comuni di scrittori, traduttori e fumettisti di tutto il mondo. ZEd Mundi: un particolare Gioco di Ruolo basato sulla scrittura e sui fumetti, con interazione collettiva in qualunque lingua.

Anteprima del libro

Serena Aronica

Colpi nel buio

episodio #7 di 8

Il dado è tratto

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Collana "A piccole dosi"

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Colpi nel buio #7 - Il dado è tratto

Copyright © 2013 Zerounoundici Edizioni

ISBN: 978-88-6307-691-2

Copertina: Immagine di copertina a cura di

Adriano Cerroni ed Emiliano Giuliante

Questo romanzo è opera di fantasia, ogni riferimento a fatti o personaggi è da ritenersi puramente casuale.

CAPITOLO XIV

La macchina in movimento, la strada serpeggiante, dolci colline baciate dalla luce morente del giorno, le sue dita tremanti che cercavano di accendere una sigaretta.

Non sapeva dove andare, non sapeva cosa fare, incapace di afferrare il senso di quello che le stava piovendo addosso, impotente e ossessionata dal pensiero di suo fratello rinchiuso chissà dove, scappava senza un motivo, senza una meta.

La vide solo all’ultimo momento, sterzò bruscamente mentre quegli occhi abbaglianti rimanevano inchiodati su di lei, riuscì a evitarla per un soffio, poi inchiodò, prima di finire nella cunetta dall’altro lato della strada; riprese fiato mentre guardava nello specchietto retrovisore, era lì, immobile sul ciglio della strada, fulva e snella, agitò la coda vaporosa poi con un balzo sparì nella vegetazione, una volpe, disse a sé stessa, e campanelli cristallini suonarono nella sua mente.

Riprese a muoversi, desiderando ardentemente di riavere indietro la sua vita, pregando quel Dio silente di aiutarla, invocando sua madre, gridando nel piccolo abitacolo fin quando non sentì la gola andarle a fuoco, tossì rumorosamente mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Sentiva il peso dell’inutilità di quello sfogo e mentre altre macchine la superavano battendo sul clacson verso una casa che li attendeva, lei assaporava il gusto amaro dell’essere una fuggitiva.

Il cellulare riprese a vibrare.

Bianca sobbalzò nel sentirlo, ormai era letteralmente un fascio di nervi tesi, lo prese, sentendo il suo cuore battere come un forsennato per l’apprensione, ma non poteva evitarlo, lui avrebbe richiamato e lei sospettava che non rispondergli sarebbe stata una pessima idea.

Rispose trattenendo il respiro, ma la voce che udì non era quella artefatta che l’aveva spinta fuori dal comando della polizia, ma quella di Nicolas.

«Bianca dove cazzo sei?» le urlò nell’orecchio evidentemente agitato.

Per un istante fu indecisa se incontrarlo o no, cominciava a nutrire dubbi su tutto quello che la circondava, poi sperando che il suo sesto senso femminile non fosse solo una mera stronzata, decise di ascoltarlo.

«Sono in macchina... io... non so dove andare» gli rispose senza riuscire ad aggiungere di più.

«Ascolta, facciamo così,