Capire gli altri: Comunicazione, diversità e pratiche interculturali nel mondo cattolico
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Anteprima del libro
Capire gli altri - Priamo Marratzu
Kierkegaard
Prefazione
Conoscere per comprendere
di Valeria Lai
È uno sguardo lungo e largo quello dello studioso di comunicazione e società che troviamo, passo dopo passo, paese dopo paese, descritto nel volume Capire gli altri. Comunicazione, diversità e pratiche interculturali nel mondo cattolico
, il cui titolo è già un invito stimolante alla lettura ricco di significato, una premessa che appare piuttosto la promessa di fornire nuovi elementi ad un dibattito culturale e accademico che sociologi, esperti di comunicazione e migrazioni affrontano da anni.
Infatti, il nuovo lavoro di Priamo Marratzu si inserisce in un percorso di studio, approfondimento e ricerca iniziato da tempo attraverso la pubblicazione dei suoi testi che già avevano affrontato il tema dell’incontro tra persone provenienti da paesi diversi, portatrici di culture, esperienze e storie differenti.
La lettura della società attraverso i fondamenti delle teorie della comunicazione e del ruolo dei media nella costruzione della realtà, passando per un’acuta riflessione sulla diversità e sull’attualità della Dichiarazione dei Diritti Universali dell’Uomo, si arricchisce dell’esperienza dell’autore in ambito nazionale, europeo e internazionale.
Il valore aggiunto dell’opera di Priamo Marratzu emerge lungo tutta la narrazione puntuale e l’analisi dei fatti e dell’esperienza vissuta in prima persona nei diversi contesti geografici del mondo cattolico, prendendo spunto dalla metodologia della comunicazione interculturale, dal resoconto dei suoi soggiorni in Italia, Spagna, Portogallo e Brasile si evincono le opportunità, i limiti e le difficoltà del dialogo tra persone diverse, che mettono in luce questioni attuali ancora non risolte.
Il tema delle migrazioni nei diversi paesi del mondo cattolico chiama in causa, inevitabilmente dato il rilevante contributo dei media tradizionali e digitali nelle società moderne, l’importante questione della rappresentazione dell’immigrazione nei mezzi di comunicazione e, soprattutto, della percezione del fenomeno migratorio. Nello studio dei fenomeni sociali, d’altronde, non è possibile prescindere dalla diffusione delle immagini degli stessi nella stampa, nella televisione e nei social media, nuovi ambienti intensamente frequentati dall’opinione pubblica.
Le migrazioni e i migranti, difatti, continuano ad essere una ripetuta presenza quotidiana nella narrazione ad opera dei media mainstream. Gli altri diversi da noi
che giungono in Italia giorno dopo giorno a flusso continuo sono protagonisti delle notizie dei quotidiani e dei telegiornali, sono pure oggetto del racconto di una società che da tempo sembra affrontare, soprattutto con i toni dell’emergenza e del problema, le migrazioni (V. Lai, Le narrazioni delle migrazioni, in "La Sapienza della Sicurezza, a cura di M. Morcellini, C. Mosca, Maggioli Editore, 2014). Eppure, in un contesto in cui il numero degli immigrati appare abbastanza stabilizzato come registrato dal Dossier Immigrazione, realizzato ogni anno dal Centro Studi e Ricerche Idos, si impone una riflessione, ancora una volta, sul contributo del racconto del sistema informativo nella percezione del fenomeno da parte degli individui, preoccupati talvolta di subire un’invasione che non è in atto. La stessa ripetuta drammatizzazione dei problemi - diversamente dal racconto dell’attualità e dei fatti - può avere conseguenze sulle opinioni correnti e generare paura. Ciò in linea con quella cruenta e morbosa
attenzione perpetuata dai media sulla cronaca nera (cfr. V. Lai, Black news. Criminalità e paure tra media e società, Aracne, Roma 2015), la narrazione giornalistica affronta il problema immigrazione
con lo stesso tono cupo e ansiogeno di emergenza continua e permanente che riproduce ormai da anni, soprattutto in tv dove le immagini, le parole e il flusso continuo delle notizie possono avere conseguenze sulla percezione del fenomeno, stimolare la paura verso l’altro, con conseguenze nelle interazioni sociali (M. Binotto, M. Bruno, V. Lai, Tracciare confini. L’immigrazione nei media italiani, Franco Angeli, Milano 2016). Ed è così che assumono ancora più rilievo le riflessioni sulla tolleranza del singolo in quanto persona
in una società globale che esprime culture differenti, fatta di città e di metropoli, di paesi e di periferie dove la percezione dell’Altro, come spiega l’autore, sarà sempre diversa.
Si ampliano gli strumenti per comunicare, cambiano i linguaggi e l’infomazione si diffonde anche attraverso i social network, creando un tam tam di notizie che spesso determinano commenti di odio verso persone portatrici di diverse culture. Perciò è ancora più importante affrontare il tema dei media e dell’intercultura. Infatti,