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L indecente proposta del capo: Harmony Collezione
L indecente proposta del capo: Harmony Collezione
L indecente proposta del capo: Harmony Collezione
E-book165 pagine2 ore

L indecente proposta del capo: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Logan McLaughlin non può permettersi di perdere la tenuta di famiglia in Scozia, ma il testamento di suo nonno prevede che per salvarla lui debba sposarsi! C'è solo un piccolo problema: Logan non ha mai frequentato la stessa donna per più di una notte!
Nella clausola non è specificato che il matrimonio debba essere d'amore e lui non dovrebbe avere problemi a trovare una donna da portare all'altare, se motivata da un'adeguata ricompensa. La soluzione arriva dalla dolce Layla, la sua domestica: lei l'ha sempre intrigato con la sua freschezza e forse, se non sull'amore, quel matrimonio potrà contare almeno su una passione senza freni!

Disponibile in eBook dal 20 gennaio 2021
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2021
ISBN9788830523371
L indecente proposta del capo: Harmony Collezione
Autore

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    L indecente proposta del capo - Melanie Milburne

    successivo.

    1

    Layla Campbell si trovava nell'ala settentrionale, ormai deserta, del castello di Bellbrae, intenta a ricoprire i mobili con gli appositi teli antipolvere. D'un tratto sentì un rumore di passi sulle scale e una folata di aria gelida le avvolse le caviglie, simile agli artigli di un fantasma del passato. Di colpo le venne la pelle d'oca e subito ripeté fra sé la vecchia cantilena della sua infanzia. I fantasmi non esistono, i fantasmi non esistono. Sorrise nel ricordare come avesse sempre funzionato quando, orfana dodicenne sola e intimorita, era arrivata per la prima volta in quell'imponente castello nelle Highlands scozzesi, accolta da una sua prozia che da tempo lavorava come governante per la ricchissima e aristocratica famiglia McLaughlin. Layla era cresciuta nella cucina e nei corridoi di quell'imponente dimora. All'inizio il suo unico dominio era stato il pianterreno, perché il piano di sopra le era vietato e non solo a causa della sua andatura zoppicante. Di sopra c'era un altro mondo, un mondo cui lei non apparteneva, del quale mai avrebbe potuto entrare a far parte.

    «C'è... c'è qualcuno?» La sua voce risuonò nel silenzio, il cuore le batteva così forte che se lo sentiva rimbombare nelle orecchie. Chi mai sarebbe potuto salire nella torre nord a quell'ora? Logan, il nuovo erede della tenuta, lavorava all'estero, in Italia, e da quello che sapeva, Robbie, il fratello più giovane, stava facendo un giro nei casinò degli Stati Uniti. Quando un'alta figura si materializzò fuori dall'ombra, avvertì un gelido terrore scorrerle lungo la spina dorsale e rimase paralizzata, senza riuscire a respirare.

    «Layla?» la chiamò Logan McLaughlin, con espressione stupita. «Cosa stai facendo quassù?»

    Layla si serrò la mano sul petto che batteva ancora forsennatamente, certa che il cuore le sarebbe saltato fuori dal corpo, per atterrare ai piedi delle scarpe di cuoio italiano di Logan. «Non sai quanto mi hai spaventata! Ma non dovevi essere in Toscana?»

    Era da settembre, esattamente da quando c'era stato il funerale di suo nonno, che non lo vedeva e immaginava che lui quel giorno non si fosse nemmeno accorto della sua presenza. Layla aveva cercato un paio di volte di fargli le condoglianze, sia prima che dopo la cerimonia e in seguito anche alla veglia funebre, ma poi era stata troppo occupata ad aiutare sua zia con il catering e Logan se n'era andato prima che lei riuscisse ad avere l'occasione di parlargli in privato.

    Se doveva essere onesta, la faccenda del piano di sopra e piano di sotto aveva sempre influenzato la sua relazione con i McLaughlin. Logan, il fratello Robbie e il nonno erano ricchissimi proprietari terrieri, privilegiati dalla nascita e provenienti da un'aristocratica famiglia di antico lignaggio. Era sempre stato implicito che lei e sua zia vivessero al piano di sotto, insieme al personale, un po' defilate, dedicandosi alle proprie mansioni, senza condividere molto tempo con i datori di lavoro. Layla non avrebbe certo mai potuto dimenticare di essere un'intrusa, un caso umano, che viveva lì solo grazie alla generosità che il nonno di Logan aveva mostrato verso un'orfana rimasta senza casa. Questo pensiero le faceva mantenere una distanza distaccata e fiera, più che educata. Logan si passò una mano tra i capelli. «Ho rimandato il viaggio, perché ho alcuni affari urgenti da sbrigare qui.» I suoi occhi blu si posarono sopra i mobili coperti e la sua espressione si fece ancora più corrucciata. «Perché ti stai occupando tu di questo? Pensavo che Robbie avesse assunto qualcuno per farlo.» Layla si voltò a raccogliere uno dei lenzuoli piegati, aprendolo e stendendolo su un tavolo in mogano. «Infatti! Ha assunto me, ma non voglio certo essere pagata, o cose del genere.» Si chinò ad avvolgere le gambe del tavolo e gli lanciò un'occhiata. «Non sapevi che ora questo è il mio lavoro? Pulire, mettere ordine, organizzare. Ho un piccolo team di persone alle mie dipendenze, non te lo ha detto tuo nonno? Mi ha anche aiutato con un prestito per iniziare la mia attività.»

    Lui trasalì. «Un prestito?» C'era una nota di sorpresa nel suo tono, o era semplicemente contrariato?

    Layla serrò le labbra e si mise le mani sui fianchi. «Un prestito che restituirò con gli interessi.» Per chi l'aveva presa? Per un'approfittatrice che si era servita di un anziano signore malato di cancro, per spillargli del denaro che non aveva alcuna intenzione di restituire? Purtroppo poteva anche avere in sé geni di persone del genere, ma non aveva certo la loro morale. «Altrimenti non avrei mai accettato la sua proposta.»

    «Davvero mio nonno ti ha offerto un prestito?»

    Layla gli passò accanto per prendere il cesto dei detersivi. «Per tua informazione, io non ho mai dato per scontata la sua generosità. Lui mi ha permesso di vivere qui con mia zia senza pagare alcun affitto e gli sarò sempre grata per questo.» Mentre parlava, infilò nel cesto un detergente. Durante gli ultimi mesi della sua vita, lei era stata molto vicina all'anziano signore ed era arrivata a capire che, sotto la burbera apparenza, era un uomo orgoglioso che aveva fatto del proprio meglio per tenere insieme la sua sfortunata famiglia, dopo varie tragedie.

    Logan emise un sospiro. Sembrava ancora corrucciato, come se non riuscisse a guardarla in altro modo.

    D'altra parte, pensò Layla, era la storia della sua vita. Un'occhiata alla sua gamba sfregiata e all'andatura leggermente zoppicante e quello era lo sguardo che la maggior parte della gente le rivolgeva, trasalendo. Oppure iniziavano domande indiscrete cui lei si rifiutava per principio di rispondere. Layla non parlava mai di ciò che le era accaduto, si limitava a rispondere che si era trattato di un incidente automobilistico, senza mai dire chi stesse guidando, o se qualcun altro vi fosse rimasto ferito o ucciso. Come poteva voler ricordare il giorno che aveva cambiato la sua vita per sempre?

    «Perché non ti ha semplicemente dato quel denaro?» le chiese Logan.

    «Oh, intendi che doveva dispiacersi per me?»

    L'occhiata che lui le lanciò alla gamba sinistra le disse tutto ciò che aveva bisogno di sapere. Esattamente come chiunque altro, Logan vedeva prima la sua parte offesa e poi lei. Layla si sentiva orgogliosa di come fosse riuscita a realizzarsi, nonostante le difficoltà, e non voleva essere vista come una povera ragazza orfana e zoppa, ma come una donna coraggiosa e intraprendente, che aveva grinta, ambizione e inventiva.

    «No.» Il tono di Logan era serio. «Mi riferivo al fatto che lui era un uomo ricco e tu eri praticamente la sua famiglia.» Si spostò per guardare alcuni degli scatoloni che lei aveva preparato poco prima, ne aprì uno e ne estrasse un libro rilegato in pelle. Prese a sfogliarlo e il suo viso assunse un'espressione pensierosa.

    La sua famiglia? Era così che lui la vedeva? Come una sorta di sorella surrogata, o una lontana cugina? Alto, con una corporatura snella e slanciata, i capelli ondulati di un castano scuro e gli occhi blu dello stesso colore dei laghetti delle Highlands, sarebbe stato un vero spreco se Logan McLaughlin fosse stato suo fratello, o suo cugino. Ed era un vero spreco per le donne di tutto il mondo che, dopo la tragica morte della sua fidanzata Susannah, lui non si fosse più visto con nessuna. Certo non sarebbe mai uscito con Layla, nessuno le aveva più chiesto un appuntamento da quando era una ragazza e lei, deliberatamente, cercava di non pensare a quell'unica e sola uscita e all'atroce imbarazzo che aveva comportato. Da quel lontano giorno in poi, aveva deciso che progetti e carriera sarebbero sempre stati più importanti di feste, o serate nei nightclub, dove abiti succinti e tacchi non avrebbero fatto altro che attirare l'attenzione sulla sua gamba e dove lei si sarebbe sempre sentita dire che non era bella e mai avrebbe potuto esserlo.

    Logan chiuse il libro e lo rimise sopra gli altri. Si voltò a guardarla. «Tu e tua zia dove andrete se questo posto verrà venduto?»

    Gli occhi di Layla si spalancarono e di colpo le mancò il respiro. «Venduto? Hai... hai intenzione di vendere Bellbrae?» Non riusciva a pensare a una disgrazia più grande... anzi, ci riusciva perché era passata attraverso una tragedia ben più grave, simile all'inferno, eppure ora vendere Bellbrae le sembrava la peggiore delle sventure. Chi sarebbe stata lei senza il rifugio di quella dimora che l'aveva sempre protetta? La sua identità si era formata lì, il senso di sicurezza e di incolumità si erano consolidati entro quelle mura simili a una fortezza vecchia di secoli. «Come puoi fare una cosa simile, Logan? Tuo nonno te lo ha lasciato in quanto suo erede primogenito maschio. Tuo padre è sepolto qui, insieme ai tuoi nonni e a generazioni di antenati. Sicuramente non hai bisogno di venderlo per denaro.»

    Lui era bianco come i lenzuoli che coprivano i mobili e il suo tono era esausto. «Non si tratta di denaro, il fatto è che non sono disposto a rispettare le condizioni del testamento di mio nonno.»

    Layla trasalì. «Condizioni? Quali condizioni?»

    Lui si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e si spostò per guardare fuori da una delle finestre bifore, voltandole le spalle. Lei intuiva la sua tensione, perfino sotto la giacca dell'abito. L'ampiezza delle sue spalle l'aveva sempre colpita e d'estate, quando era a casa in visita, lo aveva visto spesso remare e nuotare nel lago lì nella tenuta. Alto e longilineo con i muscoli dell'addome tesi per lo sforzo e la resistenza, era sempre rimasta affascinata dalla sua prestanza fisica, così in contrasto con il proprio giovane corpo offeso. E quando lui aveva portato a casa Susannah, Layla li aveva osservati incantata. Susannah era una splendida top model, snella e affascinante. Non aveva mai visto due persone più perfette l'una per l'altra e più innamorate. Per lei erano divenuti una sorta di punto di riferimento cui aspirare. Sapeva che forse era impossibile, ma una ragazza in fondo poteva anche sognare, no?

    Logan si voltò a guardarla, con il mento serrato in una linea dura. «Che io mi sposi entro tre mesi, altrimenti l'intera tenuta passerà a Robbie.»

    Layla si leccò le labbra riarse e il cuore di colpo le mancò un battito. «Oh...»

    Lui inspirò a fondo frustrato. «Sì, proprio oh. Entrambi sappiamo bene cosa farà mio fratello, quando metterà le mani su questo posto.»

    Layla non voleva nemmeno pensarci. Quei due fratelli non avrebbero potuto essere più diversi, Logan era sempre stato un tipo serio e silenzioso, lavoratore e responsabile. Robbie, da sempre, era un ragazzo festaiolo e rumoroso. Possedeva una folle vena di incoscienza che aveva già gettato vergogna sulla famiglia innumerevoli volte. «Pensi che la venderebbe?»

    «Questo, o anche di peggio! Magari la trasformerà in un locale dove dare feste per playboy irresponsabili come lui.»

    Layla si morse le labbra, i suoi pensieri una ridda confusa. Se Bellbrae fosse stata venduta, cosa sarebbe accaduto a sua zia? Dove avrebbe potuto stare zia Elsie, se non lì? Da quasi quarant'anni, lei viveva in un piccolo cottage entro la tenuta e, come Layla, era la sola casa che conosceva. E cosa sarebbe accaduto a Flossie, il cane anziano del nonno di Logan? Ormai era quasi cieco e avrebbe trovato il trasferimento in un altro posto ancora più stressante di zia Elsie. «Ci dev'essere qualcosa che puoi fare per cambiare le condizioni delle volontà di tuo nonno.»

    «Il testamento è inoppugnabile.»

    «Perché mai avrà disposto una cosa simile?» chiese Layla in quel silenzio assordante. «Te ne aveva mai parlato prima che...?» Trovava difficile credere che l'anziano uomo se ne fosse davvero andato e riporre le cose di Angus McLaughlin le aveva fatto capire quanto sarebbe stata diversa Bellbrae senza di lui. Esigente e pignolo, il nonno di Logan non era stato certo una persona semplice con cui andare d'accordo, ma in quegli ultimi mesi Layla si era imposta di ignorare le sue cattive maniere e aveva scoperto che possedeva un lato molto dolce che i grandi dolori che aveva dovuto affrontare nella sua esistenza gli avevano sempre impedito di mostrare. Logan si passò una mano sul collo e la guardò. «Per anni mi ha ripetuto che dovevo sistemarmi e fare il mio dovere. Sposarmi e fare un paio di eredi per continuare la linea di famiglia.»

    «Ma tu non vuoi sposarti.» Era una dichiarazione, non una domanda.

    Un'ombra gli passò nello sguardo e lui si voltò verso le finestre, avrebbe potuto avere un cartello tenersi alla larga stampato sulla schiena. Sembrò trascorrere un'eternità, prima che rispondesse. «No.» Il suo tono aveva una sfumatura di inappellabilità che fece serrare il petto a Layla. Il pensiero che un giorno Logan potesse sposarsi l'aveva sempre tormentata come un lieve mal di denti. In genere riusciva a ignorarlo, ma di tanto in tanto una fitta acuta la coglieva di sorpresa. Ma come avrebbe mai potuto trovare qualcuno perfetto come Susannah? Non c'era da stupirsi che fosse riluttante a frequentare seriamente un'altra ragazza. Se solo fosse riuscita anche Layla a trovare un uomo che l'amasse con una simile lealtà! «E riguardo a un matrimonio di convenienza? Potresti trovare una ragazza che acconsenta a essere tua moglie giusto

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