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Nemici per finta: Harmony Collezione
Nemici per finta: Harmony Collezione
Nemici per finta: Harmony Collezione
E-book150 pagine1 ora

Nemici per finta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Ogni volta che Luca e Alice si incontrano, volano scintille. Tra loro l'attrazione è forte, ma non riescono a comunicare senza litigare. Alice è convinta che lui sia un playboy da strapazzo, egocentrico e arrogante, proprio il tipo di uomo con cui non vuole avere nulla a che fare. Luca crede che lei sia l'amante del fratello e la gelosia lo acceca al punto da farlo uscire fuori dai gangheri. Sotto le loro schermaglie verbali, però, si nasconde una passione incandescente che entrambi sembrano decisi a negare, e un amore così forte da farli cadere l'uno tra le braccia dell'altra a ogni occasione.

LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2013
ISBN9788858912645
Nemici per finta: Harmony Collezione
Autore

Kim Lawrence

Autrice inglese, rivela nei suoi romanzi la propria passione per le commedie brillanti.

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    Anteprima del libro

    Nemici per finta - Kim Lawrence

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Luca’s Secretary Bride

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Kim Lawrence

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-264-5

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    La giovane mamma era in preda a una crisi isterica, del genere plateale, tesa a catturare l’attenzione. E di sicuro catturava quella dei negozianti, dei turisti e dei locali, intenti alle loro faccende nell’assolato tardo pomeriggio di una frenetica New York. Una folla consistente si era raggruppata intorno a lei, per assistere alle manifestazioni di piagnucolosa gratitudine nei confronti dell’uomo che aveva salvato la vita al suo bambino.

    Pargolo adorabile, che colse l’occasione per precisare, sgarbatamente, che non era un bambino, ma aveva ben cinque anni, prima di dare un calcio all’uomo che l’aveva sottratto alle grinfie della morte.

    Il sorriso di Luca divenne forzato, mentre torreggiava sul bimbo che non era ancora in grado di rendersi conto del pericolo rappresentato dal traffico caotico. Quando il mostriciattolo urlante fece un tentativo di addentargli una mano, si ritrovò a chiedersi quali fossero le delizie della paternità. In quel preciso momento non gli erano chiare.

    Come tutti, amava i bambini, ma non sentiva l’urgenza di procreare. Non che fosse un problema, al momento. Nonostante la sua reputazione di uomo moderno, Luca manteneva salde alcune tradizioni e considerava il matrimonio e i figli come un insieme. Poiché, fino a quel momento, non aveva ancora conosciuto una donna con la quale desiderasse trascorrere il resto della vita, il discorso era del tutto accademico.

    Di origini italiane e irlandesi, Luca non aveva mai nutrito dubbi che uno dei suoi doveri primari fosse trovarsi una graziosa ragazza e fare dei figli... ma non c’era fretta! Il fatto che avesse raggiunto i trent’anni senza aver adempiuto questo dovere, però, non piaceva ai genitori, e neanche agli zii, alle zie e ai cugini.

    La giustificazione che adduceva quando gli rinfacciavano lo status di single era che aveva un fratello maggiore che avrebbe portato avanti il nome di famiglia. Ovviamente questo era uno degli oneri del primogenito, e Roman aveva due anni più di lui.

    Luca sarebbe stato più che felice di ricoprire il ruolo dello zio affettuoso, un compito che non avrebbe richiesto particolari sacrifici, compromessi e notti insonni. Sfortunatamente non gli risultava che ci fossero candidate al matrimonio per suo fratello, almeno in quel momento.

    A meno che non si includesse l’onnipresente, devota Alice, che si sarebbe senza dubbio buttata tra le braccia di Roman se solo avesse sentito il profumo dei fiori d’arancio.

    «Ti odio!» strillò in quell’attimo il bambino, aggrappandosi alle gonne della madre.

    «Neanche tu mi piaci» rispose Luca con tono assente, la mente impegnata altrove. Roman non avrebbe preso in considerazione l’idea di sposare la bionda segretaria, no? Di sicuro non era innamorato di lei ma, poiché pareva che, con il passare degli anni, il fratello si fosse trincerato dietro il cinismo, l’amore non era un requisito basilare...

    Una conversazione recente avuta con lui gli aveva fatto intendere quanto disilluso e freddo fosse diventato. Era accaduto all’anniversario di nozze dei loro genitori, durante il quale il padre non si era lasciato sfuggire l’opportunità di introdurre il suo argomento favorito.

    Più tardi, quella sera stessa, Luca e Roman si erano ritrovati a passeggiare sulla riva del lago nella vasta proprietà di famiglia in Irlanda.

    «Esplicito, eh?» aveva rimarcato Luca con evidente sarcasmo.

    «Come sempre, ma questa volta potrebbe avere un motivo.» Roman, l’espressione indecifrabile, raccolse un sasso e lo fece rimbalzare sulla superficie del lago. «Si vedrà» proseguì misterioso.

    «Non dirmelo!» Luca aveva manifestato una soddisfazione esagerata quando il proprio sasso aveva fatto più balzi di quello del fratello. «Hai perso, Roman» lo schernì prima di indagare. «Me l’hai tenuta nascosta? È una che non conosco?»

    «Una...?»

    Luca non era riuscito a trattenersi. «Ti sei innamorato? I nostri genitori non l’approvano? Caspita, sarebbe interessante. Dio, non sarà sposata?»

    «Pensi che l’amore sia un buon motivo per sposarsi?» aveva replicato Roman.

    «Non ci ho mai riflettuto a lungo. Deduco che tu non lo ritenga essenziale.»

    «L’amore è una forma di demenza passeggera» aveva dichiarato sicuro il fratello, «e la demenza non è una buona base per nessun contratto. E, se ci pensi bene, il matrimonio non è altro che un contratto.»

    Luca non si considerava particolarmente romantico, tuttavia aveva trovato sconcertante questa visione. «Ma come, non è l’unione di due anime gemelle?»

    «Tu hai forse bisogno di qualcuno per sentirti completo? Ma fammi il favore!»

    «Io mi sento completo» aveva convenuto subito Luca, «ma riesci a immaginare la mamma senza papà o viceversa?»

    «Ci sono delle eccezioni» aveva concesso Roman malvolentieri. «Io parlavo in generale.» Il sasso era andato a fondo. «Nel caso l’avessi dimenticato, le cose non vanno sempre lisce.»

    Luca aveva limitato l’esternazione della comprensione fraterna a una pacca sulla spalla. «Non vorrai fare in modo che una cosetta da nulla come essere piantato all’altare ti riduca a un solitario scapolo amareggiato, vero?»

    «Oh, mi sposerò, ma l’amore non è una priorità, anzi non vi attribuisco alcuna importanza» aveva ammesso Roman con una smorfia di disgusto. «Sposarsi adesso... tra tre o cinque anni, che differenza fa?»

    Quel colloquio lo aveva riempito di sospetti. Possibile che Roman fosse alla ricerca soltanto di una madre per i suoi figli? E che avesse davvero deciso per Alice Trevelyan?

    Quell’idea non gli piaceva per niente. Era ovvio, per lui, che Alice Trevelyan non era la moglie adatta per Roman. C’erano mille ragioni che l’avevano portato a quella conclusione. O meglio ci sarebbero state di sicuro, se avesse avuto voglia di soffermarsi per un esame. Ma talvolta era meglio affidarsi all’istinto, e su quell’argomento il suo istinto era ineguagliabile.

    Aggrottò la fronte. Doveva tenere presente la continua vicinanza; non si può sottovalutarne l’importanza, soprattutto quando la persona che ti è vicino è dotata di curve mozzafiato.

    Il fatto che la segretaria di Roman fosse la ragazza più sexy che Luca avesse mai conosciuto costituiva un fattore di una certa rilevanza. Lei non si concedeva minigonne o top scollati, eppure anche con la gonna lunga e le scarpe basse riusciva a essere più provocante di qualsiasi altra donna che si presentasse con la biancheria di pizzo.

    Alice era il tipo di donna che gli uomini non avrebbero voluto limitarsi a guardare... avrebbero voluto toccarla, e lui poteva testimoniarlo. Non che sarebbe mai andato vicino alla donna del fratello, ma il solo vederla camminare nella stanza gli mandava i sensi in orbita. In ogni caso, non avrebbe mai messo a rischio il buon rapporto col fratello per soddisfare un basso istinto.

    E ora era convinto che Roman volesse Alice. Non era mai riuscito a definire chiaramente quale fosse il loro rapporto. Di lavoro, evidentemente, ma si estendeva fino alla camera da letto?

    Non l’aveva chiesto e non aveva intenzione di farlo. Se suo fratello aveva deciso di mescolare lavoro e piacere – una sicura ricetta per la rovina – erano affari suoi.

    «Meriti una medaglia, amico.» Qualcuno gli diede una pacca sulla spalla e Luca mormorò qualcosa di appropriato. Non voleva una medaglia, voleva solo andarsene.

    La folla aumentava a dismisura. Dannazione! L’ultima cosa che desiderava era trovarsi al centro dell’attenzione. Spendeva molteplici energie per evitare la pubblicità anche se, doveva ammetterlo, non sempre ci riusciva. Gli pareva già di scorgere i titoli sui giornali... Erano trascorsi ormai dieci anni da quando aveva lavorato per un quotidiano, ma ricordava ancora perfettamente come funziona la mente di un professionista della stampa.

    Se non fosse stato per l’attacco di cuore di suo padre, avrebbe fatto ancora parte di quella categoria. Quando Finn O’Hagan era stato costretto a ritirarsi per motivi di salute, Roman l’aveva sostituito nella conduzione del settore finanziario dell’impresa di famiglia.

    Finn aveva comunque preso la sofferta decisione di liquidare la casa editrice perennemente in passivo, ereditata da uno zio, un ramo secco del suo impero. Era stato soltanto un fattore sentimentale che l’aveva indotto a tenerla in piedi fino a quel momento.

    In quell’occasione Luca aveva chiesto qualche mese di permesso al giornale e aveva studiato a fondo la situazione della casa editrice. E a quel punto era successo qualcosa: aveva scoperto che si divertiva con quel genere di lavoro. Nel breve volgere di un anno aveva ripianato le passività e stipulato un proficuo contratto con un autore di bestseller. Questo nome ne aveva richiamati altri di prestigio e adesso la casa editrice aveva

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