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L'Origine: Divisione Abilità Speciali
L'Origine: Divisione Abilità Speciali
L'Origine: Divisione Abilità Speciali
E-book234 pagine2 ore

L'Origine: Divisione Abilità Speciali

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Info su questo ebook

Valerie Sanders viene assassinata mentre Jack Lambert, in preda alla sbornia, dorme beatamente vicino a lei. Zaccaria Romano rimane devastato dalla notizia che la sua promessa sposa era stata assassinata dopo che lo aveva tradito con un altro uomo. 

Mark O'Donnell e Madison Sullivan sono i detective a capo dell'indagine per identificare il colpevole, mentre Zoe Mitchell svolge il suo lavoro da avvocato e cerca di impedire che l'uomo, che ama segretamente, vada in prigione per sempre.

Jack, Zaccaria e Madison hanno qualcosa in comune. L'omicidio di Valerie.

Avranno un confronto con la vita passata che era parte di loro, ma che sempre negarono. 

Un destino li lega e costringe a unire le forze per collaborare con la giustizia.

Accetteranno il loro futuro? 

LinguaItaliano
Data di uscita6 gen 2022
ISBN9781667404486
L'Origine: Divisione Abilità Speciali

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    Anteprima del libro

    L'Origine - Stefania Gil

    "Tutte le storie hanno un gran finale.

    Ma nella vita

    La fine è l’inizio di qualcosa di nuovo."

    Anonimo

    Capitolo 1

    Jack Lambert si svegliò con la testa che gli scoppiava.

    Sentiva squillare il cellulare. A lui sembrava che suonasse vicino alle orecchie, ma in realtà echeggiava dal salone.

    Capì chi lo stava chiamando dalla suoneria che aveva scelto appositamente per la sua inopportunaavvocatessa.

    Sympathy for the Devil dei Rolling Stones.

    Naturalmente, non le rispose.

    Ethan e Cristine Lambert avevano deciso di adottare Jack quando era appena un neonato. La prima volta che Cristine vide Jack nel centro adozioni e lo fissò negli occhi, sentì una attrazione immediata per il bambino. Il neonato aveva un occhio verde e l'altro color ambra. Cristine captò subito che il piccolo sarebbe stato speciale e sentì la necessità di prendersene cura. Non si sbagliò. Man mano che Jack cresceva, i genitori adottivi iniziarono a osservare che vedevale cose in un modo... diverso.

    Sapeva anticipare gli avvenimenti.

    Durante l'infanzia, Jack si divertiva a sapere prima degli altri quali cose sarebbero successe. La sua innocenza lo portava a condividere quel dono con gli altri bambini, che però lo rifiutavano perché pensavano che fosse un fenomeno, non solo per quella particolarità, ma anche per gli occhi di colore diverso.

    I genitori riuscirono a fornirgli un supporto psicologico per insegnargli a gestire il suo potere senza sentirsi lo zimbello di tutti; la loro buona intenzione funzionò, finché Jack non previde la morte di sua madre.

    Aveva appena dieci anni, quando ebbe quella visione e, nel momento in cui due anni dopo diagnosticarono un cancro a Cristine, capì che avrebbe dovuto separarsi da lei.

    Fu molto difficile e avvenne in breve tempo.

    La malattia consumò Cristine in pochi mesi. Durante quel periodo, Jack non smise di vedere l’immagine di sua madre che moriva. Non ebbe il coraggio di dirlo a nessuno in casa. Nemmeno alla tata Rose.

    Lei aiutava Cristine nel crescere Jack e dopo la sua morte, diventò una seconda madre per lui.

    Jack non aveva mai pensato che Ethan e Cristine non fossero i veri genitori, li amava così tanto che si sentiva parte di loro. E il sentimento era ricambiato.

    Come c’era da aspettarsi, dopo la morte di sua madre Jack diventò un adolescente ribelle. Suo padre non lo puniva per i comportamenti scorretti, diceva che il poveretto stava solo scaricando la tristezza per aver perso sua madre in quel modo, prima o poi avrebbe superato quella fase mettendo la testa a posto.

    Ma si sbagliava e si pentì di non aver messo un limite ai comportamenti di Jack.

    Nel momento in cui decise di andare a vivere a New York e studiare le Arti plastiche, era già troppo tardi. Il signor Lambert avrebbe voluto mandare Rose a vivere insieme a Jack, si sarebbe sentito più tranquillo sapendo che qualcuno lo controllava da vicino, ma Jack rifiutò l’offerta del padre ed Ethan non sapeva dire di no alle richieste di suo figlio.

    Così Jack andò a vivere a New York, in un moderno e lussuoso loft a Soho comprato dal capofamiglia.

    Durante gli anni di studio non fece altro che far venire il mal di testa a suo padre; l’unica soddisfazione che gli aveva dato fu l’essersi laureato.

    Quando Jack diventò maggiorenne, a furia di assumere alcolici, ne diventò dipendente, in aggiunta scoprì che, nel momento in cui l’alcol gli scorreva nelle vene, non aveva visioni. Allora decise di sostituire l’alcol con l’acqua, ma questo provocò tanti di quei problemi, che iniziò a collezionare multe stradali e suo padre decise di assumere un avvocato di New York per occuparsi unicamente di Jack, prima che il suo comportamento lo pregiudicasse ancora di più.

    Così quella mattina l’avvocatessa, o baby sitter diabolicacome la chiamava lui, lo stava chiamando per ricordargli che aveva la riunione settimanale con gli AA a cui non poteva mancare.

    Lei era riuscita ad ottenere dal giudice la sentenza di riabilitazione e sospensione della patente, invece dell’arresto per aver turbato l’ordine pubblico in un bar e aver guidato in stato di ebrezza, causando un disastro per strada.

    Fortunatamente i vari incidenti non avevano causato vittime, altrimenti non lo avrebbe salvato nessuno dall’andare dietro le sbarre.

    Jack era un vero maestro di simulazione. Non avrebbe permesso alle visioni di ritornare, per questo avrebbe continuato a bere alcolici.

    Così trincava ogni volta che ne aveva voglia, cercava di non creare casini da ubriaco e tutti i giovedì andava alle riunioni degli AA fingendo di essere pulito da due mesi. Ma la cosa peggiore, era che mentiva così bene, che persino la baby-sitter diabolicagli credeva.

    La notte precedente aveva organizzato una piccola festa privata nel suo appartamento.

    L’unica invitata era stata una bionda bellissima che aveva conosciuto agli incontri degli alcolisti anonimi; fortunatamente era riuscito ad ottenere il suo numero di cellulare al secondo incontro, perché dopo quello lei non ritornò più.

    Rimasero nell’appartamento di Jack, bevendo e facendo sesso fino all’alba.

    Bevvero vino, e chissà quanto, perché Jack sapeva che due bicchieri gli bastavano per stordirsi, ma dal suo fortissimo mal di testa ne contava molti di più.

    Cercava di non bere il mercoledì così da essere pulito nelle riunioni del giovedì, ma la carne era debole e anche la sua volontà.

    Si alzò e andò in bagno.

    Si fece la doccia con l’acqua fredda.

    Si mise le lenti a contatto verdi, le usava ogni giorno ormai da dieci anni a quella parte. Gli evitava alcuni problemi per strada, o meglio ancora, in quel modo non sentiva i commenti delle persone che sparlavano di quanto fosse strano. Poi indossò una maglietta bianca di cotone, pantaloni corti e scarpe da ginnastica.

    Ingerì due pastiglie per il mal di testa insieme a due bicchieri di acqua fredda. Accese l’Ipod e uscì a correre.

    Con l’attività fisica avrebbe smaltito tutto e sarebbe arrivato in perfetto stato all’incontro con gli AA.

    ***

    Era quasi mezzogiorno, quando Zoe prese dall’armadio un bellissimo pullover verde. Voleva indossare dei jeans, però prima sarebbe andata a pranzo con sua nonna e dopo a messa nella cattedrale di San Patrizio.

    Conosceva bene sua nonna, non le avrebbe mai permesso di andare in chiesa con i jeans.

    Così, rassegnata, prese dei pantaloni eleganti neri e la giacca in tinta.

    Si vestì e uscì dal suo appartamento.

    Viveva da sola da tre anni e le piaceva, ma in qualche occasione riempiva una valigia con dei vestiti e passava qualche giorno a casa dei nonni. La confortava molto il calore e la sicurezza di quella casa intensamente vissuta.

    Aiutare sua nonna a cucinare una deliziosa torta di mele, mentre faceva gossip sui vip, era qualcosa di speciale per lei, non per gli scandali, ma per il fatto di condividere qualcosa con sua nonna, che amava come se fosse sua madre.

    In seguito, durante le cene in famiglia, parlare con suo nonno di politica e di economia mondiale era l’altro suo passatempo preferito.

    I genitori di Zoe erano morti in un incidente stradale, quando lei aveva appena cinque anni e i nonni ne avevano ottenuto la custodia. Appartenevano alla classe alta della città e vivevano in uno stupendo e lussuoso penthouse a est di Manhattan.

    Zoe crebbe circondata da preziosissime opere d’arte e da musica classica, ricevette un’educazione eccellente e un costante e immenso amore da parte dei nonni.

    Si laureò con il massimo dei voti alla facoltà di Diritto dell’Università di Harvard e successivamente trovò un posto fisso in uno dei migliori studi di avvocati di New York.

    Riuscì a vincere la causa di un caso complicato che la fece uscire dall’anonimato e la condusse alla fama nazionale; quando Ethan Lambert fece il colloquio con lei, capì immediatamente che sarebbe stata la persona giusta per occuparsi di Jack in quella città. Ethan le offrì un contratto annuale che lei non poté rifiutare.

    Mentre festeggiava con i suoi nonni, pensò che in nessun altro modo avrebbe potuto ricevere una somma di denaro così elevata solo per prendersi cura di un artista

    Ma dopo due anni di vero e proprio stress causato dal comportamento di Jack, stava seriamente considerando l’idea di chiedere un aumento.

    O una sostituta, o meglio una guardia del corpo che ogni tanto avrebbe potuto dare a Jack due sberle, per vedere se in questo modo avrebbe iniziato a comportarsi bene.

    Zoe era equilibrata, tranquilla e paziente, ma Jack riusciva sempre a farle perdere queste sue qualità.

    Lei non riusciva a capire come un uomo così pieno di talento e con così tante opportunità nella vita, create senza l’aiuto del papi, potesse comportarsi come un mero idiota.

    Soprattutto non capiva come Ethan potesse mantenere Jack. Se fosse stata il signor Lambert, come lei chiamava il padre di Jack, gli avrebbe dato una bella lezione lasciandolo in mezzo alla strada senza una lira.

    Ah! Almeno così il cretino si sarebbe messo a dipingere per guadagnarsi da vivere da solo.

    Organizzò per Jack una prestigiosa opportunità per far esporre i suoi quadri in una famosa galleria situata nel cuore di Manhattan. Zoe si intendeva d’arte e sapeva riconoscere quando un artista aveva talento per crearsi un nome e vendere le opere ai più facoltosi della città. Ma Jack aveva mandato solo due quadri alla galleria.

    Erano i migliori che avesse mai fatto, tuttavia in quel momento non c’era nessuno che lo potesse convincere a inviare altri dipinti.

    Jack insisteva sul fatto che stava bene così come stava, non voleva diventare famoso.

    Chiaramente Jack a quel tempo continuava a fare abuso di alcol giorno e notte, era il periodo in cui dovette stipulare un accordo con il giudice per far sì che l’intera città non lo denunciasse per guida in stato di ebrezza e per aver distrutto alcuni parchimetri di una strada.

    Il giudice fu molto gentile a imporgli solamente una multa, la sospensione della patente e l’obbligo di partecipare alle riunioni settimanali degli alcolisti anonimi per un anno.

    Apparentemente tutto questo servì a Jack. Erano passati già due mesi dall’inizio del trattamento e non era mai mancato a nessuno degli appuntamenti. Aveva uno stato d’animo più positivo e accettava con maggiore disponibilità i suggerimenti di Zoe.

    Continuava a essere mantenuto, ma lei avrebbe cambiato la situazione. Concordò un colloquio con la galleria per quello stesso pomeriggio, visto che erano veramente interessati a esporre le opere di Jack.

    Il problema è che non sapeva come dirglielo in modo tale che accettasse.

    In ogni caso, se era riuscita a convincere un giudice a non querelare il suo cliente per i danni causati alla città, avrebbe potuto persuadere Jack a dipingere ed esporre i suoi quadri.

    Ah! Certo che ci sarebbe riuscita!

    La più grande qualità di Zoe era che otteneva sempre quello che voleva. E il suo senso di responsabilità la obbligava a svolgere il lavoro in maniera quasi impeccabile.

    Jack era come un bambino, doveva stravolgerlo e usare un po’ di psicologia inversa per fargli fare le cose.

    Lo chiamò per ricordargli che era giovedì e che doveva partecipare alla riunione, ma lui non rispose.

    Non le sembrava strano. Jack non si alzava mai dal letto prima delle 10.00 e ogni sera se la spassava con una donna diversa fino a tarda notte.

    Tutte le volte che ci pensava, le ribolliva il sangue.

    Era molto attratta da Jack, ma sapeva che erano come cane e gatto e che non sarebbero mai potuti finire insieme. Alla povera nonna sarebbe venuto un infarto se avesse saputo che aveva una relazione con Jack Lambert, un giovane molto criticato che finiva sempre sui giornali.

    Chiamò sua nonna al cellulare dicendo che era quasi arrivata. Parcheggiò vicino all’entrata del palazzo e mentre aspettava che lei scendesse, chiamò di nuovo Jack.

    «Ciao.»

    «Buon pomeriggio, Jack. Come stai?»

    «Non c’è male. Ieri sera ho avuto un appuntamento da favola, ho bruciato un sacco di calorie nell’intensa attività fisica di stanotte e invece prima sono andato a correre a Central Park.»

    «Jack, sai bene che non mi interessano le tue attività fisiche notturne...»

    «Solo perché ancora non le hai provate; ti assicuro che dopo ti senti così bene da chiedermi altre sessioni.»

    «Comunque, non ti ho chiamato per questo» diventava sempre nervosa quando Jack le parlava di queste cose, perciò cambiava argomento.»

    «Che peccato! Ce la saremmo spassata e avremmo potuto parlare di altre cose oltre agli alcolisti anonimi o alle mie avventure passeggere.»

    «Beh, per tua sorpresa, parliamo di un altro argomento. Stamattina mi ha chiamato Valerie Sanders della galleria d’arte, vuole farti un’offerta.»

    «Mi dispiace, sai già cosa ne penso.»

    Zoe sospirò e quando sua nonna salì in macchina le fece segno di stare in silenzio.

    «È quello che le ho detto. La tua opinione contro le esposizioni. Ma è una donna insistente e mi ha detto che voleva parlare con te.»

    «La conosci?» il tono di voce di Jack le fece capire che stava per cedere. Anche se avrebbe dovuto usare un modo molto scomodo per convincerlo.

    «Sì.» Fece una pausa e sospirò. «Ed è molto bella.»

    «Bella è una parola che userei per descrivere te. Tu sei bella e a me non piacciono le donne belle.»

    «Va bene, sai a cosa mi riferisco.» Zoe iniziava a infastidirsi.

    «Se mi devi presentare una donna non puoi dirmi che è bella, molto meglio dire... mm non so, eccitanteandrebbe bene.»

    Zoe sospirò.

    Valerie non sembrava proprio quel tipo di donna.

    Sapeva che, nel proprio dizionario, quella parola aveva tutt’altro significato, ma nel limitato e sgrammaticato vocabolario di Jack eccitanteera un buon sinonimo per Valerie.

    «Ad ogni modo, conoscendo le tue maniere da principessa» aggiunse Jack, «non avresti mai potuto descrivere una donna in quel modo. So perfettamente cosa hai in mente e possiamo venirci incontro.»

    «Bene, negoziamo» rispose con serietà.

    «La mia proposta è la seguente: se questa Valerie rientra nel mio tipo di buone amichee mi dà il suo numero prima che finisca la riunione, accetto con piacere di creare altre opere per realizzare uno show.»

    «Una mostra, Jack. Non uno show...»

    «È sempre uno show sulle spalle dell’artista. E un’altra cosa, non sarò presente a questo evento, capito? Dillo chiaro e tondo durante la riunione.»

    «Così mi metti un po’ in difficoltà.»

    «È un tuo problema. Sei la mia legale e il mio tutore e mio padre ti strapaga per il tuo lavoro, quindi fallo.»

    Zoe dettò l’indirizzo a Jack e si accordarono per incontrarsi alla galleria d’arte.

    Riagganciò la chiamata e si riprese dal fastidio provato quando quell’ imbecille di Jack la aveva chiamata bella in un modo abbastanza dispregiativo.

    Era l’ora di pranzare con sua nonna e non avrebbe permesso ad altri di rovinare quel momento.

    Anche se sapeva che

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