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La luce divina nel cuore: Introduzione alla Filocalia
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La luce divina nel cuore: Introduzione alla Filocalia
E-book79 pagine1 ora

La luce divina nel cuore: Introduzione alla Filocalia

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La Filocalia è un classico della spiritualità; letto da secoli in vari ambienti e portato nella bisaccia dal Pellegrino Russo, oggi suscita un nuovo interesse in pellegrini dell'Assoluto, studiosi, ricercatori della pace, della preghiera del cuore e della vita interiore.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2020
ISBN9788835389095
La luce divina nel cuore: Introduzione alla Filocalia

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    Anteprima del libro

    La luce divina nel cuore - Maciej Bielawski

    dell’esicasta

    I. Introduzione

    1. Che cosa è la Filocalia

    La Filocalia fu stampata per la prima volta a Venezia nel 1782 per volontà di Macario vescovo di Corinto (1731-1805) e del monaco Nicodemo (1749-1809) chiamato l’Aghiorita, perché proveniva dalla Santa Montagna (in greco Aghion Oros ): così era spesso chiamato il Monte Athos. Questo libro – piuttosto voluminoso – contava oltre mille pagine in foglio.

    La Filocalia è un’antologia di testi greci e neo-greci, che raccoglie il lavoro di circa trenta autori vissuti tra IV e XIV secolo; si tratta di testi scritti nell’arco di mille anni sia da personalità note e significative per la teologia cristiana come Evagrio Pontico, Massimo il Confessore, Simeone il Nuovo Teologo o Gregorio Palamas, sia da autori meno conosciuti come Giovanni Carpazio, Elia Presbitero o Pietro Damasceno. Se a questi testi si aggiungono i contributi dei curatori settecenteschi del volume ed eventualmente i successivi approfondimenti di altri editori e traduttori, si può convenire sul fatto che la Filocalia abbraccia una storia che oltrepassa il millennio e mezzo.

    ‘Filocalia’ significa ‘amore di ciò che è bello’ (in greco filéo = amare, e kalós = bello/buono), ma anche insegnamento sul Bello Supremo, cioè su Dio, su come Lui ci ama e come amarlo: la Filocalia diventa così una guida che conduce alla scoperta di questa relazione amorosa tra Dio e gli uomini. Ma ‘Filocalia’ potrebbe anche significare una scelta delle pagine più belle appartenenti a una tradizione spirituale. Tutte queste dimensioni: la bellezza di Dio, la relazione amorosa tra Dio e uomo, le belle pagine di una spiritualità, confluiscono nella Filocalia.

    La Filocalia e il Dobrotoljubie, il libro che portava con sé il Pellegrino Russo, sono più o meno la stessa cosa. Il Dobrotoljubie è la traduzione nell’antica lingua slava della Filocalia greca. Ma esistono anche una Filocalia russa, una romena, una italiana, una francese, una inglese…, cioè diverse versioni e traduzioni della Filocalia greca. Per questo si può e si deve parlare non solo ‘della’ Filocalia ma anche ‘delle’ Filocalie.

    La Filocalia segna e introduce il lettore a una lunga e affascinante storia della spiritualità cristiana, fiorita in diversi ambienti e tradizioni che arrivano fino ai nostri giorni. Non solo è un libro che occupa un ampio arco di tempo, ma è anche complesso e difficile. Non per caso qualcuno l’ha definito una delle biblioteche più fastidiose: è infatti un vero labirinto di problematiche e di temi, che vanno affrontati per capire il contenuto e scoprire il tesoro in essi nascosto.

    La Filocalia è portavoce di una teologia giustamente definita ‘filocalica’; e l’aggettivo si estende anche allo stile. Gli stessi autori presenti nella Filocalia, come altri ad essi associati, sono detti ‘filocalici’: tra i nostri contemporanei al genere dei teologi filocalici appartengono pensatori come Dumitru Stǎniloae, Olivier Clément, Kallistos Ware, Tomas Špidlik, tutti in qualche modo coinvolti nello studio e nella stessa diffusione della letteratura filocalica.

    La Filocalia è un libro ‘mitico’, tanto lodato, quanto in realtà poco conosciuto. Per questo giudizio la Filocalia condivide la sorte paradossale dei ‘classici’, a cui tanti si riferiscono, ma che pochi veramente leggono. A causa di questa mitizzazione la Filocalia è oggetto di pregiudizi e false opinioni, da dimenticare, anche se ciò è difficile. In altre parole, la Filocalia per lo più non è ciò che spesso si pensa o si dice di essa – è molto di meno e molto di più.

    ​2. Che cosa la Filocalia non è

    La Filocalia non è un libro sulla cosiddetta ‘preghiera di Gesù’ – o meglio, non è soltanto questo, è molto di più, se si considera la ricchezza che racchiude in sé.

    La Filocalia non è un libro sulla bellezza come estetica o sulla ‘teologia della bellezza’ – almeno non in modo esplicito e diretto.

    La Filocalia non è nemmeno una ‘summa’ teologica: si può più o meno concordare sulla scelta dei testi, essendo una raccolta un po’ casuale, limitata e fatta in fretta.

    La Filocalia non esaurisce la ricchezza dell’intera tradizione cristiana, perché ne costituisce solo una parte. Ma per alcune persone o in alcuni periodi della vita può essere di grande aiuto e conforto.

    La Filocalia non è un’opera perfetta. Anzi, in essa si trovano errori e imprecisioni, soprattutto a livello storico e testuale. Per fare qualche esempio, si sostiene che Pietro Damasceno sia vissuto nell’ottavo secolo, quando oggi si sa che visse nel secolo undicesimo; certi scritti di Evagrio Pontico vengono attribuiti a un certo Nilo; alcuni testi presenti sono interpolati o persino difettosi; e così via. Pertanto, a questa lettura è bene avvicinarsi con spirito critico.

    La Filocalia, dunque, non è un testo facile, ma è bello, affascinante e degno di essere conosciuto: la lettura e l’accoglienza di alcuni insegnamenti può veramente favorire una crescita interiore.

    3. ​Perché la Filocalia

    Innanzitutto è una questione personale e puramente casuale: qualcuno un giorno scopre la Filocalia e la trova a sé conforme; a un altro invece non dice nulla; a qualcun altro ancora non piace. Nella tradizione cristiana esistono diverse

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