San Francesco d'Assisi a Fabriano: Origini e presenze francescane dal XIII secolo ad oggi
Di Rita Corradi e Aldo Pesetti
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Info su questo ebook
Con il suo spirito rivoluzionario è diventato maestro e trascinatore di folle immense per gli ideali e la vicinanza a Dio e alle sue creature.
Questa pubblicazione, che nasce nell’ambito del San Francesco Festival dopo tre anni di ricerche, pone Fabriano al centro della più ampia e articolata visione del movimento francescano.
Nel XIII secolo a Fabriano si ha l’insediamento di famiglie religiose che propongono un ideale di vita ispirato alla semplicità e alla purezza evangelica.
E’ il caso degli ordini mendicanti degli Agostiniani e dei Frati Minori e dell’Ordine monastico dei Silvestrini.
Dallo studio di antichi documenti, preziosi manoscritti e dalla consultazione di numerosi testi, emerge un quadro completo della tradizione francescana locale a partire dal XIII secolo ad oggi.
Si rivela il rinvenimento straordinario di una pergamena inedita del 1348 in cui diciotto vescovi concedono singolarmente quaranta giorni di indulgenza a coloro che visiteranno l’altare di S. Marta nella chiesa di S. Francesco di Fabriano. Questo incredibile ritrovamento, insieme ad un’ampia raccolta di documenti, di immagini a colori, rendono questo libro un unicum, diverso dalla grande mole di volumi scritti sul nostro Santo Patrono d’Italia e sul movimento da lui creato.
La divulgazione è pensata non solo per gli studiosi ed appassionati, ma per un pubblico ampio ed eterogeneo.
E’ doveroso un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della pubblicazione stessa, che hanno prestato la loro opera con passione e competenza, rendendo possibile questa occasione di conoscenza.
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Anteprima del libro
San Francesco d'Assisi a Fabriano - Rita Corradi
Rita Corradi - Aldo Pesetti
San Francesco d'Assisi a Fabriano
Origini e presenza francescane dal XIII secolo ad oggi
ISBN: 9788831381727
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Indice dei contenuti
Dedica e ringraziamenti
PRESENTAZIONE
PREFAZIONE
PREFAZIONE
INTRODUZIONE
Capitolo 1 – San Francesco a Fabriano
Capitolo 2 – I francescani a Fabriano
Capitolo 3 – La battaglia di Collestrada, 1202-1203
Capitolo 4 – La bolla di Onorio III, 1222
Capitolo 5 – I contrasti con il clero secolare 1256-1266
Capitolo 6 – La Cronica Fabrianensis
, 1319
Capitolo 7 – L’ospedale di S. Maria del Buon Gesù, 1456
Capitolo 8 – Il monte di pietà di Fabriano, 1470
Capitolo 9 – Origine e presenza dei Cappuccini a Fabriano
I CONVENTI DEL CAPPUCCINI A FABRIANO
Appendice 1 – San Francesco alle Logge: una basilica francescana nel centro di Fabriano - di Giampaolo Ballelli
Un escursionista a spasso nel tempo
Appendice 2 – Documenti per la storia di Valdisasso di Federico Uncini
Appendice 3 – Il sentiero di San Francesco
Santi e Beati francescani a Fabriano
Beati e Venerabili francescani fabrianesi 247
Altri Beati e Venerabili francescani
San Francesco d’Assisi
Appendice documentaria fotografica
Doc.2
Doc. 3
Doc. 4
Doc. 5
Doc. 6
Doc. 7
Doc. 8
Doc. 9
Doc. 10
Doc. 11
Doc. 12
Doc. 13
Doc. 14
Doc. 15
Doc. 16
Doc. 17
Doc. 18
Doc. 19
Doc. 20
Doc. 21
Doc. 22
Doc. 23
Doc. 24
Doc. 25
Doc. 26
Doc. 27
Doc. 28
INDICE DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Bibliografia
Biografie degli autori
Note
Dedica e ringraziamenti
In copertina
Indulgenze provenienti dalla chiesa di
San Francesco alle Logge di Fabriano (part.)
Avignone, 15 aprile 1348
Diciotto vescovi concedono singolarmente quaranta giorni di indulgenza a coloro che visiteranno l’altare di S. Marta nella chiesa di S. Francesco di Fabriano nel giorno di s. Marta e in determinate festività dell’anno e loro ottave, lasciando offerte in denaro, arredi sacri e libri.
Raffigurati nella miniatura: Santa Marta, Santa Elisabetta d’Ungheria, Madonna con Bambino, San Francesco, Santa Caterina d’Alessandria
Originale, ASCF, Fondo Brefotrofio, n.VIII
Segnalazione e Foto Barbara Zenobi
Trascrizione Don Ugo Paoli
« Se Francesco è nato ad Assisi, il francescanesimo è nato nelle Marche, lasciando una traccia enorme e le tante testimonianze sono storia ».
Carlo Bo
RINGRAZIAMENTI
Fr. Ferdinando Campana OFM
Fr. Simone Giampieri OFM
Fr. Fabio Furiasse OFM Cap.
Fr. Sergio Lorenzini OFM Cap.
Don Ugo Paoli OSB Silv.
Don Tonino Lasconi
Don Alfredo Zuccatosta
Don Alberto Castellani
Ilaria Venanzoni
Francesca Mannucci
Roberta Antonini
Sidonia Ruggeri
Paolo Selini
Barbara Zenobi
Patricia Bartoccetti
Giuseppe De Angelis
Teseo Tesei
Fabio Marcelli
Alessandro Delpriori
Erminio Piermartini
Renzo Stroppa
Francesco Sbaffi
Fabrizio Moscé
Giovanni Battista Ciappelloni
Martina Cerioni
PRESENTAZIONE
" Francesco di Assisi a Fabriano", a cura di Rita Corradi e Aldo Pesetti, è ricchissimo di notizie, sia nel corpo del testo, che nelle note piè di pagina, che nel supporto fotografico.
Questa abbondanza, però, non lo rende un pesante libro per addetti ai lavori, per studiosi di storia locale e francescana, ma una lettura stimolante e accattivante, perché ogni pagina, tra date, numeri, località, pergamene, immagini… oltre all’interesse storico fa trasparire l’amore e la simpatia per Francesco di Assisi, per i suoi frati, e per quello che hanno realizzato.
Si può dire che nessun passo del Poverello di Assisi nella nostra città e nel nostro territorio sia stato dimenticato, e nessuna opera scaturita dalla fede dei suoi seguaci sia stata tralasciata.
Questa attenzione minuziosa non alimenta la facile nostalgia dei tempi passati, o il doveroso ringraziamento e il sottile orgoglio per aver ospitato eventi importanti, ma suggerisce e incoraggia la ripresa e l’attualizzazione di quella potente e santa energia nel nostro presente e nelle nostre vicende, dal momento che il tempo di Francesco di Assisi, di smarrimento per sicurezze che crollavano e di nuovi equilibri difficili da trovare, è quello che anche noi stiamo vivendo.
Cosa c’è di più efficace per la riscoperta della persona come protagonista della vita e soggetto di nuova economia
- predicata, promossa, testimoniata con tanta forza da Papa Francesco - dell’amore per tutti i fratelli
e della povertà
del nostro Santo?
Da dove trarre ispirazioni più feconde per una carità adeguata a rispondere con efficacia alle nuove povertà, se non nelle opere creative dei suoi frati?
Gli autori della pubblicazione hanno dato giustamente importanza e rilievo al Monte di Pietà, l’innovativo strumento caritativo ideato dai francescani per combattere l’usura, e aperto a Fabriano nel 1470, nei locali dell’Ospedale di Santa Maria del Buon Gesù, per ristrutturare l’assistenza ai malati. Assistenza sociale e assistenza sanitaria... Siamo a oggi.
Dobbiamo raccogliere dalla vita di San Francesco e dei suoi frati l’invito a riaccendere questa operosità creativa.
Umilmente, con discrezione, ma con determinazione, ci piace pensare di incoraggiare chi ha intrapreso questa strada con la nuova sede della Caritas, attrezzata per i nuovi servizi e iniziative che il presente suggerisce e richiede.
San Francesco, così familiare alla nostra terra, ci ispiri e ci conforti. Ringrazio gli autori del libro e tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, augurando la più ampia diffusione di copie e di simpatia e amore per San Francesco, per i suoi frati, per la loro storia.
+Francesco Massara
arcivescovo di Camerino-San Severino Marche,
vescovo di Fabriano-Matelica
PREFAZIONE
Mentre la Regione Marche, il 4 ottobre 2020, è di turno ad offrire l’olio per la lampada della tomba di S. Francesco in Assisi, esce questo testo sulla storia francescana di Fabriano.
I due autori, Rita Corradi e Aldo Pesetti, coadiuvati da amici e studiosi di storia fabrianese, ci offrono e uniscono una serie di documenti e di informazioni che possono accompagnarci nel ripercorrere il sentiero della storia di una vicenda che, a partire dall’anno 1209, quando S. Francesco venne per la prima volta a Fabriano, si è snodata lungo tutti i secoli.
Infatti, dal primo insediamento, come ospiti e forestieri a S. Maria di Valdisasso di Valleremita, antico monastero benedettino femminile; dai tre insediamenti duecenteschi a Fabriano: Cantiro, Porta Cervara e S. Francesco di Valpovera; dalla costruzione dell’inizio del ‘400 dell’Eremo francescano di Valdisasso, ad opera di Chiavello Chiavelli, al Convento dell’Annunziata della fine dello stesso secolo; dagli insediamenti dei Frati Cappuccini all’Acquarella di Albacina ai tre Conventi successivi a Fabriano: S. Maria del popolo, la Petrara e S. Giuseppe alla Tomba; dalle Povere di S. Onofrio alle Cappuccine di S. Giuseppe, prima, e di S. Bartolomeo e S. Romualdo, poi; dalla costruzione dell’Ospedale di S. Maria del buon Gesù all’erezione del Monte di Pietà, ad opera di santi frati dell’Osservanza; dall’ex Monastero Olivetano di S. Caterina al ritorno dei Frati Minori a Valdisasso, nel 1966, la storia fabrianese è costellata di presenze, preghiere, opere e attività di frati, figli di S. Francesco, amanti inseparabili di questa città.
Nell’eremo di S. Maria di Valdisasso vi è oggi depositato un quadro dei Beati francescani originari di Fabriano dal 1267 al 1539, quando morì il Beato Giovanni Righi, vissuto e morto nel Convento di S. Giacomo della Romita di Cupramontana.
Ebbene in questo quadro si possono scorrere alla vista 23 frati beati fabrianesi, 23 beati in poco meno di 300 anni.
Un vero tesoro, uno scrigno di santità e di benedizione.
Oggi, con questa pubblicazione, la storia francescana di Fabriano riceve un nuovo impulso ed un nuovo slancio, per ulteriori approfondimenti, studi, ricerche e lavori di scavo di documenti e testimonianze.
Sappiamo che gli archivi delle biblioteche e di alcune case di famiglie illustri fabrianesi sono ancora in parte inesplorati e bisognosi di luce.
Se, seguendo l’esempio di Rita Corradi e Aldo Pesetti, dietro a vari predecessori, come la bibliografia in calce al volume dimostra, altri appassionati di storia locale e studiosi e ricercatori dediti alla ricerca storica, artistica, archeologica, religiosa e civile, continueranno a illustrare e a mettere a disposizione dei lettori, altre testimonianze, altri personaggi e altre vicende, credo che questa bella fatica sarà davvero premiata e la storia francescana di Fabriano continuerà, anche attraverso queste pubblicazioni, a dare lustro e gusto alla vita cittadina e alla cultura storica locale, e oltre.
Fr. Ferdinando Campana OFM
Eremo S. Maria di Valdisasso
PREFAZIONE
Due enunciati tengo spesso presenti nel mio lavoro in archivio. Il primo, liberamente attribuito ora al filosofo e scrittore George Santayana, ora a Goethe, ora alla saggezza popolare russa, è un aforisma classico:
Chi non conosce la propria storia, è condannato a riviverla .
Il secondo appartiene all’esperienza di chi si dedica alla ricerca:
Non basta conoscere la storia, occorre comprenderla .
Nel caso di un ordine complesso e antico come quello francescano, questi due enunciati ritengo abbiano un valore determinante, per il fatto che l’indagine storica viene condotta su un corpo tuttora vivente e in evoluzione; ancor più sono veri nel caso specifico dei cappuccini, i quali, eredi della tradizione spirituale dei socii di san Francesco, mossero i primi passi tra Camerino e Fabriano compiendo un’operazione che può dirsi, sotto ogni aspetto, di ermeneutica storica.
Essi intesero fin dall’inizio attuare una riforma che fosse appunto un ritorno alla prima forma
, quella rivelata dallo Spirito a san Francesco, alla quale essi giunsero attraverso una capillare ricerca delle fonti, scritte e materiali; di più, tentarono di risalire ai motivi per cui l’ordine minoritico, attraverso i tempi, si era de-formato
, al fine di realizzare una nuova forma
, adatta al tempo e alla cultura a loro presenti, che risultasse fedele attuazione dello spirito e dell’intenzione di san Francesco, come se la storia fosse riannodata al proprio principio.
Si tratta di una dinamica che per i frati cappuccini è sempre presente, una sorta di sfida o, per usare un termine più adatto, una vocazione: ordo semper reformandus , ripeteva fra Optatus da Veghel, maestro della nostra generazione.
Per questo, a nome dei miei confratelli, accolgo con emozione e gratitudine lo studio e le fatiche che Rita Corradi e Aldo Pesetti offrono attraverso questa bella e ricca pubblicazione, ammirando anche la loro capacità di entrare, in punta di piedi, nella fitta e oscura boscaglia della storia francescana, alla quale non guardiamo come ad un’esposizione da museo, ma come alla radice di un sogno che vuol farsi continuamente reale.
Fr. Fabio Furiasse OMF Cap.
Direttore Biblioteca e Archivio Storico Provinciale
dei Frati Minori Cappuccini delle Marche
INTRODUZIONE
Parlare di San Francesco, il santo più venerato, più amato, più conosciuto del mondo, non è facile. Con il suo spirito rivoluzionario è diventato maestro e trascinatore di folle immense per gli ideali e la vicinanza a Dio e alle sue creature.
Questa pubblicazione, che nasce nell’ambito del San Francesco Festival dopo tre anni di ricerche, pone Fabriano al centro della più ampia e articolata visione del movimento francescano.
Nel XIII secolo a Fabriano si ha l’insediamento di famiglie religiose che propongono un ideale di vita ispirato alla semplicità e alla purezza evangelica.
E’ il caso degli ordini mendicanti degli Agostiniani e dei Frati Minori e dell’Ordine monastico dei Silvestrini.
Dallo studio di antichi documenti, preziosi manoscritti e dalla consultazione di numerosi testi, emerge un quadro completo della tradizione francescana locale a partire dal XIII secolo ad oggi.
Si segnala il rinvenimento della pergamena del 1348 in cui diciotto vescovi concedono singolarmente quaranta giorni di indulgenza a coloro che visiteranno l’altare di S. Marta nella chiesa di S. Francesco di Fabriano.
La divulgazione è pensata non solo per gli studiosi ed appassionati, ma per un pubblico ampio ed eterogeneo.
E’ doveroso un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della pubblicazione stessa, che hanno prestato la loro opera con passione e competenza, rendendo possibile questa occasione di conoscenza.
I curatori
Capitolo 1 – San Francesco a Fabriano
« In Valle hac Paupercula,
pauperculi mei fratres aliquando habitabunt ». [¹]
Wadding, Annales Minorum, 1625
Dopo la conversione San Francesco inizia, insieme ai primi compagni, il suo apostolato nelle città dell’Italia centrale.
Il primo viaggio al di fuori dell’Umbria viene intrapreso verso la Marca Anconetana. Accompagnato da frate Egidio, Francesco giunge a Fabriano, secondo tradizione nell’aprile del 1209, passando probabilmente dall’alta Valle del Giano [²] .
Questo quanto viene riportato ne La Leggenda dei tre compagni [³] : Andando dunque verso le Marche, Francesco ed Egidio si rallegravano nel Signore; e il Santo cantava a voce alta e chiara le lodi sacre in lingua francese e benediceva e glorificava la bontà dell’Altissimo. Erano pieni di gioia come se avessero scoperto un tesoro nel campo di Madonna Povertà, per amore della quale avevano rifiutato tutti i beni temporali come immondezze .
La prima reazione tra coloro che lo incontrano è di sorpresa: il modo di predicare di quei religiosi era davvero inusuale per l’epoca, si ispirava ai giullari e ai canti provenzali, lasciava interdetti. E’ soprattutto incomprensibile ai più come due giovani poveri, che vestivano abiti miserabili, fossero allo stesso tempo in quel modo allegri.
Le prime predicazioni in terra di Marca di Francesco ed Egidio, che esortavano uomini e donne alla penitenza e all’umiltà, ebbero un’accoglienza tiepida, tanto che nessuno inizialmente volle seguirli, e le fanciulle, al solo vederli da lontano, scappavano spaventate, nella paura di restare affascinate dalla loro follia
.
Atteggiamento che però cambiava a mano a mano che imparavano a conoscerli ed ascoltarli.
Così viene descritto in questo passo in lingua volgare [⁴] il loro arrivo e le reazioni della gente del posto: " Andando una volta sancto Francesco con frate Egidio per la Marca de Ancona, in quelli tempi che non erano ancora presi li lochi [⁵] , et andando ad oratione appresso ad una sepe, conciossiacosaché in quillo tempo, in quelle parte, multi animali se morivano et li pastori, vedendo quisti homini cusì despecti et dissonanti et quello che facevano, dicevano intra loro: «Ecco li malefici, che incantano li bovi et le pecore nostre, et cusì li fanno morire».
Et iectavano ad essi le pietre. Et esssi nulla curandose de ciò, anco el desideravano. Et altri mammoli, quando vedevano quisti per la via, dicevano l’uno l’altro: «Ecco el bacco, ecco el bacco» [⁶] , et fugevano. Ma uno diceva: «Non è, misero captivello».
Et allora disse frate Egidio ad sancto Francesco: «Come è, che quillo mammolo ha discetione?».
Et inde ad pocho tempo, essendo le frati cognosciuti et onorati dalla gente, disse sancto Francesco al beato Egidio: «Gita è via la nostra gloria»" [⁷]
Secondo la testimonianza del Beato Francesco Venimbeni, a Fabriano risiedevano Guiderto e Girardo, compagni d’arme di Francesco, con i quali egli aveva condiviso la prigionia dopo la battaglia di Collestrada del 1203, in quanto i fabrianesi combatterono in quel periodo al fianco di Assisi contro Perugia la quale aveva sottomesso alcune città umbre tra cui Gubbio e Nocera.
Da Fabriano era partito un contingente composto di 47 cavalieri, arcieri, uomini d'arme in sostegno degli assisiati. [⁸]
Il Venimbeni racconta che il Santo fu dunque accolto da Donna Maria, moglie del nobile Alberico di Gentile [⁹] e madre dei due compagni fabrianesi di Francesco, nella sua abitazione situata in contrada Valpovera [¹⁰] .
In questa occasione si tramanda che il Serafico, appreso il nome di quel luogo che richiamava la povertà a lui cosi cara, avrebbe esclamato: " Val Povera, Un giorno qui abiteranno i miei poveri frati".
E così fu: non trascorse neanche un secolo che in quel luogo sorse un grande convento francescano. [¹¹]
Le 2 lapidi poste sulla facciata dell’ex Chiesa di San Francesco alle Logge,
in Contrada Valpovera a ricordo della venuta del Santo (4 ottobre 1926)
Nel 1210 Francesco è in cerca di un luogo dove poter dimorare con i suoi frati, i rettori del comune gliene offrono uno nei pressi della città, lui però avrebbe preferito un luogo isolato.
Gli viene allora indicato l’Eremo di Santa Maria di Valdisasso un posto ricco di acqua, vegetazione, pace e silenzio nei pressi di Valleremita dove il santo padre rimase per alcuni giorni. [¹²]
L’antico monastero di monache benedettine, che era stato abbandonato già dal 1157, fu particolarmente caro non solo a San Francesco, ma anche ai suoi seguaci, divenendo nei secoli il centro vitale del francescanesimo nelle Marche.
Uno dei più importanti studiosi dell’Ordine Francescano, Luca Wadding [¹³] , storico del XVII secolo, narra un episodio prodigioso avvenuto nei pressi dell’Eremo.
Francesco, in compagnia di Padre Egidio, chiede a un contadino che stava dissodando un campo di indicargli la via per raggiungere Valdisasso.
L’uomo lo accompagna fino all’Eremo e al ritorno, preoccupato per aver abbandonato il lavoro, trova il terreno completamente arato e i buoi riposati.
Il luogo dove avvenne il miracolo si chiama Camporege. [¹⁴]
Un altro evento profetico si sarebbe inoltre verificato nella piazza di Fabriano, essendo il Santo impossibilitato a predicare per il troppo rumore provocato da un cantiere, avrebbe predetto l’inutilità del lavoro di quei muratori, dato che il palazzo sarebbe di lì a poco crollato. E così avvenne. [¹⁵]
Il santo proseguì durante questo viaggio le sue predicazioni prima in Apiro e quindi a Staffolo.
immagine 3Camporege, edicola posta nei pressi di Campo del miracolo (1927)
Francesco torna a Fabriano ancora una vota nel 1215. [¹⁶] Stando a quanto riportato da alcuni storici, egli proveniva da La Verna e, passato per l’Eremo di Monte Casale (Sansepolcro), dopo la sosta a Fabriano, avrebbe quindi proseguito per Osimo, Ancona, Macerata, Ascoli, Camerino. [¹⁷]
E’ probabile che al tempo Frate Egidio risiedesse presso l’eremo di Valdisasso, come si evince da alcuni documenti. [¹⁸]
Si tramanda inoltre che Francesco incontra in questa occasione il pievano di S. Maria di Civita, Raniero, che fu più volte suo confessore [¹⁹] e che entrerà poi nell’Ordine dei Frati Minori [²⁰] .
immagine 4La pieve di Santa Maria di Civita (foto Casella, 1927)
Capitolo 2 – I francescani a Fabriano
Gli studiosi del passato affermano che Fabriano può a ben vedere essere definita la città più francescana delle Marche [²¹] . Ciò sia per la stretta vicinanza con l’Umbria, culla del francescanesimo; sia per il vasto contesto naturale, fin dalle origini tanto caro a Francesco e ai suoi frati; ma anche e soprattutto per la molteplice e costante presenza che l’Ordine ebbe qui nei secoli nelle sue varie forme.
La prima comunità francescana delle Marche si stabilì nell’Eremo di Santa Maria di Valdisasso, luogo ricco di spiritualità che San Francesco, insieme al Beato Egidio, visitò nel 1210 e nel 1215.
Il posto, circondato da aspra bellezza, ma isolato e impervio, spinse i frati dopo circa trent’anni, a cercarne uno più vicino alla città.
I frati si insediarono allora presso il Convento di San Francesco di Cantiro (1234), rintracciabile oggi tra la Scuola Agraria e Villa Furbetta
, nelle vicinanze di Via Serraloggia.
Il Beato Raniero, pievano di Civita e confessore di Francesco, entrato nell’Ordine, come predetto dallo stesso Santo d’Assisi, fu quindi eletto Primo Superiore del convento.
Dopo alcuni anni, nel 1266, giudicato il luogo troppo angusto e insufficiente ad accogliere il numero sempre crescente di religiosi, la comunità si traferì in un complesso all’interno delle mura cittadine, vicino Porta Cervara, il Convento di San Francesco di Porta Cervara (1266). Nel 1267 vi entrò come novizio il Beato Francesco Venimbeni.
Il 22 maggio 1282, nel primo centenario della nascita di Francesco D’Assisi, fu quindi stipulata la compravendita di un terreno dove sarebbe stata costruita la monumentale chiesa di San Francesco, nel centro cittadino, cuore pulsante della vita politica e civile di Fabriano. Una imponente costruzione, per il cui completamento fu necessario oltre un secolo, testimone della straordinaria devozione della città per il Santo che più volte attraversò queste terre.
Prima di proseguire nel racconto dei luoghi e degli avvenimenti che interessarono il nostro territorio è bene sapere che nel tempo l’ordine francescano assunse una triplice fisionomia per il distinguersi di specifici caratteri e sensibilità:
1) IL PRIMO ORDINE: Istituito da S. Francesco d’Assisi con l’appellativo di Frati Minori
, fu approvato dal papa Innocenzo III nel 1209 e ufficialmente riconosciuto da papa Onorio III nel 1223.
L’ordine si divise in due correnti, definite come Osservanti e Conventuali
. Il 29 maggio 1517, con l’Enciclica di Leone X " Ite vos ad vineam ", assunse una duplice fisionomia:
- I Frati Minori Osservanti: fautori dell’osservanza della regola che conducevano la loro vita " secundum formam sancti Evangelii ", ovvero applicando alla regola il voto di povertà, con la totale assenza di privilegi; la veste del sodalizio è il saio