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Pendragar: Capromulo
Pendragar: Capromulo
Pendragar: Capromulo
E-book36 pagine23 minuti

Pendragar: Capromulo

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Info su questo ebook

Il primo Racconto di una serie Steam-Fantasy interamente finanziata dalle donazioni dei lettori.

Tre studenti dell’Accademia di Reyonica, un capretto che rischia di finire in padella, un cuoco violento. Ci sono tutti gli ingredienti per un gran pasticcio.

LinguaItaliano
Data di uscita24 mar 2021
ISBN9781005897246
Pendragar: Capromulo

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    Anteprima del libro

    Pendragar - Pippo Abrami

    CAPITOLO I : TRE CERCA GUAI

    "Inutile girarci intorno: non volevo che Galatino finisse arrosto, punto, questa e’ l’unica vera ragione per cui ho fatto tutto. 

    Capo Gutro stava gia’ affilando le mannaie, lo aveva messo sul menu’ per il grande pranzo dei rettori, ma io quel capretto l’avevo cresciuto, gli avevo fasciato gli zoccoli, l’avevo coccolato durante la tempesta.

    Col cavolo che lo lasciavo finire in mezzo alle patate."

    «Pinderot, a rapporto. cosa scrivi?»

    Chiudo il quaderno e sgocciolo la penna d’oca nell’erba. «Le mie memorie, nel caso ci prendano.»

    Vis-Rel è appiattito contro il muro del dormitorio. «Cadere in mani nemiche non è un’opzione contemplata.»

    Ha la solita espressione corrucciata scolpita sul volto. Le lunghe orecchie da elfo sono tese, sporgono orizzontali, il ciuffo violaceo arriva fin sotto le sopracciglia. Con la mano scosta di lato la frangia.

    Vorrei avere io una cicatrice reyonica che fa crescere capelli colorati, almeno ora non sembrerei un taccuino ambulante. Gratto le rune sulla mia guancia, dopo la pratica del pomeriggio ne è spuntata una quarta. In lontananza arrivano tre rintocchi: la terza ora della notte.

    «Grangett doveva essere già qui. Temo abbia rinunciato.»

    Vis-Rel scuote il capo e si tocca la punta dell’orecchio. «Negativo. I suoi passi scendono le scale dell’ala femminile.»

    «Sai distinguere i passi di tutti quanti in Accademia?»

    «Solo di ventisette persone, tra studenti e insegnanti.»

    Non sento nulla, il parco interno è immerso nel silenzio. Un rettangolo erboso illuminato da lampioncini a olio, fiammelle tremolanti che lasciano corridoi d'ombra ai bordi. I dormitori occupano i due lati corti, il complesso delle aule si allunga per tutto il terzo lato, una siepe delimita il quarto. Le finestre degli edifici sono buie, archi di vetro nero che ci fissano; solo al quarto piano emanano luce alcune ogive delle sale di pratica. Flussi brillanti di reyon salgono dal tetto in corrispondenza di ogni stanza accesa. 

    Nel cielo notturno

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