Teilhard de Chardin: La teologia evolutiva del "muovere verso" tra scienza, mistica e filosofia
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Saggi:
- Teilhard de Chardin e Wolfram: modelli di universo computazionale ed emergenza del foglietto interno delle cose. Tommaso Bolognesi
- L’ecologia profetica di Teilhard de Chardin. Fabio Caporali
- Il muovere verso di Teilhard de Chardin: aspetti scientifici, filosofici e teologici. Ludovico Galleni
- Teilhard de Chardin profeta e precursore del dialogo interreligioso e della teologia delle religioni. Paolo Trianni
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Anteprima del libro
Teilhard de Chardin - Ludovico Galleni
Ludovico Galleni – Paolo Trianni (edd.)
TEILHARD DE CHARDIN
LA TEOLOGIA EVOLUTIVA DEL MUOVERE VERSO
TRA SCIENZA, MISTICA E FILOSOFIA
«Studium» è una Rivista bimestrale
Direttori emeriti: Vincenzo Cappelletti, Franco Casavola
Direttore responsabile: Vincenzo Cappelletti
Comitato di direzione: Francesco Bonini, Matteo Negro, Fabio Pierangeli
Coordinatore sezione on-line di Storia: Francesco Bonini
Coordinatori sezione on-line di Letteratura: Emilia Di Rocco, Giuseppe Leonelli, Fabio Pierangeli
Coordinatori sezione on-line di Filosofia: Massimo Borghesi, Calogero Caltagirone, Matteo Negro
Coordinamento collana ebook Biblioteca della Rivista «Studium»: Simone Bocchetta, Anna Augusta Aglitti
Copyright © 2020 by Edizioni Studium – Roma
ISBN 978-88-382-4888-7
ISBN: 9788838248887
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Indice dei contenuti
Introduzione
Teilhard de Chardin e Wolfram: modelli di universo computazionale ed emergenza del foglietto interno delle cose
Introduzione
Aspetti del Fenomeno Umano
Previta. Universi computazionali di Wolfram e spaziotempo algoritmico
Vita. Metabiologia di Chaitin e Reti Booleane Random di Kauffman
Pensiero - Tononi e la coscienza come informazione integrata
Un mosaico ancora incompleto
BIBLIOGRAFIA
L’ecologia profetica di Teilhard de Chardin
Introduzione
Transdisciplinarità
Pensiero sistemico
Premesse di Ecoetica
Ecoteologia
BIBLIOGRAFIA
Il muovere verso di Teilhard de Chardin: aspetti scientifici, filosofici e teologici
Gli aspetti epistemologici dell’opera di Teilhard de Chardin
Caso e muovere verso nella prospettiva epistemologica di Imre Lakatos
I cambiamenti di scala
Il muovere verso come strumento di sintesi tra scienza e teologia
L’evoluzione dell’Alfa all’Omega
La Terra da costruire nell’alleanza
Teilhard de Chardin profeta e precursore del dialogo interreligioso e della teologia delle religioni
POSTFAZIONE
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
BIBLIOTECA DELLA RIVISTA «STUDIUM» / 1.
FILOSOFIA / 1.
Ludovico Galleni – Paolo Trianni (edd.)
TEILHARD DE CHARDIN
la teologia evolutiva del muovere verso
tra scienza, mistica e filosofia
Introduzione
Ludovico Galleni e Paolo Trianni
di Ludovico Galleni [1] e Paolo Trianni
È in atto una riabilitazione della figura di Pierre Teilhard de Chardin ed un recupero della sua opera teologico-filosofica e scientifica [²]. Gli ultimi anni visto non soltanto una ripresa degli studi dedicati ai suoi scritti, ma anche vari tentativi tesi a sviluppare e a contestualizzare il suo pensiero. Teilhard de Chardin è stato un autore cruciale nel periodo a cavallo del Concilio Vaticano II, e molti segnali lasciano pensare che sarà fondamentale per la chiesa ed il cristianesimo del futuro. In lui, come è stato scritto, sono presenti i germi di una vera rivoluzione teologica, perché consente di leggere in modo nuovo la cosmologia, la teologia sistematica e la spiritualità [³]. Da questo punto di vista il suo pensiero cristiano è importante non per la sola chiesa cattolica, ma per il cristianesimo nel suo complesso e finanche per la cultura laica. Né va dimenticato che Teilhard de Chardin è considerato parimenti un filosofo – sia per la base personalista del suo pensiero sia per il modo nuovo di conciliare scienza e fede – ed il suo nome è presente nelle principali enciclopedie filosofiche contemporanee. Non in ultimo, egli è stato un autore spirituale che viene da molti associato alla mistica, ed uno dei padri fondatori della teologia delle religioni inclusivista e del dialogo interreligioso.
La sua opera complessiva è appunto segnata dalla sua duplice: quella religiosa che lo ha spinto a diventare prete nella Compagnia di Gesù e quella scientifica che lo ha fatto diventare scienziato paleontologo e geologo. I viaggi e le lunghe stagioni di vita vissute lontano dalla Francia, soprattutto in Asia, ma anche nel nord e centro Africa, hanno fatto di lui un uomo interculturale, amante del dialogo e dell’universalità. Prospettiva, per altro, che andava di pari passi con il suo evoluzionismo incentrato sull’Omega, ovverosia il Regno di Dio destinato a manifestarsi alla fine del percorso conico della storia.
Per quanto riguarda la prima vocazione, comunque, occorre ricordare la tesi di dottorato in paleontologia discussa a Parigi con Marcellin Boule, subito dopo la prima guerra mondiale, e poi con le ricerche di geologia, paleontologia e paleoantropologia compiute in Francia, in Cina e poi negli Stati Uniti. La seconda vocazione, nata quando era ancora studente, si è stabilizzata nella compagnia di Gesù continuando così la grande tradizione dei gesuiti scienziati. Grazie ai suoi studi regolari di teologia, Teilhard de Chardin ha dato un contributo importante alla storia della teologia, e non soltanto per le sue teorie riguarda alla cosmologia, l’evoluzione ed il peccato originale, ma anche su varie altre tematiche della dogmatica [⁴]. Certamente, però, il suo nome è essenzialmente legato al concetto di evoluzione che lui ha cercato di adattare al contesto biblico incorniciandolo in un quadro teologico. Va ricordato, a questo proposito, che la sua data di nascita, il 1881, si colloca un anno prima della morte di Charles Darwin. Alla data della sua morte, nel 1955, a New York gli ambienti scientifici angloamericano stavano costruendo quella grande revisione delle teorie evolutive che va sotto il nome di sintesi moderna.
Il suo percorso esistenziale, quindi, attraversa due momenti cruciali sia della storia della chiesa (il Concilio Vaticano II) sia della storia della scienza moderna (le teorie evolutive). Implicitamente, il suo peso è indirettamente rilevante all’interno della Costituzione pastorale " Gaudim et Spes", con la quale il magistero ecclesiale si è posizionato in modo nuovo nei confronti delle culture, del mondo moderne ed anche nei riguardi della scienza e della tecnica.
Se ancora agli inizi del Novecento potevano essere ammessi dei dubbi sull’evoluzione come evento planetario che interessava tutta la vita in un unico grandioso progetto di cambiamenti e trasformazione continua, dopo la seconda guerra mondiale la discussione non era più sulla realtà del fatto storico dell’evoluzione, bensì sui suoi meccanismi. La scienza moderna sembrò essere riuscita a produrre una sintesi, una grande teoria unificante dell’evoluzione biologica mettendo assieme, in maniera coerente, la selezione naturale di Darwin e Wallace con le leggi della genetica proposte da Gregor Mendel, unitamente allla teoria cromosomica della scuola americana di Morgan e Muller e con la modellizzazione matematica che sviluppava l’approccio statistico di Mendel e gli equilibri di Hardy Weinberg.
La sintesi moderna prende il nome dal libro che nel 1941 pubblicherà a Londra, l’amico di Teilhard de Chardin, Julian Huxley [⁵]. Oltre ai contribuiti del biologo inglese, però, occorre ricordare quelli di alcuni matematici, Fisher e Sewall Wright, quelli del genetista russo trapiantato in America Theodosious Dobzhanskij, dello zoologo, tedesco anche lui trapiantato in America Ernst Mayr, e del paleontologo G.G. Simpson [⁶]. In particolare, quest’ultimo, ebbe sempre cordiali rapporti amicizia con il gesuita francese, anche se diverso era l’orientamento filosofico. Per Simpson tutte le soluzioni erano possibili e l’uomo era nato anche per ragioni fortuite, al contrario per Teilhard de Chardin l’evoluzione mostrava chiaramente una tendenza al muovere verso e questa tendenza era alla base dell’origine degli esseri sempre più cerebralizzati e quindi della coscienza [⁷].
Con Julian Huxley, invece, Teilhard de Chardin condivise il progetto di lavorare per il futuro dell’umanità, e anche la prospettiva filosofica di una evoluzione che muoveva verso il progresso e l’unificazione del pianeta. Una volta divenuto direttore generale dell’UNESCO, Huxley chiese al gesuita francese di scrivere un intervento per il volume sulla dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Va anche detto che il biologo inglese, dopo la pubblicazione nel 1957, del volume " New Bottles for New Wine", è considerato il padre della teoria filosofica del transumanesimo. In realtà, però, questo termine si deve originariamente al gesuita francese, che non ne è solo il primo ispiratore, ma anche l’inventore di una versione ortodossa, teologica e cristiana [⁸].
Altrettanto e forse più importante, però, è il collegamento di Teilhard de Chardin con Theodosious Dobzhanskij, che aveva mantenuto la sua adesione alla Chiesa ortodossa russa. Dobzhanskij era stato inizialmente influenzato da Sewall Wright, il quale era molto legato alla tradizione riformata della teologia del processo, ed aveva successivamente scoperto il progetto teilhardiano di sintesi tra scienza e fede. Scrivendo un articolo per gli insegnanti delle scuole medie superiori americane aveva sottolineato come nulla sia comprensibile in biologia al di fuori dell’evoluzione [⁹]. Tale testo è uno degli articoli più citati, tra gli autori della sintesi scientifica moderna, in esso, però, Dobzhanskij afferma anche con chiarezza di credere in Dio creatore e nell’evoluzione e quindi in un Dio che crea attraverso l’evoluzione. Il genetista russo terminava il suo articolo citando proprio Teilhard de Chardin e quello che potremmo chiamare il suo inno all’evoluzione
. Il contributo ed il merito di questo articolo è quello di porre fine a tutti quei tentativi tesi a ricavare una apologetica esclusivamente atea dalla storia del pensiero evolutivo. È chiaro, ad ogni modo, che il pensiero evolutivo cristiano di Teilhard de Chardin ha avuto un impatto decisiva nella riflessione filosofica e scientifica cultura della cultura evoluzionista del suo tempo.
Per quel che riguarda gli aspetti più prettamente teologici e religiosi Teilhard de Chardin deve essere ricordato come uno dei precursori del Concilio Vaticano II, anche, ma non soltanto, in virtù dell’amicizia decennale con il padre conciliare e confratello Henri De Lubac [¹⁰]. Recuperando la prospettiva di una umanità in cammino verso il futuro, Teilhard de Chardin ha proposto, senza negare in sé il dogma, una nuova rilettura del peccato originale [¹¹]. Essa si basava basata su un confronto serrato tra i dati biologici e quelli che derivano dalla Rivelazione biblica e dalla tradizione teologica. In sintesi, l’autore, anziché all’inizio poneva lo stato di perfezione al termine del cammino dell’umanità. A fianco quindi della salvezza del singolo in nella dimensione escatologica del paradiso, il gesuita francese sottolineava anche la necessità che l’umanità facesse un cammino su questa terra, un cammino che doveva convergere con la seconda venuta di Cristo, e quindi una nuova comprensione della Parusia e del Regno di Dio.
Il grande mutamento di orizzonte della riflessione teologica teilhardiana, è che egli parte dal contesto, ovverosia dalle scienze naturali e dall’evoluzione. Questo nuovo percorso metodologico induttivo della teologia si stava affermando anche nell’ambiente francofono delle scuole dei domenicani a Le Saulchoir, presso Tournai, in Belgio, e dei Gesuiti a Lyon-Fourvière. Agli