Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il tempio sotto il mondo
Il tempio sotto il mondo
Il tempio sotto il mondo
E-book136 pagine1 ora

Il tempio sotto il mondo

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Fantasy - romanzo breve (102 pagine) - Tre giovani giocolieri e saltimbanchi in un’avventura spaventosa nei sotterranei della capitale dell’impero, lontano dalla luce diurna, tra cultisti fanatici, popoli sotterranei ed entità mostruose.


Andronico, Hektor e Zoe, tre fratelli appartenenti a una stirpe di artisti e giocolieri, inseguono il misterioso assassino che ha sterminato la loro famiglia.   La ricerca li porta a Tiranzio, la capitale dell’impero, dove sono invischiati negli intrighi che coinvolgono la famiglia imperiale, un influente senatore, il gran sacerdote del Dio Bifronte e il suo perverso nipote.

Inseguiti, costretti a rifugiarsi nelle fogne, i fratelli scoprono che sotto la città imperiale ce n’è un’altra, invisibile: una rete di cunicoli, gallerie, sale sotterranee dove si intrecciano intrighi politici e orrori ancestrali. E in fondo al labirinto c’è l’ombelico del male: il famigerato Tempio sotto il mondo. Tra assassini e cultisti, umani mutati e mostri arcaici, i tre fratelli dovranno ricorrere a ogni grammo di coraggio, fantasia e fortuna per rivedere la luce del sole.


Classe 1975, marchigiano, giocatore di ruolo, cinefilo, lettore onnivoro di libri e fumetti, Matteo Gattafoni ha avuto il suo imprinting nel mondo fantasy grazie ai romanzi Sword & Sorcery scovati nei mercatini.

Ha esordito nell'antologia AA.VV. Vol.1 di Scriptorama. Altri racconti sono apparsi nelle antologie I mondi del fantasy II, I mondi del fantasy IV e Macchine di Limana Umanìta edizioni, in La semantica del crimine edita da Fernandel, Riflessi di Poderosa edizioni e nelle antologie Marche d’Autore e Marche d’Autore – I personaggi, patrocinate dalla regione Marche.  Nel 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo: Il profeta del nulla.

LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2021
ISBN9788825418712
Il tempio sotto il mondo

Correlato a Il tempio sotto il mondo

Ebook correlati

Fantasy per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Il tempio sotto il mondo

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il tempio sotto il mondo - Matteo Gattafoni

    La città di sopra

    Era una bella serata di primavera a Tiranzio, la capitale dell’impero. L’aria era fresca ma non fredda, nei giardini, sia pubblici che privati, le piante avevano iniziato a germogliare e un uomo nudo penzolava da un cornicione nel disperato tentativo di non farsi vedere dal marito della sua amante.

    Mentre ascoltava la donna parlare cercava, con la coda dell’occhio, un modo per scendere dal secondo piano senza rischiare di rompersi qualche osso. Per sua sfortuna vicino a lui non c’erano balconcini o tendoni sui quali atterrare per poi scappare, seppur nudo come un verme.

    Sentì il cornuto alzare la voce: Ahia, pensò il giovane uomo appeso, poco più di un ragazzo, "mi sa che ha trovato i vestiti."

    Sentì qualcosa di pesante venire spostato e qualcos’altro finire in frantumi. Pregò qualunque dio fosse in ascolto che il marito non si affacciasse.

    – Pssss. Ehi, buon uomo – lo chiamò una voce familiare. Guardò di sotto: era un ragazzo circa della sua età che gli assomigliava vagamente, atletico e asciutto, ma con i capelli castano chiaro, quasi biondi, un accenno di barba, vestito con una tunica di lana color zafferano e un mantello marrone grosso il doppio di lui. Era insieme a una bella ragazza che pure aveva tratti in comune col giovane appeso, dai capelli neri come i suoi ma più lunghi e raccolti in una crocchia sopra la testa, alla moda dell’imperatrice Timoroda. Indossava una stola chiusa azzurra, stretta in vita con una cinta molto semplice e un mantello dello stesso colore.

    – Ti serve aiuto? – chiese il ragazzo, pugni sui fianchi e gambe larghe con un ghigno che a momenti non gli bastava la faccia per contenerlo. La sua compagna incrociò le braccia e cercò di non ridere e assumere un’espressione disgustata.

    L’appeso annuì.

    – Davvero? Peccato, da qua sotto è un bello spettacolo, non è vero, Zoe? – rispose l’altro, rivolgendosi alla ragazza.

    – Crepa, Hektor – fu la risposta di lei.

    Dalla finestra proruppero gli inequivocabili rumori di una lite. Una tunica azzurra volò via, sfiorando il corpo nudo e intirizzito del giovane, e cadendo ai piedi della coppia, che però non mosse un dito per raccoglierla.

    – Perfetto – disse l’appeso. – Mancano mantello e calzari e siamo a posto.

    Cadde il silenzio. Il giovane ebbe un presentimento. Una faccia resa rossa dal vino e dall’ira si affacciò. Lo sguardo dei due si incrociò. – Tu – disse il cornuto.

    – Hektor? – chiamò l’appeso.

    – Pronti – fu la risposta.

    Il giovane si lasciò cadere.

    Hektor lo prese al volo, smorzò l’impatto piegando le ginocchia, e con destrezza, quasi come in un numero coordinato, scaricò il peso accompagnandolo a terra.

    La ragazza gli tirò in faccia la tunica che aveva raccolto da terra, poi prese a correre lungo la via lastrica, seguita da Hektor e Andronico che imprecava cercando di infilarsi la tunica durante la corsa. I tre lasciarono il quartiere dei mercanti infilandosi nei vicoli tortuosi e lerci del quartiere noto come La Cloaca, una delle poche parti della città vecchia salvatesi dall’incendio che aveva semidistrutto Tiranzio due secoli prima.

    Un’ora più tardi erano alla bettola di Turilio, seduti intorno a un tavolo segnato dalle coltellate, alla luce di candele di sego di seconda scelta. L’aria sapeva di vino e sudore.

    Insieme a loro un uomo magro, sdentato e trasandato. C’erano pochi avventori in quel momento, ma l’uomo continuava a guardarsi in giro, nervoso.

    – Allora, Keritos – esordì Andronico – quali sono queste informazioni che avevi urgenza di darci?

    Keritos si sporse: – Si dice che pagate bene. – Il suo alito puzzava come una latrina.

    – Sì – rispose Zoe senza battere ciglio – se le informazioni sono esatte e non ci stai prendendo in giro.

    Keritos non era un gentiluomo ma si astenne dal dire alla ragazza di tacere. Una settimana prima l’aveva vista quasi castrare a calci un tagliagole che l’aveva trattata da prostituta. Da allora, nel quartiere nessuno l’aveva più importunata.

    – Lo sono – disse il ladro. – L’uomo che cercate è al servizio di Leonzio Magistro, il nipote del Gran sacerdote Magistro.

    – Ho sentito parlare di lui – disse Hektor. – L’unico motivo per cui non è ancora stato buttato fuori dalla città è proprio per lo zio.

    – Come fai a essere sicuro che sia lui? – chiese Zoe.

    – Perché l’ho visto – rispose Keritos. – Voi cercavate un uomo con tre occhi, giusto? Ieri alle terme, dove mi occupavo delle borse senza padrone, l’ho visto nudo. Aveva un occhio tatuato sulla spalla destra.

    – Aspetta, aspetta – lo interruppe Andronico. – Questo tipo si fa tatuare un occhio? Che senso ha?

    Keritos scrollò le spalle. – E che ne so – rispose. – Apparterrà a qualche tipo di setta. Ai sacerdoti del Lato Vero piace pensare di avere tutto sotto controllo, ma sappiamo bene che gli unici ad andare in giro di notte in città sono le guardie e i disperati come noi.

    – Ammettendo che sia vero – disse Hektor – come si chiama questo tizio? E che aspetto ha?

    – Si chiama Procopio – rispose Keritos. – È calvo, grosso all’incirca quanto te – indicò Hektor. – Con barba nera e corta, e naso storto.

    – Fra cinque giorni Magistro dà una festa – meditò Zoe. – Forse potremmo trovare un modo per entrare.

    Hektor scosse la testa: – È meglio un agguato nella notte. Meno lavoro, più certezza del risultato.

    – Dovremo stare attenti, però. Ricordate quello che ha fatto. Sempre se l’ha fatto da solo – li ammonì Andronico.

    – Il medico giù in via dei Vetrai deve ancora pagarci l’esibizione che abbiamo fatto per il compleanno della figlia – disse Hektor. – Ci faremo dare qualche dose di narcotico.

    Poi rivolgendosi a Keritos: – Se la soffiata è giusta ne avrai altri venti – passandogli dieci pegasi di bronzo.

    Il ladro annuì e li fece sparire in qualche tasca nascosta nella sua tunica rattoppata.

    – Lo sapete, vero, che se vi scoprono potrebbero anche scorticarvi vivi nelle segrete di quel pazzo? Si dice che si pratichi la stregoneria, là sotto. E voi siete ancora troppo giovani per schiattare così.

    – Non preoccuparti, Keritos, ci pensiamo noi. Va pure a ubriacarti – rispose Andronico.

    Keritos fece spallucce e se ne andò.

    Il mattino illuminò gradualmente la città partendo dai tetti. Prima quelli del palazzo imperiale, sul colle che dominava la città, con la luce che filtrava tra i colonnati di porfido e rendeva scintillanti gli zampilli delle fontane dei giardini privati.

    Poco dopo la luce raggiunse il tetto del tempio del Lato Vero, che si affacciava sul Foro Principale, poco più in basso. La statua crisoelefantina del Dio Bifronte si accese come un faro, illuminando anzitempo le costruzioni accanto. I cittadini più mattinieri che si trovavano a passare da quelle parti si fermarono e si inchinarono appena davanti all’effige con un volto d’oro e uno d’onice, vestito di una lunga tunica da saggio in avorio, con una lancia in una mano e una bilancia nell’altra. Iniziarono a risplendere i marmi bianchi del frontone carico di bassorilievi e, una dopo l’altra, le colonne scanalate di trenta metri, via via fino alla cima dei dodici gradini che portavano all’entrata del tempio, dove il Gran sacerdote Magistro, in tunica cerimoniale metà bianca metà nera era pronto a salutare il sole con incensi e preghiere.

    Era alto, col volto austero incorniciato da una corta barba, bianca come i radi capelli. I suoi occhi chiari, glaciali, intimorivano anche i potenti. Dietro di lui, similmente abbigliati, c’erano i suoi quattro accoliti principali, e alle loro spalle la porta Bifronte, con un battente dorato modellato come il volto chiaro del dio, e un battente d’argento brunito che riproduceva il volto scuro.

    Terminato l’ufficio, il Gran sacerdote stava per ritirarsi quando si sentì chiamare. – Venerabile Magistro.

    Magistro si girò, palesemente irritato. I suoi occhi si posarono su un uomo alto quanto lui e magro, vestito d’una tunica ocra e un mantello nero, dalla pelle olivastra, i capelli corti lisci e neri e completamente sbarbato. – Senatore Paoli – disse glaciale il Gran sacerdote.

    Il senatore, uno dei pochi a non mostrarsi intimorito da Magistro, salutò con un profondo inchino: – Eccellenza, avrei premura di parlarvi.

    Magistro fece un gesto ai suoi accoliti che sparirono nel tempio senza proferire parola, poi avanzò di alcuni passi verso il senatore, guardandolo dal gradino più alto. – Ditemi, senatore, cosa vi porta qui nel Foro? Avete forse qualche processo in atto? – E indicò, con un cenno della testa, la massiccia figura del tribunale dirimpetto al tempio, simile a un tempio esso stesso, ma con molte più colonne fuori e peccatori dentro, dove Paoli svolgeva il suo lavoro di avvocato.

    – No, Eccellenza, oggi sono qui espressamente per voi.

    – Ne sono lusingato, e mi domando perché. È ancora per via di mio nipote?

    – Le chiacchiere girano. Molte famiglie nobili premono affinché Leonzio metta la testa a posto.

    Magistro fece una smorfia. – Ho espresso chiaramente il mio pensiero. Molte di quelle famiglie hanno figli e nipoti che, senza ritegno, passano gran parte del loro tempo giocando d’azzardo e accompagnandosi a donne di facili costumi… o a uomini. Prendersela esclusivamente con mio nipote rafforza i miei sospetti di manovre contro di me.

    – Ma Eccellenza – insistette Paoli – molti di questi e queste giovani tornano spesso sconvolti dalle feste di vostro nipote…

    – Ancora con questa storia dei riti orgiastici? – scattò il religioso. – Crede che se mio nipote officiasse un rito ai vecchi dèi io non lo saprei? So perché insistete tanto: voi e i vostri amici

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1