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Rosas: Anime invisibili
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E-book138 pagine1 ora

Rosas: Anime invisibili

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IL LIBRO
Cristian e Valentina, scrittori e sceneggiatori, sono riusciti a cogliere il vero spirito della miniera, la magia di amore e morte che ci trasmette trasportando su carta sensazioni, parole e odori, che appartengono a un tempo non troppo lontano da noi e ancora presente nel ricordo degli anziani che ne hanno fatto parte. La trama è frutto della fantasia degli autori ma potrebbe essersi svolta realmente in un qualsiasi contesto minerario della nostra isola. Essenzialmente è la storia di uno scontro tra poteri. Una lotta disumana che vede contrapporsi il cinismo del Direttore della miniera al coraggio e all’orgoglio dei suoi operai, piegati dal sistema ma mai sottomessi. Da una parte la fredda natura di chi vuole comandare anche a costo di giustificare le angherie e i soprusi nei confronti della manodopera della quale si avvale, dall’altra quella degli operai, che per garantire un pezzo di pane e una vita dignitosa alle loro famiglie, sono disposti a mettere in gioco la propria vita. In copertina: dipinto a smalto di Ielmo Cara. Immagini interne di Ielmo Cara.

GLI AUTORI

Cristian Sanna e Valentina Spiga sono sposati dal 2009. Hanno tante passioni in comune, tra cui la scrittura. Cristian nasce a Cagliari nel 1974 e Valentina a Serramanna nel 1979, dove vivono tuttora con il loro figlio di dieci anni, Simone. Cristian nel 2014 scrive e autopubblica il suo primo romanzo, La Grande Eredità. Dal 2015, collabora con La Gazzetta del Medio Campidano. Valentina fin da piccola coltiva la passione per la scittura di poesie. Hanno partecipato, ognuno con i propri racconti, a diversi concorsi letterari, classificandosi sempre nei primissimi posti. Nel 2018, con Voci nella polvere, scritto a quattro mani, vincono un importante concorso indetto dalla scrittrice ogliastrina Margherita Musella. Decidono così di continuare a scrivere insieme. Da questa collaborazione nasce la sceneggiatura per due film firmati dal regista Ignazio Vacca.

LA CITAZIONE

“Era un inferno lavorare in miniera, lui lo sapeva bene, ma sentì crescere dentro una nuova energia. Energia che nasce dalla meraviglia di un piccolo gesto, da quelle mani che si allungavano per risollevarlo dalla polvere delle ingiustizie.”
LinguaItaliano
Data di uscita22 apr 2021
ISBN9791220295611
Rosas: Anime invisibili

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    Anteprima del libro

    Rosas - Cristian Sanna

    1937.

    PREFAZIONE

    Erano anni che non pensavo più a quel mondo, un mondo che da piccolo mi aveva attratto e spaventato allo stesso tempo. Poi un giorno, all’improvviso, riaffiorano i ricordi. Il volto di mia nonna rigato dalle lacrime, piange suo marito, morto in seguito alle ferite riportate dallo scoppio del grisou.

    Era l’amore della sua vita, lo sposò quando aveva solo sedici anni. Una vita di sacrifici e poi quel maledetto giorno il destino decide di separarli. Stessa sorte stava per capitare al figlio, mio zio. Sarebbe stata un’altra tragedia in famiglia se un provvidenziale cambio turno non gli avesse evitato di rimanere coinvolto in un brutto incidente, che purtroppo costò la vita del collega.

    Così era il lavoro in miniera, pieno d’insidie e pericoli, non sapevi mai se avresti fatto ritorno a casa. E sono proprio le miniere, le protagoniste di questo progetto. Parte della vita di chi come me è nato nel sud ovest della Sardegna. Nasce da questi ricordi l’idea di realizzare un film. Un film che vuole raccontare quel tipo di realtà senza voler essere un documentario.

    Da lì l’incontro con due amici, con i quali avevo già collaborato, che prontamente abbracciano l’idea e, dopo aver scritto la sceneggiatura, la completano scrivendo una meravigliosa storia che traducono in un libro.

    Cristian e Valentina, scrittori e sceneggiatori, sono riusciti a cogliere il vero spirito della miniera, la magia di amore e morte che ci trasmette trasportando su carta sensazioni, parole e odori, che appartengono a un tempo non troppo lontano da noi e ancora presente nel ricordo degli anziani che ne hanno fatto parte. La trama è frutto della fantasia degli autori ma potrebbe essersi svolta realmente in un qualsiasi contesto minerario della nostra isola. Essenzialmente è la storia di uno scontro tra poteri. Una lotta disumana che vede contrapporsi il cinismo del Direttore della miniera al coraggio e all’orgoglio dei suoi operai, piegati dal sistema ma mai sottomessi. Da una parte la fredda natura di chi vuole comandare anche a costo di giustificare le angherie e i soprusi nei confronti della manodopera della quale si avvale, dall’altra quella degli operai, che per garantire un pezzo di pane e una vita dignitosa alle loro famiglie, sono disposti a mettere in gioco la propria vita.

    Fondamentale il ruolo di uno dei protagonisti della storia, quello di un giovane e rivoluzionario sacerdote che segue le regole evangeliche e si scontra con gli alti poteri della Chiesa e non solo. Fa da scenario al libro la terra di Rosas con il suo villaggio, adesso ristrutturato, con le montagne lussureggianti che la circondano, quasi a volerla teneramente abbracciare e proteggere dall’ingiuria del tempo e dell’oblio. Un fascino il suo, che crea un’attrazione incommensurabile su chi, anche una sola volta, riesce a visitarla.

      Ignazio Vacca, regista e fotografo

    Invisibile

    Ambra era una donna molto bella.

    Quarant’anni appena compiuti, ma sembrava averne molti di meno. Capelli castano scuro e occhi di un limpido color turchese, non passava sicuramente inosservata.

    Continuava a girare e rigirare il cucchiaino in quel caffè ormai freddo. I suoi pensieri si erano persi nel vortice formatosi all’interno della tazzina. Andava spesso in quel bar un po’ fuori mano, perché era il luogo ideale per rilassarsi e staccare la spina, chiacchierando del più e del meno con l’unica persona che ancora aveva voglia di sopportare i suoi musi lunghi e i sempre più frequenti momenti di sconforto. Giorgia, bella come sua sorella, era però caratterialmente l’esatto opposto. Pensierosa e riflessiva una, solare e spumeggiante l’altra.

    Quella mattina Ambra era davvero assente, tanto da non accorgersi che per ben due volte le era stata rivolta una domanda.

    Insomma Ambra, ti decidi a tornare sul pianeta terra?

    Scusami Giorgia, mi hai chiesto qualcosa?

    E buongiorno! È da un’ora che ti sto parlando del nostro programma per il weekend.

    Ambra sembrava spaesata, completamente scollegata.

    Scusa, ero persa nei miei pensieri.

    Me ne sono accorta. Ancora problemi con tua figlia?

    Purtroppo sì. Non so più che fare con Laura. Ha perso completamente la fiducia in me.

    A volte è inutile forzare le cose. Lascia che il tempo risolva i problemi. È facile deludere i propri figli, perché per loro dovremmo essere perfetti. Purtroppo anche noi abbiamo le nostre fragilità e spesso facciamo errori colossali, difficili da rimediare.

    Hai ragione Giorgia, ma intanto la sto perdendo. Viviamo nella stessa casa, ma ormai quasi non ci parliamo.

    Lasciala respirare, non starle addosso. E anche tu prenditi qualche giorno di svago.

    Magari. Mi ci vorrebbe proprio.

    È proprio di questo che ti stavo parlando, aggiunse Giorgia porgendole una brochure.

    Un ragazzo e una ragazza molto giovani entrarono nel locale, salutarono educatamente e ordinarono due caffè al banco, dove si misero a conversare con il barista loro coetaneo.

    Ambra prese il foglietto e lesse a voce alta: Cammino minerario e religioso di Santa Barbara. Ma secondo te ho voglia di pregare in questo periodo?

    Nessuno ti obbliga a pregare. È un’occasione per stare a contatto con la natura.

    Guarda non offenderti, ma mi sa che stavolta te lo dovrai fare da sola questo cammino.

    Partenza, sabato mattina alle ore sei e tu verrai con me. Senza se e senza ma.

    Quando Giorgia si metteva in testa di fare una cosa, nulla e nessuno al mondo, sarebbe riuscito a fermarla, e così quel sabato mattina, alle sei in punto, precisa come un orologio svizzero, era già sotto casa di sua sorella. Ambra, invece, come suo solito non era ancora pronta. La puntualità non era certo il suo forte.

    Con lo zaino su una spalla, entrò in camera di Laura, che ancora dormiva. Le accarezzò la testa e la baciò sulla fronte. La ragazza mugugnò qualcosa, tirò su le lenzuola sino a coprire la testa, si girò dall’altro lato e continuò a dormire.

    Il frigo è pieno e ti ho lasciato anche un po’ di soldi sul tavolo in cucina. Non si sa mai, potrebbero servirti. Se ci sono problemi non esitare a chiamare. Mi hai sentito?

    Laura senza neppure girarsi a salutare, fece cenno alla madre di andare via, come se stesse scacciando una mosca fastidiosa. Ormai il loro rapporto si era ridotto a quello.

    Il suono di un clacson le ricordò che aveva un appuntamento. Prese le chiavi e il cellulare e con l’umore sotto i piedi, scese in strada e salì sull’auto della sorella.

    Alcuni minuti dopo si ritrovarono in piazza Sella a Iglesias, luogo scelto dagli organizzatori del Cammino come punto di partenza per raggiungere le varie tappe. Al centro della piazza troneggiava la scultura di Giuseppe Sartorio, raffigurante il busto di Quintino Sella, con, accanto, un minatore nudo fino alla cintola, armato di martello e scalpello. Erano numerosi i pellegrini accorsi da tutta la Sardegna per vivere un’emozionante avventura all’interno del Parco Geominerario. Avevano già lo zaino in spalla e tanta voglia di camminare tra mare e montagna, alla ricerca di se stessi o semplicemente per ammirare un piccolo angolo di paradiso.

    Il percorso si estendeva per 460 chilometri, suddiviso in ventotto tappe, così da permettere a ogni pellegrino di scegliere il tracciato che più preferiva.

    Ambra e Giorgia trovarono un compromesso e optarono per le due tappe iniziali, quelle che da Iglesias portavano a Nebida e poi a Masua. Una trentina di chilometri distribuiti in due giorni, passo dopo passo, tra suggestive miniere dismesse, villaggi fantasma e antiche ferrovie che si perdono nei boschi.

    Una guida dava le ultime raccomandazioni prima della partenza.

    Buongiorno a tutti e benvenuti. Qui inizia il nostro Cammino. La prima tappa ci porterà a Nebida e poi sarà la volta di Masua. Ognuno è libero di fermarsi quando vuole. Mi raccomando non abbandonate mai i sentieri segnalati. Buon viaggio a tutti.

    La lunga fila di persone si mise finalmente in marcia. Alcuni molto silenziosi, altri chiacchieravano tra di loro e qualcuno controllava una mappa con le varie tappe del percorso. Ambra e Giorgia chiudevano la carovana insieme a due coniugi di mezza età molto simpatici, con i quali si trovarono subito a loro agio.

    Quando raggiunsero Nebida, era già buio ed erano stanche e affamate. Si staccarono dal gruppo e pernottarono presso una locanda inserita all’interno del Villaggio Tanca Piras, situato su una collina panoramica a strapiombo su una scogliera che si gettava direttamente in mare. Da lì si poteva godere di una vista mozzafiato.

    Appena entrarono nella reception, una giovane donna venne loro incontro.

    Benvenute nel nostro piccolo hotel, io sono Sandra, la proprietaria.

    Buonasera, io sono Giorgia, le strinse la mano e indicò la sorella, e questa è Ambra, la mia compagna di viaggio.

    Quest’ultima si avvicinò stringendole la mano.

    Salve. Complimenti, è veramente un posto molto bello.

    Sandra non riuscì a nascondere il suo orgoglio.

    Grazie, è molto gentile. Anche voi state facendo il Cammino?

    Scommetto che l’ha capito dalla nostra eleganza, disse mostrando gli scarponi da trekking.

    In questo periodo ci capita spesso di ospitare i pellegrini. Ogni anno diventano sempre più numerosi. Ma venite, sarete stanche. Vi mostro la vostra camera, così potete rilassarvi e darvi una rinfrescata prima della cena.

    Dopo circa un’ora si ritrovarono sedute a un tavolo del ristorante, una di fronte all’altra, per consumare una cena a base di piatti tipici del territorio. Erano affamate.

    La sala, piccola e accogliente, era

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