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Gli spunti del venerdì: Raccontare di educazione
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Gli spunti del venerdì: Raccontare di educazione
E-book210 pagine2 ore

Gli spunti del venerdì: Raccontare di educazione

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Info su questo ebook

La presente opera è una raccolta di articoli, dialoghi, pensieri ed

esperienze (suddivisi in quasi 80 contributi) scritti in tre anni di

lavoro da parte di diversi educatori, pedagogisti, psicologi ed

operatori della Cooperativa Sociale L'Impronta di Livigno (SO). Il

titolo dell'opera riprende il giorno in cui gli articoli venivano di

volta in volta condivisi sul blog gestito dagli educatori del CiAGi

Livigno (Centro di Aggregazione Giovanile) Perchè un libro?Perché amiamo

il nostro lavoro e vogliamo trovare il modo di spiegarlo "con le nostre

parole". Perché vogliamo fare in modo che si possa capire il senso di

alcune nostre scelte, e cercare di far conoscere che, dietro alle

attività che proponiamo, c'è un desiderio vero di educazione.Perché il

CiAGi (gli oratori e i centri di aggregazione in genere) non sono solo

il "luogo dove facciamo giocare i bambini", ma dietro ogni nostra scelta

c'è un lavoro di équipe, un lavoro di squadra che passa attraverso un

confronto e una condivisione vera che permetta a tutti i colleghi di

trovare la strategia giusta per affrontare le varie incognite che

emergono di volta in volta. Perché dietro il "lavoro sul campo" c'è una

preparazione accademica e tempo "passato sui libri" per capire chi,

prima di noi, si è districato nelle varie sfide educative e come le ha

affrontate. (dalla premessa del libro)
LinguaItaliano
Data di uscita7 ott 2021
ISBN9791220360012
Gli spunti del venerdì: Raccontare di educazione

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    Anteprima del libro

    Gli spunti del venerdì - Autori Vari - a cura di Michele Ricetti - prefazione di Ennio Ripamonti

    #GliSpuntiDelVenerdì

    MA VOI… GIOCATE?

    di Thomas Sosio*

    Il CiAGi** è un luogo e uno spazio deputato all’aggregazione e relazione di bambini e ragazzi; è un servizio rivolto ai ragazzi e alle loro famiglie per supportarle nel percorso di crescita educativa. Indubbiamente è anche un luogo del gioco, dove l’attività ludica non è mai fine a se stessa, ma è fortemente educativa.

    Ebbene sì, al CiAGi si gioca anche!

    Il gioco dà al bambino fiducia nelle sue possibilità, capacità di prendere coscienza della realtà che lo circonda, realizzando desideri impossibili. L’attività ludica avvia il bambino alla conoscenza di ciò che accade intorno a lui e stimola lo sviluppo delle funzioni cognitive.

    Il gioco avvia alle attività mentali complesse e favorisce lo sviluppo di quelle simboliche, arricchisce l’immaginazione, stimolandone la creatività.

    Un pezzetto di legno può rappresentare una barca, una penna… la fantasia è una componente fondamentale. Il gioco di gruppo favorisce la relazione, nel rispetto di tempi e spazi.

    L’invito rivolto ai genitori è: giocate di più con i vostri figli! Prendetevi il tempo di sedervi accanto a loro e tornate anche voi bambini, magari per fare un viaggio in astronave, costruire un castello o addirittura cucinare delle ottime pietanze. Insomma, non sentitevi troppo grandi per giocare, anche solo con una palla; quella non è solo una palla, ma sarà un momento importante per voi e per i vostri figli.

    E quando sarete stufi di giocare ricordatevi di Piaget: «più da bambino giochi con i giochi, più da grande giocherai con le idee».

    * Educatore.

    ** Centro di Aggregazione Giovanile.

    LA FORZA DELL’ÉQUIPE

    di Daniele Rocca*

    Se un giorno facessimo un esperimento e camminando per le strade del nostro paese chiedessimo ai passanti cosa viene loro in mente pensando al CiAGi, avremmo sicuramente un’enormità di risposte diverse, per esempio: attività, animazione, Cammino dei Diritti**, educazione, gioco, compiti…

    Il Centro di Aggregazione Giovanile (CiAGi) è come un grande scatolone che contiene una molteplicità di proposte diverse.

    Ma qual è il motore di questa macchina così complicata?

    Chi si occupa di tradurre in pratica le linee teoriche di intervento?

    Tutto questo è svolto da un’équipe, nella quale tutti gli educatori si ritrovano una volta a settimana per fare il punto e programmare gli interventi successivi.

    Ogni educatore si trova lungo la settimana ad affrontare situazioni diverse, spesso complicate, a volte delicate, con attività di supporto alle famiglie e di sostegno a diversi tipi di fragilità.

    L’équipe settimanale diventa allora il luogo ideale dove sviluppare un confronto costruttivo, che permetta di decentrarsi dalla propria prospettiva, facendo un passo indietro e guardando ciascuna situazione con lucidità, accogliendo i contributi dei colleghi.

    Quella che si sviluppa con il tempo è un’interdipendenza positiva, per cui tutti i membri del gruppo cercano di trovare il modo per far emergere il positivo da ciascuno, nella consapevolezza che non è possibile il successo individuale senza il successo collettivo.

    «L’uomo è un mondo in miniatura» diceva un filosofo antico.

    Vista la complessità che caratterizza ogni relazione e ogni intervento educativo, è una vera ricchezza poter contare su questa pluralità di approcci, che agiscono in maniera coerente e armonica senza annullare le reciproche differenze.

    Il lavoro compiuto insieme vale molto più della somma delle singole attività, come l’armonia di un’orchestra va molto oltre i singoli strumenti musicali.

    * Filosofo e insegnante.

    ** Appuntamento annuale organizzato dal CiAGi Livigno con il coinvolgimento di tutta la Comunità Educante. La data in questione è quella del 20 novembre, giorno in cui si ricorda la Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

    UFFA... TANTO NON CE LA FACCIO

    di Vincenzo Morcelli*

    Quante volte nel corso delle nostre giornate sentiamo dire dai ragazzi: «Non ce la faccio», «Tanto non riesco!»

    Certo per tutti, anche per i ragazzi, non è sempre facile sentirsi all’altezza delle proprie e delle altrui aspettative, quello che è chiaro è che tutto ciò porta con sé una sfida da cogliere. Tanti e diversi sono i momenti in cui possiamo imbatterci in situazioni simili; nel fare i compiti, nelle attività di gruppo, nei giochi di squadra, nello studiare insieme. La richiesta è comune: esserci e affiancarsi con la bellezza e la fatica del provarci insieme.

    Anche, o forse soprattutto questo è il CiAGi.

    Come Centro di Aggregazione Giovanile (CiAGi) durante il periodo invernale, oltre alle attività di gruppo divisi per fasce di età, proponiamo i progetti Teorema** e Spassosamente***. Vogliono essere un aiuto concreto nello svolgimento dei compiti e non solo, in un contesto di gruppo, ricordandoci sempre di osservare e stare con i ragazzi a 360°.

    Certo, ci sono i momenti spensierati di gioco e divertimento, ma a volte ci scontriamo con le difficoltà; è proprio qui che occorre avvicinarsi alle fatiche che incontriamo e provare ad affiancarsi senza sostituirsi ma cercando di leggere insieme le situazioni. La certezza è che imparare e cambiare si può e che questo richiede sicuramente sforzo e fatica; tutti siamo modificabili in quanto sistemi aperti e dinamici ma occorre a volte provare a spostare l’occhio, soffermarsi sulle potenzialità e lavorare sulle fattibilità aiutandosi a rielaborare gli stimoli ricevuti.

    Nell’affiancarsi serve suscitare e sviluppare senso di competenza consapevoli che solo avendo fiducia nelle proprie possibilità si possono poi affrontare al meglio le situazioni future, magari rimediando anche ad alcune carenze. Non solo quindi nozioni da fare proprie ma opportunità per sviluppare il pensiero e apprendere in modo efficace.

    Questo è quello che come educatori, ma anche come adulti e genitori, dobbiamo provare a cogliere.

    Ci richiedono certamente costanza, presenza e pazienza; i tempi di ciascuno sono diversi e saper aspettare non sempre è facile.

    Eppure, questo è il punto di partenza per una relazione educativa di qualità.

    * Educatore.

    ** Progetto di dopo scuola aperto a tutti.

    *** Progetto di aiuto compiti in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Scolastico Luigi Credaro di Livigno.

    BAMBINI. ARCOBALENI DI SOGNI E LENTI D’INGRANDIMENTO SUL MONDO

    di Greta Cusini*

    Al CiAGi è strano sentire silenzio, poiché le risate dei bambini, i loro schiamazzi, le loro voci e la musica delle casse riempiono e scandiscono le giornate tra queste mura. Quando inizia la mattina si sente un silenzio assordante e si vedono i grandi saloni vuoti.

    Sorrido al pensiero che, a breve, quegli spazi dapprima silenziosi e vuoti diventeranno belli vivaci e pieni di bambini. Eh sì, perché sono proprio i bambini a rendere tanto speciale il CiAGi e il nostro lavoro. Proprio la loro assenza, a volte, ci permette di pensare a quanto invece sia preziosa la loro presenza. Il loro vigore, il loro essere frizzanti, la loro spensieratezza. Ciascuno di loro è paragonabile a una tonalità di colore, ciascuno con una sfumatura sempre diversa dall’altro, mai uguale. E quando giocano insieme e si scambiano qualche sorriso, sembra che questi colori si mischino dando vita così a nuove tonalità di sogni, di magia e di domande. Cerchiamo di ascoltare i loro bisogni e le loro esigenze, di leggere i loro sorrisi e di interpretare i loro sogni per arrivare così a raggiungere il loro Cuore.

    È bello pensare ai bambini quali Arcobaleni di Sogni, ma anche come lenti di ingrandimento, poiché con i loro occhi sensibili e attenti riescono a ingigantire e a rendere importanti quegli aspetti e quei dettagli che, purtroppo, l’occhio dell’adulto dà per scontato e trascura; allo stesso modo riescono a rendere piccoli quei problemi che agli adulti appaiono grandi e insuperabili. Ancora piace pensare ai bambini non come a dei vasi da riempire di ambizioni e di preoccupazioni, ma a dei fuochi che devono essere accesi.

    GRAZIE a tutte le famiglie e tutti i bambini che giorno dopo giorno ci permettono di assaporare tutto questo.

    * Educatrice.

    ADESSO - SUBITO - VELOCE

    di Monica Franceschina*

    Aspettare, attendere, non lasciarsi travolgere dall’attimo fuggente è divenuto un privilegio di pochi. La domanda sorge spontanea: siamo vittime o artefici di questo ritmo incalzante? Lo diciamo sempre che un ritmo così veloce ci fa perdere di vista le cose importanti.

    Nella fretta come si può imparare quale sia il momento giusto, capire quando una cosa sia matura, che quel ragazzo abbia bisogno di te?

    Nella fretta si diventa impulsivi, si dice quello che non si pensa, si corre il rischio di ferire gli altri senza nemmeno rendersene conto. Perdiamo di vista ciò che è bello per dare importanza a ciò che deve essere fatto.

    Sull’onda di tutto questo riempiamo le giornate di impegni, di mille cose da fare, di nuove esperienze che nemmeno riusciamo a gustare perché impegnati a organizzarne di nuove.

    Ci arrabbiamo quando i ragazzi fanno le cose male, quando non riescono ad ascoltare, quando non si accorgono di quello che gli succede

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