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Ho incontrato un Maestro di qigong: Indagine sul taoismo
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E-book171 pagine4 ore

Ho incontrato un Maestro di qigong: Indagine sul taoismo

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Info su questo ebook

Il qigong è una pratica cinese antica, per allenare sé stessi nel corpo e nello spirito, scoperta e sperimentata dalla gente comune nella vita quotidiana. In Cina per millenni anziani, donne, uomini, bambini, di tutti i ceti sociali, dal popolo sino all’imperatore, si sono esercitati con tecniche di qigong allo scopo di mantenersi in buona salute e aumentare la loro longevità. Il qigong è parte integrante della Medicina Tradizionale Cinese insieme al massaggio e all’agopuntura. Moreno Barbi ne viene a contatto all’età di quarant’anni restandone conquistato, diventa studente dell’autorevole Maestro Li Xiaoming medico e direttore dell’Istituto di Ricerca di qigong Medico presso l’Università di Medicina e Farmacologia Cinese di Pechino, che dal 1988 viene in Italia a insegnare il qigong in diversi settori: prevenzione e recupero della salute, massaggio energetico, massaggio pediatrico, fitoterapia diagnostica, agopuntura. Insignito nel 1998 dal Presidente della Repubblica, dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana per i suoi meriti scientifici. In questo lavoro Moreno Barbi descrive la genesi del qigong e il suo impiego pratico attraverso la sua personale esperienza di paziente e terapista, trasmettendo al lettore la curiosità dello studente nella continua ricerca. La narrazione si intreccia con la sua vita privata, rievoca gli insegnamenti ricevuti nelle aule universitarie o in locali di fortuna sino ad affascinanti templi cinesi. Le letture fatte da adolescente, che gli avevano acceso l’interesse per le tecniche energetiche orientali, incontrando il Maestro Li Xiaoming, improvvisamente si concretizzano.
LinguaItaliano
Data di uscita29 mar 2022
ISBN9788861559165
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    Anteprima del libro

    Ho incontrato un Maestro di qigong - Moreno Barbi

    Moreno Barbi

    Ho incontrato

    un Maestro di qigong

    Indagine sul taoismo

    prefazione di Gianluigi Schiavon

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati.

    commerciale@giraldieditore.it

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    ISBN 978-88-6155-916-5

    Proprietà letteraria riservata

    © Giraldi Editore, 2021

    Edizione digitale realizzata da Fotoincisa BiCo

    Questo primo studio

    sul qigong e sul taoismo di Moreno Barbi

    è come un prezioso tartufo:

    per trovarlo occorre scavare.

    Prefazione

    Questo libro è un respiro profondo. Evoca studi antichi, convinzioni secolari, richiama pratiche che appaiono remote e moderne al tempo stesso. Tutto questo ha un nome che viene dall’Oriente e che in Occidente ha trovato accoglienza: qigong. Chi scrive queste brevi righe di presentazione ne ha conosciuto da non molto l’essenza attraverso l’autore, Moreno Barbi, accogliendo anche l’invito a partecipare a più di un incontro di pratica e meditazione. Una forma di prudente rispetto invita dunque a non addentrarsi nel parlare della disciplina stessa, forma e sostanza della medicina tradizionale cinese, ma concede ugualmente la possibilità di un paio di annotazioni.

    Questo libro è un respiro profondo lungo un centinaio di pagine. Moreno Barbi, composita figura professionale, che accompagna la formazione da fisioterapista all’insegnamento della boxe e alla conoscenza dell’agopuntura, riesce a raccontare il qigong da un punto di vista assolutamente personale, quasi privato. Ed è questa la novità di un libro che appare a un tempo manuale, piccolo trattato di storia e diario di 23 anni di studi e pratica della materia.

    Barbi racconta con passione l’inizio di tutto: gli insegnamenti del Maestro Li Xiaoming, direttore dell’Istituto di Ricerca di qigong Medico presso l’Università di Medicina e Farmacopea di Pechino. E poi rievoca la fatica della pratica, affinata durante lunghi viaggi in Cina, la sfida del confronto, e anche dell’integrazione, fra medicina occidentale e orientale, perché l’uomo per mantenersi in buona salute ha la necessità di essere in sintonia con l’ambiente intorno a sé. Ed è sicuramente, quest’ultimo, un elemento filosofico tratto dal pensiero taoista, ma non così lontano dall’accettazione anche da parte della nostra cultura. Barbi scrive e ricorda, annota dettagli di vita, finché quasi a sorpresa parla dell’incidente che gli procurò dodici fratture alle gambe, su alcune coste, su tre processi spinosi e una vertebra. E racconta che dolore e depressione arrivarono assieme, ospiti sgraditi e letali, mentre la guarigione si allontanava. Fu il qigong a salvarlo, dice Barbi. Alla cui base, aggiungiamo noi, c’è una sorta di segreto svelato.

    La citazione è del Maestro Li Xiaoming: Quello che si deve ricercare con la pratica del qigong, è recuperare la capacità di respirare come l’embrione e il feto in grembo materno. E non occorre essere né poeti, né filosofi per capire che tutto questo può essere riassunto con una sola parola: vita. Ecco perché questo è un libro profondo. Come un respiro.

    Gianluigi Schiavon

    I

    L’esperienza maturata dall’insegnamento da remoto durante i faticosi sessantanove giorni di lockdown del 2020 genera il desiderio di condividere le conoscenze acquisite nei ventitré anni di pratica.

    All’età di trentanove anni ho avuto la grande opportunità di incontrare il Maestro Li Xiaoming. I suoi insegnamenti hanno influenzato il resto della mia vita e quello della mia famiglia, facendomi scoprire un universo affascinante, permettendomi di indagare aspetti di me stesso sino ad allora sconosciuti. Da quel momento ho iniziato a praticare e a studiare il qigong. Sono trascorsi ventitré anni, ancora oggi pratico e continuo a studiare.

    Il pensiero taoista considera l’uomo come un complesso di elementi uniti alla vita dell’universo, la cui struttura energetica è sensibile all’energia cosmica. L’uomo per mantenersi in buona salute ha la necessità di essere in sintonia con l’ambiente circostante.

    Mi sono formato nella consapevolezza del pensiero medico del mondo occidentale, basato su una logica illuministica dove la medicina è sempre più specializzata per analizzare i particolari della malattia. Sono stati perfezionati strumenti di indagine e di cura sofisticati, che rasentano la perfezione – pensiamo alla diagnostica per immagini e alla robotica applicata agli interventi chirurgici, al trapianto di cellule staminali per rigenerare organi danneggiati. Questo spirito scientifico prevede che ogni scoperta nuova superi le conoscenze che sino ad allora si avevano su un determinato argomento.

    Nella sua prima lezione, il Maestro ci spiegò che corpo e mente sono considerati un insieme indivisibile, aggiungendo che il corpo si può ammalare non solo a causa delle aggressioni degli agenti cosmo-patogeni, virus, microbi o traumi meccanici, ma anche per eccessi emotivi protratti nel tempo quali: rabbia, paura, tristezza, gioia, riflessione. Rimasi molto sorpreso.

    Il colpo di grazia lo ricevetti quando affermò: la medicina occidentale è rivolta alla cura dei sintomi manifesti, la medicina cinese ricerca le cause profonde del sistema energetico e fece questo esempio: in caso di sordità l’otorino occidentale indaga il sistema uditivo, il medico orientale ricerca le cause e spesso lontano dall’apparato acustico.

    Venendo a conoscenza di questi concetti fui indotto a riflettere su una polmonite che mi aveva colpito alcuni mesi dopo la morte di mio padre e su alcune patologie che affliggono mia madre da sempre.

    Dissi a me stesso che ne dovevo saper di più sull’argomento e per saperne di più era necessario studiare e seguire il Maestro. Cosa che sto facendo tuttora. Ho scoperto che la Medicina Tradizionale Cinese è una scienza stratificata, formata da un corpus di conoscenze medico-filosofiche, nata dall’indagine della natura e del corpo umano in un’epoca arcaica, dove la realtà si mescolava con la leggenda, che si è trasmessa da uomo a uomo sino ai giorni nostri. In questo approccio medico l’uomo risulta l’assoluto responsabile della sua salute, avendo il dovere di trattare il proprio corpo nel miglior modo possibile.

    Ho deciso di raccogliere e ordinare gli appunti e le numerose dispense che ho preparato seguendo le sue lezioni e integrandole con l’esperienza sviluppata da studente, praticante e insegnante di qigong.

    Questa scelta l’ho maturata durante il gravoso periodo del lockdown, imposto per contrastare la pandemia causata dal coronavirus. Io ero uno degli insegnanti di qigong incaricati di continuare la pratica online con l’abituale gruppo che seguivo durante l’anno. Il mio gruppo, solitamente composto da venti-venticinque persone, attraverso il passaparola ha avuto un’escalation di ottantatré partecipanti, tutti allievi del Maestro Li Xiaoming. Dal 12 marzo 2020 ci siamo incontrati virtualmente due volte alla settimana, il martedì e il giovedì dalle 21 alle 22 con il supporto di WhatsApp; io inviavo le istruzioni con messaggi vocali insieme a delle immagini, a cadenze di 20 minuti, per la durata di un’ora. Le reazioni del gruppo a questi incontri sono state inimmaginabili. Al termine di ogni seduta, come quando conduco la pratica in presenza, chiedevo ai partecipanti un commento, una considerazione… ne riporto uno per tutti:

    Grazie di tutta la tua costante generosità nel trasmettere a me a tutti noi del gruppo qigong, gli insostituibili insegnamenti del nostro amato Maestro Li. In questo periodo così complesso sei stato uno strumento preziosissimo di condivisione e incoraggiamento alla buona pratica quotidiana.

    Mi sono chiesto: se hai stimolato alla pratica persone che conoscevano già la disciplina rafforzando la loro motivazione forse è giusto raccogliere queste informazioni e cercare di diffonderle a chi non ha mai sentito parlare di queste cose sotto forma di racconto.

    Il mio racconto inizierà dagli albori della civiltà cinese analizzando quelle antiche scuole di pensiero taoista che hanno generato molti scienziati medici capaci di vedere oltre i rituali degli sciamani e le superstizioni del loro tempo.

    Il qigong è una pratica cinese millenaria, specifica per l’allenamento di sé stessi, scoperta e perfezionata dalla gente comune nell’ambito della vita quotidiana, per salvaguardare la salute e prolungare la vita. La sua storia si fonde con quella della Cina, come tutte le belle storie che si rispettino; i maestri taoisti e i sovrani del Paese a volte sono stati trasformati in personaggi leggendari le cui azioni si intrecciano fra realtà e mitologia, altre volte sono stati santificati dopo la loro morte.

    II

    Per la teoria taoista l’uomo è il prodotto dell’unione del cielo e della terra, per meglio orientarsi nella lettura successiva sono state descritte le energie che permeano sia l’universo che l’uomo.

    Nelle prime lezioni, tenute in Italia nel 1988, il Maestro Li Xiaoming spiegò che gli obiettivi principali della pratica del qigong sono due: il primo è coltivare il qi e il secondo ricercare l’unione tra uomo cielo e terra. Le fonti di informazione di questi argomenti, antecedenti l’inizio del mio percorso, sono state le dispense tratte da sbobinature di sue lezioni fornite da amici presenti. La scuola taoista ritiene che il qi sia alla base della vita di ogni organismo vivente e che il qigong serva a coltivare la zhenqi, l’energia originaria autentica che permea tutto l’universo e che nel corpo umano è l’elemento fondamentale che presiede tutte le attività fisiologiche.

    Cercherò di spiegare il concetto di energia o qi per il taoismo; quando si parla di energia senza adoperare formule matematiche è molto difficile non suscitare la perplessità degli interlocutori, abituati alla dimostrazione scientifica dei fenomeni. Personalmente ho dovuto frequentare diversi seminari spaziando dal qigong al massaggio, dalla diagnostica agli agopunti per avere le necessarie informazioni per farmi un’idea di cosa sia l’energia di cui parliamo. Cercherò anche di illustrare, spulciando fra le numerose opere presentate in questi trent’anni dal Maestro nelle sue lezioni, passaggi utili alla comprensione dell’argomento e informazioni di pratica dimenticate.

    Il Maestro in uno dei primi incontri ha chiarito che il taoismo considera l’uomo come il prodotto dell’unione tra il cielo la terra spiegandolo in questo modo: il cielo tian è una sfera yang, mentre la terra di è una sfera yin. L’uomo ren è una sfera composta da una metà yang e da una metà yin. Laozi sosteneva che dall’unione del cielo e della terra nascono tutte le cose compreso l’uomo ren, e che l’unione dello yin e dello yang all’interno dell’uomo deve essere in armonia con il cielo e la terra.

    Al capitolo 42 del Daodejing si legge:

    Il dao produce l’uno.

    L’uno produce il due.

    Il due produce il tre.

    Il tre produce le 10.000 cose.

    Lo yang e lo yin all’interno dell’uomo devono accordarsi con lo yang e lo yin corrispondenti al mondo naturale: cielo e terra. Laozi sosteneva che in questo modo l’uomo si garantisce una giusta esistenza, al contrario se questo rapporto non viene rispettato c’è l’autodistruzione.

    Nel capitolo 10 del Lingshu si legge: l’uomo risponde al cielo e alla terra e che questo è esplicito anche nella sua struttura. Il cielo è rotondo, la terra è quadrata, la testa è rotonda e i piedi quadrati sono in accordo con il cielo e la terra. L’uomo è nutrito dai sapori della terra e dai soffi del cielo. Sempre il Lingshu afferma che l’uomo è collegato al cielo e alla terra, in altre parole sostiene che le leggi che regolano il funzionamento dell’universo determinano anche l’attività dell’uomo, perché egli essendo parte integrante dell’universo partecipa ai suoi cambiamenti energetici. Il cielo, oltre a determinare le leggi dell’universo, stabilendo i cicli circadiani e quelli stagionali, attribuisce a ognuno la natura propria e il proprio destino, attraverso le energie cosmiche e gli shén. La terra dispensa le forme conferendo all’uomo la struttura del suo corpo, quindi l’aspetto materiale.

    Da quanto affermato è innegabile l’importanza della pratica del

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