L’appuntamento impossibile: Appuntamento da rifare, #3

Di Susan Hatler

La spensierata Hannah Griffin ha sempre respinto i suoi sentimenti per il fratello maggiore della sua migliore amica, il perfetto Blake Remington. Peccato che ora lui si sia trasferito proprio nella casa accanto alla sua.

 

La vita di Hannah Griffin va sempre per il verso giusto, tra uscite con gli amici e tentativi di guadagnarsi la stima del suo nuovo capo dopo una recente promozione al lavoro. I problemi però non tardano ad arrivare quando un potenziale cliente si rifiuta di rispondere alle sue chiamate e il perfetto Blake Remington, la sua vecchia cotta non corrisposta, si trasferisce proprio nella casa accanto alla sua.

 

Hannah ha sempre ignorato i suoi sentimenti tenendosi a distanza dal fratello maggiore della sua migliore amica, ma ora è costretta a vederlo ogni singolo giorno. Quando Blake le comunica di avere un biglietto in più per un torneo di golf a coppie, Hannah scopre che il suo potenziale cliente parteciperà all'evento e non esita quindi a proporsi come accompagnatrice di Blake. C'è solo un piccolo problema: Hannah non sa giocare a golf.

 

Blake impartisce lezioni di golf ad Hannah, ma lei si sente un pesce fuor d'acqua in quel

mondo di country club d'élite. La gentilezza del ragazzo e le sue parole dolci, però, la aiutano a sentirsi meno esclusa. Hannah è sempre più presa da Blake, e i suoi sentimenti si evolvono da una semplice cotta adolescenziale al vero amore. Ma proprio quando le speranze della ragazza sembrano concretizzarsi, l'elegantissima ex fidanzata di Blake decide dirientrare in scena, determinata più che mai a riconquistarlo.

 

Riuscirà Blake a capire che Hannah è la ragazza che ha sempre desiderato, o finirà per spezzarle il cuore?

• Lingua: Italiano
• Editore: Hatco Publishing
• Data di uscita: 26 mag 2020
• ISBN: 9781393714781

Susan Hatler

SUSAN HATLER è una Scrittrice Bestseller del New York Times e di USA Today. Scrive romanzi contemporanei umoristici e sentimentali e racconti per giovani adulti. Molti dei libri di Susan sono stati tradotti in tedesco, spagnolo, italiano e francese. Ottimista d’indole, Susan crede che la vita sia strabiliante, che le persone siano affascinanti, e che la fantasia sia infinita. Ama trascorrere il tempo con i suoi personaggi e spera che anche tu lo faccia. Puoi contattare Susan qui: Facebook: facebook.com/authorsusanhatler Twitter: twitter.com/susanhatler Sito internet: susanhatler.com/italiano Blog: susanhatler.com/category/susans-blog

Anteprima del libro

L’appuntamento impossibile

Susan Hatler ha una capacità speciale di scrivere libri che mi catturano fin dalla prima pagina!

— Books Are Sanity!!!

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La Hatler ha un modo spiritoso di scrivere i dialoghi che ti fa ridere con entusiasmo dall’inizio alla fine dei suoi racconti.

— Night Owl Reviews

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Susan ha talento per il dialogo spensierato e per descrivere con verve l’incontro tra Holly e Dave... Non perdetevi questo delizioso bocconcino.

— Tifferz Book Reviewz

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Un appuntamento inaspettato è la lettura splendida e perfetta per una giornata di stress o di follia.

— Cafè of Dreams Book Reviews

Libri di Susan Hatler

La serie Un amore di Natale

Sogno di un bianco Natale

Il magico bacio prima di Natale

Un Natale Confetto

Un marito finto per Natale

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La serie La donna che sussurrava ai matrimoni

Un gioiello di matrimonio

Il bouquet di matrimonio

Appuntamento al matrimonio

La scommessa di matrimonio

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La serie Appuntamento da rifare

L’appuntamento milionario

L’appuntamento disastroso

L’appuntamento impossibile

L’appuntamento SOS

L’appuntamento alla moda

L’appuntamento da fiaba

Destinazione appuntamento

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La serie Appuntamento con l’amore

Amore al primo appuntamento

Verità o appuntamento

Il mio ultimo appuntamento al buio

Un appuntamento da salvare

Le regole dell’appuntamento perfetto

Licenza di appuntamento

Appuntamento all’improvviso

Progetto appuntamento

L’appuntamento di una vita

L’appuntamento incidentale

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La serie Sogni preziosi

Un appuntamento inaspettato

Un bacio inaspettato

Un amore inaspettato

Una proposta inaspettata

Un matrimonio inaspettato

Una gioia inaspettata

Un bambino inaspettato

L’appuntamento impossibile

Susan Hatler

L’appuntamento impossibile

Copyright © 2020 di Susan Hatler

Tutti i diritti riservati. Senza alcuna limitazione dei diritti di cui al copyright sopra indicato, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata o inserita in un sistema di ricerca e reperimento, o trasmessa, in qualsiasi forma, o con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, fotocopiatura, registrazione, o altro) senza il consenso scritto del titolare del copyright di questo libro. Questa è un’opera di narrativa. Nomi, personaggi, luoghi, marche, media e avvenimenti sono il frutto dell’immaginazione dell’autore o sono utilizzati in modo fittizio.

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Design Copertina di Elaina Lee, per The Muse Design

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Tradotto dall’inglese all’italiano da Cristina Zappalà

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Indice

Capitolo Uno

Capitolo Due

Capitolo Tre

Capitolo Quattro

Capitolo Cinque

Capitolo Sei

Capitolo Sette

Capitolo Otto

Capitolo Nove

Capitolo Dieci

L’appuntamento impossibile

Susan Hatler

A tutti i miei lettori.

Grazie delle belle parole.

Mi fate sentire speciale.

Buona lettura!!

Capitolo Uno

L’unica cosa peggiore che svuotare gli scatoloni è svuotarli due volte, eppure eccomi qui per la terza volta dopo il trasloco in centro Sacramento. Evviva! Ma anche no. A mio avviso, svuotare gli scatoloni si colloca appena sopra al grattare la pentola dopo aver fatto la pasta al formaggio, levare la gomma da masticare dalla suola delle scarpe da ginnastica preferite o mettersi alla ricerca di un affitto da coinquilini a me ignoti.

Perciò avevo scelto di fare la Regina del salto sul divano – fino a oggi.

Prima di saltare da un divano all’altro degli appartamenti in centro di amici, vivevo con due dei miei quattro fratelli fuori città e mi ero stufata di fare la pendolare per andare al lavoro. Il traffico di punta due volte al giorno? No, grazie. Dopo aver scroccato il divano della mia amica Krista e poi della mia amica Abigail, adesso stavo ufficialmente affittando una stanza dalla mia migliore amica d’infanzia Lucy Remington. Io e Lucy sognavamo di vivere insieme al college, però poi lei se n’era andata a Princeton e io avevo frequentato l’U.C. Davis del posto.

Dopo tanti anni, io e Lucy avremmo finalmente vissuto insieme. Mi sarei data a saltelli di pazza gioia se, ecco, se non avessi avuto scatoloni da svuotare. Scrutai la mia nuova stanza nella sua sciccosa villetta a schiera – il soffitto alto, le bianche finestre curate con le tendine alla romana, e il mio materasso matrimoniale, la rete a molle e la struttura che usavo dal college.

Il mio sguardo si fermò su Lucy che si portava uno dei miei prendisole al petto per poi scrutare il proprio riflesso nello specchio a figura intera della stanza. Avevo appena ripescato il vestito da uno degli scatoloni che avevo trascinato su per la scala della nuova casetta di Lucy, compratale da sua madre (pagata in contanti, attenzione) in modo che Lucy vivesse vicino ai genitori. Dev’essere bello.

L’ultima cosa compratami da mia madre è stata una confezione di dolci al cinema in occasione dell’ultimo film di Jennifer Lawrence. In difesa sua devo però dire che i miei non erano benestanti come i Remington. Lucy aveva ricevuto dai suoi una carta di credito illimitata e faceva compere nelle boutique, mentre io di solito compravo i vestiti alle svendite e nei negozi di seconda mano. Malgrado le differenze finanziarie, abbiamo legato fin da piccole.

Irrigidii le spalle appendendo all’attaccapanni una giacca in jeans per poi sistemarla all’interno dell’armadio. Gli scatoloni, che tormento infinito… Poi afferrai un paio di jeans, li piegai nel cassetto, e poi mi voltai e vidi il prendisole che aveva in mano la mia amica ributtato nello scatolone che avevo appena vuotato.

Lucy! Raccolsi il vestito mentre lei si girava a guardarmi con la mano a indugiare sulla giacca appena appesa. Ritrasse di scatto la mano e fece uno sguardo innocente.

Sgranò gli occhi. Che c’è, Hannah?

Stai trascurando tutta la parte dello svuotamento, dissi inclinando la testa a sinistra, facendo rimbalzare sulla spalla i riccioli scuri. Mi hai offerto una mano, non un ostacolo.

È che sono contentissima che finalmente siamo coinquiline. Lucy fece un sorrisone e poi prese il vestito e lo mise su un attaccapanni mentre io mi voltavo verso un altro scatolone apparentemente senza fondo. Tra coinquiline lo scambio d’abiti è praticamente obbligatorio. Sto vagliando le opzioni a mia disposizione.

Ah, questo fai? Risi mentre lei scavava più a fondo nell’armadio quasi strapieno. Quello di Lucy era gremito di Prada e Gucci, mentre il mio ospitava ritrovati dei negozi dell’usato e affaroni. Mescolare le nostre mise sarebbe stato decisamente unico.

Ma nessuna di queste semplici gonne nere o button up andranno bene per l’appuntamento di stasera, borbottò Lucy buttandosi alle spalle un paio di mise scartate per farle tornare nello scatolone. Questo è il mio ultimo tentativo di trovare un ragazzo sul quale possa davvero contare prima di arrendermi totalmente, quindi la mia mise deve riflettere l’obiettivo o sono fritta.

Nessuna pressione, eh? dissi sollevando un sopracciglio.

Vero? Be’, se Derek mi preparasse una cenetta a casa uno di quei completi potrebbe funzionare, ma per cena mi porta alla Boat House. Hai presente il ristorante sul fiume nel quartiere di Old Sacramento?

Annuii, leggermente invidiosa. Dev’essere bello avere un appuntamento.

Tu comunque sei uscita un po’ con Patrick, disse lei con un’occhiata che mi diceva che Patrick non le era piaciuto e che non le mancava poi tanto.

Patrick era carino, dissi facendo spallucce. Solo un po’ troppo… criticone per me.

Ho smesso anch’io con i criticoni. Annuì afferrando una manciata di nuovi abiti da ufficio che avevo comprato dopo la recente promozione. Altro stile per nulla da appuntamento.

Sono i miei nuovi vestiti da lavoro, ok? dissi riordinano il caos di Lucy. In realtà riordinavo il caos di Lucy dal primo giorno delle elementari, quando le era caduto il vassoio della mensa in sala da pranzo e si era messa a piangere. Avevo ripulito io, avevo diviso la mia mela con lei e da allora eravamo migliori amiche. Fissai i miei nuovi completi da ufficio e sospirai. Al lavoro ho addosso molta pressione da quando il capo si è licenziato per dedicarsi alla vendita delle sue valigie.

Jennifer, esatto? Pensavo che ti avesse promossa prima di andarsene.

Sì, però adesso devo essere all’altezza dell’aumento facendo colpo su un cliente con cui il nuovo capo vuole che stipuli un contratto.

Ti opprime ancora quello, eh?

Per usare un eufemismo, dissi studiando la