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Il diavolo tra noi
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E-book73 pagine53 minuti

Il diavolo tra noi

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Info su questo ebook

Horror - racconto lungo (46 pagine) - L’esorcismo sta per cominciare…


Francesco vive un incubo: una presenza misteriosa gli ha rapito la moglie Diana.

Lei infatti si crede posseduta dal demonio e ora è sotto le misteriose terapie di suo fratello e di un prete.

Francesco un giorno riceve una chiamata: è il momento di finire quella storia, c’è una soluzione.

Quale sarà la verità? Diana è vittima della sua psiche o davvero il Diavolo è tra loro?


Marco Santeusanio è nato a Napoli il 07/11/1995 e vive a Milano. Studente di media audiovisivi e comunicazione, dopo aver partecipato e avuto riconoscimenti in concorsi letterari dedicati alle scuole, in parallelo alla carriera accademica ha coltivato la sua passione per il cinema e la scrittura.

Ha frequentato scuole e laboratori, imparando dallo sceneggiatore e fumettista Diego Cajelli, dagli sceneggiatori Filippo Gravino e Corrado Morra, nonché dai romanzieri Fabio Guarnaccia, Diana Lama e Simonetta Santamaria.

Il suo cortometraggio La Sepoltura è stato selezionato nel 2018 al FI PI LI Horror Fest di Livorno e a L’Aquila Horror Festival. I suoi precedenti racconti sono stati acquisiti per la pubblicazione online su Thriller Magazine (Mostri) e dalla casa editrice Providence Press (The Highest Search)

Al momento sta preparando il suo esordio nella saggistica, curando una ricerca sui rapporti tra cinema italiano e americano negli anni ’70.

LinguaItaliano
Data di uscita3 dic 2019
ISBN9788825410693
Il diavolo tra noi

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    Il diavolo tra noi - Marco Santeusanio

    ’70.

    1

    Signore, ti prego, liberaci da questo male.

    Un sussurro, come un fruscio, striscia nel vento.

    Nella luna piena di un mare di stelle, scivola sugli steli di grano e svanisce nel cielo sereno.

    Una notte tranquilla e silenziosa, sospesa nella propria quiete, imperturbabile nella propria pace naturale.

    Non c’è nulla di umano, nemmeno rumori lontani, se non la lingua d’asfalto di una strada, un vecchio casolare isolato e, proprio da lì, quella preghiera.

    Signore, ti prego, liberaci da questo male.

    Una fiamma rossa di una candela danza nel buio.

    Dipinge, nell’ombra, i tratti di un viso duro e mascolino. Scava profondi solchi neri tra le sue rughe.

    Inginocchiato in preghiera l’uomo, ai bordi del letto, medita col volto raccolto nelle mani giunte attorno a un rosario. Mormora con gli occhi chiusi, ciechi, ripetendo la lenta litania, con un soffio di voce.

    Una ripetizione regolare, metodica, ossessiva.

    Signore, ti prego, liberaci da questo male.

    Un ritmo dalla cadenza perfetta, lo segue un’altra voce: una donna, inginocchiata al lato opposto del letto e illuminata come un’ombra dai ceri.

    Una figura esile e sottile: le sue braccia preganti ricordano una mantide religiosa.

    Pregano entrambi, marito e moglie, in modo incessante e disperato.

    Implorano l’aiuto divino, la provvidenza che li liberi da un male nascosto e oscuro. Nel cuore di una notte primaverile, li angoscia fino a bruciarli, svegli nei loro incubi.

    Signore, ti prego, liberaci da questo male.

    Un’invocazione sibila nei meandri bui della casa, sguiscia lenta sopra il contorno di ogni superficie. Rompe il silenzio delle budella della villetta, fino a quando qualcos’altro la soppianta.

    Un rumore rantolante e grattato, gutturale e profondo. Il ruggito represso di una tigre feroce, irrequieta, pronta a attaccare.

    Il grugnito di una porta socchiusa in un corridoio dove arrivano solo pochi raggi di luna.

    Il respiro della Bestia.

    Oltre quella soglia, ci sono altre candele. C’è anche un grande libro rosso richiuso, appoggiato sul comodino, proprio affianco al letto.

    Lì, c’è qualcosa di inquietante.

    Coperto solo da un sottile lenzuolo, in una forma indefinita, un corpo si contorce lento su sé stesso.

    Il fantasma, la carcassa consumata, di chi doveva essere un tempo una donna prosperosa, vitale e fertile.

    Del corpo, seminudo nella sua magrezza, dove ora ci sono solo ossa spigolose, si possono intuire le curve formose di un tempo.

    Doveva essere davvero bellissima, lei.

    Ora è lì, immobilizzata dalla stretta della malattia nel letto.

    Avvolta in coperte sottili, i capelli rossi le coprono gli occhi sbarrati, vuoti. Bruciano, divorati da un buio profondo e assoluto.

    Eccolo, il male da cui l’uomo e la donna nel ventre della loro camera da letto pregano disperati di liberarsi.

    Si manifesta solo nel respiro irrequieto e carico di dolore della donna, la posseduta.

    Le è penetrato dentro, l’ha violata.

    Le ha preso l’anima e l’ha condannata a restare lì, nelle tenebre nere dei suoi occhi sbarrati.

    All’inferno, tra le mani del Diavolo.

    Il giorno dopo il sole illumina un cielo blu cobalto sopra il casolare. Fa splendere ogni singolo filo verde della campagna e le foglie accarezzate da un gentile scirocco.

    Il loro fruscio armonico è interrotto solo da un rumore di pneumatici sul ghiaino del cortile, una portiera che sbatte e, dopo alcuni secondi, un campanello squillante e gracchiante.

    C’è un uomo solo e scuro in volto di fronte alla porta di casa.

    Quella porta chiusa…

    Cosa farà quando si aprirà?

    Perché gli hanno concesso di incontrarla solo ora?

    Cosa sarà successo?

    Come reagirà a vederla dopo un tempo infinito?

    Cosa troverà di lei?

    Cosa avrà perso forse per sempre?

    E se…

    Se non ci fosse gioia, ma solo ansia, dolore e disgusto?

    Davanti una porta chiusa il tempo lascia perdere il suo scorrere naturale.

    Si dilunga nella corsa dei pensieri e delle domande, inizia a prevedere già tutto e niente mentre scrive profezie da smentire subito dopo.

    Un vortice senza tregua, ci fa tremare, ci fa mordere le labbra, mangiare le unghie delle mani. Noi non ce ne accorgiamo nemmeno.

    Una porta chiusa è l’Attesa: l’assente, incombente presenza di ciò che è nascosto oltre la soglia.

    Mentre le mandate sbloccano la serratura, attimo dopo attimo, come i fotogrammi di uno strano film, gli passano davanti agli occhi otto lunghissimi mesi.

    Quanto sono cambiate le cose in otto mesi…

    Un anno prima Francesco era, in una sola e semplice parola, felice.

    Il trentesimo compleanno a tanti mette paura, alcuni lo vedono come una transizione forte della vita. Lui l’aveva trascorso in modo del tutto

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