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Una relazione sconveniente: eLit
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E-book87 pagine1 ora

Una relazione sconveniente: eLit

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Info su questo ebook

IMPROPER SERIES - VOL. 1. Dorset, 1858 - Vedova e senza un penny, Hannah Bell ha dovuto rassegnarsi a diventare dama di compagnia di una vecchia zia, la Marchesa di Dorchester, e da allora le sue giornate scorrono monotone e solitarie. Fino al giorno in cui sorprende il cugino Leo, il più giovane dei figli della marchesa, mentre possiede con ardore una giovane cameriera. Di fronte a quella scena la giovane, che non ha mai sperimentato la passione, neppure nel talamo nuziale, prova al tempo stesso imbarazzo e... curiosità. Al punto che quando Leo afferma di aver sempre saputo che lei lo stava guardando e si offre di insegnarle l'arte del piacere, accetta con entusiasmo la scandalosa proposta, rivelandosi un'allieva ricettiva e ansiosa di imparare. Ma per quanto tempo riuscirà a concedere il proprio corpo senza amore?

I romanzi della serie:

1) Una relazione sconveniente

2) Un accordo sconveniente

3) Una proposta sconveniente

LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2015
ISBN9788858942871
Una relazione sconveniente: eLit

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    Anteprima del libro

    Una relazione sconveniente - Juliana Ross

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Improper Relations

    Carina Press

    © 2012 Juliana Ross

    Traduzione di Sandra Benincà’

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-287-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Bexington Hall

    Weymouth, Dorset

    1858

    La biblioteca era il mio tempio, il mio rifugio. Vi regnava sempre una grande quiete. Il silenzio che l’avvolgeva era tale che lo scatto della porta che si apriva e si chiudeva e il rumore dei passi sul prezioso tappeto persiano ferirono i miei sensi con la violenza di un colpo d’arma da fuoco.

    Chi aveva osato violare la mia solitudine? Mi alzai dalla sedia e misi da parte il rammendo per sbirciare oltre il ricciolo in ferro battuto della balaustra della galleria. L’intruso si era seduto sulla poltrona di fronte al camino, poggiando gli stivali sul parafuoco in ottone. Sapevo chi fosse ancor prima di vederlo in viso.

    Si trattava di Lord Alfred Frederick Leopold Wraxhall, il secondogenito della Marchesa di Dorchester. Un vero buono a nulla, che non aveva mai mosso un dito e che, secondo gli stessi genitori, non avrebbe combinato molto nella vita.

    Nonostante il vero nome fosse Alfred, tutti lo avevano sempre chiamato Leo.

    Dovevo considerarlo un cugino, anche se a dire il vero non avevamo alcun legame di sangue.

    La prima volta che lo vidi fu il giorno del mio matrimonio, quando mi fu presentato assieme al fratello e alle sorelle in qualità di cugini acquisiti. Avevo soltanto vent’anni e le parentele importanti di mio marito mi intimorivano. Leo, invece, non era che un ragazzino di quindici anni circa, la cui figura lasciava presagire l’uomo che sarebbe diventato.

    Già allora viveva all’ombra del fratello Arthur, un ragazzo biondo dai tratti nobili e dalla personalità eccezionale. Arthur era l’orgoglio dei genitori, il figlio dal comportamento impeccabile che non li aveva mai delusi e che non mancava di soddisfare ogni loro richiesta. Ricordo il modo in cui mi aveva squadrato da capo a piedi quando ci incontrammo per la prima volta, quasi non fossi stata degna di pulirgli le scarpe.

    Leo, al contrario, mi era sembrato interessante. Oltre a essere intelligente e spiritoso, trovava sempre una parola gentile per chiunque. Aveva i capelli di una splendida tonalità castano ramata che tendevano ad arricciarsi quando si allungavano. Superava il fratello di una mezza testa e aveva una figura longilinea e asciutta. Inoltre, quando sorrideva, cosa che capitava di frequente, gli si formava una fossetta sulla guancia.

    Beveva troppo e giocava spesso d’azzardo, puntava su cavalli perdenti e frequentava donne di bassa estrazione sociale. Abbandonati gli studi universitari, dopo appena due semestri, si era rifiutato di procurarsi un brevetto da ufficiale in uno dei tanti reggimenti in voga. Si era perfino addormentato nelle rare occasioni in cui si era lasciato convincere ad andare in chiesa. Naturale che si fosse guadagnato la fama di pecora nera della famiglia.

    Per anni lo avevo osservato da lontano e alla fine me ne ero innamorata, anche se lui non sembrava essersi mai accorto di me, almeno non in quel senso. Quando ci trovavamo nella stessa stanza, il suo sguardo mi scivolava oltre, come fossi un’ombra o un oggetto senza valore, cosa che d’altra parte corrispondeva al vero. Perché mai avrebbe dovuto concedermi un briciolo di attenzione? Per quanto conducesse uno stile di vita dissoluto e libertino, rimaneva pur sempre il figlio di una marchesa, mentre io non ero che la povera e insignificante vedova del cugino.

    Se solo mio marito avesse avuto meno debiti in punto di morte. E se i miei genitori fossero stati ancora in vita o avessi potuto rifugiarmi da qualche parte o chiedere aiuto a un amico. Invece, alla morte di Charles, una volta ripagati i debiti, ero rimasta sola e senza un soldo e non mi era rimasta altra scelta se non supplicare Lady Dorchester di tenermi con sé.

    Si era dimostrata una donna molto generosa e mi aveva accolto come dama di compagnia, permettendomi addirittura di chiamarla zia Augusta. Purtroppo, oltre al vitto e l’alloggio, non percepivo alcun compenso. Lavoravo e dipendevo da lei in tutto e per tutto e lo sapevamo entrambe. Non che l’odiassi per questo: nel profondo le ero grata, ma la cosa mi infastidiva.

    Mentre divoravo Leo con gli occhi, mi chiesi cosa lo avesse portato in biblioteca. Non ci veniva mai nessuno, i Dorchester non amavano particolarmente leggere. A volte passavano giorni, mesi o addirittura anni senza che nessuno aprisse un libro o ne sfogliasse le pagine. La biblioteca stessa sembrava sprofondata in un’immobilità senza tempo, tranne nelle mattine in cui le cameriere entravano a pulire la griglia del caminetto e a disporre la legna per accendere il fuoco.

    Fu allora che udii una risatina femminile e capii che Leo non era solo. Riconobbi la voce di Ida, una delle domestiche che lavorava a Bexington Hall fin dal mio arrivo. Non

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