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Il Giudice
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E-book88 pagine1 ora

Il Giudice

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Info su questo ebook

Nello studio - e nell'esistenza fin troppo tranquilla - di un solitario magistrato di mezz’età, si presenta all’improvviso il suo vecchio professore di Filosofia del Liceo.

Lì per lì, sembra si tratti di una pura visita di cortesia, ma quel che ne scaturisce è un’avventura incredibile. Un intreccio tra diversi piani di narrazione, inestricabilmente aggrovigliati tra loro, che coinvolgono il Giudice in un’indagine personale capace di offrirgli innumerevoli spunti di riflessione sulla propria esistenza e sul proprio ruolo sociale.

E in cui convergono squarci di realtà futuristiche ed altamente tecnologicizzate abitate da uomini dal corpo sintetico e robotizzato, antichi ricordi risalenti agli anni della Scuola e appassionate ricerche finalizzate a rintracciar l’anziano, amatissimo professore. Ricomparso, dopo tanti anni, in un tardo pomeriggio della stanca e un po’ annoiata quotidianità del magistrato e poi, altrettanto misteriosamente, sparito nel nulla.

Torna il professor Gelsi (protagonista di Senet, La scuola nel bosco di Gelsi, Il Testimone e Il treno), personaggio iconico di un autore da sempre controcorrente, in un romanzo che cela un’acuta riflessione sull’esistenza umana, dove piani temporali sfalsati, scenari distopici e derive metafisiche si alternano e si fondono inestricabilmente.

LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2022
ISBN9788869348068
Il Giudice
Autore

Pietro Ratto

Pietro Ratto è filosofo, saggista, giornalista e scrittore. Laureato in Filosofia e Informatica, è professore di Filosofia, Storia e Psicologia. Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri e ha vinto diversi premi letterari di Narrativa e Giornalismo ed ha partecipato a svariati Convegni filosofici. In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020). In ambito storico ha scritto: Cronache di una pandemia. I primi nove mesi di un incubo (2020), L'Industria della vaccinazione- Storia e contro-Storia (2020), Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L'Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019) e Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020). Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020). Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo. Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche affrontate nei suoi libri, BoscoCeduoPro.

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    Il Giudice - Pietro Ratto

    Pietro Ratto

    Il giudice

    © Bibliotheka Edizioni

    Piazza Antonio Mancini, 4 – 00196 Roma

    tel: (+39) 06. 4543 2424

    info@bibliotheka.it

    www.bibliotheka.it

    I edizione, giugno 2022

    e-Isbn 9788869347566

    È vietata la copia e la pubblicazione,

    totale o parziale, del materiale

    se non a fronte di esplicita

    autorizzazione scritta dell’editore

    e con citazione esplicita della fonte.

    Tutti i diritti riservati.

    Disegno di copertina: Paolo Niutta

    www.capselling.it

    Pietro Ratto

    Filosofo, storico, giornalista, musicista e scrittore, ha al suo attivo numerosi libri.

    In ambito filosofico, ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020), Boscoceduo – La rivoluzione comincia dal principio (2017-2022).

    In ambito storico e giornalistico ha scritto: Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L’Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller – Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019), Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020), L’industria della vaccinazione. Storia e contro-Storia (2020), Cronache di una pandemia – I primi nove mesi di un incubo (2020), Lobbying (2021) e Da Berlino a Kabul. La lunga scia di sangue dell’11 settembre (2021).

    Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi, Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020) e all’audiolibro Parole e Musica (2020), che alterna riflessioni a suoi brani musicali.

    Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un seguitissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo.

    Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche affrontate nei suoi libri, che si chiama BoscoCeduo Pro (www.boscoceduo.it/pro).

    Siamo insignificanti variabili, utilizzate all’interno di un programma ricorsivo, mio caro. Infinitamente, ricorsivo. E, nonostante ciò, ci attribuiamo la capacità di comprendere intenzioni e strategie del programmatore!

    Si ricorda di me?

    Il brandy scintillava tremulo nel piccolo e sottile calice di cristallo, proiettando un bagliore giallognolo sulla lucida superficie dell’antica scrivania in noce. Il piedistallo dell’imponente abat-jour in argento massiccio immergeva le sue tre zampe di leone in un placido mare di carte e documenti. Un rassicurante crepitio, proveniente dal caminetto acceso, attraversava soave lo studio. A quell’intenso profumo di legna bruciata, il capo pesantemente appoggiato allo schienale della sua austera poltrona, il Giudice stava abbandonando i suoi intorpiditi pensieri.

    La pendola del soggiorno rintoccò inesorabile le sei. Dalla finestra le luci dei lampioni appena accesi penetravano soffuse, proiettando sulla stipata libreria i geometrici ricami delle eleganti tende di seta azzurra. Il silenzioso pomeriggio del Giudice, ancora una volta, volgeva al termine.

    L’improvviso rombo di una moto sfrecciò, giù in strada, lacerando insopportabilmente quell’atmosfera assopita. Puntualmente, come da vent’anni a quella parte, la fedele segretaria si affacciò timidamente alla porta.

    – Se non ha più bisogno di me, signor Giudice, io…

    – Vada, vada pure, Agnese. Buona serata.

    – Buona serata a lei, signor Giudice.

    Come ogni sera, il magistrato restò in attesa. Il suono metallico della porta d’ingresso, delicatamente richiusa alle spalle della donna, ancora una volta lasciò spazio al silenzio.

    La solitudine si riappropriò di quel grande alloggio, così riccamente arredato che, se non fosse stato per le sue grandi dimensioni e per il perfetto ordine che vi regnava, sarebbe parso la bottega di un antiquario. In quella casa il Giudice viveva ormai da ben ventitré anni. Ventitré anni, già! Trascorsi in solitudine, in quel silenzio appena appena cadenzato dall’austero rintocco dell’inarrestabile pendola barocca. Nessuna donna aveva mai fatto irruzione in quella sua tranquilla quotidianità, nessuna passione era mai riuscita a turbar le placide acque in cui si cullava la sua esistenza. L’unica presenza femminile era Agnese. Che da vent’anni, ogni giorno, si occupava di quella sua silenziosa abitazione.

    Rassettava, spolverava, svolgeva tutti i lavori domestici, l’anziana donna. E quando finiva di riordinare riusciva ancora a dedicarsi a qualche lavoro di segreteria. Qualche pratica da archiviare, qualche verbale da ricopiare… Mai una confidenza, mai una domanda, una frase di troppo. Agnese si aggirava in punta di piedi nella vita del Giudice, senza invaderla mai. Senza intromettersi, senza infastidirlo. Non una parola che andasse al di là dello stretto necessario era mai volata in quella casa. Eppure, ogni qual volta al Giudice capitava di piombare in un momento difficile, gli bastava il suo sguardo. Quello sguardo buono e gentile, quegli occhi azzurri e sinceri, così sorridenti; che sapevano sempre rincuorarlo, nel rispettoso silenzio di ogni parola. Agnese era il limpido ruscello che, ogni giorno, dona le sue acque più chiare e più pure a un antico, immobile lago. Senza chieder mai nulla in cambio.

    Fu proprio nel momento esatto in cui, intento ad alzarsi, stava afferrando con entrambe le mani lo spesso bordo della scrivania, che si udì bussar leggermente alla porta dello studio.

    Il Giudice trasalì. Chi era mai? Chi mai poteva esserci ancora, in casa?

    Agnese?, azzardò turbato. Agnese, è lei?

    – È permesso, signor Giudice? rispose, al di là della porta, una sconosciuta e gentile voce maschile.

    Che diavolo…! Chi c’è in casa mia, a quest’ora?! Avanti! Venga avanti, la prego!, ingiunse il Giudice, evidentemente spaventato.

    Lentamente, la maniglia d’ottone si abbassò. L’uscio si schiuse pian piano. Un uomo sui settanta, con il cappello in mano, comparve inatteso davanti agli increduli occhi del magistrato.

    – Chi è lei, mi scusi? Com’è entrato in casa mia?

    – Le chiedo perdono, signor Giudice. Sua madre, uscendo di casa e trovandomi sul pianerottolo, mi ha fatto gentilmente accomodare. Avevo proprio bisogno di parlarle…

    Non era possibile. Non era assolutamente possibile. Agnese non avrebbe mai potuto lasciar entrare uno sconosciuto in casa, in questa maniera. E poi, lei…

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