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Scrivi, Rileggi e Brucia: La comunicazione non verbale fra Genitori e Figli per andare oltre con dolcezza e amore a ciò che è avvenuto nel passato
Scrivi, Rileggi e Brucia: La comunicazione non verbale fra Genitori e Figli per andare oltre con dolcezza e amore a ciò che è avvenuto nel passato
Scrivi, Rileggi e Brucia: La comunicazione non verbale fra Genitori e Figli per andare oltre con dolcezza e amore a ciò che è avvenuto nel passato
E-book152 pagine1 ora

Scrivi, Rileggi e Brucia: La comunicazione non verbale fra Genitori e Figli per andare oltre con dolcezza e amore a ciò che è avvenuto nel passato

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Dopo le 6.000 copie vendute con il suo primo libro “Ti permetto di far parte di me” torna il Dott. Andrea Penna con un nuovo capolavoro

“C’è comunicazione solo se ci vediamo simili con il nostro interlocutore. Oggi sappiamo che i nostri Neuroni Specchio ci portano a interagire soprattutto con chi è simile a noi.
Questo lento fluire di informazioni razionali ed emotive tra noi e chi è simile a noi, inevitabilmente ci aiuta a determinare il nostro carattere e a comprendere chi siamo”. - Andrea Penna

COSA SI INTENDE PER SCRIVI RILEGGI E BRUCIA: Scrivi Rileggi e Brucia è un’antica tecnica di comunicazione che si sviluppa in tre movimenti e può essere adottata in qualsiasi campo della tua vita di relazione, per imparare a dire a te stesso e agli altri chi sei.

Il primo movimento è lo SCRIVERE: scrivi una lettera simbolica, che non verrà mai spedita. Immagina la persona a cui la vuoi indirizzare e scrivi tutto ciò che emotivamente provi. L’efficacia della lettera sarà proporzionale a quanto scriverai di getto.

Il secondo movimento è il RILEGGERE: prendi Coscienza della tua immagine. E’ importante che nella lettera si parli soprattutto di Te, non tanto del tuo bersaglio.

Il terzo movimento è il BRUCIARE: lascia andare qualcosa che è dentro di Te, Io bruciando la lettera, simbolicamente, amorevolmente e coraggiosamente. Bruciando la lettera trasformi un trauma in esperienza e liberi il tuo bersaglio da ogni giudizio, rendendo il tutto più volatile impalpabile e leggero.

La RABBIA nasconde e contiene sempre una richiesta, da parte di chi la manifesta, di affettività, di amore, di attenzione, di essere visto, compreso e accolto.

Un libro di Andrea Penna.
LinguaItaliano
Data di uscita29 apr 2022
ISBN9788833802992
Scrivi, Rileggi e Brucia: La comunicazione non verbale fra Genitori e Figli per andare oltre con dolcezza e amore a ciò che è avvenuto nel passato

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    Anteprima del libro

    Scrivi, Rileggi e Brucia - Andrea Penna

    Prefazione

    «Parla quando sei arrabbiato e farai il miglior

    discorso che mai tu possa rimpiangere».

    Ambrose Bierce

    Sono profondamente grata al dottor Andrea Penna che mi ha permesso di scrivere la prefazione a questo suo secondo libro.

    Nel corso degli anni ho partecipato alle sue conferenze, ai corsi, alle serate di meditazione, ho letto le sue dispense, il suo libro, ho visto le videoconferenze, e da subito ho applicato i suoi insegnamenti nella mia vita. Essi mi hanno permesso di prendere visione e coscienza del mio quotidiano in una maniera nuova, mi hanno accompagnata verso un grande cambiamento, di cui sempre gli sarò riconoscente.

    Apparentemente nulla sembra cambiato, tanto è naturale oggi il mio essere come sono, eppure è cambiato tutto. Grazie al suo aiuto ho potuto mettere insieme quei pezzi che non riuscivo a collimare con gli altri, nonostante i tentativi o la volontà. Le sue formule, i suoi esercizi, semplici quanto efficaci e immediati, mi hanno indirizzata verso una dimensione amorevole. Ho sempre trovato lodevole il dedicare il suo tempo prezioso, attraverso le conferenze, ai suoi pazienti e ho trasposto quell’amorevolezza e disponibilità verso ogni componente della mia vita e della mia Famiglia.

    Pezzo dopo pezzo ho ristrutturato ogni mia difficoltà, e mi è stato possibile risanare rapporti difficili, che credevo irrimediabilmente persi per sempre. Ancora oggi esorto chiunque abbia sofferenze ingestibili a partecipare ai suoi corsi, a leggere i suoi scritti, a seguire le sue terapie. Tutto può essere recuperato. Attraverso il giusto movimento e con la giusta presa di coscienza, nel tempo, con il proprio tempo, tutto può trovare il suo giusto posto.

    Sono riuscita, grazie ai suoi insegnamenti, a bonificare il rapporto tormentato con i miei Genitori, in particolare quello con mia Madre defunta da anni, a recuperare il rapporto con mia Sorella, e ne ha giovato ogni mio aspetto di vita: la salute, il lavoro, il benessere in tutte le sue sfumature. Ho sempre applicato, con fiducia e rispetto, i suoi ragionamenti. Alle conferenze ho preso appunti senza mai dare per scontato nulla, e ho ascoltato ripetutamente le registrazioni di quelle serate.

    La mia esperienza è solo una delle tante testimonianze a favore del suo prezioso lavoro e l’ho scritta per introdurre un metodo potente che chiunque può provare senza sforzo. Spesso i risultati che produce si manifestano nel tempo di qualche ora, a volte in pochissimi giorni. Nel suo lato esecutivo, è un metodo pratico semplicissimo che rivela una efficacia concreta e riproducibile. Invito a leggere questo libro in ogni sua parte con estrema attenzione ed esorto a tornare su alcuni capitoli che meritano di essere rivisti, elaborati e integrati nel tempo.

    Da sempre l’uomo ha bisogno di sapere che esiste qualcosa, al di là del visibile, qualcosa che va oltre il corpo, le sue stesse braccia e gambe, qualcosa capace di consentirgli un movimento più intenso rispetto a quello possibile nello spazio evidente. Il percepire, immaginare, desiderare e credere che esista qualcosa di più, oltre a ciò che si vede, e che si tocca, per sapere di essere vivi, completi. È nella sfera del pensare, dell’immaginare che risiede la maggior parte del nostro vissuto. È oltre la materia di cui siamo fatti che si gioca il gioco della Vita. È lì, in quel non luogo, che esistiamo davvero, che ci completiamo.

    È lì che nasce e vive la nostra speranza, la passione, il desiderio, il progetto. Insieme alla Preghiera e alla Meditazione, il Rito forgia quello strumento necessario per toccare il Tutto, o per avere la sensazione di poterlo raggiungere.

    È un Tutto fatto di ogni cosa possibile quello che ci spinge a superarci, ad andare oltre il visibile, a volere fortemente che le cose accadano. È quel luogo, o spazio, quella dimensione dove ogni cosa pensiero e azione prendono forma prima ancora di manifestarsi nel campo del reale. È come il teatro di periferia, o la piazza del paese, dove l’attore esordiente recita e prova la scena per il grande debutto. È nell’intimità di gesti e pensieri, di parole recitate nel cuore, che l’anima prende a danzare.

    A partire da qui, dal Rito, il movimento prende forma, ed è un movimento che origina dal sentire, dal sapere, quel sapere antico che abbiamo dentro e che non sappiamo quanta strada ha fatto per raggiungerci. Il Rito è l’insieme e la sequenza di azioni che riteniamo capaci di svolgere per noi, e con noi, il dipanare del destino, lo srotolarsi di un nastro.

    scrivi rileggi e brucia è nato nella mente e nel cuore ancor prima che sulla carta.

    Molte volte si scrive di getto, prende vita un racconto e poi arriva il titolo; qui è stato il contrario.

    A partire da una sequenza ha preso inizio la strada che risolve un percorso.

    Scrivere, rileggere e bruciare il proprio scritto nasce con la volontà di spiegare come un gesto antico che non si può datare, e di cui nessuno al mondo mai potrà vantare la paternità, riesca a muovere sul piano della realtà, in noi, nella nostra fisiologia, attraverso i nostri neuroni, un movimento veloce e concreto volto a modificarci profondamente.

    Scrivere, rileggere e bruciare sono azioni che avvengono attraverso un profondo e lento percepirsi.

    È mettersi davanti a un foglio bianco. È come vedersi riflessi in uno specchio. È guardarsi senza essere visti da altri, in un luogo protetto, sicuro. È un patto segreto con noi stessi, stipulato con la nostra anima, in accordo di potenza con il permesso di esprimersi senza paura di conseguenze. È trovare uno spazio, nel mondo, in cui nascondere fiduciosamente ogni proprio risparmio emotivo, sapendo con certezza che l’investimento potrà soltanto crescere a dismisura. È un gioco che permette di vincere, che garantisce sempre una vincita, una ricchezza, esponenziale. Si vince sempre. Ricordo che da bambina ogni mio gesto era inventare: un giocare magico. Immaginavo oggetti, interpretavo personaggi, creavo con la mente fantasie immense e mondi spaziali per divertirmi. Una foglia caduta da un albero poteva diventare qualunque cosa, da una polpetta per una finta cena cucinata con pentole immaginarie, a un gioiello prezioso da portare in dono a Mia Madre perché lo appendesse al collo. Era una banconota da utilizzare per contrattare un ipotetico acquisto, per dimostrare a mio Padre che iniziavo a conoscere il valore del denaro. Un rametto trovato nel bosco o nel parco poteva diventare una spada, un arco, una bacchetta magica o qualunque cosa desiderassi. Da bambini eravamo costruttori di felicità. Immaginavamo una scena e subito la interpretavamo. Credevamo che tutto fosse possibile. E lo scontro con la realtà non ci impediva di sognare e sognare ancora. Trovavamo sempre vie di fuga. Nulla rappresentava ostacolo.

    Era attraverso la ripetizione di gesti precisi e meticolosi che le nostre favole da vivere e gustare prendevano forma. Era un rituale tutto nostro dove la parola pugno, pace o arimo² voleva dire basta, fermiamoci un attimo!, dove la parola mica voleva dire che non era vero, dove con la frase è per finta! facciamo per finta! giustificavi tutto, e tutto, così, accadeva. Magicamente.

    Poi cresci e smetti di fare per finta. Piano piano inizi a dimenticarti di giocare. Non ti accorgi nemmeno del momento in cui smetti di farlo, quel momento non ha data, ma accade quasi di colpo. E ti trovi ad applicare, dispensare e insegnare regole, schemi. Tutto diventa rigido. I confini fra le cose si induriscono. La parete del sognare diventa impermeabile e non passa più niente. Non filtra nulla. Ciò che è dentro resta dentro, ciò che è fuori resta fuori. Se ti dimentichi di costruire una porta, un passaggio per muoverti, se resti all’interno del tuo dedalo inizi a percepire, lentamente, che sei murato vivo.

    E soffri, ancor prima di iniziare ad accorgerti che sei prigioniero. Lì inizia una lenta presa di coscienza che ti mostra le pareti di un carcere senza luce, un luogo da cui un giorno, forse, deciderai di evadere.

    Prima o poi tutti ci troviamo in questo luogo, a questo punto della nostra esistenza.

    Ero arrabbiata con mio Padre. Trovavo ingiusto che mi avesse scritto quella lettera orrenda. Ci misi del tempo ad assorbire il colpo, anni... poi gliene scrissi una io... che non gli consegnai mai, da cui partì un sogno che tornò più volte, con il suo ricordo, a bussare alle pareti della mia mente.

    È vivo nella mia mente, e ringrazio di non averlo mai dimenticato: a un tratto mi trovo in una stanza che non ho mai visto. Non so dove sono ma so che è un posto che conosco molto bene. Nei sogni si vivono sempre sensazioni strane. Ti trovi a far parte di mondi che sono al confine fra il possibile e l’impossibile con la consapevolezza che sia tutto normale.

    Davanti a me c’è una donna che ha all’incirca la mia età; so che è mia nonna. Non so come lo so, ma so che è lei.

    Mi metto di fronte a lei e con tono sostenuto la attacco ferocemente con impulso e convinzione. Le dico che ha fatto male a educare suo figlio, mio Padre, in quella maniera. La attacco e la offendo. La accuso e la ritengo responsabile di ogni mia sofferenza attuale. Le dico: "Hai cresciuto tuo figlio nell’asprezza e lui ha riversato su di me tutta la sua rabbia. Mi ha offesa, giudicata, ferita, osteggiata, per colpa tua! Vergognati! Non dovevi agire così!".

    Allora lei, mia nonna, mi guarda, è incredula, mi osserva, è mortificata, fa un passo indietro e dice... "hai ragione... non dovevo fare figli,

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