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La fragilità imperfetta
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E-book63 pagine45 minuti

La fragilità imperfetta

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Info su questo ebook

La storia di un'amicizia che cambia la vita e porta la protagonista dalla Toscana a New York alla scoperta di un nuovo ambiente, di una passione creativa che diverrà un lavoro e di una passione amorosa che diverrà qualcosa di profondo e incisivo.
LinguaItaliano
Data di uscita23 lug 2019
ISBN9788831629621
La fragilità imperfetta

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    La fragilità imperfetta - Claudia Vazzoler

    Indice

    Esterno. Toscana- Giorno.

    Esterno. Certosa di Pontignano. Giorno.

    Esterno. Toscana. Notte.

    Interno. Ristorante. Notte.

    Interno. Certosa. Giorno.

    Interno. Ospedale. Giorno.

    Esterno. Giorno

    Esterno. Montefeltro. Giorno.

    Interno. Ristorante. Notte.

    New York. Giorno.

    New York. Giorno.

    New York. Sera.

    Esterno. New York. Giorno.

    Interno. New York.

    Interno. New York. Sera.

    Interno. New York. Sera.

    Esterno. New York. Giorno.

    Interno Montefeltro. Due anni dopo.

    Esterno. New York . Giorno.

    Claudia Vazzoler

    La fragilità imperfetta

    Youcanprint

    Titolo | La fragilità imperfetta

    Autore | Claudia Vazzoler

    ISBN | 9788831629621

    © Tutti i diritti riservati all'Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

    Youcanprint

    Via Marco Biagi 6 - 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Esterno. Toscana- Giorno.

    Bianca arriva in macchina alla certosa di Pontignano, in una torrida e afosa giornata estiva.

    Il modulo costruttivo dell’edificio ricalca quello tradizionale con la suddivisione in tre parti: l’area destinata ai monaci contenente le celle e articolata intorno al grande chiostro; quella adibita all’alloggio dei conversi e infine lo spazio riservato alla chiesa e al refettorio attorno al chiostro piccolo.

    Gli ampi rifacimenti rinascimentali non vanno ad alterare l’armonia di quel luogo, l’equilibrio dell’uomo con la natura. Lì il Chianti appare nei suoi caratteri meno aspri e i colli accompagnano il paesaggio verso la vicina Siena.

    Viti e olivi circondano la certosa e una campagna curata vi penetra dentro trasformandosi in preziosi giardini.

    Le strade sono punteggiate da viali di cipressi lungo i quali si incontrano chiese romaniche e borghi fortificati.

    Il profilo inconfondibile delle colline senesi, ammantate di boschi e scandite da filari di alberi, fa da sfondo a quel magico posto in cui non vi è una netta separazione tra esterno ed interno, tra l’ambiente e la sua armoniosa struttura architettonica.

    In una assolata giornata estiva, con rare nuvole capricciose nell’aria, Bianca giunge con la sua vecchia Dyane a quell’antica abbazia trasformata in centro congressi e convegni dell’università.

    La sua macchina , ammaccata e arrugginita, la conduce fino a lì attraverso il viale sterrato che serpeggia lungo le colline. Il cerchio delle ruote sobbalza sulle asperità del terreno e Bianca appare un esile figura di donna, con le mani adagiate sul volante e al collo un colorato foulard di seta.

    È una donna eterea, con la carnagione di un niveo candore e fluenti capelli castani . Le sopracciglia folte e i grandi occhi neri conferiscono al volto uno sguardo intelligente e curioso, un fare sicuro e spigliato.

    Eternamente in rotta con la famiglia e sempre alla ricerca di un faticoso equilibrio, ha accettato di buon grado l’invito ad un convegno sulla scrittura contemporanea, promosso da alcune università della regione e destinato come borsa di studio ad alcuni studenti meritevoli, tra i quali figura anche lei.

    Esterno. Certosa di Pontignano. Giorno.

    In quella tersa giornata estiva Bianca conosce la sua compagna di stanza.

    I suoi passi risuonano in un magico silenzio che sa di monastero. Nei corridoi dell’edificio ogni fruscio e ogni scricchiolio viene amplificato.

    Una stanza semplice ad accoglierla: lineari letti in ferro battuto, uno specchio rettangolare e una piccola finestra dalla quale filtrano i luminosi raggi solari.

    Lei arriva la sera seguente, portando a tracolla una pesante borsa. In mano tiene un libro, Martin Eden. Lo stesso libro che Bianca appoggia sul comodino e che  sceglie per quel breve soggiorno.

    Vedo che abbiamo gli stessi gusti, afferma la ragazza osservando il romanzo dalla copertina verde.

    Sembrerebbe di sì. Io mi chiamo Bianca.

    Ed io Frida.

    L’esile corpo di Frida è perso in

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