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Berlino Express
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E-book65 pagine49 minuti

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Spionaggio - racconto lungo (45 pagine) - Una missione impossibile nel cuore della Germania divisa dalla Guerra Fredda


Portare a casa un tuo agente infiltrato al di là del Muro di Berlino, che ha commesso l’imperdonabile errore di farsi scoprire, è già un’impresa ad altissimo rischio. Ma quando ti ordinano di farlo senza nemmeno dirti chi è, il rischio cresce vertiginosamente. Luca Manfredi ha fiutato odore di marcio fin dal primo momento, ma mai sospetterebbe di trovarsi in un inferno dove non puoi fidarti di nessuno perché niente è ciò che sembra e le probabilità di portare a casa la pelle sono ridotte a zero.


Difficile distinguere il confine fra realtà e fantasia nei romanzi di Giancarlo Narciso, lo scrittore milanese la cui vita avventurosa trasuda continuamente nelle sue storie, spesso ambientate in estremo oriente, dove a lungo ha vissuto, o vive ancora. Oltre alla trilogia di Rodolfo Capitani – composta dai romanzi Incontro a Daunanda (Premio Scerbanenco 2006), Singapore Sling (Premio Tedeschi 1998 e soggetto della trasposizione televisiva italo-serba Belgrado Sling) e Le zanzare di Zanzibar – Giancarlo Narciso è autore, fra l’altro, di Otherside (terzo classificato al Premio Azzeccagarbugli 2011), Un’ombra anche tu come me, I guardiani di Wirikuta. Ha poi dato vita al personaggio dell’investigatore privato Bruno “Butch” Moroni, protagonista dei romanzi Solo fango e Sankhara (finalista Premio Scerbanenco 2002) e della novelette Un nome su una lista. Come Jack Morisco ha firmato per Segretissimo Mondadori la serie di romanzi di spionaggio centrati sul personaggio di Banshee. Per Delos Digital ha già pubblicato Play With Fire e Linea di Confine.

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2019
ISBN9788825410549
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    Anteprima del libro

    Berlino Express - Giancarlo Narciso

    9788867758463

    Personaggi in ordine d’apparizione

    Francesca Ramondi Doppio agente SID, HVA

    Markus Wolf Direttore dell’HVA

    Ruggero Ferrante Direttore del SID

    Giulio Bernini Analista del SID

    Luca Manfredi Senior operative, reparto D, SID

    Enrico Pastori Capo centro SID Berlino Ovest

    Jürgen Bauer Basista a Berlino Est

    1

    Gennaio 1974. Berlino Est

    Francesca Ramondi era già in piedi, pronta a lasciare l’ufficio, quando Markus Wolf, per gli amici Mischa, la bloccò sollevando la mano.

    – Aspetti un attimo – le ordinò nello stesso tono secco, se non dichiaratamente ostile, che aveva mantenuto per tutto il tempo del loro incontro.

    Il direttore dell’HVA, il dipartimento della Stasi che si occupava di colpire i nemici dello Stato e del Socialismo all’estero, si alzò a sua volta, si avvicinò all’armadio di ferro a fianco alla finestra che si affacciava sui tetti di Lichtenberg e aprì un cassetto.

    Mentre il suo capo le dava di spalle per frugare fra le cartelle sospese, Francesca inclinò impercettibilmente la testa e cercò di inquadrare con lo sguardo la lettera lasciata in bella vista sulla scrivania, a dispetto della scritta rossa Streng Geheim. Top Secret. Il poco che riuscì a decifrare le bastò per accertarsi che il documento riguardava i corsi d’addestramento tenuti dall’HVA al personale della Dirección General de Inteligencia cubana e non rivestiva per lei alcun interesse. Un attimo dopo però si chiese il motivo di una così banale violazione delle norme di sicurezza che all’interno della Haupt-Verwaltung Aufklärung venivano seguite con la maniacale precisione che solo il connubio fra la paranoia endemica dei regimi stalinisti e la naturale propensione alla disciplina del popolo tedesco poteva produrre.

    Wolf tornò a sedersi e le mise davanti la pagina finale di un rapporto che Francesca aveva consegnato il giorno prima.

    – Manca la firma – disse acido, porgendole una penna. Visibilmente spazientito, lasciò che lei rimediasse alla dimenticanza per poi congedarla con un cenno brusco.

    Francesca ritornò nel suo ufficio senza riuscire a scrollarsi di dosso la sensazione che quella lettera fosse un’esca, lasciata in vista apposta perché lei la leggesse. Cosa che, unita alla insolita freddezza con cui Wolf l’aveva trattata, buttava altra benzina sul fuoco dell’angoscia che dal giorno prima, da quando si era accorta di essere sorvegliata, non l’aveva più abbandonata.

    Sospettavano di lei?

    Da quando era stata trionfalmente accolta nei servizi segreti della Germania Orientale aveva lavorato duramente per superare le inevitabili sacche di iniziale diffidenza riservate a un defezionista proveniente da un’agenzia nemica, e sapeva di essere riuscita nell’intento di accattivarsi la piena fiducia di dirigenti e colleghi. In parte il successo era dovuto alla qualità e alla mole di informazioni che aveva portato in dote, informazioni accuratamente selezionate e ritoccate in modo da risultare credibili pur non arrecando troppi danni; ma in gran parte anche alle sue eccellenti capacità di interazione a livello personale. D’altro canto, Francesca era sempre stata consapevole del destino che l’attendeva il giorno che si fosse bruciata, ma in qualche modo era sempre riuscita a rimuovere il pensiero.

    Era un rischio calcolato e il gioco valeva la candela. Se tutto fosse andato come doveva, il suo ritorno a Roma sarebbe stato trionfale.

    Ma accorgersi dell’uomo che il giorno prima l’aveva seguita dal lavoro al supermercato, per poi riapparire sotto casa poco più tardi, quando era uscita di nuovo per andare a cena con la sua amica Frieda, era bastato a proiettarla in uno stato di terrore.

    Doveva rientrare.

    Forse era tutto frutto della sua fantasia, forse a tenerla d’occhio erano gli americani, o gli inglesi o i francesi, forse il tipo che l’aveva seguita era solo un maniaco sessuale… Solo un maniaco? Non era strano come qualsiasi minaccia tendesse a scomparire di fronte a un pericolo ancora più grande? Si scosse, riprendendo il filo del pensiero. Comunque fosse, non poteva continuare. Era tanto in preda al panico che rischiava di fare un passo falso e compromettere tutta la missione.

    Doveva rientrare.

    A marzo sarebbero stati tre anni. Tre anni di vita buttati in quello squallido inferno triste e opprimente che era la Germania dell’Est. Tre anni passati alla ricerca degli indizi sufficienti a smascherare Antares.

    Ed era arrivata maledettamente vicina all’obiettivo. I dati raccolti

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