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Australia per due (eLit): eLit
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E-book163 pagine2 ore

Australia per due (eLit): eLit

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Info su questo ebook

La piccola città di Koomera Crossing è una perfetta oasi di pace per Laura Graham, desiderosa di ritrovare la serenità dopo un matrimonio difficile. Si sente subito a casa, soprattutto grazie al suo gentile e riservato vicino di casa.

Evan Thompson ha le sue buone ragioni per voler mantenere le distanze dalla bella Laura, ma ci riesce a fatica. La sua apparente innocenza e la sua dolcezza gli fanno battere forte il cuore, come mai gli era capitato!
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2017
ISBN9788858972717
Australia per due (eLit): eLit
Autore

Margaret Way

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Australia per due (eLit) - Margaret Way

    successivo.

    Prologo

    Non riusciva più a sentirsi al sicuro. Non con accanto Colin. Sebbene cercasse di fare finta di niente, la verità era che aveva il terrore di lui. Dopo l'ennesima irragionevole scenata di cui era stata vittima, la sera precedente, Laura si rese conto una volta di più che non poteva andare avanti così. Doveva scappare, rifugiarsi in un posto dove lui non potesse più trovarla. Aveva bisogno di riappropriarsi della propria vita, del proprio corpo, della propria anima, e soprattutto di quell'autostima che suo marito le aveva così brutalmente strappato.

    Colin era un uomo violento e lei, che era cresciuta in un ambiente armonioso, protetta e coccolata dai genitori, non era mai stata in grado di tenergli testa.

    Il sogno di avere un marito su cui poter contare, e con cui costruire una famiglia, si era infranto il giorno stesso in cui si era sposata, circa un anno prima.

    Colin, infatti, le aveva dato prova da subito di essere una persona psicologicamente instabile, anche se agli occhi di tutti era un uomo irreprensibile, un ottimo medico. Già, nessuno avrebbe mai sospettato che il dottor Morcombe era in realtà un bruto. Forse soltanto la signora Sonia Morcombe, la madre di Colin, si era resa conto del lato oscuro che si nascondeva nella personalità del figlio. Però preferiva ignorare il problema. Era più facile così. In fondo Colin era un uomo brillante, molto apprezzato nel suo campo.

    Peccato che non fosse riuscito a farsi apprezzare da sua moglie, tanto quanto lo era dai colleghi. Con i suoi repentini sbalzi di umore e i suoi modi brutali l'aveva infatti allontanata sempre più da sé. E non si era limitato a maltrattarla, ma aveva anche avuto l'astuzia di farle perdere tutte le sue amicizie, isolandola dalle persone che avrebbero potuto darle una mano ad affrontare la situazione.

    Le aveva inoltre fatto interrompere gli studi, obbligandola a rinunciare alla sua passione: la musica. Voleva essere lui a prendere tutte le decisioni per lei. Poiché da quando si erano sposati, dal suo punto di vista, Laura era diventata una sua proprietà.

    La cosa più assurda era che, dopo averla picchiata, cercava di consolarla, dicendole che lui l'amava immensamente e che era lei quella che sbagliava. Le ripeteva sempre che i suoi genitori l'avevano viziata troppo, che l'avevano resa una persona debole e immatura. Non sopportava, inoltre, quando lei gli parlava di suo padre. Diceva che era fissata.

    «Papino di qua, papino di là, non ne posso più di queste sciocchezze! Tuo padre ti ha rovinata.»

    Secondo Colin, infatti, lei era praticamente una buona a nulla.

    «Il massimo che sai fare è suonare qualche sciocca canzonetta. Io invece passo le mie giornate a salvare vite umane.»

    Non perdeva mai occasione, infatti, per ricordarle che senza di lui sarebbe stata una nullità e che se era diventata una donna di classe era solo per merito suo.

    «Non mi lascerai mai, Laura. Non saresti in grado di badare a te stessa» le ripeteva di continuo. «Hai bisogno di me per sopravvivere.»

    Laura sapeva bene che significato avevano quelle parole. Erano una minaccia, ecco perché ora le faceva così paura l'idea di andarsene.

    Quanto avrebbe voluto essere più forte! Ma lei non era per niente forte. Si sentiva, anzi, debole e impotente. E il merito era solo di Colin. Altro che amore. Lui l'aveva rovinata! Con le sue estenuanti critiche era riuscito a privarla di tutta la fiducia in se stessa.

    «Il tuo solo pregio, Laura, è che sei bella. Per il resto, sei solo un'incapace. Non sai nemmeno come si fa a soddisfare un uomo. Dovresti leggere qualche manuale in materia. Ti comporti come una verginella frigida. Sei apatica. Sembri un pezzo di ghiaccio.»

    Sì, Colin aveva ragione. Ma era stato proprio lui a renderla una donna apatica. Lui, che non sapeva fare altro che umiliarla.

    Possibile che nessuno si rendesse conto di che razza di uomo era suo marito? E pensare che all'inizio le era sembrato così gentile.

    Si erano conosciuti per caso, una sera, e da allora lui non aveva fatto che riempirla di attenzioni. Rose rosse, regali di ogni genere, ristoranti romantici. Insomma, lei aveva creduto di avere trovato il principe azzurro. Che ingenua era stata!

    Ma forse, più che l'ingenuità, ciò che l'aveva spinta a buttarsi in quell'assurda storia d'amore era stato l'enorme desiderio di colmare il vuoto lasciatole dalla morte del padre.

    Aveva solo diciassette anni quando il suo adorato papà era scomparso, in un incidente stradale, e da quel momento la sua vita era cambiata.

    Sua madre, in seguito, aveva trovato un altro uomo, si era risposata e si era trasferita con il secondo marito in Nuova Zelanda. Lei, invece, aveva preferito restare nella casa dov'era cresciuta, per evitare che la sua presenza potesse in qualche modo intralciare la vita della madre.

    Tra l'altro, a quell'epoca, dopo essersi diplomata al conservatorio, aveva cominciato il dottorato in musica all'università. E si era messa a dare lezioni di musica ai ragazzini, anche se in realtà non ne avrebbe avuto bisogno, vista l'eredità lasciatale dal padre.

    Poi, però, il dottorato, le lezioni… tutto era finito, per colpa di Colin.

    Laura lo aveva conosciuto al concerto di una bravissima pianista. Il destino aveva voluto che sia lei sia lui fossero lì da soli. L'amica di Laura, che le aveva procurato i biglietti, e che avrebbe dovuto accompagnarla, si era infatti sentita poco bene e così aveva dovuto rinunciare alla serata.

    Durante una pausa, Colin le si era seduto accanto e le aveva chiesto che cosa ne pensava del concerto. Si erano quindi scambiati qualche parola e, dopo lo spettacolo, lui l'aveva invitata a bere insieme un caffè, in un locale vicino al teatro. E lei aveva accettato.

    Non era da Laura dare confidenza agli sconosciuti, ma Colin le era parso una persona perbene. E poi si sentiva talmente sola in quel periodo, che aveva sperato di trovare in lui un amico.

    Che grave errore! Quella serata aveva segnato l'inizio della sua rovina.

    Colin le aveva fatto un mucchio di complimenti. «Capelli neri, occhi verdi e carnagione di porcellana. Sei proprio la mia donna ideale.»

    Già. Ideale per subire i suoi maltrattamenti!

    Se soltanto avesse avuto qualche anno in più. Se avesse avuto un po' più di esperienza in fatto di uomini. Se suo padre non fosse morto. Se sua madre non si fosse risposata… forse sarebbe stato tutto diverso. Invece…

    Poco più che trentenne, con una brillante carriera di fronte a sé, Colin non aveva fatto alcuna fatica a convincere una ragazzina di dieci anni più giovane e particolarmente vulnerabile a sposarlo.

    A tre mesi dal loro primo incontro, erano infatti già fidanzati. I genitori di lui, con cui Laura non era mai riuscita a entrare in sintonia, si erano dimostrati subito molto soddisfatti della scelta del figlio. Probabilmente avevano capito che lei era il tipo di ragazza che Colin sarebbe riuscito a controllare con facilità.

    Quanto alla madre di Laura e al suo secondo marito, Craig, Colin li aveva conquistati all'istante con le sue maniere da galantuomo.

    Il matrimonio - un evento in grande stile - era stato interamente organizzato da Sonia Morcombe. Laura non aveva avuto molta voce in capitolo.

    Durante la luna di miele, poi, Colin aveva tolto definitivamente la maschera del bravo ragazzo, per mostrarsi ciò che era davvero. Uno psicopatico.

    Non voleva infatti che lei parlasse con altri uomini, o anche soltanto li guardasse. Bastava che un ragazzo le rivolgesse la parola, e lui andava su tutte le furie.

    «Sei mia moglie, Laura. Mia, chiaro? E non ho intenzione di tollerare che tu faccia la smorfiosa con gli altri.»

    Per quanto insensate fossero le reazioni di Colin, all'inizio, Laura aveva cercato di giustificarle. Sapeva di essere una ragazza attraente. Non le erano mai mancati, infatti, i corteggiatori. E, forse, la sua gentilezza poteva essere fraintesa in certi casi. Ecco perché Colin era così geloso.

    Questo era ciò che si era ripetuta tante volte per dare un senso all'assurdo comportamento del marito. L'atteggiamento di Colin, però, non aveva alcun senso.

    Lui continuava a dirle che l'amava, però la trattava come se in realtà la odiasse. E poi, dopo essersi sfogato offendendola in ogni modo possibile, si trasformava come per incanto in un'altra persona. Diventava gentile, affettuoso e, come se niente fosse, le spiegava che se la maltrattava era solo per farle imparare come doveva comportarsi. Un po' come se lei fosse stata un animale da ammaestrare!

    Per tanto, troppo tempo Laura aveva subito questa situazione senza reagire. Adesso, però, non ce la faceva più. Non poteva permettere che Colin continuasse ad approfittare di lei.

    È vero, già una volta aveva cercato di lasciarlo, rifugiandosi da un'amica, ma lui l'aveva ritrovata e riportata a casa. Ora, però, sarebbe stato diverso, perché lei sarebbe andata lontano, in un posto dove lui non avrebbe potuto rintracciarla.

    Sapeva già qual era quel posto. Koomera Crossing, nel Queensland. E sapeva anche che lì avrebbe trovato una persona che sarebbe stata in grado di aiutarla.

    Si trattava di una donna, di qualche anno più grande di lei, forte, intelligente e molto sensibile. Da poco era diventata il primario dell'ospedale della cittadina. Sarah Dempsey.

    Laura l'aveva vista spesso ai convegni a cui aveva partecipato per accompagnare Colin, ed era certa che Sarah l'avrebbe protetta finché lei non si fosse sentita in grado di camminare con le proprie gambe.

    1

    Sulla sua auto di seconda mano, acquistata su consiglio di Sarah, Laura stava girando la città per visionare alcuni appartamenti, da poco messi in affitto.

    Era a Koomera Crossing solo da pochi giorni, ma grazie a Sarah, che l'aveva presentata a tutti come una sua vecchia amica, si era già ambientata.

    Aveva fatto proprio bene a rivolgersi alla dottoressa Dempsey, rifletté. Il solo fatto di essersi confidata con una persona sensibile come lei le era stato infatti di enorme conforto.

    Ora si sentiva abbastanza serena, anche se continuava a vivere con il timore che Colin potesse spuntarle di fronte da un momento all'altro. Era pronta a scommettere, infatti, che lui la stava cercando e che non si sarebbe dato per vinto, finché non l'avesse ritrovata.

    Lei, però, non intendeva ripiombare nel baratro della paura. Per colpa di Colin aveva creduto di essere una buona a nulla, ma, con l'aiuto di Sarah, ora stava cominciando a capire che non doveva biasimarsi per il fallimento del proprio matrimonio. Quello che aveva qualcosa che non andava era semmai Colin. Lei era giovane, inesperta, vulnerabile, ed era comprensibile che non fosse riuscita a tenere a bada un uomo come lui.

    Ora avrebbe lasciato passare un po' di tempo, poi, quando si sarebbe sentita più forte, avrebbe affrontato suo marito per chiedergli il divorzio, così si sarebbe potuta rifare una vita.

    Mentre guidava per le vie della città, alla ricerca di quella che sarebbe stata la sua nuova dimora, Laura ripensò all'elegante villa dov'era cresciuta - e che ora era stata venduta ad amici di famiglia - e al modernissimo appartamento in cui aveva vissuto con Colin. In quest'ultimo non si era mai sentita davvero a casa. Del resto come avrebbe potuto essere altrimenti, considerando

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