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Il testimone chiave (eLit): eLit
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E-book188 pagine2 ore

Il testimone chiave (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Mitch Drake,testimone chiave che avrebbe dovuto permettere alla polizia di smascherare il noto boss della mala Sabatini, viene dato per morto nell'esplosione che ha distrutto la casa in cui era nascosto. Ma l'agente Molly Sparling sospetta che sia riuscito a cavarsela e che abbia bisogno di aiuto per sfuggire agli uomini di Sabatini. Quando finalmente lo trova, cerca di convincerlo a tornare sotto la tutela della polizia... ma Mitch non vuole protezione. Vuole lei!
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2016
ISBN9788858951583
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    Anteprima del libro

    Il testimone chiave (eLit) - Morgan Hayes

    successivo.

    1

    Mitch girò la maniglia senza far rumore e udì il lievissimo scatto della serratura.

    Non trasalì quando, alle sue spalle, uno degli agenti si schiarì la voce. Se lo aspettava.

    «Ehm, signor Drake, non penserà di uscire, vero?»

    Voltandosi, Mitch vide un terzo agente unirsi agli altri due che già si trovavano nella stanza.

    «Come se potessi andare da qualche parte con questo tempo!» rispose Mitch, avvicinandosi alla finestra. Il piccolo cortile era sommerso da circa un metro di neve. Chicago era stata investita da una delle peggiori bufere che si fossero mai viste.

    «Perché non tornate a guardare la partita in TV? Starò via solo una decina di minuti.»

    «Ascolti, signor Drake. È il procuratore che stabilisce le regole, non noi. E la regola numero uno è che non dobbiamo mai perderla di vista.»

    «Non mi perderete di vista. Sarò qui fuori. Se uno di voi vuole seguirmi, è il benvenuto. Voglio solo andare a fumarmi una sigaretta.»

    «Ma lei non...»

    «Ho deciso di cominciare adesso.» Mitch prese il pacchetto di sigarette dal tavolo e ne estrasse una. Quando uno degli agenti gli lanciò un accendino, lo afferrò al volo borbottando un grazie.

    Nessuno lo seguì e, benché facesse molto freddo, Mitch fu contento di avere finalmente un po' di privacy. Negli ultimi mesi non era stato un momento da solo, si era dovuto trasferire da un nascondiglio all'altro, sempre con squadre di agenti alle costole, come se fosse lui quello in attesa di essere processato.

    Tirò su il bavero del giubbotto di pelle e ficcò le mani nelle tasche, schiacciando tra le dita la sigaretta. Affondando i piedi nella neve, attraversò il cortile fino alla palizzata alta un paio di metri. Soffiava un vento gelido, ma Mitch non se ne curò. Quanto meno, quel freddo lo faceva sentire vivo.

    Dopo aver passato due mesi in ospedale e otto scappando da un nascondiglio all'altro, non era facile ricordare il significato della parola vivo. Era difficile pensare che aveva avuto una vita normale prima di quell'incubo. Ancor più difficile ricordare la sua vita con Emily.

    Si arrestò nell'angolo più lontano del cortile, al riparo della palizzata.

    Una cosa, comunque, non avrebbe mai dimenticato: la sera in cui la sua vita era finita. Chiudendo gli occhi, riusciva ancora a rivivere ogni particolare. La sontuosa inaugurazione del Carlisle Office Complex, un progetto al quale aveva lavorato per tre anni e che aveva suggellato il suo successo nel mondo dell'architettura, una serata all'insegna dell'eleganza e di fiumi di champagne. Ma l'immagine più vivida era quella di Emily, con la sua luminosa bellezza, la sua risata e le sue parole.

    Guarda tutto questo, Mitch, gli aveva bisbigliato. È tutto opera tua. Sono così orgogliosa di te.

    Subito dopo, l'aveva baciato, incurante dei presenti. Era stato un bacio appassionato, che Mitch avrebbe ricordato per tutta la vita, perché era stato il loro ultimo bacio.

    Tre ore dopo, tutto quello che aveva conosciuto e amato sarebbe svanito per sempre. Quella sera, se n'erano andati presto, perché Emily si sentiva poco bene, e lui ricordava ancora l'aria primaverile che entrava dal finestrino abbassato mentre si allontanavano dal centro della città.

    Per colpa di una strada interrotta da un cantiere, avevano dovuto fare una deviazione e, alla curva successiva, avevano preso la direzione sbagliata, finendo in un vicolo buio.

    Emily gli aveva chiesto se si era perso, ma lui non aveva avuto il tempo di rispondere. I fari dell'auto avevano illuminato il muro del cavalcavia, quindi il gruppetto di uomini.

    Erano sotto l'arco, vicino a due berline di colore scuro. Mitch non capì se ci fu prima il fracasso assordante dello sparo o la fiammata che uscì dalla canna dell'arma. Un attimo dopo una persona crollava a terra e l'uomo che impugnava l'arma si era girato. La sua faccia dalla pelle giallastra e segnata da rughe si era incisa per sempre nella sua mente.

    Emily era ammutolita, ma Mitch ricordava come si era aggrappata terrorizzata alla manica della sua giacca. Lui aveva eseguito una fulminea inversione a U, facendo gemere i pneumatici.

    Non aveva avuto bisogno di guardare nel retrovisore per rendersi conto che quelle persone li stavano inseguendo. Quando aveva imboccato la rampa della superstrada, la berlina dietro la loro auto sportiva li aveva tamponati con violenza, facendoli sbandare. L'altra berlina li aveva affiancati e li aveva stretti contro il guardrail. Mitch ricordava lo stridore del metallo quando la fiancata dal lato del passeggero aveva sbattuto e il nugolo di scintille che aveva illuminato la notte. Poi c'era stato l'urlo di Emily e, per ultimo, lo stridore raccapricciante quando il guardrail aveva ceduto e la piccola vettura era precipitata lungo la scarpata.

    Mitch aveva vaghi ricordi di quello che era successo dopo. Fino al momento in cui si era svegliato in ospedale, circondato da apparecchi che inviavano segnali luminosi e sonori. Ma niente aveva avuto più importanza dopo che gli avevano detto di Emily. Gli agenti gli avevano sottoposto in visione una serie di foto e ora, dopo tanti mesi trascorsi a scappare da un nascondiglio all'altro, Mitch si era pentito di aver indicato l'uomo che aveva visto sparare.

    Fino ad allora, non aveva mai visto una foto di Sergio Sabatini, ma aveva riconosciuto il nome l'istante stesso in cui l'agente l'aveva pronunciato: Sabatini l'anguilla. Non c'era un abitante in tutta Chicago che non avesse sentito parlare del famigerato capomafia che aveva passato gli ultimi cinque anni a guizzare tra le maglie della giustizia, eludendo tutte le accuse che la polizia di Chicago aveva cercato di formulare contro di lui.

    Come se la vita senza Emily non fosse stata già abbastanza squallida, da quel momento di era disintegrata. C'erano state prima le settimane di convalescenza in ospedale, sotto stretta sorveglianza della polizia. Poi, quando l'astuto legale di Sabatini era riuscito a convincere un giudice che il suo cliente era ben inserito nella comunità, e che quindi non c'erano rischi di fuga, a quel gangster era bastato pagare una cauzione di un milione di dollari per ritornare in libertà. Quel giorno stesso, Mitch era stato trasferito nella prima casa cosiddetta sicura. Poi nella successiva. E infine in un'altra ancora. Aveva perso il conto dopo la dodicesima, così come aveva perso il conto dei rinvii del processo e delle scuse accampate dal procuratore per ciascun rinvio.

    Ora, dieci mesi più tardi, era facile perdere di vista il vero motivo per cui aveva sopportato tutto questo.

    Con le dita intorpidite, tirò fuori il portafoglio dalla tasca posteriore e lo aprì. La foto formato tessera sotto la plastica era vecchia di parecchi anni, ma la bellezza di Emily era rimasta immutata, dal giorno in cui l'aveva conosciuta al college.

    Mitch accarezzò lievemente con il pollice la plastica prima di richiudere il portafoglio e rimetterlo nella tasca.

    Stava facendo la cosa giusta? Solo lui poteva vendicare la morte di Emily; solo la sua testimonianza avrebbe potuto spedire quell'assassino dietro le sbarre. Ormai era rimasto soltanto lui. Fino a tre mesi prima, il procuratore aveva altre due persone disposte a testimoniare contro Sabatini, due individui che quella notte avevano visto le auto spingere quella di Mitch fuori strada. Ma adesso erano morti, o presunti tali dopo la loro misteriosa scomparsa, ancora oggetto di indagini da parte della polizia.

    No, la condanna di Sabatini dipendeva soltanto da lui. Eppure, quante volte aveva desiderato di essere morto con Emily quella notte? A cosa sarebbe servito chiudere Sabatini in galera, con una condanna all'ergastolo? Questo non avrebbe cambiato le cose. Emily ormai era morta.

    Mitch si asciugò la faccia dalla neve e si voltò a guardare la casa.

    Dopo il processo e magari dopo una condanna, che genere di vita lo avrebbe atteso? Senza Emily, non valeva la pena di vivere.

    Si appoggiò alla palizzata, fissando i fiocchi di neve che turbinavano. Ma erano immagini di Emily quelle che sfilavano davanti alla sua mente.

    E fu proprio in quel momento, l'istante in cui aveva deciso di tornare verso la casa, che il silenzio gelido del tardo pomeriggio venne squarciato da una violenta esplosione. L'edificio saltò in aria, e le fiamme salirono verso il cielo, ustionando con il loro calore la pelle e i polmoni di Mitch.

    Fu la seconda esplosione a scagliarlo contro la palizzata sotto una pioggia di detriti, facendolo piombare nelle tenebre.

    Molly avrebbe dovuto aspettarsi la folla di reporter e i furgoni dei media accampati fuori dalla stazione di polizia. Tutti i giornali riportavano il resoconto della tremenda esplosione che aveva distrutto la casa a Huntington.

    Quella mattina lei era rimasta inebetita quando, uscita dalla doccia ed entrando in camera da letto, aveva visto l'immagine di Mitch sullo schermo televisivo.

    Ancora adesso, seduta alla sua scrivania in un angolo della Omicidi, era incredula. Ignorando i telefoni che squillavano continuamente intorno a lei e il trambusto degli altri agenti, aprì il Tribune. La prima pagina forniva ancor meno informazioni. La cronaca televisiva aveva per lo meno suggerito che solo tre cadaveri erano stati recuperati dopo la devastante esplosione. E a meno che la Protezione del Testimone non avesse adottato nuove regole, quello poteva significare che c'era un sopravvissuto. Ma chi?

    Lesse rapidamente l'articolo, esaminando la foto del luogo del disastro per soffermarsi alla fine su quella in bianco e nero di Mitch. Era una foto a grana grossa e sfocata, nella quale lui fissava la macchina fotografica con le labbra incurvate in un sorriso sexy. E malgrado la qualità scadente della foto, c'era quell'inconfondibile luce nei suoi occhi, una scintilla. Lei non era mai riuscita a descrivere quell'espressione, ma era la stessa che faceva accelerare i battiti del suo cuore. Era la stessa espressione che Molly aveva creduto con certezza incrollabile che sarebbe stata sempre riservata a lei, e a lei soltanto.

    Cercò di ridestarsi dai suoi pensieri. Com'era possibile che dodici anni non fossero riusciti a cancellare quella sensazione? Soprattutto considerando che l'idillio era durato solo un quarto di quel tempo? D'altronde, chi poteva dire che a sette anni lei non fosse già innamorata di quel ragazzo, Drake, che abitava poco lontano?

    Mitch Drake, il famoso architetto che ha progettato il nuovo Carlisle Office Complex, e ora testimone protetto nel processo per omicidio a Sergio Sabatini, è tra le presunte vittime dell'esplosione. La polizia mantiene il più stretto riserbo, in attesa che il medico legale abbia esaminato i resti...

    Molly deglutì. Lui non poteva essere morto. Non Mitch.

    Le occorrevano risposte. Guardando verso la porta dell'ufficio del sergente, non rimase sorpresa nel vederla chiusa. Con un caso come quello, Karl Burr doveva essere o al telefono o in riunione.

    Guardò di nuovo la foto di Mitch. Come era possibile che fosse perfino più bello di come lo ricordava?

    Era la stessa foto che il Tribune aveva già usato molte volte in riferimento all'imminente processo a Sabatini. In quell'immagine, Mitch aveva i capelli più lunghi e sfoggiava baffi e barba. Molly l'aveva visto così un'unica volta, a diciannove anni, appena tornato da Boston dopo il primo anno di college. Non aveva fatto commenti sul suo nuovo look, ma Mitch aveva capito subito dalla sua espressione che non aveva la sua approvazione, e quell'estate si era rasato per lei. La loro ultima estate...

    Quando quel settembre lei l'aveva salutato con un bacio, come poteva sapere che quella sarebbe stata l'ultima volta?

    «Così, hai saputo la notizia?»

    Molly alzò la testa. Adam Barclay, il suo compagno di pattuglia, si lasciò crollare sulla poltrona dietro la sua scrivania.

    «Cosa dicono?» chiese Adam, indicando il giornale.

    «È la prima edizione. Ne sanno ancor meno degli avvoltoi qui fuori.»

    «Salendo in ascensore, Walden mi ha detto che hanno trovato solo tre cadaveri, e che il medico legale ci ha lavorato sopra tutta la notte. Il sergente ha già parlato alla squadra?»

    «Non ancora.»

    «Questa faccenda reca la firma di Sabatini. Mi sorprende però che per dieci mesi siano riusciti a tenergli nascosto quell'architetto e poi, d'un tratto, bum. Secondo te, come ha fatto Sabatini a scoprire l'indirizzo? Se vuoi il mio parere...»

    Ma Adam non poté formulare la sua teoria perché in quel momento la porta del sergente Burr si spalancò e la sua voce burbera fece calare il silenzio sulla stanza.

    «Sparling. Nel mio ufficio» tuonò, dandole a stento un'occhiata.

    Era raro che il sergente usasse i cognomi e, quando capitava, era meglio non farlo aspettare.

    «Cosa c'è, sergente?» chiese Molly entrando nella sua stanza.

    «Siediti.»

    Mentre ubbidiva, Molly fu colpita dal suo pallore. La stanchezza che gli si leggeva sul volto lo faceva apparire più vecchio dei suoi cinquantacinque anni. Era probabile che avesse passato la notte in bianco.

    «Suppongo di non doverti dire di cosa si tratta.»

    «L'esplosione Sabatini.»

    «Non è ancora stabilito che sia stato lui.»

    «Cos'abbiamo finora?»

    «Tre cadaveri o quello che ne resta. Mi ha appena chiamato il medico legale. Mi ha confermato che si tratta dei tre agenti di guardia alla casa.»

    A quelle parole Molly provò un incredibile sollievo. Mitch era vivo. Ma la sua gioia fu subito offuscata dal pensiero degli altri tre uomini, uccisi nell'adempimento del loro dovere.

    «Quanto a Drake, il testimone, non hanno ancora trovato il suo cadavere, ma deve essere morto. Se non è saltato in aria insieme alla casa, Sabatini avrà

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