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Attrazione pericolosa
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E-book205 pagine5 ore

Attrazione pericolosa

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Info su questo ebook

Inghilterra, XIX secolo - Ad Annabelle è bastato un bacio per non riuscire più a dimenticare Sir Barrington Parker. Purtroppo lui non è l'uomo adatto, visto che le ha candidamente confessato di non avere alcuna intenzione di sposarsi. L'affascinante gentiluomo, inoltre, conduce una vita davvero insolita, perché fa l'investigatore privato per gli aristocratici della capitale, di cui conosce vizi, misteri e segreti. E un giorno rimane coinvolto in una losca storia che ha come protagonisti proprio i familiari di Annabelle. Decisa a vedere chiaro nell'oscura vicenda, la giovane finisce per cacciarsi nei guai. E a quel punto solo l'intervento di Barrington può aiutarla a evitare lo scandalo!

LinguaItaliano
Data di uscita23 lug 2012
ISBN9788858903391
Attrazione pericolosa
Autore

Gail Whitiker

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Attrazione pericolosa - Gail Whitiker

    Immagine di copertina:

    Gian Luigi Coppola

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Brushed By Scandal

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2011 Gail Whitiker

    Traduzione di Silvia Zucca

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5890-339-1

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Era la notte ideale per indulgere al peccato. A maggio, la serata era deliziosamente tiepida, l’aria addolcita dalla fragranza d’acqua di rose e violette, e gli ospiti di Lord e Lady Montby erano troppo occupati a divertirsi per far caso alla giovane che scivolava furtiva oltre la portafinestra, sulla terrazza poco illuminata.

    Durante il corso della serata Lady Annabelle Durst aveva osservato lo scambio di sguardi e di sorrisi tra Miss Mercy Banks e un certo ufficiale dalla giubba rossa e, visto che il gentiluomo aveva appena lasciato il salone dallo stesso lato di Miss Banks, Anna non aveva dubbi che i due fossero coinvolti in un rendez vous clandestino. Che non avrebbe avuto altro esito se non quello di condurre al disastro uno di loro. O entrambi.

    «Mrs. Wicks, potete scusarmi, per favore?» Anna si rivolse alla gentildonna che un po’ di tempo prima l’aveva avvicinata per chiederle un parere. «C’è qualcuno con cui debbo assolutamente parlare.»

    «Oh, certo, Lady Annabelle, mi dispiace di avervi trattenuta così a lungo, ma non sapevo a chi altri rivolgermi. Cynthia si rifiuta di darmi ascolto e non so più cosa fare.»

    «Capisco» ribatté Anna gettando un’occhiata alla portafinestra. «Cynthia è sempre stata la più caparbia delle vostre figlie e se la forzerete a trascorrere un mese in Scozia con sua nonna mentre le sue amiche si recano a Bath, non dubito che si ribellerà. Tuttavia il compromesso che vi ho suggerito vi sarà di aiuto.»

    «Siete molto saggia, Lady Annabelle. Vostro padre dev’essere orgoglioso di voi.»

    Consapevole che il Conte di Cambermere sarebbe stato molto più fiero di lei se avesse potuto dare alle stampe l’annuncio di un suo fidanzamento, Anna si limitò a fare un cenno con il capo mentre si allontanava. Perché preoccuparsi, visto che non esisteva nessuno per cui provasse la minima attrazione?

    E per quanto riguardava l’essere additata come una giovane donna molto saggia, supponeva che sarebbe potuto andarle peggio. Avrebbe potuto essere indicata come studiosa o accondiscendente, persino gradevole, e nessuno di tali aggettivi descriveva il suo vero carattere. Sì, aveva dispensato un esorbitante numero di consigli a signorine ostinate e alle loro madri in preda all’esasperazione, ma cosa doveva fare quando la cercavano per ottenere delle risposte? I loro problemi erano relativamente semplici da capire e quindi da risolvere, anche se le parti coinvolte la pensavano diversamente.

    Quanto alla sventurata Miss Banks, la sua era una situazione che Anna doveva affrontare di persona, se voleva sperare di scongiurare l’imminente disastro.

    La terrazza, illuminata da alcune lanterne colorate, correva lungo tutta la fiancata della casa, ma le bastò uno sguardo per capire che la sua preda era già svanita nei giardini. Sciocca ragazza! Credeva davvero che là fuori non vi fosse nessuno?

    Ovviamente. Mercy Banks era ingenua come una bambina. Aveva appena diciassette anni e si trovava a Londra per la sua prima Stagione, perciò era prevedibile che incontrando un giovanotto che la guardava come se fosse Afrodite reincarnata, finisse per confondere l’attrazione per qualcosa di più profondo.

    Anche Anna aveva avuto diciassette anni. E ricordava fin troppo bene l’eccitazione che aveva provato nello scoprire che un bel gentiluomo la stava fissando. La sensazione esaltante che le aveva dato anche solo aver sfiorato la sua mano quando avevano conversato, seguita dal calore del suo respiro quando si era chinato per sussurrarle all’orecchio un complimento.

    Oh, sì, conosceva bene l’esca dei salottini privati! Ma dato che qualcuno aveva notato la sua infatuazione ed era intervenuto per salvarla, lei intendeva fare lo stesso per le altre fanciulle. Purtroppo, mentre scendeva i gradini che conducevano al giardino, notò che non era l’unica a cercare Miss Banks. A marciare nel prato davanti a lei c’era la madre della giovane, determinata a trovare la figlia fuggiasca prima che la sventura si abbattesse su di lei. Era ovvio che servissero misure più disperate.

    «Mrs. Banks!» la chiamò Anna. «Che piacere incontrarvi di nuovo.»

    Alla vista di Lady Durst, la donna si fermò. La sua espressione disperata mutò in istantaneo sollievo. «Oh, Annabelle, sono lieta di vedervi! Ma cosa ci fate qui fuori da sola?»

    «Dentro faceva così caldo che ho pensato di fare una passeggiata in giardino» rispose lei cercando di mantenere un tono leggero. «Ma dov’è Mr. Banks, stasera? Pensavo sarebbe venuto con voi.»

    «Oh, non ama le feste, anche se gli ho spiegato che dobbiamo fare uno sforzo, se vogliamo che Mercy faccia un matrimonio vantaggioso» spiegò la donna con un sospiro. «Mi auguro che mia figlia trovi presto marito... poiché Mr. Banks è ansioso di tornare a casa.»

    «Sono sicura che accadrà molto presto» dichiarò Anna e il cuore le balzò in gola cogliendo con la coda dell’occhio la giacca rossa del gentiluomo appena dietro le spalle di Mrs. Banks. «Mi domando se avete visto la nuova fontana di Lady Montby. È spettacolare.»

    «Oh, non ne dubito, ma al momento ho una certa premura di trovare Mercy.»

    Anna si finse confusa. «Sono sicura di averla vista in casa.»

    «Davvero? Dove?»

    «Si stava dirigendo verso la sala della musica.»

    Mrs. Banks sollevò gli occhi al cielo, ma Anna notò che la tensione sul suo viso si dissipava. «Avrei dovuto saperlo. Qualcuno ha parlato a Mercy del nuovo pianoforte di Lady Montby e lei era ansiosa di vederlo. Quella ragazza possiede un vero talento» affermò la madre con fierezza. «E anche se cerco di non farle troppi complimenti, mi auguro che il suo dono l’aiuti a trovare il marito giusto.»

    «Sono certa che vi renderà orgogliosa» ribatté Anna prendendo la donna sottobraccio e facendola voltare. «Visto che stiamo tornando dentro, perché non diamo uno sguardo alla fontana? Ci vorrà solo un momento.»

    Mrs. Banks acconsentì e Anna la condusse alla fontana, che era davvero bella e, cosa ancora più importante, era ubicata nella parte opposta del giardino in cui Anna sospettava che Mercy e il suo ufficiale si stessero nascondendo. Quindi presentò Mrs. Banks a Mrs. Wicks, la quale non perse tempo a lanciarsi in una disquisizione sulle figlie ingrate e capricciose, cui Mrs. Banks replicò dichiarandosi felice di avere una sola figlia da maritare, anziché tre.

    Anna quindi lasciò le due donne a commiserarsi e tornò sui propri passi. Era quasi giunta alla fine del sentiero quando Miss Banks sbucò fuori da un cespuglio, le guance rosse e gli occhi blu sgranati per l’apprensione. «Lady Annabelle!» esclamò al colmo dello stupore.

    «Miss Banks, vi state godendo una passeggiata da sola in giardino?»

    «Sì! No... Oh, cielo! Per favore, non ditemi che mia madre sa dove sono.»

    «No, ma solo perché le ho suggerito che siete in casa» le fece notare Anna. «Se avesse trovato voi e il vostro giovane gentiluomo qui fuori, le conseguenze sarebbero state disastrose.»

    Il volto grazioso della giovane assunse un’espressione sconsolata. «Lo so. E prometto di non farlo più. È solo che...»

    Quando la vide arrossire fino alla radice dei capelli, Anna pregò che quella sciocchina non avesse fatto niente di irrimediabilmente stupido. «È solo... che cosa?»

    Mercy sospirò. «Lui ha detto che era tutto a posto. Mi ha detto che mi ama...»

    Ovvio, rifletté Anna. Una dichiarazione d’amore non era forse la scusa più comune che i giovanotti accampavano per potersi condurre in modo inappropriato? «Allora lasciate che vi dica che non lo sta dimostrando. Ha chiesto a vostro padre il permesso di parlarvi?»

    Miss Banks parve ancora più costernata. «Non siamo neppure stati presentati formalmente. Ci siamo visti per la prima volta a Hyde Park la settimana scorsa, poi ancora a un ballo in maschera, due sere fa.»

    «Durante il quale vi ha chiesto un rendez vous per questa sera» arguì Anna.

    La giovane annuì.

    «Allora non dovete vederlo più finché non sarete stati presentati come si deve. Qualunque sentimento nutra nei vostri confronti, chiedervi di incontrarvi da sola in giardino dimostra che non ha molto giudizio» decretò lei. «Deve farsi presentare secondo le regole e quando sarà tempo di parlare delle sue intenzioni, dovrà farlo con vostro padre. Vi prego, credetemi quando vi dico che ciò che ha fatto stanotte non significa affatto che vi ama. Anche se voi la pensate diversamente.»

    Mercy si mordicchiò le labbra. «No, suppongo di no. Il fatto è che desideravo tanto rivederlo... anche se solo per pochi istanti.»

    «Sufficienti a rovinare una vita intera» la mise in guardia Anna con gentilezza. «Dovete fare attenzione alla vostra reputazione, perché al momento è il bene più prezioso che possedete. Una volta perduta sarà impossibile riottenerla e nessuno ne soffrirà più di voi. Perciò poco importa quanto siano suadenti le parole di un giovanotto, né quanto possano suonare dolci mentre le pronuncia, non lasciatevi tentare mai più a commettere una simile imprudenza.»

    «Sì, Lady Annabelle.»

    Dall’espressione della giovane, Anna intuì che aveva capito la lezione e che l’episodio non si sarebbe ripetuto. Mercy non era una cattiva ragazza, era solo giovane e impetuosa, come molte fanciulle della sua età.

    Com’era stata lei stessa.

    «E ora possiamo tornare in casa e trovare vostra madre, che così potrà tranquillizzarsi» riprese Anna guidando Mercy per il sentiero. «Quanto al vostro giovanotto, non dovete cercarlo più. Se lo farà lui, allora gli direte che non deve parlarvi finché non sarete stati presentati, cosa a cui provvederò io più tardi.»

    Miss Banks trasalì. «Lo fareste davvero?»

    «Sì, a patto che mi promettiate di non rivedere più... come si chiama?»

    «Tenente Giles Blokker.»

    «Bene, non dovrete più rivedere il tenente Blokker senza la presenza di uno chaperon. Potrei non essere nei paraggi per salvarvi, la prossima volta.»

    «Ve lo prometto, Lady Annabelle. E vi ringrazio. Vi ringrazio tanto!»

    Di ritorno alla sala da ballo, Miss Banks fece esattamente ciò che le era stato detto. Quando il tenente Blokker cercò di avvicinarla ancora, lei lo trattò come avrebbe fatto una vecchia matrona e si diresse subito in cerca della madre. Il giovanotto parve affranto, ma Anna sperò che gli fosse servito di lezione. Se davvero gli importava di Miss Banks, avrebbe fatto tutto ciò che era necessario per avvicinarla in modo socialmente accettabile. Altrimenti, non sarebbe stata una gran perdita.

    «Avete proprio intenzione di salvarle tutte?» Una voce maschile, dal timbro caldo e baritonale, risuonò al suo orecchio. «O soltanto quelle che sembrano aver bisogno di aiuto?»

    Anna si girò e si trovò di fronte il volto di un perfetto sconosciuto. Innegabilmente molto attraente, considerò, ma pur sempre uno sconosciuto. «Parlavate con me, signore?»

    «Esatto. E vi prego di scusare il mio ardire, ma è capitato che mi trovassi in giardino quando vi siete imbattuta in quella signorina, e il mio tempismo era tale che non ho potuto fare a meno di udire la vostra conversazione.»

    La voce dell’uomo era velluto e acciaio. Forte, potente. Il tipo di voce che avrebbe tenuto avvinta una platea e fatto cadere in deliquio le giovani più impressionabili. Anna riusciva a immaginarlo mentre calcava le scene del Drury Lane, o leggeva sonetti di Byron e Wordsworth con quel timbro sensuale che infiammava di desiderio i cuori delle signore.

    Poteva considerare accidentale il loro incontro? Il fatto che fosse stato in giardino, vicino a lei e a Miss Banks, e che in quel momento si trovasse lì al suo fianco, le dava da pensare.

    «Solo quelle che vale la pena di salvare» replicò quindi, cauta.

    «Ben detto» approvò il gentiluomo. «Molta gente pecca per il gusto di farlo e non gradirebbe il vostro intervento, pur se le vostre intenzioni sono buone.»

    Anna colse una nota divertita nella sua voce e, nonostante la sua inclinazione al sospetto, si trovò a sorridere di rimando. Di certo, quell’uomo era molto attraente. Il suo volto era lungo, piuttosto che squadrato, la mascella spigolosa, gli zigomi pronunciati e ben proporzionati. I suoi occhi grigi brillavano di intelligenza e le labbra, incurvate in un sorriso, erano ferme e innegabilmente sensuali. Indossava abiti costosi, di taglio impeccabile, mentre i suoi capelli erano talmente neri che brillavano alla luce delle candele e le leggere rughe ai lati degli occhi indicavano che era prossimo alla trentina.

    No, di certo non poteva essere un pretendente di Mercy Banks, decise Anna. Se la sarebbe potuta mangiare a colazione, quella sciocchina, e avere ancora fame subito dopo. «Sono indecisa se ritenermi lusingata dai vostri commenti oppure offesa» ribatté dunque. «Non avevo idea che il mio operato venisse osservato con tanta attenzione.»

    «Un gentiluomo non deve mai rendere troppo palese il proprio interesse, Lady Annabelle. Mi fregio dell’abilità di osservare senza essere visto. Qualità necessaria a coloro che amano immischiarsi nelle vite altrui. Ne convenite?»

    Anna sgranò gli occhi. E così sapeva chi era e cosa faceva! Il che sarebbe dovuto bastare a metterla in guardia, se non che, stranamente, sortì il solo effetto di incuriosirla. Apprezzava la sua schiettezza. Dio solo sapeva quanta falsità circolasse in certi ambienti! «Temo che siate in vantaggio, signore. È ovvio che sapete sul mio conto più di quanto io sappia sul vostro.»

    «Solo perché siete molto più al centro dell’attenzione» mormorò lui. «E per quanto trovi deprecabile la situazione, sappiamo entrambi

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