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Fatti di Materia Oscura
Fatti di Materia Oscura
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E-book215 pagine2 ore

Fatti di Materia Oscura

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Info su questo ebook

La vita di Nico è da sempre immischiata con quella della Famiglia, un’organizzazione criminale che ha distrutto i suoi cari, ma lo ha anche fatto diventare un esperto finanziario che, dal cuore pulsante dell’attività economica e industriale del Paese, gestisce grandi fondi di origine illegale. 
Al suo fianco da qualche tempo c’è Giulia, che lo ama profondamente ma è all’oscuro della vera identità dell’uomo di cui si è innamorata. 
Come Nico, anche lei proviene dal sud, da cui è fuggita per evitare un destino segnato da obblighi ed obbedienze che non era disposta ad accettare. A tratti, però, è ancora tormentata dall’avvenire della sorella minore, che ha abbandonato alla medesima sorte da cui lei è fuggita.
Ad un certo punto delle loro storie personali, il futuro di Nico s’intreccia anche con quello di Gianluca, un industriale del nord con grandi ambizioni e pochi scrupoli che, in un momento di crisi, cerca l’aiuto finanziario della Famiglia per salvare il suo Gruppo Industriale.
Ma la trattativa che si apre tra Nico e Gianluca comporta una posta molto alta per tutti i personaggi coinvolti, ciascuno con un grumo di “materia oscura” nascosto nel profondo del suo essere. 

Bruno Riccò è nato nel 1947 a Parma, nel popolare quartiere dell’Oltretorrente, dove ha trascorso un’infanzia e una giovinezza molto felici. Nel 1966 ha iniziato gli studi di Ingegneria Elettronica laureandosi al termine del quinto anno di corso nel luglio del 1971. In seguito, conseguito il Diploma in Fisica dello Stato Solido dell’Università di Parma, ha iniziato una lunga carriera di ricerca scientifica. Nel 1976, ha conseguito il Ph.D. presso l’Università di Cambridge (UK), con studi nel campo della Fisica dello Stato Solido. Rientrato in Italia, nel 1977 è diventato Ricercatore presso l’Università di Bologna e nel 1980, a trentatré anni, Professore Ordinario di Elettronica. Dal punto di vista scientifico, Bruno Riccò ha svolto una intensa attività di ricerca nel campo della Microelettronica in Italia e in altre parti del mondo, in particolare, U.K., U.S.A, Brasile, Argentina, India... con la possibilità di conoscere a fondo ambienti, persone e culture diverse da quella italiana ed europea. Per la sua attività di ricerca ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Marconi dell’Associazione Italiana Ingegneri Elettrici ed Elettronici per il decennio 1985-1995, e l’onorifica “Cattedra del Centenario” da parte dell’Indian Institute of Science di Bangalore. Per quanto riguarda attività diverse da quelle di tipo scientifico, Bruno Riccò ha sempre avuto un vivo interesse per libri e film. In particolare, ha scritto diversi romanzi di “fiction”, anche con aspetti di tipo scientifico riguardanti l’evoluzione della società in cui viviamo, sempre più determinata dall’introduzione di tecnologie avanzate.
LinguaItaliano
Data di uscita16 ott 2023
ISBN9788830690592
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    Anteprima del libro

    Fatti di Materia Oscura - Bruno Riccò

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una Vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Personaggi

    Nico/Nicola - un giovane nato nell’ambiente della Famiglia, che gli ha anche ucciso i genitori, sospettati di tradimento. Nico viene incentivato a studiare per diventare l’esperto finanziario della Famiglia. Vive al nord, dove c’è il centro dell’attività economica e industriale dell’organizzazione, e assume il ruolo di finanziere che gestisce ingentissimi fondi sporchi.

    Giulia - una ragazza legata sentimentalmente a Nico, fuggita dal sud, ambiente naturale della Famiglia e di organizzazioni simili, proprio perché non vuole avere nulla a che fare con una cultura e un contesto che non sopporta. Con questa scelta, però, ha abbandonato al suo destino la sorella più giovane, che non è riuscita a fuggire con lei.

    Gianluca - un industriale del nord, molto ambizioso, che si è fatto dal nulla anche ricorrendo a operazioni spericolate (delocalizzazioni, chiusura di fabbriche, licenziamenti, controlli insufficienti che hanno prodotto anche delle vittime...). All’inizio della storia si trova in grande difficoltà finanziaria, a rischio di fallimento, e come ultima risorsa decide di chiedere aiuto alla Famiglia.

    Maggie - compagna di Gianluca. Una donna inglese di alto livello sociale, esclusa da tempo dal suo ambiente naturale per una sfortunata vicenda matrimoniale, in cui è unica colpevole. Soffre anche la perdita del suo unico figlio.

    Il Capo

    Salvo - braccio destro del Capo

    Mino - figlio del Capo

    Angela - figlia del Capo

    Roberto - aspirante giornalista

    Prima parte

    Nord

    1. Attese

    Un uomo poco più che trentenne stava correndo tra parchi e grattacieli della città del nord in cui abitava. Avvolto in tuta sportiva elastica e nera, si muoveva con eleganza, di quando in quando specchiandosi nelle pareti di vetro degli edifici che incrociava lungo il percorso. Il suo passo, agile e composto, indicava che non stava faticando, anche se quella era la sua seconda corsa della giornata, perché di solito lui usciva alla mattina, prima che le strade del quartiere si riempissero di manager e impiegati.

    In effetti era stato così anche quel giorno ma, in seguito, la tensione per l’incontro che lo attendeva in serata era cresciuta dentro di lui col passare del tempo, fino a diventare quasi insostenibile nel tardo pomeriggio. Perciò, verso le sei aveva deciso di uscire di nuovo per un esercizio supplementare, sperando che servisse ad abbassare la pressione che avvertiva dentro di sé. Così, adesso la sua attenzione era concentrata sul fare un passo dopo l’altro in modo corretto. Ma questa routine, di solito capace di allontanare ogni altro pensiero, non sembrava avere l’effetto sperato.

    Finito di correre, era tornato a casa, aveva fatto una doccia e si era vestito in modo appropriato. Poi si era messo ad attendere l’arrivo del suo ospite. I preparativi e i tempi erano giusti, non troppo stretti da mettere premura, ma nemmeno così lunghi da lasciare campo libero all’angoscia che stava faticosamente cercando di contenere. Ma la parte facile della giornata terminava lì.

    Intanto, avrebbe incontrato il suo interlocutore di persona per la prima volta, dopo diversi scambi di documenti per via telematica, seguiti da commenti e precisazioni su punti poco chiari della proposta in discussione. Le parole scambiate in quei casi, doverosamente limitate, avevano riguardato soltanto aspetti tecnici... cifre, percentuali, tempi... Ma era sempre stato chiaro a entrambi che la trattativa sarebbe stata difficile e senza esclusione di colpi. Perciò sicuramente anche spiacevole.

    Del resto, la posta in gioco era troppo alta, per entrambi. Per lui, che non poteva fallire la prova più importante della sua carriera professionale, ma anche per l’altro, impegnato a giocare la sua partita della vita... Era certamente così dal punto di vista economico, ma nessuna conseguenza, anche di tipo personale, poteva essere esclusa...

    Molto sarebbe dipeso anche dall’impressione che ciascuno dei due si sarebbe fatto dell’altro, perché questo avrebbe inciso sull’atmosfera dell’incontro e sul tono della discussione. Da questo punto di vista, il giovane che stava correndo sapeva bene che avrebbe dovuto sforzarsi per tenere a freno il suo spirito dialettico, ma sperava che i chilometri percorsi gli avrebbero consentito di trovare l’equilibrio necessario.

    In ogni caso, presto tutto sarebbe stato illuminato. Nel bene o nel male.

    * * *

    Un uomo sulla sessantina, in elegante abito grigio scuro con camicia bianca e cravatta d’autore, occupava il sedile posteriore dell’auto di rappresentanza, con cui stava viaggiando verso la città. La persona al volante guidava in silenzio, sapendo che l’altro non amava essere disturbato, specialmente quand’era impegnato in questioni di lavoro. In quei casi, peraltro, il passeggero parlava liberamente perché si fidava del suo autista personale, assunto per impedire che fosse rispedito al proprio Paese per violazione della legge sull’immigrazione. Quel giorno, comunque, il passeggero sul sedile posteriore se ne stava in silenzio, con lo sguardo fisso sul panorama esterno, in quel tratto di strada nemmeno così interessante.

    In realtà, tutta la sua giornata era stata diversa dalle solite dedicate al lavoro. Intanto, a metà mattina aveva cancellato senza preavviso tutti gli appuntamenti fissati da tempo. Non che dovesse dare spiegazioni a qualcuno, perché lui era il vertice operativo del Gruppo industriale che possedeva. Però, di solito comunicava il suo programma quotidiano ai più diretti collaboratori perché potessero adeguarsi alle sue necessità. Questa volta, invece, non aveva fatto così. E poi c’era stato quello strano viaggio in un paesino tra le prime montagne, che non offriva nulla di importante dal punto di vista economico e nemmeno da quello turistico...

    Evidentemente, però, le cose non stavano così per lui, che da tempo nascondeva a tutti i suoi collaboratori i tormentosi pensieri di quel periodo. E, dopo l’annuncio dell’incontro fissato per quella serata, doveva pur fare qualcosa per distogliere la mente dalla pericolosa situazione in cui si stava cacciando.

    D’altra parte, che si dovesse arrivare a un confronto a quattr’occhi era nella natura delle cose fin dall’inizio di quel rischioso tentativo, fatto per evitare un disastro altrimenti certo. Però, in mancanza di una data precisa, lui poteva sempre sperare in un miracolo in grado di ribaltare la situazione. In tarda mattinata, invece, era arrivata una telefonata, breve e inesorabile. Sono pronto, aveva detto soltanto una voce ancora senza un volto. Questa sera alle nove a questo indirizzo. Nient’altro. Ma quelle parole erano state più che sufficienti.

    Allora, lui aveva cancellato tutti gli impegni di lavoro per il resto della giornata e si era chiuso nel suo ufficio a riflettere, con tutti i telefoni staccati. Ma poiché il suo umore era andato peggiorando, ad un certo momento aveva deciso di occupare il tempo prima dell’incontro con quel piccolo viaggio nel paesino in cui era nato e cresciuto, in cerca di un attimo di pace prima della tempesta.

    In realtà, non conosceva nemmeno lui il motivo di quella strana decisione, perché non era mai stato particolarmente affezionato a quel posto che non vedeva da almeno vent’anni. Però, era pur sempre il luogo dove tutto era cominciato e in cui abitava ancora sua sorella. Che, tra l’altro, aveva anche previsto tutto fin dall’inizio della sua spericolata avventura industriale...

    In ogni caso, lui non aveva intenzione di vedere nessuno, e così aveva fatto. Anzi, non era nemmeno sceso dall’auto per il timore di essere riconosciuto da qualche persona frequentata quand’era ragazzo.

    Così, si era limitato a un giro in auto attraverso le stradine del paese, non troppo cambiate negli anni, nonché attorno al piccolo lago lì vicino.

    Ciò nonostante, tornando verso la città, si rendeva conto del fatto che, attraverso le misteriose vie della psiche e della memoria, quella frettolosa rimpatriata aveva avuto un effetto positivo, perché si sentiva finalmente pronto per la sfida che lo attendeva...

    * * *

    Una ragazza nemmeno trentenne aveva appena abbassato la serranda dell’ufficio dove lavorava e stava camminando per tornare a casa. La sua giornata era stata simile a tutte le altre da quando aveva trovato quell’impiego in un’agenzia turistica del centro città. La sua collega più anziana le aveva raccontato spesso di com’era il loro lavoro quando tante persone programmavano le proprie vacanze insieme con lei, che si divertiva a immaginare viaggi incompatibili con il suo tenore di vita. Adesso, però, molta attività veniva svolta in rete dai clienti stessi e l’agenzia operava praticamente soltanto attraverso computer e telefono.

    Perciò quel lavoro non era più piacevole come un tempo. Tuttavia, la ragazza non se ne lamentava perché l’impiego era sicuro e lo stipendio bastava per le sue necessità. Innanzi tutto, infatti, le permetteva di pagare l’affitto dell’appartamentino in cui viveva, piccolo e senza pretese, ma prima casa solamente sua. Per contenere i costi, naturalmente aveva dovuto accontentarsi di abitare lontano dal centro, così che il tragitto dal posto di lavoro richiedeva una camminata di dieci minuti fino alla fermata della Metro e mezz’ora su un treno. Però, ormai si era abituata a quel viaggio quotidiano, durante il quale si divertiva a osservare le persone attorno a lei per immaginarne la vita e l’occupazione.

    Oltre che per la casa, lo stipendio le serviva sostanzialmente per abbigliamento e cibo. Ma vicino alla sua agenzia c’era un negozio specializzato in abiti invenduti al termine dei saldi di fine stagione e lei si era fatta amica di una delle commesse, che la avvisava dell’arrivo di capi interessanti. Perciò, riusciva a vestirsi con una spesa modesta. Del resto, giovane e carina com’era, le bastava poco per fare bella figura. Per il cibo, poi, viveva da sola e aveva tutto il tempo per prepararsi colazione e cena acquistando il necessario a prezzi ragionevoli nel supermercato vicino a casa. Per pranzo, invece, si portava qualcosa da casa o prendeva un panino insieme a qualche collega in un bar vicino all’agenzia.

    In sostanza, le sue esigenze erano modeste e il lavoro doveva soltanto consentire di soddisfarle con puntualità e sicurezza. Del resto, lei non chiedeva altro, perché i suoi sogni riguardavano soprattutto un uomo da amare e con cui condividere la propria vita. E per questo obiettivo, dopo tanto tempo, finalmente nutriva fondate speranze...

    Da quasi da un anno, infatti, aveva un fidanzato. Certo al nord, dove viveva, il termine non aveva più l’impegnativo significato tipico dell’ambiente in cui lei è cresciuta. Nella società liquida in cui si era inserita tutto era più relativo e transitorio. Però, intanto aveva incontrato un uomo che le piaceva e con cui aveva iniziato una vera relazione. Tra l’altro, anche lui veniva dal sud e proprio questo aveva costituito il pretesto per rivedersi dopo un fortuito incontro nell’agenzia in cui lei lavorava. Lui voleva cancellare un viaggio già acquistato e, per qualche strano motivo, non riusciva a farlo per via telematica. Così, mentre lei cercava di aiutarlo, si erano riconosciuti quasi conterranei. Questo aveva prodotto una chiacchierata più lunga e intrigante del normale, a cui era seguito un aperitivo. E poi un invito... Insomma, i soliti primi passi di una relazione.

    Per lei si trattava della prima vera esperienza di una certa importanza, e tutto stava andando nel verso giusto, anche se lui procedeva con cautela nell’evoluzione del loro rapporto. Intanto, molto occupato con il lavoro, in settimana era poco disponibile per incontrarsi e stare insieme. Inoltre, con la scusa di abitare praticamente in un ufficio, non l’aveva ancora invitata a casa sua. Perciò, i due stavano insieme

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