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Mondo senza storia? L'informazione digitale è volatile: essa può far scomparire la nostra cultura ma la sua conservazione può salvarci
Mondo senza storia? L'informazione digitale è volatile: essa può far scomparire la nostra cultura ma la sua conservazione può salvarci
Mondo senza storia? L'informazione digitale è volatile: essa può far scomparire la nostra cultura ma la sua conservazione può salvarci
E-book511 pagine5 ore

Mondo senza storia? L'informazione digitale è volatile: essa può far scomparire la nostra cultura ma la sua conservazione può salvarci

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Info su questo ebook

Alla metà del XX secolo iniziò la rivoluzione digitale con l'introduzione dei primi calcolatori elettronici, i quali prima vennero introdotti nelle aziende e negli organismi statali, poi si diffusero prepotentemente nelle abitazioni private come Personal Computer; in seguito tutti questi elaboratori vennero collegati tra di loro con una rete di telecomunicazione globale denominata Internet, la quale ebbe una diffusione massiccia alla fine del secolo diventando la spina dorsale della circolazione mondiale delle informazioni. All'inizio del XXI secolo la rivoluzione digitale era completata e le informazioni di qualsiasi tipo (testi, immagini,filmati e trasmissioni TV, musiche e canzoni, pagine WEB) erano ormai registrate e diffuse in formato digitale anziché su supporto tradizionale (carta, pellicola, nastro magnetico), con un cambiamento che investì tutte le attività umane di qualsiasi tipo, sia collettivo che individuale.

Mentre lo sviluppo della tecnologia digitale continuava a ritmo accelerato iniziò a presentarsi il problema della conservazione delle informazioni, precedentemente affidato soprattutto alla stampa su carta ed oramai in fase di abbandono: le precedenti registrazioni stampate venivano sempre più trasformate in formato digitale e le nuove informazioni erano generate direttamente in forma elettronica.

Ma mentre un libro od una lettera potevano essere letti direttamente anche secoli dopo la loro scrittura, le informazioni digitali hanno vita breve a causa dello stesso sviluppo tecnologico, che rende rapidamente obsoleta qualsiasi registrazione mutandone irreversibilmente sia l'hardware che il software di lettura; altre registrazioni sono poi volatili per loro stessa natura, come le email o le pagine WEB, pur potendo ospitare delle informazioni che potrebbero essere di valore in futuro.

Inoltre le registrazioni digitali sono effettuate in una grande varietà di formati diversi, a volte tra loro incompatibili o soggetti essi stessi ad obsolescenza, complicando così inutilmente il compito della preservazione del loro contenuto.

Gran parte della cultura umana, gradualmente riversata in forma elettronica, è oggi minacciata, e rischiamo così di consegnare ai posteri un mondo senza storia: questo libro descrive la situazione attuale e ciò che si cerca di fare per rimediare al pericolo.
LinguaItaliano
Data di uscita4 lug 2019
ISBN9788831629669
Mondo senza storia? L'informazione digitale è volatile: essa può far scomparire la nostra cultura ma la sua conservazione può salvarci

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    Anteprima del libro

    Mondo senza storia? L'informazione digitale è volatile - Stefano Cariolato

    Roberta

    PREFAZIONE

    Verso la metà del ventesimo secolo la rivoluzione digitale iniziò con l'introduzione dei primi elaboratori elettronici,  impiegati dapprima nelle aziende e negli organismi statali, poi ampiamente diffusi nelle abitazioni private come personal computer; in seguito tutti questi computer sono stati collegati tra loro da una rete di telecomunicazioni globale chiamata Internet, che ha avuto un enorme sviluppo alla fine del secolo diventando la spina dorsale della circolazione mondiale delle informazioni.

    All'inizio del 21° secolo la rivoluzione digitale è stata completata e le informazioni di qualsiasi tipo (testi, immagini, videoclip e trasmissioni TV, musica e canzoni, pagine WEB) sono ora registrate e diffuse in formato digitale piuttosto che con un supporto tradizionale (carta, pellicola, nastro magnetico), con un cambiamento che ha coinvolto tutte le attività umane di qualsiasi tipo, sia collettive che individuali.

    Mentre lo sviluppo della tecnologia digitale prosegue ad un ritmo accelerato, nasce il problema della conservazione delle informazioni, in precedenza principalmente affidata alla stampa su carta ora in fase di abbandono: i documenti stampati vengono sempre più trasformati in formato digitale perché più pratico e le nuove informazioni vengono generate direttamente in forma elettronica. Ma mentre un libro o una lettera possono essere immediatamente letti anche secoli dopo la loro scrittura se il supporto cartaceo ha resistito al tempo, le informazioni digitali hanno comunque una vita breve, anche in mancanza del deterioramento del supporto utilizzato, a causa dello stesso sviluppo tecnologico, che rende rapidamente obsoleta qualsiasi registrazione mutando irreversibilmente sia l'hardware che il software di lettura; altre registrazioni sono inoltre volatili per la loro stessa natura, come le e-mail o le pagine WEB, anche se possono ospitare informazioni che potrebbero avere valore in futuro.

    Per di più, le registrazioni digitali sono eseguite in una grande varietà di formati diversi, a volte incompatibili tra loro o soggetti essi stessi ad obsolescenza e abbandono, complicando così inutilmente il compito di preservarne il contenuto.

    Per essere ancora più chiari, supponiamo di distinguere la cultura in due parti distinte:

    - Cultura attuale, ovvero quell'insieme di dati e nozioni abitualmente e comunemente utilizzate nelle attività umane quotidiane in tutti gli ambiti d'attività; questo insieme fino a ieri era normalmente contenuto in formato tradizionale (carta, film, vinile, ecc.) ed oggi anche in formato digitale, e poiché esso è largamente utilizzato è anche adeguatamente manutenuto e continuamente riprodotto in copia. 

    Questo processo di preservazione culturale continua sarà attivo anche nel futuro, proprio perché continuerà ad essere un patrimonio utlizzato sia in ambito scientifico-tecnologico che di produzione di beni e servizi, anche se domani sarà prevalentemente disponibile in formato digitale e sarà ovviamente costituito dai dati e dalle nozioni future.  

    Tipi di supporto e dispositivi di lettura saranno quelli proposti dallo sviluppo tecnologico del tempo ed adeguatamente prodotti dall'industria, in modo tale da mantenere sempre intatta la cultura attuale di ogni periodo storico.  

    - Cultura storica, cioè l'insieme dei dati e delle nozioni non comprese nella cultura attuale di ogni periodo perché non più o solo raramente consultate, come ad esempio buona parte della storia, letteratura, poesia, musica, documentazioni scientifiche, giornalistiche, aziendali o istituzionali del passato, oltre a tutte le nozioni ed i dati che si riferiscono a tecnologie obsolete e non più utilizzate. Si obbietterà che ciò è sempre accaduto, il mondo si muove sulla cresta di un'onda culturale lasciandosi alle spalle ciò che non serve più. A chi interessa il romanzo scritto nel settecento da un oscuro autore poco letto anche nel suo tempo ? Anche Don Abbondio si chiedeva chi era costui ? a proposito di Carneade di Cirene. 

    Esiste però una grossa differenza, in quanto le informazioni sul passato esistono ancora, prevalentemente su supporto cartaceo direttamente leggibile, e sono gelosamente custodite nelle biblioteche pubbliche e private di tutto il mondo o anche nelle abitazioni; aggiungiamo inoltre le informazioni su microfilm degli archivi dei quotidiani, i film su pellicola e le composizioni musicali su vinile o nastro, anche se esse necessitano di opportuni dispositivi di lettura, ciò che le avvicina alle registrazioni digitali ed alle problematiche che si intende trattare.

    Se non si troverà il modo e la volontà di preservare il contenuto dei documenti digitali, analogamente a quanto fatto in passato con i documenti cartacei, gradualmente la cultura storica lasciata in ogni periodo ai discendenti diminuirà fino a scomparire. Una storia senza futuro creerebbe un futuro senza storia.

    Normalmente non siamo molto preoccupati delle condizioni in cui vivranno i nostri discendenti, figli a parte, e pertanto questo tipo di problemi non è destinato a mobilitare l'opinione pubblica e conseguentemente i politici, ma dovremmo ricordarci che non abbiamo dovuto inventare la ruota perché altri lo avevano fatto prima di noi; se siamo grati di questo allora possiamo percepire il dovere che abbiamo di lasciare il massimo alle future generazioni, che hanno il diritto di ereditare il risultato della nostra vita e di tutte quelle precedenti.

    Tutta la cultura umana, gradualmente riversata in forma elettronica, potrebbe quindi svanire, rischiando di consegnare ai posteri un mondo senza storia del suo passato: questo libro descrive la situazione attuale e ciò che si cerca di fare per porre rimedio al pericolo. Il futuro ci riserverà grandi problemi e grandi sfide, che come al solito verranno affrontate quando si manifesteranno pienamente; il problema che sarà rappresentato dalla conservazione documentale però sarà uno la cui soluzione si trova nel passato, cioé oggi. Il nostro futuro dipende da ciò che scegliamo di fare ora.

    Il lettore si renderà conto rapidamente che, mentre la banale e succinta esposizione del problema è perfettamente ed agevolmente comprensibile, l'approfondimento e la disamina tecnica di questa tematica lo sono molto meno, anche a causa della confusione e della diffusa inerzia esistenti al riguardo, che generano una congerie di iniziative scollegate tra di loro e sovente transitorie.

    Per  questo motivo e per comodità di lettura il volume possiede tre livelli di lettura:

    - l'introduzione di ogni capitolo, che ne riassume il contenuto in forma sintetica e panoramica

    - i paragrafi seguenti che esaminano in dettaglio i vari temi trattati

    - le appendici tecniche, che approfondiscono ulteriormente gli aspetti tecnologici e scientifici coinvolti e richiedono pertanto una conoscenza di base dell'informatica e delle scienze coinvolte.

    Ogni persona interessata potrà quindi modulare la lettura secondo il proprio interesse e cultura tecnica, eventualmente dedicando una prima panoramica al livello più generale per poi approfondire i vari temi trattati e verificarne i diversi aspetti tecnici.

    Un'ultima annotazione: se terminerete la lettura preoccupati e confusi sarà perché questo libro ha perfettamente raggiunto il suo scopo, quello di suonare un campanello d'allarme.

    INTRODUZIONE

    Fin dalle epoche preistoriche l'uomo ha lasciato dei segni del suo mondo, della sua cultura e della sua storia, dapprima in forma ingenua e grafica con le pitture rupestri nelle grotte che abitava o con graffiti incisi nella roccia come nell'Acacus, rappresentanti fondamentalmente l'ambiente in cui egli viveva e le sue attività. Successivamente, con l'invenzione della scrittura, la capacità umana di registrare e scambiare informazioni ebbe uno straordinario sviluppo, e pur essendo destinata in origine all'espletamento di attività di governo o di commercio del tempo, essa consente oggi di conoscere i tratti culturali principali di antiche civiltà e di ricostruirne le vicende storiche.

    Disegni di leoni dalla grotta di Chauvet nella Francia meridionale databili al periodo Aurignaciano (30.000 anni fa)

    Ovviamente ciò è possibile a patto che queste antiche registrazioni vengano ritrovate e siano ancora leggibili, fatto che dipende sia dalla fortuna e dalla pazienza degli archeologi che dalla natura e resistenza del supporto utilizzato allo scopo.

    Nine mile canyon, Hunters Petroglyph Panel

    Petroglifo di una giraffa, nel Tradart Acacus, Fezzan, Libia

    In effetti, l'informazione ha sempre due aspetti distinti, cioè il suo significato astratto e la corrispondente materializzazione su un supporto leggibile. Essa non può essere comunicata senza la sua materializzazione in una qualsiasi forma fisica.

    A partire dai graffiti paleolitici incisi nelle caverne, seguiti da iscrizioni sulle rocce, scritte cuneiformi su tavolette di argilla, testi su pergamena o seta e rotoli di papiro, per terminare con la carta, sempre abbiamo registrato le informazioni di cui abbiamo bisogno in una forma persistente immediatamente leggibile da un essere umano che conoscesse quella forma di scrittura. 

    Scrittura cuneiforme

    Stele di Rosetta

    Scrittura su papiro

    Lapide di Bescanuova, scritta in glagolitico croato, intorno al 1100, isola di Veglia

    Salterio miniato su pergamena

    La disponibilità di tali informazioni al passare del tempo dipendeva dalla relativa durabilità del supporto utilizzato, con un massimo di decine di migliaia di anni per i graffiti, diminuendo con i cambiamenti avvenuti per i supporti uitlizzati e finendo con un minimo per la scrittura su carta. 

    Per mantenere la disponibilità delle informazioni abbiamo adottato anche il metodo di copiare e diffondere il contenuto da conservare per diminuire l'impatto di eventi casuali e distruttivi del testo interessato. Dobbiamo proprio alla straordinaria durata dei supporti antichi ed alla attività di copia dei monaci la sopravvivenza, attraverso il medioevo, di gran parte della cultura sia dell'epoca che precedente: l'autore è rimasto folgorato vedendo ad esempio nella biblioteca dell'Abbazia di Novacella una pergamena perfettamente conservata recante il sigillo di Federico Barbarossa. 

    Pergamena di Federico Barbarossa

    L'obsolescenza delle informazioni coincideva quindi con la durata stessa del supporto, ovviamente oltre alla comprensibilità del linguaggio.

    Ora la tecnologia ci ha dato quello che viene comunemente chiamato supporto digitale (memorie  magnetiche, ottiche od allo stato solido), il cui uso è molto più pratico e veloce di quello su carta e consente sia ricerche rapide che copie immediate dei contenuti.

    Ma con un difetto, il contenuto informativo non è più immediatamente leggibile senza un dispositivo appropriato e un software di lettura. 

    Laptop

    La disponibilità e l'usabilità di questi dispositivi e software hanno quindi un impatto sulla persistenza e leggibilità delle informazioni, introducendo così un altro fattore di obsolescenza che dobbiamo considerare.

    Mentre il supporto elettromagnetico durante la comunicazione via radio, tv, trasmissioni Internet è per definizione temporaneo, altri tipi di supporto permanente consentono durata e la leggibilità nel tempo. Occorre pertanto porsi il problema di come conservare queste informazioni per preservarne il contenuto e renderlo disponibile con continuità anche in futuro. La conservazione digitale è quindi la gestione attiva dei contenuti digitali nel tempo per garantire un accesso continuativo ad essi.

    Nel 2016 Vint Cerf, che ha creato internet dalle sue radici con DARPA, si è detto profondamente preoccupato per la testimonianza che lasceremo alle generazioni future sul nostro tempo. Se tra cent'anni il quadro digitale della nostra società non sarà accessibile, saremo un enigma per il XXII secolo, ha avvertito Cerf, sono molto preoccupato che i contenuti digitali saranno sempre meno accessibili, non perché noi non riusciremo a trovare i bit, ma perché non sapremo cosa significano.

    La conservazione digitale è nata in un lungo super-ciclo economico, così lungo e così grande che gli economisti di talento si sono congratulati per un boom senza fine. Si sbagliavano, poichè una profonda crisi economica eruppe improvvisamente.

    La conservazione digitale non è stata immune dal caos conseguente. Normalmente è difficile convincere qualcuno a investire nei dati, ma ci vuole un po 'di coraggio per chiedere un investimento in qualcosa di così esotico come la conservazione di lungo periodo dei dati. Prendiamo ad esempio il blocco generalizzato delle assunzioni e i licenziamenti per ridondanza che hanno seguito la crisi bancaria. Anziché assumere novizi con nuove e appassionate competenze digitali, in circa 18 mesi i datori di lavoro nei settori pubblico e privato hanno iniziato a perdere molte migliaia di archivisti, conservatori e bibliotecari. Il normale ciclo di occupazione si è bloccato e così, invece di reclutare nuove risorse, la generazione di archivisti digitali riassunta è stata in molti casi selezionata dal pool dei disoccupati. Purtroppo i progetti principali nel campo della conservazione digitale hanno sofferto esattamente nel momento in cui essi erano più necessari, una conseguenza strana e imprevedibile dell'austerità. Gli attuali problemi della preservazione digitale non riguardano soltanto i volumi di dati e i carichi di lavoro, ma dipendono anche evidentemente dalla disponibilità di risorse economiche, da destinare ad un obiettivo poco sentito dall'opinione pubblica e quindi anche dai politici che la assecondano per intercettarne il consenso.

    1   I DOCUMENTI DIGITALI

    D'ora in avanti nell'esposizione verrà utilizzata la definizione estesa di documento, intendendo qualsiasi forma di informazione registrata su di un qualsiasi supporto fisico.

    I documenti digitali, indipendentemente dal loro specifico contenuto (testi, immagini, filmati, musica, ecc.) sono ormai divenuti il nuovo standard di registrazione: infatti la maggior parte dei nuovi documenti prodotti viene direttamente registrata in forma digitale (file di testo, formati immagine e tv, pagine WEB, formati musicali) e nella maggior parte delle organizzazioni, sia private che pubbliche, è in corso la digitalizzazione dei documenti cartacei.

    Tutto ciò porta in primo piano il problema della conservazione ed archiviazione di questi documenti, la cui consultazione dipende forzatamente dalla disponibilità di hardware e software adeguati alla loro visualizzazione ed ascolto. Se ciò non è possibile allora il contenuto documentale è virtualmente perso, fatto che viene definito obsolescenza digitale, la quale va ad aggiungersi alla possibile obsolescenza materiale del supporto fisico (parziale distruzione) ed alla obsolescenza immateriale dovuta alla incapacità di comprensione (linguaggio ormai abbandonato o sconosciuto). 

    Con il termine obsolescenza digitale si fa quindi riferimento alla possibilità di perdere le informazioni affidate a una risorsa digitale, poiché quest’ultima non risulta più leggibile per una serie di motivi:

    Obsolescenza Hardware

    Quando da una innovazione tecnologica consegue la sostituzione di un tipo di supporto con un altro più efficiente (es. musicassetta >> CD >> memoria allo stato solido) l'industria cessa di produrre il relativo lettore, che di conseguenza diviene sempre più raro ed alla fine scompare del tutto.

    L'Hardware di visualizzazione diventa quindi indisponibile per la scomparsa dalla produzione del lettore, come ad esempio accaduto per i Floppy Disk da 8" ed i suoi lettori, oramai introvabili, oppure per la sostituzione delle musicassette con i CD musicali prima ed oggi per la  sostituzione dei lettori di CD con lettori di memorie flash nelle apparecchiature d'ascolto. Oltre a ciò, sono soggetti a rapidissima obsolescenza anche gli hardware d’archiviazione e quelli a supporto dei software per la lettura dei dati conservati.

    Obsolescenza Software

    Affidare i documenti da conservare nel lungo periodo a un software proprietario (si pensi a un banale file Microsoft Word), lega la fruizione dei dati conservati alle sorti del software stesso e dell’interoperabilità tra le versioni, spesso assente per motivi marketing: infatti se la nuova versione del software non è pienamente compatibile con la precedente il cliente sarà costretto alla sostituzione per mantenersi aggiornato, con beneficio per le vendite del produttore ma problemi di accesso ai vecchi documenti da parte dell'utente. Un altro esempio di obsolescenza software è ad esempio l'abbandono di un particolare formato di registrazione e la conseguente indisponibilità di programmi in grado di decifrarne direttamente il contenuto, come ad esempio i fogli elettronici Visicalc oggi leggibili solo con l'uso di un emulatore.

    A titolo d'esempio sono di seguito riportate due immagini, la prima rappresenta il contenuto effettivo di un file di testo Microsoft Word, la seconda la sua corretta visualizzazione mediante il programma.

    Contenuto digitale file doc

    Visualizzazione file doc

    Cosa potremmo capire del testo in mancanza del programma apposito ? Nulla.

    Per questi motivi una conservazione documentale digitale deve avvenire con tecniche specifiche e utilizzando formati che non soffrono l’obsolescenza digitale o alla quale si può facilmente porre rimedio.

    Da questo punto di vista i tipi di documentazione digitale possono suddividersi in:

    1 Documenti prodotti con programmi ed in formati proprietari, il cui destino sia in termini di permanenza che di compatibilità dipende interamente dalle politiche di vendita di un singolo produttore. Essi corrispondono ad alcuni dei più duraturi e famosi software presenti sul mercato. Due dei più diffusi problemi che essi presentano sono:

    -  la mancanza di specifiche pubbliche che ne descrivano dettagliatamente struttura e formati, il che impedisce di ricostruire in futuro il contenuto del documento nel caso che il produttore abbia abbandonato il prodotto con il quale è stato scritto, 

    -  il fatto che spesso le successive versioni di questi programmi non garantiscono la compatibilità nei confronti dei documenti prodotti con una loro versione precedente (retrocompatibilità). Essi tendono infatti ad evolversi rapidamente ed a essere declinati in numerose versioni per i diversi ambienti informatici, con una retrocompatibilità volutamente limitata.

    2 Documenti prodotti con programmi ed in formati proprietari ma dotati di specifiche pubbliche,  che consentano ad altri fornitori od organizzazioni di sviluppare software in grado di utilizzarli.

    3 Documenti registrati utilizzando formati con specifiche standard aperte, come quelle degli organismi internazionali di standardizzazione (ISO), la cui adozione da parte di utenti e produttori è di fatto ostacolata dalle esigenze di protezione del mercato da parte delle grandi aziende ed anche dagli Stati, per motivi di sicurezza, nel caso di documentazioni sensibili.

    La conservazione digitale dei documenti dovrà quindi tenere conto di queste considerazioni per preservarne il contenuto nel tempo indipendentemente dagli inevitabili sviluppi tecnologici e di mercato. Maggiori informazioni sono contenute nel paragrafo Generalità sulla preservazione nell'appendice al capitolo.

    Digitalizzazione documentale

    Consiste nella registrazione di un documento cartaceo su supporto digitale: questa trasformazione è attualmente in corso in molte aziende ed organismi pubblici, sia per allineare gli archivi storici alle nuove informazioni generate direttamente in formato digitale, sia per poter estendere la sua maggiore funzionalità, in termini di ricerca e copia, anche ai documenti a suo tempo registrati su carta. La digitalizzazione è inoltre una pratica che apre enormi possibilità alla ricerca storica, come l’analisi testuale quantitativa automatizzata (l’ormai famoso text mining), o l’integrazione dei cataloghi archivistici e bibliotecari in un unico standard.

    Tali archivi possono essere proprietari oppure pubblici, locali o registrati su siti esterni (cloud). Questi ultimi in particolare riscontrano un particolare successo, in quanto sono immediatamente disponibili via web - favorendo così l'utilizzo di apparecchiature mobili - ed esonerano il cliente dall'acquisto, gestione e manutenzione di importanti e costose risorse informatiche, risultando così interessanti sia per gli utenti privati che per le aziende. Possono essere di tre tipi, pubblici, privati o ibridi, vale a dire che possono essere gestiti da terze parti esterne che offrono un servizio, oppure dipendenti dalla medesima azienda che li utilizza risparmiando la costosa dispersione di risorse negli uffici, o infine con una struttura mista secondo il tipo di documento interessato. Anche per essi si pone, almeno in parte, il problema della conservazione documentale, ma non sembra che esso sia considerato un elemento di rilievo accanto agli altri che concorrono a determinare sicurezza, efficienza e costi operativi. 

    Nella maggior parte dei casi le vecchie copie cartacee vengono distrutte, e se le nuove registrazioni non verranno opportunamente conservate e rese leggibili con continuità, i relativi contenuti saranno completamente persi. La digitalizzazione con il tempo sarà quindi completa ed i documenti cartacei scompariranno ovunque, tranne che nelle biblioteche e nelle abitazioni private.

    Anche gli Stati intervengono in questo processo, con opportune leggi tendenti a regolamentare e preservare i contenuti digitali, sia quelli propri sia le documentazioni private riguardanti i rapporti con l'Amministrazione Pubblica (es. documenti fiscali). Ma non tutti gli Stati si fidano però di questa profonda trasformazione, e con una caparbietà che può sembrare antistorica, continuano a conservare i documenti più importanti, sia sotto l'aspetto legislativo che storico, su supporti a lunghissima durata, come la pergamena. La Gran Bretagna infatti continua a registrare e conservare le sue leggi su pergamena di vitello o di capra, sia in omaggio ad una lunga tradizione sia come testimonianza della diffidenza esistente rispetto alle nuove tecnologie. La pergamena ha dimostrato di durare secoli, ed ancora oggi esistono copie della Magna Carta, come la Brudenell,  scritte nel 1297. Nella Victoria Tower del palazzo di Westminster vengono ancor'oggi conservati in un vasto deposito i rotoli di pergamena delle leggi inglesi, sia antiche che attuali, come se il tempo non fosse mai passato. Questo ci ricorda le parole che 500 anni fa Johannes Trithemius disse riguardo ai testi stampati: "La parola scritta su pergamena durerà mille anni. La parola stampata è scritta sulla carta. Quanto durerà? Il massimo di sopravvivenza che puoi aspettarti da un libro di carta è di duecento anni. Ciononostante ci sono molti che pensano di poter affidare le loro parole alla carta. Solo il tempo lo dirà."

    Obsolescenza digitale

    Recentemente la NASA sembra avere recuperato la disponibilità di un satellite scientifico, lanciato nel 2000,  che aveva cessato di funzionare.

    Questo satellite, denominato IMAGE,  venne progettato per visualizzare la magnetosfera terrestre e produrre le prime immagini globali complete del plasma presente in questa regione dello spazio. Dopo aver completato nel 2002 la sua missione iniziale di due anni, il satellite non è più riuscito a mettersi in contatto con la base il 18 dicembre 2005. Il 20 Gennaio 2018 un radioamatore ha nuovamente intercettato dei segnali apparentemente lanciati da questo satellite, fatto che è stato in seguito confermato dalla NASA, la quale però si è subito trovata in difficoltà: IMAGE infatti è ormai obsoleto. La NASA non può decodificare i dati contenuti nei suoi segnali. I tipi di hardware e sistemi operativi utilizzati nel Centro operativo di missione IMAGE dal 2000 al 2005 non esistono più, ed altri sistemi sono stati aggiornati a diverse versioni successive a quelle operative a quel tempo. Il recupero delle informazioni e della capacità di comando dei dispositivi sul satellite richiedono ora un significativo e costoso sforzo ingegneristico. Il team della NASA è stato in grado di leggere alcuni dati di manutenzione del satellite, confermando che almeno il sistema di controllo principale è operativo, ma il carico utile scientifico del veicolo spaziale, ancora impressionante e di grande importanza scientifica, non può essere decodificato a causa della obsolescenza dei sistemi hardware e software installati a bordo.

    Questo è un esempio di obsolescenza digitale, sia dell'hardware che del software, avvenuto nell'arco di soli 13 anni, dal quale è conseguito un importante danno scientifico: porvi rimedio costerà molto più denaro che avere mantenuto in qualche modo la capacità di contatto con IMAGE, magari anche solo con un emulatore, o ancora meglio avere a suo tempo utilizzato metodi progettuali che tenessero conto di questa sfortunata possibilità.

    Un altro caso del tutto simile che ha coinvolto ancora una volta un organismo di elevato livello tecnico ed organizzativo come la NASA, è stato  quello dei nastri contenenti le registrazioni delle sonde che gli astronauti lasciarono sulla Luna per registrare le temperature. Essi non furono tutti archiviati ma andarono dispersi, e quando quarant'anni dopo gli scienziati vollero studiare alcune anomalie già rilevate dovettero cercarli ovunque, per ritrovarne solo una parte ed accorgersi che i nastri erano parzialmente degradati e che le strutture dei dati in essi contenuti erano oramai incomprensibili. Ci sono voluti poi sette anni di studio per venire a capo di un problema che sarebbe stato facile evitare.

    Non si può quindi che sottolineare l'importante e pressante necessità di riflettere sul tema della conservazione digitale e dei suoi aspetti tecnici, avviando al contempo quelle iniziative che possano in futuro metterci al riparo da simili eventi negativi. 

    Obsolescenza del supporto

    Non si può certo evitare di parlare del fenomeno di obsolescenza più tradizionale, ovvero la mera corruzione fisica del supporto di registrazione, sia magnetico, elettrico oppure ottico. Quindi, le valutazioni qui esposte sono linee guida molto generali. L'unico vero modo per proteggere i dati è avere più copie di tutto, e il modo migliore per farlo è investire in una buona soluzione di backup.

    Esistono molti esempi di problemi causati da una mancanza di attenzione alla conservazione dei dati. Un esempio chiave venne fornito dai dati del Viking Lander della NASA. Due lander furono inviati su Marte nel 1975: i risultati furono compilati dagli scienziati sulla base dei dati raccolti. I dati ed i risultanti vennero memorizzati su nastro magnetico, in condizioni climatiche controllate, ma nonostante ciò i nastri si deteriorarono. Inoltre, alla fine degli anni '90, gli scienziati non erano più in grado di decodificare il formato dei dati. Alla fine, essi sono stati recuperati digitalizzandoli nuovamente da microflm e stampati che erano stati conservati.

    L'era digitale ha rivoluzionato il modo in cui gestiamo le informazioni. Mai prima d'ora il genere umano ha potuto registrare e immagazzinare così tante informazioni così diverse. Mentre la quantità dei dati è aumentata in modo esponenziale, la durata di vita prevista dei supporti di memorizzazione utilizzati è ancora oggetto di vivace dibattito, complicata anche dal continuo sviluppo tecnologico. 

    E' opportuno fare due precisazioni prima di addentrarsi nella casistica specifica di ogni tipo di supporto digitale:

    Normalmente i produttori comunicano le loro - ottimistiche - valutazioni sulla durata delle registrazioni effettuate sui supporti commercializzati; essi però lo fanno in termini di "durata media, ovvero il tempo che occorre, mediamente, affinché il 5% delle registrazioni sia diventata illeggibile. Questa valutazione però è totalmente inutile e fuorviante quando si tratta di giudicare la durata garantita di un documento digitale, in quanto ciò che interessa è il tempo minimo" entro il quale un qualsiasi documento registrato può diventare anche parzialmente illeggibile, corrispondente alla sua effettiva durata massima come elemento informativo. La preservazione dei documenti infatti esige la perfetta e completa leggibilità, disponendo dell'opportuno dispositivo di lettura, di un qualsiasi documento facente parte di una collezione, soggetta a fenomeni di invecchiamento per loro natura casuali. E' chiaro che in mancanza di meglio ci si dovrà accontentare, in fondo anche i documenti cartacei possono diventare parzialmente illeggibili con il tempo, ma se ciò accade in pochi anni anziché in pochi secoli avremo un problema.

    La seconda osservazione riguarda le differenze tecniche esistenti tra i differenti tipi di supporto, meglio precisate nell'appendice, che comportano però profonde differenze delle rispettive durate dei documenti contenuti. Tralasciando  il caso delle unità magnetiche, già avviate all'abbandono come supporti digitali, è importante chiarire le profonde differenze esistenti tra le classi di unità ottiche, cioè:

    - Dischi CD-ROM e DVD-ROM, supporti di sola lettura prodotti dall'industria mediante tecniche di stampaggio meccanico, che per loro intrinseca natura garantiscono tempi relativamente elevati di conservazione dei documenti in essi registrati, a patto di conservarli in condizioni ambientali ottimali. 

    - CD-R e DVD-R, supporti registrabili in cui i bit che compongono il documento sono registrati sotto forma di bruciature o macchie su pellicole chimicamente sensibili al calore, soggette a fenomeni di invecchiamento naturale e graduale cancellazione, come nel caso delle fotocopie o delle vecchie stampe fotografiche. Per questi supporti l'obsolescenza è molto più rapida e fortemente influenzata dalle condizioni ambientali di conservazione. 

    - Vari tipi di CD-RW e DVD-RW, supporti riscrivibili più volte che usano come strato sensibile dei composti metallici, i quali sotto l'azione del laser di scrittura fondono e passano dallo stato cristallino ad uno stato amorfo. L'operazione di eventuale cancellazione,

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