Kalevala
()
Info su questo ebook
Correlato a Kalevala
Ebook correlati
Kalevala Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniKalevala Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Kalevala: Il grande poema epico finlandese Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniKalevala Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniInni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniInvito all'opera Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria della letteratura italiana (Edizione con note e nomi aggiornati) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl canto del fiume della mia amata Terra di Lavoro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Sistema de' Cieli Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniKalevala: Il poema epico finlandese Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe grandi poesie italiane Volume 2 Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Amor di Poesia - Antologia critica del VII concorso internazionale di poesia occ e haiku, Genova 2018 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRime Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCandidi crochi. Poetesse dell'Antologia Palatina Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFiabe di Praga magica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSui poeti 2 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRami ri sciroccu Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTragedie irlandesi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa grande Umbria: Scritti sparsi in memoria di Manlio Farinacci Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria della letteratura italiana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'Androgino: Poemetto allegorico-iniziatico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGrüß Gott Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniParis et Vienna. Italian Version - Poema epico d’intrattenimento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa musica La vita italiana durante la Rivoluzione francese e l'Impero Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEpistolario di Arlecchino Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSentirsi a casa, tra mito e scrittura migrante Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFrancesco Celso: Maestro di musica e di vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniJohann allein Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSiberia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Settala. L'arte, la scienza e la peste: Da Federico Borromeo ad Alessandro Manzoni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Poesia per voi
Sonetti lussuriosi (i Modi) e Dubbi amorosi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPoesie. Libro de poemas - Suites Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Divina Commedia Valutazione: 1 su 5 stelle1/5Tutte le poesie e i capolavori in prosa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe grandi opere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOdissea Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutte le poesie: Versione metrica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe più belle poesie di Gabriele D'Annunzio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPoesie Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAforismi del Mondo Classico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPrincipi e Chansonniers: La poesia dell'antica Provenza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe più belle poesie d'amore di Torquato Tasso Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPoesie Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Canti: Poems / A Bilingual Edition Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La Scoperta de l'America - L'Antico Caffè Greco di Roma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutte le poesie Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Versi d'amore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Fiore della Poesia Erotica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutte le poesie Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOdissea Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Verrà la morte e avrà i tuoi occhi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniParole: Le poesie, 1929-1938 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPoesie del disamore: e altre poesie disperse Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPoesie. Gitanjali – Il Giardiniere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Canti Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Centootto haiku Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIliade Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Le grandi poesie italiane Volume 2 Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Majakovskij. Poesie d’amore e di rivoluzione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5
Categorie correlate
Recensioni su Kalevala
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Kalevala - Elias Lonnrot
Kalevala
di Elias Lönnrot
a cura di Paolo Emilio Pavolini
Direttore di Redazione: Jason R. Forbus
Progetto grafico e impaginazione: Sara Calmosi
ISBN 978-88-33464-32-9
Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, 2019©
Saggistica – Miti e leggende
www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com
È severamente vietata la riproduzione, anche parziale del testo, effettuata con qualsiasi mezzo, senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.
ELIAS LÖNNROT
KALEVALA
a cura di Paolo Emilio Pavolini
Edizioni
Alla cara memoria di
EMILIO N. SETÄLÄ
(1864-1935)
Sommario
PREFAZIONE
IL PRIMO RUNO Proemio (vv. 1-102)
IL SECONDO RUNO
IL TERZO RUNO
IL QUARTO RUNO
IL QUINTO RUNO
IL SESTO RUNO
IL SETTIMO RUNO
L’OTTAVO RUNO
IL NONO RUNO
IL DECIMO RUNO
L’UNDECIMO RUNO
IL DUODECIMO RUNO
IL DECIMOTERZO RUNO
IL DECIMOQUARTO RUNO
IL DECIMOQUINTO RUNO
IL DECIMOSESTO RUNO
IL DECIMOSETTIMO RUNO
IL DECIMOTTAVO RUNO
IL DECIMONONO RUNO
IL VENTESIMO RUNO
IL VENTESIMOPRIMO RUNO
IL VENTESIMOSECONDO RUNO
IL VENTESIMOTERZO RUNO
IL VENTESIMOQUARTO RUNO
IL VENTESIMOQUINTO RUNO
IL VENTESIMOSESTO RUNO
IL VENTESIMOSETTIMO RUNO
IL VENTESIMOTTAVO RUNO
IL VENTESIMONONO RUNO
IL TRENTESIMO RUNO
IL TRENTESIMOPRIMO RUNO
IL TRENTESIMOSECONDO RUNO
IL TRENTESIMOTERZO RUNO
IL TRENTESIMOQUARTO RUNO
IL TRENTESIMOQUINTO RUNO
IL TRENTESIMOSESTO RUNO
IL TRENTESIMOSETTIMO RUNO
IL TRENTESIMOTTAVO RUNO
IL TRENTESIMONONO RUNO
IL QUARANTESIMO RUNO
IL QUARANTESIMOPRIMO RUNO
IL QUARANTESIMOSECONDO RUNO
IL QUARANTESIMOTERZO RUNO
IL QUARANTESIMOQUARTO RUNO
IL QUARANTESIMOQUINTO RUNO
IL QUARANTESIMOSESTO RUNO
IL QUARANTESIMOSETTIMO RUNO
IL QUARANTESIMOTTAVO RUNO
IL QUARANTESIMONONO RUNO
IL CINQUANTESIMO RUNO
CHIUSA
NOTE
PREFAZIONE
Sin da quando fu pubblicata (1910) la mia traduzione metrica completa del Kalevala, cui la Casa Editrice Remo Sandron volle dare decorosissima veste (un volume in-4°, a due colonne, di pagine XXIV-367, con 23 illustrazioni fototipiche), tanto l’editore quanto il traduttore avevano in mente di farne poi una editio minor – accessibile ad un maggior numero di lettori – di luoghi scelti e fra loro connessi col racconto dell’intero poema. Per varie circostanze avverse solo oggi l’intenzione diviene realtà ed il nuovo volume, che per gentile concessione dei F.lli Sandron, succeduti al benemerito fondatore della Casa di Palermo, viene accolto nella «Biblioteca Sansoniana Straniera» da me diretta, si pubblica proprio nel giorno della solenne celebrazione che la Finlandia appresta al primo centenario del suo poema nazionale. Poichè fu il 28 febbraio del 1835 che Elias Lönnrot consegnò alla «Società di letteratura finnica» (alla cui attività è in massima parte dovuto il sorgere e l’affermarsi della lingua e della letteratura nazionale) il manoscritto del primo Kalevala (in 32 canti, con 12078 versi), detto poi Vanha K. (il vecchio K.) per distinguerlo dalla edizione definitiva del 1849, con 50 canti e circa 23000 versi. Ma sebbene di mole minore e di composizione alquanto diversa, già nella vecchia redazione era contenuto il tesoro essenziale degli antichi (non tutti antichi) canti popolari finnici, magici, epici e lirici; che Elias Lönnrot era andato raccogliendo da lunghi anni, e che aveva cercato, già in vari tentativi precedenti¹, di ridurre ad unità se non organica (la diversa età e provenienza ed indole dei runot non lo consentivano), almeno poetica. Simpatica e curiosa figura quella del Lönnrot (1802-1884): figlio di un sarto di villaggio, impedito dalla povertà di frequentare il liceo, si ridusse a servire come apprendista nella farmacia di Hämeenlinna, finchè per l’interessamento e l’aiuto di quel medico provinciale potè attendere agli studi e laurearsi in medicina (1832) nell’Università di Turku (Åbo). Assegnato, come medico-condotto, a Kajaani, nell’estremo nord, ebbe modo di conoscere da vicino gli usi e costumi dei contadini, di studiarne a fondo i dialetti e attraverso lunghe e faticose peregrinazioni, per lo più a piedi, in altre regioni, dalla Dvina al Caspio careliano, da occidente a oriente della Finlandia, di raccogliere centinaia e centinaia, non solo di canti, ma e di proverbi, indovinelli e scongiuri, che poi pubblicò in vari volumi. Dal 1853 al 1862 fu professore di lingua finnica nell’Università di Helsinki (Helsingfors) nella cattedra da prima tenuta dall’insigne etnologo e glottologo A. M. Castrén; in questo periodo si occupò egli pure di studi affini, compilando il grande «Dizionario finno-svedese» (compiuto nel 1880) e pubblicando due saggi sulle lingue vepsa e lappone. Per l’insieme della sua attività il Lönnrot può considerarsi come il fondatore della lingua letteraria finnica e, attraverso il suo – e non suo – Kalevala, come il primo grande suscitatore dell’idea nazionale. Non suo, in quanto non gli appartengono i canti raccolti, tutti genuini e prodotti di una lunga trasmissione orale; suo, in quanto egli li raggruppò in cicli (sull’esempio di alcuni dei laulajat o cantori del popolo) e i cicli in una specie di poema, con sì felice raccostamento di episodi e «motivi», da darci quasi l’impressione (che solo una rigorosa analisi può attenuare e magari in parte distruggere) di una composizione unitaria e consequente. Se aggiunse qualche verso per unire ciò che era disgiunto, se introdusse qualche allusione all’opera propria di raccoglitore e di pioniere (la chiusa!), tale era la sua «immedesimazione» nell’indole e nello stile dei runi tradizionali, che sarebbe difficile sceverare il pochissimo suo dal non suo, senza il sussidio dei manoscritti e delle innumerevoli «varianti», con scrupolosa cura raccolte e depositate nell’Archivio della «Società di letteratura finnica», il più ricco in documenti folkloristici che esista al mondo.
Nel ridurre le dimensioni del poema a circa un terzo dell’originale, si son dovuti sacrificare non pochi brani di notevole interesse; ma poichè la critica estetica ha spesso rilevato la sovrabbondanza di canti magici, la eccessiva lunghezza di alcuni episodi epici e le assai frequenti ripetizioni, ne abbiamo tenuto conto nella eliminazione; e crediamo che anche nel «nostro» Kalevala le qualità essenziali e caratteristiche dell’originale non siano andate perdute e neppure menomate. Intanto la presente traduzione conserva, meglio di altre pur ottime per altri riguardi (aiutata in ciò dalle peculiarità linguistiche e prosodiche dell’italiano), e il metro (l’ottonario trocaico) e l’allitterazione e il parallelismo e la frequente (sebbene leggermente diversa) rima finale. Più importava che nella scelta, insieme alle vive descrizioni del paesaggio di foreste, di laghi e di cascate, fossero mantenuti i tratti dei tre personaggi più espressivi dell’anima e dell’indole del popolo finno: il vecchio Väinämöinen, «il cantore sempiterno», con la glorificazione della musica quale poche genti possono vantare altrettanto alta ed umana (nel runo della Kantele, XLI); Ilmarinen, il fabbro eterno, l’artefice operoso ed ingegnoso, tardo nella decisione ma poi tenace nell’azione; Lemminkäinen, scapestrato e aggressivo, avventuroso e sempre in cerca di risse e di amores, il Don Giovanni iperboreo, «la creazione più originale e multiforme della Musa finnica»; accanto ai quali spicca la dolce e mesta figura di Aino, la cupa e tragica di Kullervo; e risuonano quegli inimitabili «canti nuziali» (XXII-XXIV) che abbiamo riportati quasi per intero come saggio della ricchissima lirica amorosa e familiare, dal Lönnrot stesso raccolta nell’altro «corpus poeticum» Kanteletar (L’arpa finnica). Ma alla riproduzione delle immagini ispirate dal poema all’arte potente di Axel Gallén-Kallela e che adornano la editio major, abbiamo dovuto rinunziare. Tutti sanno come i quadri di lui, insieme alla musica «kalevaliana» di Jean Sibelius abbiano già da soli reso noto e celebre il Kalevala fuori dei confini della patria nordica.
P. E. Pavolini.
P. S. – Mentre questo volumetto si finiva di stampare, mi è giunta la dolorosa notizia della improvvisa fine di Emilio Setälä, nobilissima figura di patriota, di scienziato-principe della glottologia ugrofinnica, di letterato. A Lui vivente, anche come ad acuto e profondo indagatore di questioni kalevaliane, dovevano essere dedicate queste pagine, segno modesto di gratitudine da parte di chi Lo ebbe a fraterno amico per più di sette lustri; ora che il destino avverso ce Lo ha tolto mentre le prossime celebrazioni ci offrivano una nuova occasione di onorare in Lui uno dei più benemeriti e illustri figli di Suomi, sieno esse consacrate alla Sua memoria. P. E. P.
¹ Ne dà conto un mio articolo (Intorno al Kalevala) negli «Studi di filologia moderna» diretti da G. Manacorda, luglio-dic. 1910, pp. 189-201.
IL KALEVALA
IL PRIMO RUNO Proemio (vv. 1-102)
Nella mente il desiderio
mi si sveglia, e nel cervello
l’intenzione di cantare,
di parole pronunziare,
co’ miei versi celebrare
la mia patria, la mia gente:
mi si struggon nella bocca,
mi si fondon le parole:
mi si affollan sulla lingua,
si sminuzzano fra i denti.
Caro mio fratello d’oro,
mio compagno dai prim’anni!
ora vieni a cantar meco,
a dir meco le parole!
da diverso luogo, insieme
ora qui ci siam trovati.
Raro avvien che c’incontriamo,
che possiamo stare insieme
quassù in queste terre tristi,
nelle povere contrade.
Or prendiamoci le mani,
intrecciam dito con dito,
sì che ben possiam cantare,
e del nostro meglio fare:
perchè sentan questi amici
ed ascoltino i benigni
nella stirpe che su viene
e nel popolo che cresce
questi canti tramandati,
questi versi messi in luce
di Väinö dalla cintura,
d’Ilmari dalla fucina,
di Kauko tolti alla spada
ed all’arco d’Joukahainen,
dai confini di Pohjola,
di Kaleva dalle lande.*¹
Li cantava prima il babbo
affilando la sua scure:
li insegnava a me la mamma
mentre il fuso ritorceva:
quando bimbo, sul piancito
ruzzolavo sui ginocchi,
sbarazzino, con la bocca
piena di latte accagliato.
Non mancavan canti al Sampo*,
non a Louhi gli scongiuri:
invecchiò coi canti il Sampo,
sparver Louhi e gli scongiuri,
morì Vipunen coi versi
e coi giuochi Lemminkäinen.*
Ma vi sono altre parole,
altri magici segreti,
afferrate per la strada
e strappate alle prunaie,
via divelte dai sarmenti
e raccolte dai germogli,
spigolate in mezzo all’erbe,
raccattate nei sentieri
allorquando, pastorello,
io la gregge conducevo
fra le zolle inzuccherate,
sopra le colline d’oro,
dietro la Muurikki nera
e con Kimmo la screziata.
Mi diceva versi il freddo
e la pioggia lunghi canti:
mi portava strofe il vento,
me ne dava il mar con l’onde
vi aggiungean voci gli uccelli
e canzoni gli alberelli.
Un gomitolo ne feci,
in matassa le raccolsi:
il gomitol nella slitta,
nel carretto la matassa:
le portò la slitta a casa,
il carretto nel granaio:
sul palchetto le riposi,
dentro il bussolo di rame.
Stetter lungo tempo i versi
in quel freddo nascondiglio:
ch’io dal freddo ora li tolga,
ch’io dal gelo i canti levi,
porti il bussol nella stanza,
la cassetta sulla panca,
sotto la trave maestra,
sotto il tetto rinomato?
aprirò dei versi l’arca
ed il bussolo dei canti?
il gomitol ch’io sdipani
e disfaccia la matassa?*
Dunque or canto buoni versi
con sonora bella voce,
se di segale focaccia
mi darete, e birra d’orzo:
e se birra non mi dànno,
non mi portan birra bianca,
canto pure a bocca asciutta,
versi fo per l’acqua cara,
per la gioia della sera,
per l’onor di questo giorno,
pel conforto del domani,
per l’augurio del mattino.
La Vergine dell’aria discende nel mare dove, fecondata dal vento e dall’onda, diventa la Madre delle acque (103-176). Una folaga fa il nido e depone le uova sul ginocchio della Madre delle acque (177-212). Le uova scivolano fuori dal nido, si rompono, e dai frantumi si formano la terra, il cielo, il sole, la luna e le nubi (213-224). La Madre delle acque crea promontori, golfi e spiagge, le profondità e le secche del mare (245-280), Väinämöinen nasce dalla Madre delle acque e vaga lungamente sulle onde, finchè giunge a fermarsi sulla riva (281-314).
¹ Contrassegniamo con un asterisco i versi di cui le note finali danno spiegazione [nota per l’edizione elettronica Manuzio].
IL SECONDO RUNO
Sorse allora Väinämöinen
coi due piedi sulla landa,
sopra l’isola marina,
sulla terra senza arbusti,
E molt’anni là rimase,
lungamente colà visse
sulla terra senza nome,
sopra l’isola deserta.
E pensava, rifletteva,
nella mente rivolgeva
da chi farla seminare,
con qual seme prosperare.
Pellervo, del campo figlio,
Sampsa, bimbo piccolino,
ei la terra seminare,
ei può farla prosperare.
Seminò, col dorso curvo;
gettò i semi sulla terra,
dentro i boschi dissodati,
sui terreni più sassosi.
Mise i pini sulle alture
e gli abeti alle colline:
piantò l’eriche alle lande,
i germogli nelle valli:
le betulle nei pantani,
nel terren mobile, ontani:
nelle terre acquitrinose
seminò viscioli e salci,
sorbi nelle benedette,
vetrici nelle fiorenti
e ginepri in mezzo ai sassi,
lungo i fiumi mise querci.
S’innalzavan già gli arbusti
e spuntavano i germogli:
degli abeti la corona
già s’ergeva, e chioma ai pini:
le betulle nei pantani,
nel terren mobile, ontani:
viscioli negli acquitrini
e ginepri in mezzo ai sassi:
belle bacche sul ginepro
e sul visciol dolci frutti.
Il verace Väinämöinen
venne allora per vedere
quella terra seminata
da Pellervo piccolino:
vide gli alberi cresciuti
ed i giovani germogli:
non ancor però la quercia,
non avea messo radici.
La cattiva alla sua sorte
lasciò stare, al suo destino:
aspettò tre notti intere,
altrettanti giorni ancora:
per vedere venne allora,
alla fin dei sette giorni:
nè cresciuta era la quercia,
nè radici aveva messo.
Vide allor quattro fanciulle
e dell’onda cinque spose
sopra il prato già falciato,
sopra il fieno già tagliato,
sulla punta tenebrosa
di quell’isola nebbiosa:
ammucchiavan col rastrello
e coll’erpice il falciato.
Venne su Tursas dal mare,*
sorse il forte su dall’onde:
pigiò il fieno che bruciasse,
con gran fiamma consumasse:
lo ridusse tutto in scorie
ed in cenere minuta.
Fe’ di cenere un mucchietto,
fe’ di scorie un monticello:
una ghianda egli vi mise,
una cara fogliolina,
dalla qual la pianta crebbe
coi germogli verdeggianti:
si levò ricca di bacche
dal terreno rastrellato.
Ed in alto stese i rami,
i fronzuti ramoscelli:
con la cima sorse al cielo,
dispiegò le fronde in aria:
alle nubi vietò il corso,
alle nuvole il vagare,
vietò al sol di riscaldare,