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Amori moderni
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E-book51 pagine45 minuti

Amori moderni

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Info su questo ebook

Grazia Deledda nacque a Nuoro, nella sua amatissima Sardegna, il 27 settembre 1871. Si sposò giovanissima e si trasferì a Roma. Studiò da autodidatta e all'età di 17 anni scrisse le sue prime storie, basate sui temi sentimentali e sul folklore. Deledda ha spesso usato il paesaggio della Sardegna come sfondo per descrivere le difficoltà incontrate dai suoi personaggi. Gli antichi modi della Sardegna sono spesso in conflitto con i costumi moderni, e i suoi personaggi sono costretti a trovare complicate soluzioni ai problemi morali. Nel 1926 vinse il Premio Nobel per la letteratura. Morì a Roma il 15 agosto del 1936. Cosima, romanzo autobiografico, fu pubblicato postumo nel 1937.
LinguaItaliano
Data di uscita24 nov 2019
ISBN9788835339274
Amori moderni
Autore

Grazia Deledda

Grazia Deledda (Nuoro, Cerdeña, 1871 - Roma, 1936). Novelista italiana perteneciente al movimiento naturalista. Después de haber realizado sus estudios de educación primaria, recibió clases particulares de un profesor huésped de un familiar suyo, ya que las costumbres de la época no permitían que las jóvenes recibieran una instrucción que fuera más allá de la escuela primaria. Posteriormente, profundizó como autodidacta sus estudios literarios. Desde su matrimonio, vivió en Roma. Escritora prolífica, produjo muchas novelas y narraciones cortas que evocan la dureza de la vida y los conflictos emocionales de los habitantes de su isla natal. La narrativa de Grazia Deledda se basa en vivencias poderosas de amor, de dolor y de muerte sobre las que planea el sentido del pecado, de la culpa, y la conciencia de una inevitable fatalidad. Sus principales obras son Elías Portolu, La madre y Cósima. En 1926 recibió el Premio Nobel de Literatura.

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    Amori moderni - Grazia Deledda

    Amori moderni

    di Grazia Deledda

    (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936)

    ISBN 9781709144998

    Amori moderni

    Era agli ultimi di febbraio: una sera tiepida e dolce.

    La signora e le figliuole del professor Rotta-Torelli, riunite intorno alla tavola ancora apparecchiata, nella saletta tranquilla la cui porta a vetri dava su un giardino incolto, discorrevano col giovane professore Antonio Azar.

    A dire il vero, la signora, ancor giovane e bella, ma coi capelli bianchissimi, ascoltava in silenzio, stuzzicandosi i denti e guardando con due vivi occhi neri or l'uno or l'altro dei giovani, a misura che parlavano, senza aver l'aria di capire del tutto le loro discussioni. Ella era figlia d'un capitano piemontese, di quelli che han fatto la patria, e che perciò forse non aveva avuto il tempo di curare l'istruzione della figlia, lasciandola crescere nella più completa ignoranza: ella non leggeva mai un libro, e non sapeva se i molti che leggevano le sue tre figliuole fossero buoni o cattivi.

    In quel tempo in tutti i salotti d'Italia non si parlava che del romanzo Quo vadis?

    - No, - diceva Maria la fidanzata di Antonio Azar, - io non ho letto e non leggerò Quo vadis? Sì, sì, appunto perché lo hanno letto e lo leggono tutti gli imbecilli, tutti gli impiegati, tutti i soldati del Regno di Italia...

    Solo allora la signora intervenne.

    - Rispetta l'esercito... - disse, senza smettere di stuzzicarsi i denti. - Ricordati che sei anche tu discendente di quei prodi che ci han dato una patria ed un re...

    - Ma fatemi il piacere, mamma! Io venero il mio caro nonno, ma non so che farmene della patria e del re!

    - Se ci fosse papà non parleresti così! - osservò la grassa dodicenne Anna, un fenomeno di bimba che aveva già letto più di trecento romanzi, compreso il Quo vadis?

    Ma la sorella non badava a lei.

    - ... Gli italiani? Tante pecore gli italiani. Ecco che cosa siete! Ed ecco anche come si spiega il fenomeno di questo stupido Quo vadis?

    - Gl'italiani? Ma tu che cosa sei? - chiese Anna dispettosa, agitando le mani piene d'anellini falsi.

    - ... No, - proseguiva Maria, rivolta ad Antonio, - io non leggerò mai un libro, che tutti leggono solo perché qualcuno ha detto che è bello. Ammetto anche che sia bello davvero, ma io non lo leggo appunto perché è passato attraverso l'ammirazione di una turba cretina che lo ha profanato...

    Mentre ella parlava, Antonio non le staccava gli occhi dal viso. Egli provava una specie di brivido interno; sentiva un'onda di parole salirgli alle labbra, ma, come spesso gli succedeva, non riusciva a pronunziarne una. Il mento gli tremava lievemente. E Maria, accorgendosi benissimo che egli non riusciva ad esprimersi, s'irritò e cominciò a battere nervosamente l'estremità del manico d'un coltello sulla saliera colma.

    - Eppure io so che tu hai voglia di leggere il Quo vadis? - disse Marina, la sorella maggiore - e tu dovresti leggerlo perché te lo ha regalato Antonio.

    - Sicuro... - approvò la madre premurosa.

    - Io non ammetto i regali...

    - Ma tu leggi il volumetto dei Salmi, che ti ha regalato l'organista - disse Anna.

    Maria non batté palpebra, ma un segreto impeto di collera l'assalì, contro le sorelle, contro la madre che si stuzzicava i denti, e sopratutto contro Antonio che taceva.

    - Che cosa sono i regali? - riprese dominandosi. - Convenzionalità, o, peggio ancora, prestiti ad usura, che si devono restituire a un dato tempo. Questo non entra nella questione. Io, dici tu, ho voglia di leggere il Quo vadis? E va bene; ma appunto perché ne ho voglia non lo leggo. Che cosa è il desiderio? Un moto incosciente,

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