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Non è una fiaba: Tenebre e Luce, #2
Non è una fiaba: Tenebre e Luce, #2
Non è una fiaba: Tenebre e Luce, #2
E-book51 pagine36 minuti

Non è una fiaba: Tenebre e Luce, #2

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Info su questo ebook

So come va a finire la storia.

 

Cappuccetto Rosso viene mangiata dal lupo cattivo, per poi essere salvata dal coraggioso cacciatore.

 

È un bel racconto, ma non spiega come la bambina sia uscita viva dalla pancia della bestia.

 

Le persone credono che le fiabe esistono per intrattenere. Tutti amano il proverbiale 'e vissero per sempre felici e contenti'; li fa sentire al sicuro. Ma io non vi mentirò: Cappuccetto Rosso ha dovuto lottare per non morire.

 

Credetemi, io ero lì. So che cosa è successo.

 

La versione amata dal volgo è famosa perché è rassicurante, non fa pensare a quello che è accaduto prima che le forbici del cacciatore aprissero lo stomaco del lupo. Esiste per rendere tutti felici.

 

La mia storia racconta la verità, e la verità non è una fiaba.

LinguaItaliano
Data di uscita7 apr 2021
ISBN9781988770178
Non è una fiaba: Tenebre e Luce, #2

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    Non è una fiaba - Michele Amitrani

    Non è una fiaba

    NON È UNA FIABA

    LE CRONACHE DELLA GUARDABOSCHI

    LIBRO 1

    MICHELE AMITRANI

    Copyright © 2022 Michele Amitrani

    Tutti i diritti riservati.

    Nessuna parte di questo lavoro può essere utilizzata, modificata o trasmessa in alcuna forma o con l’utilizzo di alcun mezzo (elettronico, meccanico o simili), o riprodotta in alcuna maniera senza il permesso scritto dell’autore, esclusi i casi della breve citazione utilizzabile in recensioni ed articoli.

    Questo è un lavoro nato dall’immaginazione del suo autore. Nomi, luoghi, avvenimenti e descrizioni non si rifanno a località, enti, istituzioni, eventi o personaggi esistenti o esistiti. Qualsiasi somiglianza con i sopraccitati è puramente casuale.

    www.micheleamitrani.com

    Pubblicato da Michele Amitrani

    Ebook ISBN: 978-1-988770-17-8

    Cover Design di Abel Montero.

    This cover has been designed using resources from Freepik.com

    INDICE

    1. Non è una fiaba

    Ringraziamenti

    L’autore

    Estratto di Questi oscuri presagi

    1

    NON È UNA FIABA

    Era buio dentro al lupo.

    Quando mi sollevai, sentii la superficie calda e pastosa sotto di me pulsare come un organo. L’unica debole luce proveniva da un punto molto in alto, come se fosse la sommità di un pendio di cui non riuscivo a vedere la cima. Alzai gli occhi, cercando la fonte luminosa. Due piccole lune emettevano un debole bagliore che non riusciva a dissipare l’oscurità circostante. Non era un cielo quello che stavo guardando, era un soffitto completamente nero con nient’altro che i due cerchi luminosi.

    Mentre la mia vista si adeguava lentamente alla luce fioca, scorsi una figura alta a qualche passo di distanza. Era qualcosa che somigliava vagamente a un pilastro o a un albero. Mi avvicinai respirando con affanno; le mie vecchie ossa si lamentavano mentre zoppicavo verso la mia destinazione.

    L’aria stessa era umida e puzzava in modo indicibile, come se intorno a me ci fossero migliaia di pesci in decomposizione.

    Finalmente raggiunsi la forma nell’oscurità. Fu in quel momento che mi accorsi del rumore basso e gutturale. Qualcuno stava respirando.

    C’è qualcuno? sussurrai con esitazione.

    La forma ondeggiò leggermente e produsse un suono simile a un grugnito, come se qualcuno fosse stato destato bruscamente da un sonno profondo.

    Qualcuno, rispose la voce di un uomo, sfidando il silenzio che rivestiva il mondo buio. Sì, qualcuno si trova qui.

    Sbattei le palpebre ma non riuscivo ancora a distinguere che cosa avessi di fronte. C’era qualcosa di sbagliato nella sua forma, qualcosa che stentavo a capire.

    Chi sei? Non ricevetti nessuna risposta.

    Mi feci avanti, cercando di svelare il mistero. Si trovava di fronte o dietro l’albero? O era l’albero stesso che mi aveva parlato?

    Rispondimi, dissi, la voce tremante. Chi sei?

    Chi sono? Un basso rombo di parole gettato nel silenzio, come dadi che tintinnano in una ciotola. Sono il ricordo sbiadito di un uomo. La sua risposta suonò incerta, come se fosse insicuro delle sue stesse parole. "Non ricordo il mio nome, o te lo offrirei. Ciò che è rimasto di me si sta facendo debole e distante. Tra poco apparterrà al crescente

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