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Delirium 2049: Trilogia del tempo-capitolo 1-
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Delirium 2049: Trilogia del tempo-capitolo 1-
E-book390 pagine5 ore

Delirium 2049: Trilogia del tempo-capitolo 1-

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Info su questo ebook

UNA NUOVA REALTA’ SI NASCONDE NEL FUTURO ORMAI PROSSIMO.
DOPO L’ESTENUANTE VIAGGIO, TRAMITE UNA STRANA MACCHINA DEL TEMPO A FORMA DI OROLOGIO, IL PROTAGONISTA SI RITROVA NEL 2049 AD AFFRONTARE L’INSOLITO MONDO, COSTRUITO SULL’ILLUSIONE: ATTRAVERSO SOFISTICATI VISORI OTTICI, OGNI COMUNE CITTADINO, A META’ DEL VENTUNESIMO SECOLO, CONDUCE UNA VITA ASTRATTA, COSTITUITA DA PANORAMI MODIFICATI SOTTO UNA DITTATURA INDIRETTA, AMMINISTRATA DALLA RIDOTTA CERCHIA DI UOMINI OMBRA, APPARTENENTI ALLA SEGRETA ORGANIZZAZIONE ‘ATOMO'
BLOG: 
https://librifabiopanebianco.wordpress.com
LinguaItaliano
Data di uscita21 ott 2019
ISBN9788835322443
Delirium 2049: Trilogia del tempo-capitolo 1-

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    Anteprima del libro

    Delirium 2049 - Fabio Panebianco

    RINGRAZIAMENTI

    CAPITOLO 1/5

    L'INIZIO

    Titolo: DELIRIUM 2049

    Scrittore: FABIO PANEBIANCO

    Didascalia...

    CAPITOLO 1

    31 DICEMBRE 2019

    Ore 22.00

    Oggi

    Il buio regna sovrano alla periferia di Torino: dopo aver superato il cancello aperto e percorso la strada sterrata innanzi, addolcita da innumerevoli lampioni con la luce calda che rendono piacevole l'itinerario, Fabio si avvicina ad un agglomerato di silenziose case. In base alle istruzioni dettate qualche giorno prima, arrivato al fondo del tragitto il ragazzo dovrebbe trovare fronte a se un portone antico, ai piedi del borgo: come previsto tutto coincide, infatti attraversando l'ultimo sbarramento si presenta il maestoso castello, ovvero la sede da raggiungere.

    <>, commenta il giovane, invadendo il curato giardino, abbellito da un fine prato verde rasato con l'aiuola, tutta intorno, variegata di fini steli adesso privi di rose per via della stagione invernale; nonostante gl'innumerevoli fari sistemati nell'enorme cortile, illuminato a giorno, un forte bagliore si distingue poco lontano, attirandolo verso il lato sud della costruzione.

    L'individuo senza problemi si avvia, a passo spedito, verso la fonte di luce marcata e, una volta raggiunta, si arresta davanti alla facciata della struttura, armonizzata da colorate arcate arancio che, nell'oscurità della notte confinante con il chiarore artificiale intorno al palazzo regale, risplendono di una tonalità iridescente, come se affrescate da pochi giorni.

    Infilatosi silenziosamente sotto gl’archi, rimane colpito dal paesaggio mozzafiato di fronte: l'enorme fortezza s'innalza, in tutto il suo splendore, ad un'elevata altezza dai campi coltivati: nonostante tutto i potenti riflettori arrivano fino in basso al fossato, a circa una trentina di metri, esaltando la maestosità del maniero, sovrastante sopra un'area sconfinata alla periferia della grande città.

    Alle spalle riconosce l'entrata principale serrata: prima di preoccuparsene decide di girare intorno alle mura, per cogliere altri particolari che potrebbero risultare utili successivamente. Nella zona ovest, il giardino curato slarga verso un piccolo bosco, infoltito da una serie di alberi che lasciano il passaggio al sentiero che conduce presso le mura di cinta, interrotte con un altro cancello antico.

    Il giovane torna indietro, ammirando ancora una volta lo splendore della struttura dall'esterno: le quattro torri, agli estremi del perimetro nobiliare, svettano minacciose come a mettere in guardia, al suo cospetto, i forestieri che vogliono invadere il luogo senza permesso.

    <>, commenta Fabio, a voce moderata, con l'intenzione di farsi un po' di compagnia nel sinistro silenzio della notte. Con circospezione avanza adesso sulla parte est della struttura, dove era partito pochi istanti prima.

    <>, continua, girando l'angolo, avvicinandosi successivamente ai piedi della costruzione. Ruotando lo sguardo, si ferma davanti ad una grossa vasca con la pila in marmo, sistemata nel centro, munita di un alto zampillo: <>, allarga tra se, abbassando gl'occhi verso il getto d'acqua. Accorciando le distanze, il liquido come per magia si arresta ed, all'improvviso, il piccolo bacino si svuota dopo una manciata di secondi. Fabio ora si muove sicuro: scende al suo interno, incominciando a girare intorno al cono marmoreo, fissandolo attentamente.

    Dopo averlo accuratamente osservato, riconosce il bottone mimetizzato che cercava: senza troppi dubbi lo preme ed, immediatamente, sente un rumore cigolante dietro le spalle.

    <>, si volta poi, senza perder tempo, dirigendosi verso il rumore provocato, arrivando nuovamente dalla facciata meridionale presso gl'archi dov’era passato prima.

    Il pulsante ha attivato l'apertura della porta principale: l'intruso entra, accendendo questa volta la torcia per il buio circostante. Le stanze appaiono immerse nell'oscurità: anche premendo gl'interruttori, i lampadari non si accendono come se mancasse la corrente solo all'interno della proprietà.

    Fabio scruta nella penombra, ammirando la mobilia di alto valore: anche i soffitti sono curati, grazie agli affreschi di alto livello che richiamano uno stile ottocentesco. Attraversa ora le innumerevoli stanze senza fermarsi, ritrovandosi dopo poco all'uscio che conduce nel cortile circondato dalle mura, anch'esso avvolto nell'oscurità: dà un'occhiata veloce intorno ma, scorgendo nessuno, decide di rientrare salendo al piano superiore. Dinnanzi alla scala invade nuovamente un'innumerevole serie di locali deserti, uno più bello dell'altro: riconosce delle camere da letto con sfarzosi baldacchini, arricchite tutte di un camino antico su un lato. Senza curarsene continua l'esplorazione, fino ad arrivare ad una sala decisamente più grande, del tutto priva di arredamento ma allietata da diversi e sgargianti colori ai muri, probabilmente un antico salone adibito alle feste ed ai balli di corte. Al fondo una grande portafinestra fa entrare un annebbiato scorcio di luce, grazie ai fari esterni che l'hanno accolto prima nel giardino intorno alla fontana. Decide di uscire all’esterno e si ritrova su un grande balcone che slarga sulla vallata: <>, commenta ad alta voce, con la speranza di stimolare la sua poca voglia nel continuare la ricerca. C'è ancora un piano che porta al sottotetto ed alle torri ma, piegato sull'orologio, decide di scendere per non arrivare tardi all’appuntamento.

    Secondo i dati forniti, non bisognava spingersi su per le scale: essendo in anticipo, ha preferito gironzolare un po' per una possibile via di fuga in caso di pericolo.

    Torna di nuovo a seguire le istruzioni impartite: rientra nel cortile, facendo attenzione ad altri passaggi più nascosti, dove poter provare ad addentrarsi successivamente. Arrivato al centro del perimetro, mentre ancora osserva e ragiona, senza volerlo la torcia va ad illuminare un buco laterale nel muro: insospettito si avvicina e nota un locale sotterraneo, probabilmente quello che cercava: <>, soddisfatto della scoperta, si allunga verso quella direzione, illuminando bene il passaggio, trovando una scala ad attenderlo: <>.

    Scende lentamente un gradino alla volta, cercando di non cadere; giunto a terra aumenta il passo, con l'intento di concludere l'escursione prima possibile.

    <>, si lamenta, mentre continua il cammino in quegli stanzoni bui, in apparenza abbandonati.

    Percorre una camera con ai lati delle strutture usate per la preparazione e l'imbottigliamento del vino: riconosce un torchio e delle gradinate per la sistemazione delle bottiglie e damigiane, una vera e propria cantina nella quale però è assente la materia prima. Nonostante tutto, l'ordine regna sovrano e padroneggia la pulizia, come se quei locali fossero stati preparati da poco per una futura vendemmia.

    Da lontano, ad un certo punto, distingue qualcosa muoversi in fondo alla camera successiva: Fabio aumenta il passo, con la speranza di trovare quello che sta cercando.

    Finalmente, dopo tanto girare, arriva di fronte ad un personaggio in carne ed ossa, dalla presenza possente, illuminato egregiamente dal basso verso l'alto, come se fosse un dio sceso in terra, armonizzato da un'invidiabile virilità e fierezza.

    I capelli neri, con una diligente pettinatura classica, sono divisi lateralmente, delineando un ipotetico carattere spigoloso: la chioma, sistemata perfettamente capello per capello al posto giusto senza ombra di disordine, si presenta come simbolo di estrema precisione, nella quale l'individuo in apparenza sembra credere; il volto squadrato, rasato a puntino, assorbe ogni singolo raggio dei fari, mostrando con estrema nitidezza tutto il suo rigore. Indosso ha un completo blu scuro, contrastante con la pelle pallida e rilassata; la camicia bianca è percorsa da una cravatta sottile, che piega sul fisico atletico, mentre le scarpe nere sono lucidate minuziosamente, come sagomati specchi dai riflessi luminescenti.

    <>, rompe il silenzio lo sconosciuto, con un tono greve che appesantisce ancor di più l'oscurità circostante.

    CAPITOLO 2

    24 DICEMBRE 2019

    Ore 19.30

    una settimana prima

    È la sera della vigilia di Natale, l'intera famiglia è quasi pronta per andare a festeggiare a casa dei nonni: le due bimbe sono in camera che infilano gl'ingombranti cappotti mentre Monica, la mamma, è in bagno a dare gl’ultimi ritocchi al trucco. Consistenti fiocchi di neve scendono dal cielo, un quadretto perfetto per l'occasione, in armonia con la ricorrenza festiva in corso.

    L'unico tassello fuori posto, che manca all'appello del quadretto familiare, è il papà Fabio, rimasto in cucina a fissare la televisione mentre scorrono le notizie del telegiornale. A differenza degl'altri non è ancora pronto: per adesso indossa solo i pantaloni per la festa, mentre la

    camicia è ancora accavallata alla sedia, con le scarpe sistemate nella scatola dentro il ripostiglio.

    La moglie esce dal bagno tranquilla, tra tutti è la più eccitata perché da sempre amante delle tradizioni natalizie: fin da piccola è stata affezionata al caldo clima che si respira in questo periodo dell'anno, ricco di addobbi sgargianti, di luci colorate per le città e, per finire in bellezza, della neve che imbianca le strade e copre ogni difetto urbano, anestetizzando i rumori con un piacevole silenzio e senso di pace.

    Sembra tutto perfetto, persino le bambine sono già alla porta ad attendere l'uscita, evitando di farsi chiamare innumerevoli volte: Monica arriva in sala e, con suo grande rammarico, nota il marito vestito ancora a metà, che perde tempo davanti al televisore.

    Come un leone a digiuno da una settimana, la donna si fionda verso il compagno, quasi in procinto di sbranarlo: <>.

    Il ragazzo non la degna di uno sguardo, segue le notizie che scorrono lente; la consorte infuriata si avvicina e, prima di continuare la strigliata, gira il volto verso la TV per capire quale programma ringraziare per il ritardo. Proprio in quel momento la pagina di cronaca alza i toni: l’accusato indifferente si alza in piedi, concentrato sulle immagini, sistemandosi a poche spanne dallo schermo, come se più vicino possa ascoltare meglio le informazioni.

    La moglie resta in silenzio un attimo, per almeno intuire di cosa stiano parlando i giornalisti: con suo enorme dispiacere hanno aperto per l'ennesima volta la pagina, con la solita cantilena, sul misterioso personaggio che, anni fa, è intervenuto in un conflitto a fuoco nel centro di Milano, liberando una presunta creatura mitologica in piazza del Duomo, distruggendo diverse opere e mettendo a repentaglio la vita dei cittadini che passeggiavano in pieno giorno. Dopo innumerevoli ipotesi, si è giunti alla conclusione che il mostro alato non sia stato altro che un velivolo radiocomandato, camuffato da drago. Secondo i mass-media, l'unico responsabile dei gravi disagi è il famoso Erede, ovvero colui intervenuto quel giorno per le vie della grande città.

    La moglie prende d'impulso il telecomando e spegne; dopo averlo posato guarda fisso negl'occhi il marito, attirando forzatamente la sua attenzione: <>;

    Fabio, colto alla sprovvista dal discorso, si volta verso Monica: osservandola nota la sua precedente rabbia affievolirsi, dopo aver notato il motivo della sua concentrazione verso le notizie. L'ira della consorte si trasforma veloce in dispiacere, insieme ad un piccolo barlume di comprensione: <>;

    <>;

    <>;

    <>.

    Il marito scoraggiato cambia sguardo, grazie all'intervento della donna si è un po' ripreso. Fissando ora la consorte, fiera di quello che ha appena detto, e ribatte: <>;

    <>.

    Fabio, più rilassato rispetto a prima, infila la camicia: vedendo il successo nella discussione, la fanciulla lo aiuta con i bottoni sul petto.

    Arrivano le bimbe, rimaste in sala tutto il tempo: invadono la cucina ed in coro irrompono a squarcia gola: <>.

    Sorridendo i due genitori scattano e, dopo aver aspettato che anche il padre infilasse le scarpe ed il giaccone, escono tutti con l’intenzione di raggiungere il garage e dirigersi verso la casa dei nonni.

    Sistematosi di fronte al volante della vettura, il papà gira la chiave e fa retromarcia, uscendo nel cortile: mentre la famiglia entra nell'abitacolo, squilla il cellulare: <>, commenta il ragazzo.

    <>, ribatte la compagna, ritornata di buon umore.

    Alzata la cornetta, tramite il tasto verde dell'apparecchio, Fabio rimane in attesa per capire chi è: mentre sta per rispondere, una voce mai sentita lo anticipa: <>.

    CAPITOLO 3

    PRESENTAZIONE

    <

    Ho trascorso l'infanzia devastato da continue malattie: il fragile fisico, che possedevo, non riusciva a reagire bene fronte a qualunque virus aleggiasse nell'aria. Crescendo subii una mutazione inaspettata: all'interno del mio organismo si sviluppò un'incredibile schermatura di difese immunitarie che, drasticamente, migliorarono lo stato di salute, fino al punto di essere immune ad ogni tipo di malanno. Col tempo scoprii che l'evoluzione degl'anticorpi era una dote ereditaria, ancora oggi non del tutto chiara. In determinate situazioni riuscii a sfruttare questo scudo protettivo misterioso a mio favore: la forte fibra agevolò spesso i miei scopi, aprendo la strada verso una resistenza irraggiungibile da qualsiasi comune mortale.

    Le capacità, derivanti dal gene tramandato millenni fa dai miei avi, si possono definire di tipo leggendario: grazie all'accoppiamento non previsto, avvenuto tra la maga Circe ed il mitico Odisseo quando quest'ultimo approdò sulle coste del sud Italia, si diede il via ad un'inattesa gravidanza, non avvenuta in altre occasioni, nel grembo della strega. Mai si verificò, prima di allora, la fecondazione dell'ovulo all'interno della donna maledetta: con l'arrivo del re di Itaca si fece strada la vita ad un imprevisto feto dal quale, dopo i nove mesi, nacque un bambino che successivamente crebbe in salute nella zona del Circeo.

    Da qui parte il ciclo dei miei antenati, che di generazione in generazione rimasero ignari alle loro origini: nessun fatto strano o fuori dal comune destò sospetti nei secoli, fino al momento in cui ogni legame col passato, con lo scorrere del tempo, si perse. La storia, da un giorno all'altro, si trasformò in leggenda, rimanendo viva solo in parte sulle scaffalature di librerie e biblioteche, smarrendo del tutto la verità sulla discendenza, insieme ai fatti riguardo le radici iniziali.

    Venni a conoscenza della mia provenienza nell'anno 2005, in vacanza nel golfo di Napoli. In quel luogo si manifestò una visione che mi portò all'interno di una dimensione parallela: il regno dei morti.

    In quell'occasione scoprii che l'aldilà è diviso in tre settori distinti: nel primo, l'Inferno, conobbi il passato della mia stirpe, tornato a galla grazie ai dannati incrociati durante la discesa verso il centro della terra. Tutti erano informati sulla mia storia e predicevano le varie qualità intuitive, derivate dal greco navigatore, insieme a quelle occulte, possedute all'epoca dalla maga.

    Dopo due anni affrontai il secondo viaggio nell'oltretomba: il Purgatorio, sull'isola di Pasqua, era la sede momentanea dei pentiti, suddivisi per gradi differenti uno dall'altro, in base al comportamento durante la vita. Anche in quell'insolito luogo, tramite un gran numero di anime ricevetti notizie preziose: in più fui richiamato ad un misterioso dovere futuro e messo inoltre in guardia sulle tenebre che avrebbero potuto

    intaccare, un giorno, il mio cuore. Circe, la madre iniziale, diede al DNA della discendenza parte delle sue caratteristiche demoniache, rischiando così d'innescare il sopravvento di un avvenire negativo nelle nuove generazioni.

    Dopo le passate esperienze, nel 2012 mi trovai coinvolto nella soluzione di un'antica profezia, riguardante l'incombente rischio d'inversione polare: con il ritrovamento di un oggetto dai poteri straordinari, rimasto nascosto per anni, attraverso una minuziosa ricerca venne sventato il pericolo.

    Le mie capacità migliorarono in modo spropositato nell'anno 2015, quando riuscii a risolvere il caso degl'omicidi sulle torri di Alba. Durante la successiva situazione subii un'ulteriore mutazione: in preda ad una forte ira triplicai le dimensioni, prendendo le sembianze di un drago. Da quell'evento insolito, passai mesi lontano da casa per superare il trauma e dedicarmi ad un particolare addestramento, utile per imparare ad utilizzare, nel modo corretto, le novelle capacità paranormali.

    Rientrato in campo, la missione si concluse con successo su uno dei torrioni scovando la responsabile della catena di morte, scatenata per mesi nella capitale delle Langhe.

    Nel 2017 mi occupai di un'altra indagine, nei confronti di una setta, questa volta formata da vampiri, guidati da un pazzo omicida soprannominato Eremita. Dopo vari inseguimenti e scontri, il confronto finale si consumò tra lui e me in piazza del Duomo nel centro di Milano. Il capo succhiasangue prese la forma di un pipistrello gigante ed io, per non essere da meno, subii nuovamente la metamorfosi, riacquistando le sembianze di uno sputafuoco. Nello scontro venne rovinato parte del piazzale ma, in conclusione, riuscii a sconfiggere il portatore di morte; in apparenza potrebbe essere stato un lieto fine ma, in realtà, per l'intervento violento sotto i riflettori venni considerato come unico responsabile della lotta.

    Tutt'ora sono ricercato dalle forze dell'ordine: puntualmente i mass-media, quando sono a corto di scoop, ripropongono la storia di quel giorno, aggiungendo ogni volta un po' di pepe in più per renderla interessante.

    Per evitare l'arresto mi sono ritirato, continuando l’esistenza come un comune cittadino, fino al 24 dicembre del 2019 quando uno sconosciuto, componendo il mio numero, mi ha proposto un incontro.

    Il misterioso tipo è consapevole che, grazie ai miei poteri ed alle conoscenze emerse dalle avventure passate, riuscirà a risolvere una delle missioni più delicate dell'ultimo secolo, tramite anche ad un oggetto, simile ad un orologio da tasca, da me recuperato nelle grinfie dell'Eremita dopo la sua sconfitta. Mi aspetta un importante lavoro, che un essere umano qualunque non potrebbe risolvere facilmente.

    Come in ogni occasione mi mescolo nella vita quotidiana, simile ad un comune padre di famiglia: per tutti sono semplicemente Fabio, ma le forze oscure non sospettano che sto tornando con il mio vecchio soprannome, noto a tutti come EREDE>>.

    CAPITOLO 4

    31 DICEMBRE 2019

    Ore 23.02

    Oggi

    <>, puntualizza Fabio, coperto in parte dalla penombra nei sotterranei del castello.

    <>;

    <>;

    <

    Tornando al dilemma iniziale, ci tengo a precisare che noi siamo al corrente di ogni suo movimento, dal momento in cui ha risolto il problema dell'inversione polare nell'anno 2012. Credeva veramente di essere uno sconosciuto, in grado di poter agire a suo piacimento come e quando voleva? Abbiamo mandato noi i rinforzi per aiutarla a risolvere la grave situazione formatasi, in quella delicata occasione>>;

    <>;

    <>.

    Fabio rimane un attimo in silenzio, è stupefatto per la risposta ricevuta: nonostante le parole ascoltate, non si rende ancora conto di quanto possa essere enorme ingranaggio, che ruota dietro l'individuo enigmatico, adesso lì di fronte a lui sicuro ed incredibilmente calmo, quasi con un atteggiamento ipnotico.

    <>, continua il personaggio in giacca e cravatta, scandendo lentamente ogni singola parola.

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>.

    L’Erede, dopo l'affermazione, sposta leggermente il suo giaccone a trequarti, mettendo in evidenza una catena dorata: afferrata, con la mano destra, la fa scivolare tra i polpastrelli verso l'alto, estraendo dalla tasca una cipolla con degl'intarsi sulla copertura. Premendo il pulsantino, all'interno del gancio, fa scattare l'apertura dello strumento, evidenziando il quadrante con i numeri romani.

    Set Block rimane abbagliato innanzi a quella visione: spalanca gl'occhi quasi eccitato, con l'espressione di chi è arrivato quasi a compimento del suo incarico nel migliore dei modi.

    <>, puntualizza l'Erede, mentre osserva il tipo che dall'espressione di meraviglia passa a quella di terrore.

    <>.

    CAPITOLO 5

    25 DICEMBRE 2019

    Ore 11.45

    6 giorni prima

    Fabio e la sua famiglia escono dalla messa festiva, la folla si accalca sorridente verso il portone principale, spalancato apposta per evitare ingorghi per il grosso numero di gente nel giorno di Natale.

    In apparenza sembra un giorno di festa come tanti altri: marito e moglie, con le bambine per mano, dopo la celebrazione in chiesa si dirigono verso casa dei genitori di Monica per festeggiare tutti assieme.

    <>, rompe il ghiaccio la compagna, mentre cammina, cambiando in parte il quadretto spensierato concesso dal momento felice.

    <>;

    <>;

    <>.

    La donna rimane un attimo in silenzio, poi riparte ancora più agguerrita: <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>;

    <>.

    Alla battuta la ragazza si fa scappare una risata e, grazie ad essa, la discussione si raffredda diventando un confronto più amichevole.

    <>, ricomincia la fanciulla, per metà non ancora convinta.

    <>;

    <>;

    <>.

    CAPITOLO 6/10

    VERSO IL 2049

    CAPITOLO 6

    31 DICEMBRE 2019

    Ore 23.20

    Oggi

    <>, allarga l'Erede, scettico di fronte alla rivelazione dell'individuo elegante che adesso, innanzi a lui, scandisce le parole lentamente: <>.

    Fabio continua a fissare Set Block mentre parla: evita d'interromperlo, cercando di capire come la

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