L'inganno
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Weird - romanzo breve (58 pagine) - Il male è una macchia nera che si allarga come una ferita non curata, tormentata da mosche svolazzanti.
Quando il dolore è troppo intenso, il cervello cerca di fuggire dalla verità, ma una vocina nella testa gli dice di andare nella caverna, nel cuore del bosco, perché è lì che si trova il diario.
Iniziando con la lettura, scopre che un bambino è stato segregato in quel luogo insieme ad un prete cattivo.
Il male è una macchia nera che si allarga come una ferita non curata, tormentata da mosche svolazzanti. La caverna è una bocca spalancata che lo attrae, inghiottendo ogni suo tentativo di fuggire dalla verità.
La caverna è inganno.
Quello è il luogo dove muore ogni speranza.
Marco Toffanin è nato a Desio nel 1977 e vive a Casatenovo, in provincia di Lecco. Una laurea in economia arrivata in un’altra vita, ha cambiato tanti lavori, ma non ne ha mai amato nessuno. Dal falegname al magazziniere, all’impiegato commerciale, al ragioniere, è costantemente alla ricerca di quello che non esiste. Non ama nemmeno i social, e non è social.
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Anteprima del libro
L'inganno - Marco Toffanin
A cura di Luigi Pachì
Delos DigitalMarco Toffanin
L'inganno
ROMANZO BREVE
ISBN 9788825425512
© 2023 Marco Toffanin
Edizione ebook © 2023 Delos Digital srl
Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano
Versione: 1.0
Collana a cura di Luigi Pachì
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Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.
Indice
Copertina
Il libro
L'autore
L'inganno
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
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Il libro
Il male è una macchia nera che si allarga come una ferita non curata, tormentata da mosche svolazzanti.
Quando il dolore è troppo intenso, il cervello cerca di fuggire dalla verità, ma una vocina nella testa gli dice di andare nella caverna, nel cuore del bosco, perché è lì che si trova il diario.
Iniziando con la lettura, scopre che un bambino è stato segregato in quel luogo insieme ad un prete cattivo.
Il male è una macchia nera che si allarga come una ferita non curata, tormentata da mosche svolazzanti. La caverna è una bocca spalancata che lo attrae, inghiottendo ogni suo tentativo di fuggire dalla verità.
La caverna è inganno.
Quello è il luogo dove muore ogni speranza.
L'autore
Marco Toffanin è nato a Desio nel 1977 e vive a Casatenovo, in provincia di Lecco. Una laurea in economia arrivata in un’altra vita, ha cambiato tanti lavori, ma non ne ha mai amato nessuno. Dal falegname al magazziniere, all’impiegato commerciale, al ragioniere, è costantemente alla ricerca di quello che non esiste. Non ama nemmeno i social, e non è social.
Dallo stesso autore
Marco Toffanin, La voce di un incubo Innsmouth ISBN: 9788825421163 Marco Toffanin, Una vendetta qualsiasi Innsmouth ISBN: 9788825424874
Prologo
Il male può assumere la forma di una macchia nera,
può annidarsi all’interno di un anfratto
e può essere talmente piccolo da risultare pressoché invisibile.
E forse quest’ultimo è quello più terribile.
È buio nel bosco.
Cammino, sento il rumore dei rami secchi che scricchiolano sotto i miei piedi e delle fronde degli alberi che si muovono al ritmo dei miei passi.
Non vedo nulla, posso soltanto ascoltare.
L’udito si acuisce quando non vedi. L’ho sentito dire tanto tempo fa, e adesso lo sto provando sulla mia pelle.
Ho smesso di contare i giorni di prigionia da quando vivo nel bosco. Sono sempre stato segregato qui, dentro la mia testa, ma adesso la macchia nera mi ha rinchiuso nella caverna, attirandomi nel buio con l’inganno.
Chissà se mi stanno cercando. Quando hai veramente bisogno, spariscono tutti, e resta solo il silenzio.
Ma non dentro la testa.
Qualcosa svolazza sopra di me, forse un gufo. Oppure è uno scoiattolo che percorre frettolosamente un ramo. Forse, non saprei dirlo con certezza. Mi baso soltanto sull’udito, ma non so riconoscere un animale da un rumore, anche se alle elementari la maestra ci fece studiare il verso degli animali.
Non sono mai stato bravo a scuola, raggiungevo a malapena la sufficienza in tutte le materie. Quando la maestra parlava in classe, non ascoltavo. Preferivo guardare fuori dalla finestra, osservare le linee bianche che fanno gli aerei a reazione.
È tanto che non vedo il cielo azzurro, da quando è calata la notte.
Da quando i vermi banchettano con il mio cervello e la macchia nera ha cominciato a parlarmi.
Dormo praticamente sempre, almeno non penso alla morte.
Riesco a capire quando si fa notte perché sento lo squittio delle civette, e i pipistrelli svolazzano dentro e fuori dalla caverna.
La prima volta che ho visto la macchia nera sono volato via, dentro una caverna umida nel cuore del bosco.
Sono di nuovo bambino, e ho tanta paura.
1
Spesso la paura viene associata al buio, ma questa regola non vale per lui.
Non è mai stato socievole, e non vuole nessuno tra i piedi. Ama stare seduto, avvolto dalle tenebre, in silenzio. È un tipo solitario, e non guarda quasi mai le televisione perché trova che i programmi televisivi siano banali e noiosi.
A volte però, la osserva per ore.
Spenta.
Non è più quello che era, perché ora è tutt’altro.
Riesce ad entrare nello schermo, attraversando le schede elettroniche e i fili di rame, per poi percorrere il cavo dell’antenna fino a captare il segnale delle varie emittenti televisive.
Lui è aria, lui è inganno.
Galleggia nell’aria, incerto, instabile, in balia del vento e delle correnti d’aria. Vede i tetti delle case, le strade, le piante. Vede la folla vicino al bosco, ed è proprio quello il luogo dove vuole tornare.
La macchia nera incombe su di loro.
Lentamente, si avvicina al terreno e scende giù ondeggiando come una foglia secca. Si scinde, si moltiplica. Si adagia sulla corteccia di una quercia, sul prato, sulle margherite, sul cappellino da baseball di un cameraman.
Lui è ovunque, lui è chiunque.
Il male si annida dove non c’è luce, dove anche la speranza esala l’ultimo respiro.
La grotta presto esprimerà il suo verdetto, ma adesso la macchia nera si diverte a manipolare la sua mente e quella degli altri, con l’inganno.
Sono tutti pedine di un gioco, sono occhi senza luce resi ciechi dal buio, con un cappuccio sulla testa e una fessura per la bocca, per respirare e per mangiare.
La vita è come una scacchiera, e lui adesso si trova bloccato all’interno di una casella nera.
2
L’eco dei suoi pensieri rimbomba nel vuoto dei suoi ricordi.
Con ciò che resta della sua mano destra si sfiora dove prima c’era il suo orecchio, e poi fa lo stesso con la mano sinistra, scacciando un paio di mosche che gli stanno dando il tormento.
La sua faccia è un pallone