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Innamorato di Lady Dervish
Innamorato di Lady Dervish
Innamorato di Lady Dervish
E-book137 pagine2 ore

Innamorato di Lady Dervish

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Info su questo ebook

Dopo circa cinque anni di sofferenza nelle mani dei peggiori pettegoli della Società, Lady Phoebe Anson è finalmente sul punto di scappare per inseguire il suo sogno di scrivere libri di botanica- anche se, per farlo, dovrà fingere di essere un uomo.. Quando il suo vecchio amico d'infanzia Lord Malcolm Gray, la incontra per caso alla Frost Fair del 1814 e scopre il suo piano, Phoebe rifiuta di lasciarsi rovinare di nuovo la vita da lui.

Tuttavia, Malcolm non è più il giovane sciocco di un tempo, anche se sa di avere molte cose da farsi perdonare, per guanto riguarda Phoebe. E questa volta non ha alcuna intenzione di lasciarsi scappare quel "derviscio rotante"...

LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2021
ISBN9781667401461
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    Anteprima del libro

    Innamorato di Lady Dervish - Heather Snow

    Dedica

    Questo libro è dedicato alla mia carissima amica Erin Knightley, senza la quale questa storia non esisterebbe. Grazie perché hai capito quando era il momento giusto per darmi una bella spinta...

    Capitolo 1

    Londra, 3 febbraio 1814

    E' una follia, mormorò Phoebe facendo un passo sulla superficie ghiacciata del Tamigi. Oh, lo era veramente e per molte ragioni. Non poteva permettersi di sottrarre del tempo alle illustrazioni proprio in quel momento. Lord Pickford avrebbe tenuto il convegno sei giorni dopo. Ogni petalo, pistillo, antera e filamento doveva essere ben disegnato, colorato ed etichettato. Ogni colpo di pennello doveva essere perfetto: il suo futuro dipendeva da quello.

    Ma anche se non avesse avuto niente di urgente, era da sani di mente sfidare la natura in quel modo? Centinaia di londinesi stavano scorrazzando in quel momento su quello che era stato- fino a qualche giorno prima- una poltiglia ghiacciata e insidiosa. Non era sicura di voler cedere la propria massa a un  tentativo così folle. Con la sua fortuna, sarebbe stata la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, spedendo tutti verso la morte in quelle acque gelide.

    Maledetto Mr Jones, che l'aveva spinta ad abbandonare Mayfair per quella trappola artica mortale.

    Eppure, doveva ammettere che non era stata la sua fuga improvvisata verso la Frost Fair farle mettere in dubbio la propria salute mentale.

    No, una volta che fosse scoppiato quel piccolo scandalo, sarebbe stato difficile trovare qualcuno in tutta la Cristianità, che non la considerasse pazza.

    Forse sarebbe stata addirittura d'accordo con loro.

    Phoebe si sistemò il mantello più stretto intorno alle spalle e raggiunse la folla che si faceva strada con impazienza verso la città carnevalesca che era sorta sul ghiaccio durante la notte.

    Forse sarebbe riuscita a trovare Juliette e sua cugina in mezzo alla ressa, e a unirsi a loro. La figlia di Lord Pickford, Georgiana, aveva usato la novità della Frost Fair per trascinare Juliette fuori dal nascondiglio che si era auto-imposta, a causa dello scandalo per essere stata abbandonata all'altare durante la precedente Stagione, e le due ragazze le avevano chiesto di andare con loro.

    Anche se aveva rifiutato l'invito, era stato un'ancora di salvezza quando era arrivata a casa e aveva visto la carrozza di Mr Jones nelle scuderie. Aveva mandato dentro la sua cameriera con la preziosa cartellina, poi aveva scritto un biglietto frettoloso a suo padre, dicendo di essere andata con Lady Juliette.

    Quindi era scappata via.

    E ora, eccola lì, alla deriva in un mare gelato di bandiere colorate, tende e bancarelle, con persone di tutte le classi che si mescolavano, giocavano e più in generale si divertivano.

    Wow, wow, woooow...

    Phoebe si voltò di scatto e vide un uomo che muoveva le braccia come le pale di un mulino a vento, mentre i suoi piedi perdevano l'aderenza sul ghiaccio. Cadde rapidamente, atterrando sul sedere con un'esclamazione piuttosto dolorosa. La tazza di metallo che teneva in mano rimbalzò sulla superficie scivolosa con una serie di ting, prima che lo stivale di Phoebe la bloccasse.

    Oh... Phoebe sussultò per la compassione, ma l'uomo rotolò sulla schiena, contorcendosi dalle risate e... dal singhiozzo? Lei abbassò lo sguardo sulla tazza ai suoi piedi; fu aggredita dal forte odore di alcool in quel liquido trasparente che stava filtrando sul ghiaccio.

    Phoebe storse il naso. Qualcuno si sta divertendo più degli altri, disse senza rivolgersi a nessuno in particolare, poi raccolse la tazza e la restituì al proprietario inebriato. Il signore dal naso rosso la ringraziò tra il singhiozzo, prima di passare lo sguardo su e giù lungo il suo corpo, con apprezzamento.

    Phoebe sospirò. Forse andare da sola alla Frost Fair non era stata la scelta più prudente, ma ormai era acqua passata. Doveva solo tenersi occupata per un'ora- o ancora meglio due- per dare a suo padre il tempo di portare a termine gli affari con Mr Jones. Il ricco mercante tendeva ad attardarsi, sperando di portare avanti il corteggiamento.

    Phoebe provò un brivido improvviso, che aveva ben poco a che fare con il freddo. In quanto Mrs Jones, sarebbe stata in bella mostra- la moglie nobile che il marito commerciante usava per ottenere favori. Lui aveva sottolineato molto chiaramente che Phoebe non avrebbe più avuto il tempo per giocare nel lerciume, come definiva l'interesse della ragazza per la botanica. Sua moglie sarebbe stata una perfetta signora.

    Rabbrividì di nuovo. Non sarebbe accaduto. Se tutto andava bene, la settimana successiva sarebbe stata assunta con successo come illustratrice ed entro Pasqua sarebbe stata lontana da Londra, per cercare di documentare i rari fiori selvatici inglesi con J. P. Updike, il noto botanico.

    Phoebe si tirò il cappuccio sulla fronte, inoltrandosi ulteriormente tra la folla. Se suo padre avesse scoperto che era andata lì senza essere accompagnata, avrebbe scatenato l'inferno. Tuttavia, dopo qualche istante iniziò a rilassarsi. Nessuno le stava prestando la minima attenzione: sembravano tutti presi dallo spettacolo colorato che turbinava intorno a loro.

    Le signore vestite elegantemente girovagavano tra le bancarelle in gruppi di tre o quattro, mentre i signori ben educati giocavano d'azzardo in sale da gioco improvvisate. L'aria fresca trasportava il profumo delle mele cotte alla cannella che le venditrici ambulanti offrivano dai cesti sulle loro teste, e della carne arrosto venduta sulle bancarelle a chiunque passasse con del denaro da spendere. La musica vivace di un violino le giunse alle orecchie, mentre gli uomini, le donne e i bambini ballavano allegramente sui ponti dei barconi bloccati dal ghiaccio.

    Phoebe si stupì di tutta quella vita, vissuta proprio davanti ai suoi occhi.

    E' così che ci si sente a essere liberi?

    Aveva lo stomaco stretto dal nervosismo e minacciava di lasciarsi travolgere da tutta la paura e l'agitazione che aveva cercato di reprimere. Dopo la morte di sua madre, aveva trascorso i mesi di lutto pianificando attentamente la fuga. Aveva cercato di capire come sopravvivere, aveva risparmiato il denaro per le spese superflue come il più avaro degli avari ed aveva fatto di tutto per convincere Mr Updike, attraverso la corrispondenza, ad assumerla come illustratrice per la prossima spedizione.

    Perché aveva promesso a sua madre che avrebbe vissuto la vita che lei voleva vivere.

    Phoebe trasse un profondo respiro, lasciando uscire un lento vapore bianco che salì a spirale nell'aria fredda. Bene, il periodo di lutto era terminato; ora era tempo di iniziare a mantenere quella promessa. Decise che, da quel momento in avanti, non avrebbe seguito altre regole se non quelle stabilite da lei stessa.

    Infatti, quando incontrò finalmente Juliette e Georgiana, Phoebe ammiccò semplicemente e lasciò passare le sue amiche. Invece, si mise in coda per ricevere un souvenir personalizzato da uno dei tipografi industriosi che avevano trasportato i loro macchinari sul ghiaccio. Da sola.

    Il vostro nome, signorina?, le chiese il tipografo frettoloso quando Phoebe arrivò in cima alla fila. Le gli fornì l'ortografia corretta e lo guardò disporre le lettere di ferro nel blocco. Quell'uomo esile grugnì mentre abbassava l'enorme pressa a mano e la teneva giù per qualche istante. Quindi la sollevò e le diede il foglio, rivolgendo poi lo sguardo verso l'uomo dietro di lei. Il prossimo.

    Phoebe mormorò un ringraziamento, mentre si allontanava. Quando riuscì a districarsi dalla folla, sollevò il foglio davanti a sé, meravigliandosi della curva stampata della P e della punta acuta della A impresse per sempre sul foglio con l'inchiostro.

    P. A. Ellison

    Passò il dito sul testo, apprezzando il rilievo irregolare delle lettere.

    Il suo nuovo nome, stampato per la prima volta.

    Sperava che fosse la prima volta di molte, perché aveva in progetto di passare rapidamente dall'illustrare i libri a scrivere dei propri volumi di botanica- anche se avrebbe dovuto nascondere la sua vera identità, usando un nome falso. La maggior parte delle scrittrici lo faceva. Almeno lei avrebbe saputo che P. A. significava Phoebe Anson.

    Non riuscì a resistere: si portò il foglio alle labbra e baciò quelle parole. Mentre lo ripiegava e se lo metteva in tasca, un sorriso sgorgò dal suo profondo e prese vita sul suo viso.

    Presto. Molto presto.

    La realtà la riempiva così tanto di gioia da non potersi trattenere un istante di più. Alzò il viso verso il sole e fece qualcosa che non aveva più fatto da quando era una giovane ragazza- da molto prima che la realtà della vita nell'aristocrazia e la morte di sua madre cercassero in ogni modo di abbattere il suo spirito.

    Chiuse gli occhi, spalancò le braccia e fece una piroetta.

    ***

    Malcolm Gray, visconte di Coverdale, stava ammirando la silhouette imponente della grande cupola di St. Paul che si stagliava nel cielo pomeridiano, quando una visione del tutto diversa catturò la sua attenzione. Una giovane donna alzò un pezzo di carta davanti a sé, se lo portò alle labbra per baciarlo, poi sorrise con una gioia talmente beata che lui non poté fare a meno di esserne contagiato e le sue labbra si sollevarono di propria volontà.

    Avvertiva quella gioia a molti passi di distanza, quasi un'energia che attraversava il paesaggio gelato per riscaldarlo. La donna sembrava traboccarne e per un breve istante, Malcolm provò un tale impeto di invidia da restare senza fiato. Era mai stato così felice?

    Quando lei gettò la testa all'indietro e iniziò a roteare con abbandono, il respiro di Malcolm si bloccò per una ragione completamente diversa. Il mantello della ragazza si aprì a ventaglio sul fondo, fluttuando intorno al suo corpo flessuoso in una turbinante nuvola blu. La torsione fece

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