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Caduta in tentazione
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E-book215 pagine2 ore

Caduta in tentazione

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Info su questo ebook

Prima regola: non uscire con un uomo che non appartiene al tuo mondo. Si può rifiutare un piacere alla propria sorella il giorno delle sue nozze? Dakota Shea non crede di poterlo fare, anche perché il favore in questione ha occhi di velluto e una bocca che promette meraviglie. Ma sostituirsi agli sposi e partire in luna di miele con Tony Santangelo non sarà una tentazione troppo pericolosa?

Seconda regola: limitati a saltare nel suo letto! Tony ha appena pescato la sua carta vincente: un fine settimana con Dakota, la donna più sexy del pianeta. È strano che l'impeccabile avvocato con l'agenda super organizzata abbia acconsentito a quella fuga esotica, tanto più che Tony, con il suo lavoro manuale, non ha molto in comune con un tipo come lei. A parte il sesso..

LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2015
ISBN9788858939758
Caduta in tentazione
Autore

Debbi Rawlins

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Caduta in tentazione - Debbi Rawlins

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Honeymoon that Wasn’t

    Harlequin Blaze

    © 2006 Debbi Quattrone

    Traduzione di Giorgia Lucchi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-975-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Da: LegallyNuts@EvesApple.com

    A: tutta la gang della Eve’s Apple

    Oggetto: pazzia

    Non so con esattezza perché vi sto scrivendo, ragazze. A parte il fatto che sono le tre del mattino e non riesco a dormire. Conoscere la ragione della mia insonnia non mi aiuta per niente. Domani sera, anzi, tecnicamente questa sera, ci sarà la cena di prova per il matrimonio di mia sorella. Questa è la parte positiva, ha incontrato un ragazzo stupendo e sono felice per lei.

    Il problema è che rivedrò Tony, un amico di mia sorella che ho incontrato un anno fa. Oddio, ricordo ancora che indossava una maglietta bianca aderente e aveva dei pettorali da sogno...

    Come se non bastasse, è anche alto, per lo meno un metro e ottanta, con occhi color cioccolato e lineamenti scolpiti. Insomma, mi avete capito: uno schianto!

    Sono nervosa come se dovessi andare dal dentista, ma allo stesso tempo non vedo l’ora di rivederlo. Riuscite a spiegarmi il perché?

    In tutta sincerità, se fossi da sola e lo incontrassi in un locale, non mi farei problemi. Non mi interessano le avventure di una notte, ma per lui farei volentieri un’eccezione. Invece il fatto che conosca mia sorella e che questa sera incontrerà i miei genitori e nostro fratello, complica ogni cosa. Non mi interessa una storia seria, al momento non rientra nei miei programmi. Sono un avvocato, la mia carriera sta decollando e non ho tempo per una vita sociale.

    Tra sei ore dovrò andare in tribunale e vorrei tanto riuscire a dormire, ma so che non sarà possibile. Se qualcuna di voi può darmi qualche consiglio, o vuole confermarmi che sono completamente pazza, ve ne sarei molto grata.

    Grazie per aver letto il mio messaggio. D.

    Dakota fissò per un momento lo schermo del laptop, la tentazione di cancellare l’e-mail era forte. Scriverla era stato terapeutico, non c’era bisogno di inviarla, né di ricevere una risposta. Niente avrebbe potuto indurla ad agire d’impulso e a trascorrere una notte con Tony, era troppo codarda per farlo.

    Le sue dita esitarono, sospese sulla tastiera. Cos’aveva da perdere? Se avesse ricevuto una risposta, quanto meno avrebbe avuto qualcosa da fare, dal momento che non sarebbe riuscita a dormire comunque. Premette il tasto Invio prima di cambiare idea un’altra volta.

    Posato il laptop sul comodino, spostò uno dei cuscini che si era messa dietro la schiena, sprimacciò l’altro e si sdraiò, lo sguardo fisso sul soffitto avvolto dalle ombre.

    Era decisamente bizzarro scrivere a un gruppo di donne che non aveva mai incontrato. Eppure le conosceva tutte, dopo aver letto per ore le loro confessioni del tutto prive di censura.

    L’idea del sito web Eve’s Apple era geniale. Per farne parte bastava desiderare follemente un uomo, in particolar modo il genere di persona che una ragazza non avrebbe mai presentato ai propri genitori, ma che non riusciva assolutamente a togliersi dalla testa. L’unica soluzione era averlo, per poi tornare a una vita normale e mettere la testa a posto con l’uomo giusto. Inviare un messaggio al gruppo era catartico, anonimo, e tutte lo avrebbero letto, pronte a dare un consiglio qualora si fossero sentite nell’animo di farlo.

    Strano come Dakota riuscisse a dire tutto a quelle sconosciute, ma non potesse parlare di Tony con Dallas. Sua sorella non avrebbe certo disapprovato, al contrario, probabilmente l’avrebbe esortata a buttarsi. Quella era la differenza tra loro. Dallas faceva quel che voleva, i desideri della sua famiglia significavano poco per lei; Dakota, invece, aveva sempre cercato di essere la figlia modello, seguendo perfino le impronte del padre e del fratello.

    Ma per lei non era stato un sacrificio, amava la giurisprudenza e adorava il suo lavoro. Dakota Shea per la difesa, Vostro Onore era una delle sue battute preferite. Non avrebbe cambiato nulla nel suo lavoro, ma la vita privata era tutta un’altra cosa, ammesso che uscire a bere un drink con i colleghi una volta la settimana e cenare dai suoi genitori un sabato al mese potesse essere definito vita privata.

    Chiuse gli occhi, pregando di riuscire ad addormentarsi, ma era troppo su di giri, così tentò di prepararsi per l’apparizione in tribunale che la aspettava poche ore dopo. La distrazione, tuttavia, funzionò solo per pochi minuti, poi i suoi pensieri tornarono alla serata che la aspettava. E a Tony.

    Sospirando, si voltò e riprese il cuscino che aveva spostato. Si mise a sedere, si sistemò il laptop in grembo e si accorse di avere ricevuto un messaggio. Qualcuno della Eve’s Apple aveva già risposto!

    Da: BabyBlu@EvesApple.com

    A: LegallyNuts@EvesApple.com

    Oggetto: perdere la testa

    Ciao, D., ho appena letto la tua e-mail. Già, anch’io soffro di insonnia. E abbiamo un problema in comune: un ragazzo. Ma per te non è ancora troppo tardi, io invece ho già bruciato la mia opportunità. Sai, una volta ero proprio come te: anch’io pensavo soprattutto al lavoro, mi preoccupavo per ciò che avrebbero pensato i miei genitori (io sono ebrea, lui no) e non volevo che qualcosa ostacolasse la mia carriera...

    Dakota smise di leggere. Problema in comune? Il suo caso era diverso. Okay, i suoi genitori avevano delle aspettative nei suoi confronti, l’avevano incoraggiata a studiare giurisprudenza e speravano che sarebbe diventata giudice. Ma non controllavano la sua vita. Certo, Dakota desiderava la loro approvazione, ma quale figlia non la voleva?

    Quanto alla sua carriera, era relativamente sicura e non le dava problemi.

    Nonostante quelle ovvie differenze, il suo sguardo tornò all’e-mail e riprese a leggere.

    Con grande soddisfazione da parte dei miei sono diventata un’agente immobiliare di successo. È stato così che ho incontrato Larry. Lui lavorava come carpentiere in uno degli edifici che dovevo mostrare a un cliente...

    Dakota smise di leggere. Un carpentiere? Particolare inquietante: Tony non era un carpentiere, ma lavorava nell’edilizia. Dunque c’era un’analogia, il binomio professionista di successo-manovale. Sarebbe potuto diventare il tema di uno di quei terribili talk show televisivi in cui tutti sbraitavano l’uno contro l’altro.

    Rabbrividì; la stanchezza stava giocando un brutto scherzo alla sua immaginazione. Non terminò l’e-mail e ne lesse un altro paio arrivate nel frattempo, che la spronavano a buttarsi. Poi spense il laptop, aveva bisogno di dormire. Non solo per l’apparizione dell’indomani in tribunale, ma soprattutto per riuscire a sopravvivere alla serata che la aspettava.

    Possibilmente senza fare la figura dell’idiota.

    1

    «È in ritardo.»

    Tony Santangelo guardò l’amica Dallas. «Chi?»

    Lei sorrise e sorseggiò il Martini. «Dakota è sempre in ritardo il venerdì sera. Invariabilmente capita qualcosa allo studio legale.»

    «Stai per sposarti! Mi stai dicendo che non riesce ad arrivare in orario nemmeno alla cena per il matrimonio di sua sorella?»

    «Mi basta che non sia in ritardo domani per la cerimonia» rispose lei, assestandogli una gomitata amichevole. «Non preoccuparti. Verrà.»

    «Come se m’importasse.»

    «Oh-oh.» Dallas bevve un altro sorso, cercando di nascondere un sorriso.

    «Bel locale» commentò Tony, fingendosi interessato alla sala da pranzo dell’elegante ristorante di Manhattan. Dallas gli aveva detto che non aveva speranze con sua sorella, ma non le aveva creduto. «Spero che tu ed Eric non vi siate rovinati per questa cena.»

    «Eric ha insistito per organizzarla, dal momento che i miei pagheranno per il matrimonio. Mio padre ha cercato di obiettare, perché i genitori di Eric sono morti, eccetera eccetera. Le solite ostentazioni di orgoglio maschile, hai presente, no?»

    «Cosa vorresti insinuare? Potresti ferirmi, sai?»

    «Scherzavo» si affrettò a spiegarsi Dallas. «Sei il ragazzo meno macho che conosca.»

    «Ahi! Adesso sì che mi hai ferito!»

    «Okay, ci riprovo. Sei macho, ma non machista. Così va meglio?»

    «Ancora a parlare, voi due? La gente potrebbe cominciare a pensare male» li interruppe Eric avvicinandosi. «Ciao, Tony. Piacere di vederti.»

    «Non potevo perdermelo. La piccola Dallas che si sposa. Spero che tu intenda farle sfornare subito un bel pargolo.»

    Dallas lo colpì al braccio.

    Eric rise piano. «Bambini, comportatevi bene...»

    A Tony Eric era piaciuto subito, era perfetto per Dallas, anche se era un dirigente importante che lavorava nei pressi di Madison Avenue.

    Un cameriere disse qualcosa al padre di Dallas; lui annuì, poi richiamò l’attenzione dei presenti, avvertendoli che entro due minuti la cena sarebbe stata servita.

    Gli invitati stavano già sbocconcellando tartine, annaffiate generosamente da cocktail squisiti. Perfino il fratello di Dallas, un tipo un po’ snob, era arrivato in orario, benché fosse uno dei pezzi grossi dello studio legale dove lavorava anche Dakota.

    Tony finì la sua birra e si sedette in fondo alla lunga tavola apparecchiata con eleganza. Da dove si trovava poteva controllare agevolmente la porta, benché non fosse affatto ansioso di rivedere Dakota. Okay, forse un po’. Quella donna era stupenda: capelli biondi, occhi grigi, gambe incredibili. Ma la vera ragione che lo aveva indotto a scegliere quella posizione era restare il più lontano possibile dai signori Shea.

    I genitori di Dallas erano stati cortesi, tuttavia Tony avrebbe preferito non dover conversare con loro; li trovava diversi, troppo seri, lui era un giudice, lei una professoressa. Tony invece aveva lasciato gli studi per lavorare nell’edilizia. Non aveva rimpianti, gli piaceva il suo lavoro, senza grattacapi, e adorava vivere a modo suo.

    Nancy gli si sedette accanto. Era l’unica persona che Tony conoscesse oltre a Dallas, perché tutti e tre avevano lavorato insieme a un progetto.

    Dapprima Tony credette che Nancy gli avesse urtato il ginocchio per errore, avvicinando la sedia al tavolo, ma lei lo fece di nuovo. La guardò.

    «A che servono tutte queste forchette?» mormorò lei, muovendo appena le labbra.

    «Non ne ho idea. So solo che bisogna cominciare a usarle dall’esterno.»

    «Okay.» Titubante, Nancy si guardò in giro poi, imitando gli altri commensali, si sistemò in grembo il tovagliolo di lino bianco.

    «Al diavolo, mangerò con le mani.»

    Lei lo guardò con orrore.

    «Scherzavo.»

    Nancy gli scoccò un’occhiata di rimprovero, poi sorrise, quando un cameriere le servì la Caesar salad.

    Tony sospirò, il problema dei locali di classe come quello era che non ci si poteva divertire, rilassare. A ogni modo, avrebbe tenuto per sé quell’opinione, non voleva ferire Dallas, dopotutto si trattava del suo matrimonio e dei suoi parenti.

    Riportò l’attenzione alla porta, dove non c’era traccia di Dakota. Nessuno sembrava preoccupato, nemmeno gli Shea: probabilmente approvavano che anteponesse il lavoro a ogni altra cosa.

    Accidenti, non riusciva proprio a capire certa gente! Arrivare in orario a una festa dei Santangelo non era mai stato un problema. Quando la sorella maggiore di Tony si era sposata, i festeggiamenti erano cominciati due giorni prima delle nozze e il ricevimento era terminato alle tre del mattino successivo.

    Era stato appena servito l’agnello quando, finalmente, Dakota arrivò. Indossava ancora un severo tailleur blu scuro e portava i capelli raccolti sul capo come una vecchia signora. Nancy e le altre damigelle indossavano raffinati vestiti da sera, mentre Dallas aveva optato per l’eleganza più casual di un semplice abito di seta color crema.

    Dakota lo guardò e Tony sorrise, lei distolse lo sguardo e il sorriso di lui si allargò.

    «Non avevo mai mangiato l’agnello cucinato così in vita mia» sussurrò Nancy.

    Tom ridacchiò, poi la sua attenzione tornò a Dakota.

    Lei si sedette al posto rimasto libero accanto a Dallas e lo guardò furtivamente.

    «Tony?»

    «Che c’è?»

    Nancy fece una smorfia. «Mi stai ascoltando?»

    «Cos’hai detto?»

    «Ti ho chiesto se sai cos’è questa specie di gelatina verde.»

    «Salsa alla menta. Si mangia con l’agnello.»

    Nancy sbuffò, incredula. «Se non lo sai puoi anche... Ma cosa stai guardando?» Tony non si era accorto di aver fissato Dakota finché Nancy non seguì il suo sguardo. «Oh, è arrivata Dakota! Ciao!» esclamò la giovane agitando la mano. Dakota la salutò a sua volta.

    Salutò solo Nancy, non lui. Buon segno.

    Tony sorrise, ricordando il giorno in cui si erano incontrati. L’unico giorno in cui si erano incontrati. Lei si era presentata al cantiere per vedere Dallas e, per Tony, era stato amore a prima vista. Okay, forse sarebbe stato meglio dire desiderio. Dallas aveva notato il suo interesse e gli aveva consigliato di lasciar perdere. Ma lo sguardo che aveva scambiato con Dakota gli aveva suggerito tutt’altro. Se fosse durato un secondo di meno sarebbe stato diverso. Quando poi lei era arrivata in fondo alla strada e si era voltata, Tony aveva capito.

    «Come mai la conosci?» domandò a Nancy.

    «È stata lei ad aiutarci a convincere Capshaw a prendere sul serio le nostre lamentele per le molestie sul lavoro. Gratuitamente.»

    Lo sguardo di Tony tornò a Dakota, decisamente una donna piena di sorprese. Avrebbe creduto che lei fosse troppo occupata per aiutare un gruppo di donne a battersi contro la discriminazione da parte di una delle più importanti imprese edili del paese.

    Nancy lo osservò circospetta. «Voi due vi conoscete?»

    «Perché?»

    Nancy osservò Dakota, probabilmente domandandosi perché non avesse salutato anche Tony e traendo le sue conclusioni, a giudicare dal sorriso beffardo apparso sul suo volto. «Ti ha ignorato.»

    «Come?»

    «Finalmente una donna

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