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Amore in biblioteca: Le spose di Bath, libro quinto, #5
Amore in biblioteca: Le spose di Bath, libro quinto, #5
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E-book292 pagine4 ore

Amore in biblioteca: Le spose di Bath, libro quinto, #5

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Info su questo ebook

La bella e lo studioso.

Una vedova in disgrazia persuade uno studioso ad aiutarla a recuperare l'inestimabile manoscritto che suo marito le ha lasciato in eredità, che le è stato rubato e la cui vendita permetterebbe a entrambi di ottenere l'indipendenza finanziaria. Forze misteriose lavorano contro di loro, ma la loro comune ricerca li porta ad avvicinarsi più di quanto non siano stati a nessun altro...

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita23 apr 2021
ISBN9781071597361
Amore in biblioteca: Le spose di Bath, libro quinto, #5

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    Anteprima del libro

    Amore in biblioteca - Cheryl Bolen

    Amore in biblioteca

    (Le spose di Bath, libro quinto)

    Cheryl Bolen

    Capitolo 1

    Catherine Bexley era rimasta lontana dalla Società, e da quelle soffocanti Upper Assembly Room, da troppo tempo. Le sue buone maniere, purtroppo, erano venute meno pian piano, ma proprio non riusciva a sopportare le incessanti chiacchiere di Maxwell Longford, quando lì accanto venivano discussi argomenti molto più coinvolgenti.

    Preferiva di gran lunga la conversazione di Felicity Moreland, anche se era quasi certa che i discorsi di chiunque sarebbero stati più interessanti dei noiosissimi racconti del signor Longford sulla fidanzata di suo fratello, cugina di sesto grado di un visconte.

    Annuendo con un debole sorriso al signor Longford come se gli stesse prestando attenzione, si spostò pian piano sul divanetto di fronte alla pista da ballo in modo da avvicinarsi a Felicity. Ora meno di un piede separava le due donne; la stessa distanza che c’era tra lei e l’affranto signor Longford. Era uno spazio che quell’uomo determinato fece presto a ridurre, senza nemmeno una pausa nel suo monologo.

    Felicity stava raccontando alla sua compagnia di uno dei gemelli Steffington. Melvin non è affatto come il suo dissoluto fratello disse. È un tipo studioso. Potete crederci? Che uno degli amici di mio fratello davvero stia per prendere un dottorato a Oxford in letteratura classica? Non c’è niente che il signor Steffington non sappia, a proposito di libri e manoscritti antichi.

    Alla menzione dei libri antichi, il suo interesse crebbe.

    È per questo che ho affrontato l’argomento continuò Felicity alzando lo sguardo verso la folla di coppie che danzavano di fronte a loro, continuando intanto a parlare con la matrona accanto a lei. Sta cercando un lavoro in una biblioteca privata, e ho pensato subito a quella di vostro fratello.

    Oh, cielo. La rotonda compagna di Felicity torturò con le dita la fila di enormi perle che le dondolava dal collo flaccido. Wharton ha già la persona più competente che possiate immaginare a gestire la biblioteca di Havenworth. L’anziana donna scosse triste la testa. "Che peccato che quel gemello Steffington debba guadagnarsi da vivere. Non avrebbe potuto sembrare più comprensiva se lo sfortunato fosse stato sul letto di morte. E pensare che quello con cui ha condiviso la nascita è un baronetto!"

    La bella Felicity fece un sorriso diabolico alla sua compagna. Dovete sapere, lady Ann, che trovo ci sia molto da ammirare negli uomini che si fanno da soli.

    La signora si portò la mano alla bocca e le guance le si tinsero di rosa. Avevo dimenticato che vostro marito è un nababbo.

    Anche Catherine aveva difficoltà a ricordare le umili origini di Thomas Moreland; non che le importasse un fico secco della differenza tra classi. Aveva letto troppo di Thomas Paine; tanto, in effetti, che il suo defunto marito aveva gettato via la sua copia di Senso comune quando lei aveva suggerito che il loro paggio avrebbe dovuto avere diritto di voto, e il suo I diritti dell’uomo era finito nel caminetto quando il signor Bexley era venuto a sapere che la moglie aveva preso il tè con la cuoca.

    Presto le due donne cominciarono a commentare le giovani bellezze di quella stagione a Bath, e il suo interesse scemò.

    Dico io, signora Bexley, continuò il suo compagno mentre lei si sventagliava, so che non vi piace farvi vedere con gli uomini così presto dopo aver smesso il lutto, ma di certo non troverete troppo frivolo un giro ai Sydney Gardens.

    Era la prima volta che davvero ascoltava quel poveretto da quando si era seduta su uno dei divanetti di damasco scarlatto intorno alla sala da ballo. Si prese la briga di guardarlo; aveva il naso aquilino, il mento pronunciato e un viso molto elegante, incorniciato da capelli color della corteccia, acconciati alla moda. Il suo foulard inamidato era annodato a cascata. Nel suo aspetto non c’era niente che potesse non piacere, a meno che non stesse in piedi; di statura, infatti, era considerevolmente più basso della media.

    Non credo che andare in carrozza sia frivolo, signor Longford. Conosco molte persone serie che lo fanno tutti i giorni.

    Allora sarò molto felice di venirvi a prendere domani pomeriggio. I suoi occhi celesti lampeggiarono e alzò le sopracciglia. Ora che mi avete fatto un tale onore.

    Si sentì sollevata del fatto che il signor Longford non si fosse accorto del suo scortese disinteresse. Che brava attrice doveva essere, o forse quell’uomo pensava che le sue parole fossero tanto affascinanti che chiunque lo ascoltasse ne restasse rapito?

    E si sentiva onorato! Magari se ne fosse andato e l’avesse lasciata perdere; non vedeva l’ora di chiedere a Felicity del gemello studioso. Forse se si fosse comportata in modo molto sgarbato nei suoi confronti l’avrebbe lasciata.

    Non accadde. Il signor Longford presto vide suo fratello, senza dubbio insieme alla cugina di sesto grado del rispettatissimo Visconte Importante, e le chiese il permesso di andarsene. Devo comportarmi bene con miss Turner-Fortenbury che, come ricorderete, è la cugina di lord Finchton.

    Di sesto grado, non è vero? gli rispose con un timido sorriso.

    Certo. Sarà un’altra parentela nobile della mia famiglia, una volta che avrà sposato mio fratello.

    Quando lo vide camminare lungo il perimetro della sala da ballo, con gli occhi allo stesso livello del seno della maggior parte delle signore, le venne in mente che una delle ragioni per cui il signor Longford insisteva nel sedersi accanto a lei poteva essere che fosse felice di trovare una donna che non ballava. Doveva essere imbarazzante quando tutte le proprie compagne erano più alte di lui.

    Un’altra delle cose che probabilmente trovava attraente in lei era la sua parentela con il conte di Mountback; pareva dare molta importanza a quel tipo di cose.

    Agitando il ventaglio dipinto a mano nell’aria viziata della stanza, si rivolse subito alla sua vecchia amica, la bella e simpatica Felicity. Ditemi, riuscite a distinguere i due gemelli Steffington?

    La signora scosse la testa. Blanks è l’unico che ci sia mai riuscito, anche se forse Glee pensava di star migliorando.

    Non ho mai capito come si possa riuscire a distinguere due gemelli identici.

    A quelle parole, la compagna anziana di Felicity si alzò in piedi. La luce dei cinque enormi lampadari appesi al soffitto della sala da ballo, su in alto, illuminò il suo viso, mentre il suo sguardo andava da una parte all’altra dei ballerini ammassati. Non riesco a vedere la mia Maryann. Devo controllare che quella delicata ragazza non sia svenuta; qui dentro è così caldo.

    Catherine non capiva come si potesse perdere di vista Maryann St. Clare, perché era una donna di corporatura davvero massiccia. Lei stessa aveva individuato con facilità la grande macchia viola del suo abito procedere a passo lento attraverso il largo passaggio verso la sala da tè, dove di certo la giovane stava mangiando dolcetti, uno dopo l’altro.

    Una volta che lady Ann si fu incamminata verso la sala da tè, Felicity rivolse la sua attenzione a Catherine. Sono così felice di vedervi di nuovo in Società, e lo sono di certo anche molti gentiluomini presenti stasera. Siete troppo severa nel non dar loro corda, ormai è passato un anno dalla morte di Bexley.

    So che avete ragione, è solo che credo sia un po’ frivolo pensare al ballo dopo un lutto. E poi, non vorrei incoraggiare nessuno, perché non ho alcun desiderio di risposarmi. Soppresse uno sbadiglio, grata che la festa sarebbe finita di lì a poco. Aveva anche fatto la curiosa scoperta che restare seduta a guardare i ballerini era molto più stancante che ballare.

    Felicity restò in silenzio, ma i suoi occhi color zaffiro si addolcirono. Ora capiva perché suo marito l’avesse sempre preferita quando vestiva di blu, come aveva fatto quella sera, di certo per compiacerlo.

    Scrollò le spalle. Certo, forse dovrò farlo, se non riuscirò a rivendicare l’eredità del signor Bexley.

    Dato che erano buone amiche, Felicity era una delle poche persone a conoscere la sua precaria condizione finanziaria. È terribile che l’unica cosa di valore di Bexley sia stata rubata. Credo che dovreste far sapere a tutti del furto; in questo modo si potrebbe evitare che qualche collezionista ignaro la acquisti.

    "Magari potessi, ma per onorare la memoria di mio marito mi sono rifiutata di dire in giro che la sua ricchezza era in un solo oggetto, anche se, in effetti, il suo valore era molto alto. Il povero Bexley era così orgoglioso. Voleva che tutti i suoi amici lo credessero ricco." Onorare l’immagine che il suo defunto marito aveva cercato di diffondere di sé era il suo modo di chiedergli perdono per essere diventata una vedova allegra.

    Era davvero troppo orgoglioso, e non credo dovreste farne un santo. Era un marito insensibile, e lo sapete bene.

    Oh, lo so. È per questo che cerco di lui ricordi piacevoli, perché temo che il suo riposo eterno non sia in un bel posto.

    Felicity ridacchiò, si scusò, poi strinse il braccio dell’amica con la mano guantata. Guardate, Catherine! C’è uno dei gemelli. Dico io, è un sacco di tempo che non li vedo, e appena ne parliamo, uno di loro si materializza.

    La vedova Bexley si voltò di scatto a guardare la porta della sala da gioco. Lì, c’era uno dei due gemelli, più alto della media, con i capelli scuri e ben vestito. In effetti era impeccabile. Lo studiò; l’idea di debolezza data dalla costituzione magra fu subito sostituita dalla potenza dell’espressione del viso e della solidità della linea aristocratica del naso. Dal comportamento altezzoso dell’uomo era quasi certa che fosse il baronetto. Era da quello che Blanks riusciva a distinguerli?

    Ricordò che Glee le aveva detto che il gemello intelligente era piuttosto introverso.

    Introverso o no, sapeva che era proprio di lui che aveva bisogno. Ma come fare per assumerlo e farsi aiutare da lui? Non aveva denaro, e rifiutava di usare le sue attrattive con lui, anche se quel particolare gemello non sarebbe stato suscettibile a un piano del genere, o almeno ne era convinta.

    Catherine si voltò di nuovo verso Felicity. Dato che vostro fratello è uno dei suoi migliori amici, vi prego di fargli cenno di unirsi a noi.

    Felicity alzò un sopracciglio con fare interrogativo. Se volete, mia cara.

    Quando lo sguardo del gemello solitario incrociò quello della sua amica, sul suo viso comparve un sorriso e lui attraversò la grande stanza verso di loro.

    L’uomo si inchinò davanti alla bella bionda, le baciò la mano che gli porgeva, poi fece un cenno con il capo a Catherine.

    Ricordate la mia amica, la signora Bexley? chiese Felicity, evitando di chiamarlo per nome in modo da non scambiarlo per suo fratello.

    Certo. Lui le sorrise. Immagino che abbiate dismesso il lutto?

    Sì, ormai da due mesi rispose.

    Allora dovete farmi l’onore di un ballo.

    Purtroppo non ho ancora ricominciato a danzare.

    A proposito, disse Felicity al gemello, è un’era che non vi vedo alle Assembly Room, anche se mio fratello mi tiene informata su tutti i suoi amici, compresi voi e vostro fratello.

    Lui fece una smorfia. Temo che la ragione per la mia assenza è che Bath ha perso le sue attrattive da quando vostro fratello e Blanks si sono sposati e sono tornati nelle loro proprietà di campagna. Anche mio fratello non si fa più vedere.

    Quindi non era di certo il gemello studioso.

    Dovete essere molto orgoglioso di lui disse Catherine. Ho sentito che ha ottenuto un dottorato in letteratura, un’impresa piuttosto notevole.

    Ne sono sempre stato orgoglioso, ma vorrei che gli piacesse un po’ più divertirsi.

    Devo fare la sorella maggiore, disse Felicity, e dirvi che è ora di sistemarvi e sposarvi come hanno fatto George e Blanks.

    Lo sguardo di Catherine andò a lui e annuì. Dovete ammetterlo, quei due sembrano davvero felici.

    Vi prego, non pensate che io non sia molto compiaciuto che i miei vecchi amici siano contenti. Guardò lo spazio sul divanetto accanto a Felicity. Mi permettete di sedermi accanto a voi, milady?

    Prego.

    Lui si sedette e cominciò a parlare, quasi come se stesse pensando ad alta voce. Sedgewick di certo merita la felicità che ha trovato, dopo la sua terribile perdita.

    Felicity annuì seria. So che vi manca.

    Che divertimento, quando Blanks e Sedgewick erano ancora celibi!

    Anche se Catherine non aveva mai detto più di quindici parole a nessuno dei due gemelli, si sentì obbligata a dire la sua: Credo, sir Elvin, che voi siate solo malinconico perché state per perdere la compagnia di vostro fratello.

    Lui aggrottò la fronte. Non so perché pensi di doversi guadagnare da vivere. Gli ho detto che può sempre vivere con me.

    La voce di Felicity si addolcì. Forse vuole essere indipendente. Quanti anni avete, ora?

    Ventisette.

    La stessa età di Catherine. Credo che sia ammirevole da parte sua.

    Oh, certo disse il gemello.

    Dov’è vostro fratello? Catherine pregò che fosse a Bath.

    Oh, è con me, ora. Beh, non proprio ora. Intendo dire che è a Bath, ma non gli piacciono le feste. Preferisce i libri alle signore, ed è un’altra cosa in cui ci distinguiamo. Ridacchiò, guardando con apprezzamento Catherine.

    Felicity annuì. Tutti sanno che voi due siete molto diversi.

    Anche se avete lo stesso aspetto aggiunse Catherine.

    Lui la guardò. Non ce se ne accorge se non ci si vede fianco a fianco, ma Melvin è più alto di me di un intero pollice.

    Credo di averlo detto una volta che eravamo insieme a una festa, disse Felicity con un sorrisetto, ma non sapevo quale dei due fosse il più alto!

    Il ballo era terminato, i musicisti stavano mettendo via gli strumenti, e il migliaio di persone che aveva riempito la stanza fino a poco prima se ne stava andando. Catherine doveva agire prima che il baronetto se ne andasse. Vi prego di darmi il vostro indirizzo; vorrei mandare un biglietto a vostro fratello, domattina.

    Lui la guardò con fare interrogativo. Abbiamo una casa in Green Park Road, al numero 4.

    * * *

    Da quella stessa casa su Green Park Road, il giorno seguente Melvin Steffington partì nella carrozza a due ruote di suo fratello verso il Royal Crescent, dove risiedeva la signora Bexley. Perché diavolo quella donna voleva vederlo? Il suo breve messaggio era stato particolarmente vago.

    Per quanto provasse, non riusciva a ricordare nessuna Catherine Bexley. Non ricordava nemmeno Catherine Hamilton, come Elvin gli aveva detto che la donna si chiamava da nubile.

    Che peccato che riuscisse a ricordare tutti i personaggi delle Vite di Plutarco, ma nemmeno una signora. Tranne Pixie, che però non si chiamava davvero così. Si chiamava Glee Blankenship, ora che aveva sposato Blanks. Ma Pix non era come le altre donne, era una della loro compagnia.

    Legò il cavallo di fronte al numero 17, l’indirizzo della signora Bexley. Le quaranta case del Royal Crescent erano tra le più eleganti di Bath, se non le più eleganti. Forse il grande parco di fronte agli edifici a semicerchio contribuiva al loro valore, ma la cosa che apprezzava di più a suo gusto erano le linee pulite e classiche usate dall’architetto. Era innamorato di tutto ciò che si rifacesse ai greci e ai romani.

    Salì le scale. Prima ancora che bussasse, la porta si spalancò. Il signor Steffington? chiese un uomo in livrea verde acido.

    Melvin annuì.

    Vi prego di seguirmi di sopra, nel salotto da disegno. La signora Bexley vi sta aspettando.

    Non era particolarmente interessato alla mobilia, ma non poté fare a meno di notare l’eleganza della casa. La scala era di marmo e le ringhiere di ferro erano dorate. Il pavimento era coperto di tappeti turchi, e dal soffitto pendeva un lampadario scintillante.

    Nel salotto da disegno giallo chiaro in cui fu fatto entrare, la luce delle alte finestre illuminava la donna seduta su un divanetto di seta color crema, al centro della stanza. Sembrava quasi che la luce della stanza le incorniciasse il viso, come le aureole nei dipinti rinascimentali della Madonna.

    Forse Elvin l’avrebbe trovata bella, ma lui non notò altro che era minuta, non di brutto aspetto, e più o meno della sua stessa età. Aveva capelli castano chiaro (o oro scuro?) e gli sembrava vagamente familiare.

    D’improvviso si rese conto che nei suoi ventisette anni non era mai rimasto solo con una donna che non fosse sua madre, e forse la balia, quando era in fasce. Poteva conversare per ore con i suoi amici a Oxford, ma diventava un idiota quando doveva parlare con una donna.

    Lei saltò in piedi e andò a salutarlo con un sorriso in volto e le braccia tese. Che diavolo voleva fare con quelle mani? Anche se non era abituato a notare le donne, si ritrovò a pensare quanto fosse bella la sua pelle liscia, color crema. E i suoi occhi azzurro-verde, così grandi. A una distanza tanto ravvicinata, riusciva a vedere che i suoi capelli erano dorati. Sì, davvero, Elvin l’avrebbe trovata carina.

    Era anche molto amichevole. Gli prese entrambe le mani, come se fossero amici di lunga data, e si profuse in ringraziamenti. È stato così gentile da parte vostra, signor Steffington, venire da me oggi. Vi prego, sedete qui accanto a me, in modo che io possa dirvi perché ho tanto bisogno di voi.

    Cosa poteva mai servirle? Senza parole, si lasciò cadere sul divanetto.

    La signora Bexley non aveva alcun problema a parlare con uomini che quasi non conosceva. Quando vi ho sentito nominare, ieri sera alle Upper Assembly Room, ho saputo che voi sareste stato la risposta alle mie preghiere.

    Buon Dio! Quella donna aveva progetti per lui? Aveva sentito parlare di persone del genere: donne che pensavano come un uomo, si comportavano come tali e... almeno lei non sembrava un uomo. Si schiarì la voce. Temo che mi abbiate confuso con qualcun altro.

    Lei scosse la testa con vigore. No, affatto! Non siete forse voi che state cercando un posto in una biblioteca privata?

    Per la sua esperienza con le biblioteche private, era sicuro che quella casa fosse troppo piccola per averne una che permettesse di offrirgli un impiego, e non pensava che il suo defunto marito avesse una casa in campagna. Alzò le sopracciglia speranzoso. Mi volete offrire una posizione del genere?

    Lei chinò le spalle. Non proprio.

    I loro sguardi si unirono. Notò che lei aveva gli occhi verdi, o forse blu, o forse un misto dei due colori. Quella particolare tonalità gli ricordò l’Adriatico, che aveva molto ammirato durante il suo viaggio in Italia.

    Ho un terribile problema, che credo che un uomo con le vostre conoscenze potrebbe aiutarmi a risolvere.

    State dicendo che volete assumermi per aiutarvi a risolvere questo problema, madam?

    Non proprio.

    E allora? Forse quella sfortunata era caduta e aveva battuto la testa, da piccola? Confesso che mi avete incuriosito.

    Mio caro signor Steffington, dovete pensare che io sia davvero una sciocca insensata. Permettetemi di spiegare. Mi serve il vostro aiuto nel recuperare un libro di gran valore che è stato rubato dalla biblioteca del mio defunto marito.

    Posso saperne il titolo?

    "I racconti di Canterbury di Chaucer. È una delle prime edizioni, scritta a mano su pergamena, con colori e disegni."

    Spalancò gli occhi. Quel manoscritto ha quattrocento anni!

    Lei annuì. Sì, lo so.

    Un libro del genere deve valere una fortuna. Melvin fu preso da un improvviso desiderio di vedere il resto della biblioteca del defunto signor Bexley. Credo ne esistano solo tre copie.

    Lei abbassò lo sguardo come in contemplazione. Credo che il signor Bexley, il mio defunto marito, possa aver menzionato qualcosa del genere.

    Incrociò il suo sguardo e annuì. Gutenberg è arrivato nello stesso secolo della morte di Chaucer, e quei begli olografi fecero la fine della cotta di maglia.

    Ditemi, signor Steffington, cos’è un olografo?

    Perdonatemi. Mio fratello dice che ho la terribile abitudine di comunicare in modo incomprensibile. Un olografo è un documento scritto completamente a mano.

    Sul viso della donna comparve un aperto sorriso, che la fece sembrare quasi una ragazzina. Lo sapevo!

    Allora, madam, perché me lo avete chiesto?

    Oh, non sapevo cosa fosse un olografo, ma sapevo, ieri sera alle Assembly Room, quando Felicity mi ha parlato di voi, che eravate l’unica persona a potermi aiutare a recuperare il manoscritto!

    In qual modo pensava che potesse aiutarla? Forse credeva che lui si immischiasse con dei criminali? "Sono molto dispiaciuto per la vostra perdita, ma non riesco a capire perché pensate io vi

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