La nonna cattiva di Cappuccetto Rosso

Di Daniela Conti Benassi

Daniela Conti Benassi compone un canone imprevisto e contemporaneo, specchio irriverente e satirico di una realtà sfaccettata.
Cosa si chiedono e cosa hanno in comune i protagonisti delle favole, i liceali arroganti, un bambino autistico, una gatta costretta a convivere con un’umana perennemente a dieta, una ragazza che non si è mai innamorata? A che cosa credono, quante vittorie, sconfitte, speranze e segreti hanno dentro di sé? Quanta rabbia e quanto divertimento? Fuori dal solito affresco di principesse da salvare, di nonnine dedite a fare dolci, di ragazzini più o meno simpatici, di donne affrante, abbandonate, sottomesse, oppure impossibili e ribelli, c’è un mondo vivissimo, sorprendente e complesso che chiede di essere raccontato, e c’è il movimento mai stanco della scrittura e dell’esistenza.
L’amicizia, l’invidia, l’amore, lo smarrimento, il sesso, la paura, l’ambizione, i figli, gli uomini, le risate, il coraggio. E la libertà: conquistarla, gettarla via, riprendersela in un istante di grazia. Raccontare senza dimenticare un benefico soffio di ironia.
Sei storie che, con intelligenza, sincerità e ironia, descrivono un mondo vivissimo e sempre in movimento.

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovane Holden Edizioni
• Data di uscita: 1 nov 2019
• ISBN: 9788832925821

Anteprima del libro

marinaio

Prima fiaba alla Rovescia

C’era una volta una fanciulla che viveva in un castello, con una grande torre. Dalla sua finestra vedeva un grandissimo lago. Per passare il tempo, aveva fatto amicizia col buffone del re che si chiamava Pi. Lui le raccontava storie meravigliose di luoghi lontani, le faceva ascoltare la sua musica e la faceva ridere, perché si vestiva sempre con una scarpa e uno stivale.

Un giorno le raccontò di un bel principe che a causa di una magia della strega Pignasecca, moglie del mago Ovest, era stato mutato in una chimera, così che di notte era un leone e di giorno un cigno bianco. Non che il principe avesse combinato chissà che, però durante un temporale, aveva lasciato la porta aperta, il cane della strega, che si chiamava Buio, era scappato, spaventato dai tuoni, e non si trovava più. Allora la strega, arrabbiatissima, gli aveva fatto quella tremenda magia. Solo il bacio di una fanciulla che amasse molto gli animali, lo avrebbe liberato dall’incantesimo. La giovinetta chiese al buffone, cosa si potesse fare per ritrovare il principe e liberarlo dalla sua triste sorte.

Facile! disse il giullare, e le suggerì la ricetta.

Lei ascoltò con attenzione, indi si mise all’opera. Armata di mestolo, cosse dentro un pentolone un risotto di rana, ma il gatto del re, grosso e rosso di pelo, con due baffoni enormi e certe unghie da far paura, saltò sul tavolo e si mangiò la rana! La ragazza acchiappò il gatto, gli mise un grosso uncino nel collare e lo attaccò a un chiodo, il micione miagolava e soffiava come un diavolo, cercando di liberarsi, ma lei non si mosse a compassione, così che per un po’ di tempo quel gattaccio di nome Fa, non combinò altri guai. Anzi, stanco di stare appeso come un sacco di patate, Fa smise di urlare e si addormentò, permettendo alla giovane di rifare il suo risotto, con un dado di Rana, che le aveva spedito a gran velocità, un amico bravissimo a fare tortellini. Quando tutto fu pronto, staccò il gatto dal chiodo, gli dette un biscottino per fargli passare la paura e, con un buffetto, lo mise fuori della porta.

Poi, prese il paiolo con il risotto, e tutta sola, armata di un bastone, salì sulla barca in cima al pontile, e partì alla ricerca del principe.

Dopo aver navigato per tre giorni e tre notti sul lago, verso est, scorse sulla riva un meraviglioso giardino, sulla sponda, coperta di fiori, un grosso pavone faceva la ruota. Era bellissimo, ma lei non si fece distrarre, scese dalla barca, e incuriosita si appostò dietro un albero, all’ombra. Infine, dopo aver atteso a lungo, lo vide. Era splendido, bianco come la neve, il piumaggio luminoso e gonfio lo faceva apparire ancora più imponente, veleggiava sicuro verso di lei. La fanciulla per niente intimorita, uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò alla riva del lago, gli mandò un bacio sulla punta delle dita, facendogli vedere il paiolo del risotto. Per non